mercoledì 23 marzo 2022

SUL CONFLITTO RUSSO UCRAINO

Or dunque, che cosa chiedono, in realtà, coloro che in nome delle pace e delle sole trattative rifiutano che si aiuti la resistenza ucraina contro l’aggressione della Russia di Putin ? Che l’ Ucraina si arrenda ad ogni costo all’invasore e che la pace sia comunque assicurata alle condizioni che costui impone? Penso che di fatto sia questo che chiede il no “all’ inutile strage”, ora come ai tempi della conferenza di Monaco con Hitler . La guerra basta uno solo a volerla, mentre gli accordi di pace richiedono l'intesa di tutti i contendenti, e i soli accordi che Putin sottoscriverebbe sono quelli che prevedono la fine della Ucraina come Stato indipendente, libero di scegliere un proprio destino che non sia quello della Madre Russia quale sua piccola madre, la Rus, in una sorta di atroce matrioska pan-russa, come il Kosovo per la Serbia, la terra dei Patriarchi per il sionismo, il Pakistan quale terra dei puri che inglobi tutti gli islamici indiani . Poi si vedrà, prima la Transnistria, poi la Moldavia, chissà, fino a Berlino… Per tali uomini di pace il proprio quieto e sereno vivere val bene la pacificazione cecena e la pacificazione siriana, ne sia pure il prezzo per Kiev, ed Odessa, la sorte già toccata a Groznyj e ad Aleppo. Bei compagni di strada, questi pacificatori, per chi è persona Lgbt. Non sono solo popoli fantoccio quelli dell’ Est Europa entrati a suo tempo nella Nato, gli ultimi limitrofi alla Russia nel lontano 2004, e che ora intendono più che mai restarci, dopo quanto Putin ha già scatenato nel 2008 contro la Georgia e sulla stessa falsa riga ora contro l’ Ucraina Si allarghi pure lo sguardo oltre l’‘Ucraina a tutti i conflitti che ci sono sulla faccia della terra, ma non per distogliere la vista dall’orrore delle rovine di Mariupol, di Tarpin, di Mikolaiv, come fossero fake news, e per sostituire sui banchi degli imputati Putin con la consueta Nato e con i soliti Usa guerrafondai, quali causa unica di ogni male nel mondo, , e si guardi a ciò che ha causato sia il loro interventismo che il loro e nostro disimpegno , come la riconsegna dell'Afghanistan ai talebani, che lascia ora senza istruzione superiore tutte le giovani afghane dopo il loro bando odierno dalle scuole, Si abbia cara la sorte reale dei popoli e delle vittime che soffrono, invece che quella pertinace dei propri “astratti furori ideologici”, o della propria anima bella pacifista , che non resistendo al male è comunque complice e connivente con il disordine del mondo Si dia evangelicamente a Cesare quel che è di Cesare, invece, e non si porga al nemico pubblico, all’hostis, la guancia che va sublimemente riservata solo all’inimicus personale.. Si invoca la Costituzione per negare ogni aiuto anche in armamenti alla resistenza ucraina, ma la nostra Carta costituzionale ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, vieta di ricorrere alla guerra se è di conquista, o se si intende risolvere con essa una controversia internazionale in cui non si sia già scesi sul piede di guerra, non già se l’intervento bellico è in propria difesa o di chi è stato aggredito da chi è già passato al ricorso alle armi. Altrimenti è un controsenso fondare la Costituzione sull’antifascismo e sull’antinazismo della nostra Resistenza. Non è auspicabile alcuna pace e serenità che sia assicurata dal torto e dall’ingiustizia. Meglio continuare a soffrire ed a patire tutto il tormento che costa fino all’ultimo giorno di vita non cedere su questo. Odorico Bergamaschi

GULBADAN

GULBADAN In Kabul fiorisce ancora, corpo di rose, il tuo giardino,/ nella martoriata Odessa la tua prosa, Isaak,/ or qui le tarde gemme di un’altra primavera,/ e nella ventata, al loro stento/ non c’è solo l orrore del mondo/ di ritorno,/ la sola carne da salvare e il suo sfacelo, / di vergogna e colpa non calpestano i tuoi passi che un tuo passato di soli detriti,/ c’è la tua dedizione al verso che in te muore, / al tuo solo soccorso di esistenze care./ E' la Sua luce, non ti spegnere. / Gulbadan, il cui nome significa "essenza di rose", era la figlia del primo imperatote Mughal Babur, sepolta con lui in Kabul.Isaak è Isaak Babel, l'autore dell'Armata a cavallo.