sabato 5 novembre 2022

Una pagina d'odio

Dice la Szymborska, dell’odio: «Diciamoci la verità: | sa creare bellezza” Non mi interessa quanto sia vero, so soltanto che l odio è diventato la mia passione, il mio empito vitale, da che nella nostra casa , di me, di Kailash, di Ajay, di Chandu, di Porti e di Vimala è entrato Ashesh , il giovane nipote ventiquattrenne di Kailash. Non si è nemmeno degnato di preannunciarsi e di informarmi della sua venuta, come se in questa casa io fossi un ospite soltanto, e non già chi provvede a tutto e tutto dispone Cut off, come vuole il razzismo indiano verso lo straniero, che sa essere di un’amabilità unica quando si tratta di trarne tutto il denaro o l'usufrutto possibile. Già l’avevo battezzato come murk, di una stupidità unica, imperdonabile, quando si era fatto estorcere mille euro da un’avventuriera turco tedesca con il raggiro che se li avesse destinati a improbabili spedizionieri di Chennai avrebbe potuto ritirare un pacco che di euro ne conteneva 3.000. Ed ora eccomelo di fronte, in tutta la superbia ostinata che solo la stupidità più ottusa consente di manifestare imperturbata, con quei suoi grandi occhi stolidi perennemente sgranati su un mondo di cui fatica a comprendere l' inferiorità abissale. E’ bello, sotto certi aspetti, a non lasciarsi spaventare dalla incisività dei suoi tratti, ma di un selvaticume spaventoso, soprattutto quando spalanca una sua bocca polifemica, di una dentatura enorme resa orrida da quanto gutka consuma, che gli chiazza le gengive di un liquerume violaceo. Sarebbe nobile la sua professione, di pittore e facitore di statue per le festività hindu, si tratti di Durga per Dusshera, di Holika per Holi, di Ganesha o baby Krisna o Shiva e Parvati e Laxmi, solo che è tutt uno con un induismo razzistico, hindutva, che spregia ogni altra identità indiana. Ha in ciò esordito, solo quando sono stato l’ultimo a cui si è rivolto, mostrando tutta la sua fierezza per il proprio grande capo. Gli ho replicato che non ho bisogno di figure del genere, cui il popolo trasferisca ogni propria capacità di pensare in proprio. Mi sono fatti inizialmente scrupoli nei suoi riguardi immaginando che la sua famiglia fosse ancora in uno stato di povertà spaventosa, e che si fosse addentrato tra noi per la propria miseria. Ed invece è diventato ricco, anche “ too much rich” come non si stanca di ripetere ad Ajay per colmarlo di invidia, da che la sua famiglia è stata risarcita dalle autorità indiane dei terreni su cui hanno costruito una delle tante highway che hanno distrutto paesi e paesaggio indiani. E so già bene che è uno di quei ricchi, come i parenti di Mohammad, come lo sarebbe Mohammad stesso se lo diventasse, che qualora io morissi e Kailash e la sua famiglia finissero indigenti, nemmeno gli sfiorerebbe la mente di ricambiarne l’aiuto che ha prestato loro , a suo tempo, impiegandone il padre nel nostro negozio di barbiere, alla guida del nostro tuk tuk. La sera del suo atroce ritorno dai nonni in Byathal ho dovuto convocarlo nella mia stanza per venire a sapere che Ajay era appena stato male sotto i suoi occhi, senza che si proponesse in niente e per niente per sovvenire alle difficoltà in cui mi poneva l’impossibilità di fare affidamento su Ajay per le necessità famigliari. Benchè Ajay fosse oltremodo sofferente allo stomaco, usurpandone il letto e costringendolo a dormire al suolo. E quando ieri è sopraggiunto il nuovo, bellissimo frigorifero che ho provveduto ad acquistare, “ Come vedi Chandu, non solo sono un ospite in questa famiglia” ho detto indirizzandomi al bambino e rivolgendomi ad Ashesh, alle sue spalle, con uno sguardo in cui calamitavo tutto l’ odio possibile. Di ritorno dal prelievo bancario mi sono illuso che avesse capito, quando l ho incrociato su d i un tuk tuk, immaginando che si recasse alla stazione degli autobus o dei treni per lasciarci quanto prima. Vivissimi rimorsi per la mia inospitalità, placatisi d’incanto quando ieri sera l ho visto di ritorno con Vimala, che era andato a prelevare dal villaggio nativo, in cui Vimala si era per le cattive condizioni di salute di sua madre. E gli ho esibito un viso cordiale quando è entrato nella mia stanza, dove mi intrattenevo con ben altro calore con un Ajay risanato e con un suo occhialuto amico mussulmano, di lui più giovane, educato e gentilissimo nella sua natura scherzevole. Discettando di Amazon e dei miei continui acquisti on line sono stato ispirato a digitare muslim item for house, passando in rassegna tutti i possibili acquisti di icone islamiche di versetti del Corano o dei 99 nomi di Allah di cui gli potessi fare dono. Finchè ho detto che la rassegna poteva bastare, al che Ashesh ha soggiunti “ Abbiamo visto anche troppo”, allontanandosi dalla mia stanza. Stamattina dalla casa dello zio Manoj è stato di ritorno nella quiete domestica in cui ci trovavamo solo io e Vimala, ovviamente come se niente fosse e di niente dovesse risponderci. Corretta un ulteriore sequenza del mio libro su Chandni chowk, sono stato ben lieto di uscirmene in kurta e dothi appena è sopraggiunto, pranzando fuori in assenza di Ajay, mio cuciniere, che si era recato a Chhatarpur per sostenere un esame di biologia incredibilmente superato a pieni voti , benché insieme con me avesse studiato si e no il dieci per cento ecosistemico del programma. Ed ho ritrovato Ajay che occupava il mio letto, avendo egli ritrovato Asesh che dormiva nel proprio. Dormir , dormir dormir, sempre dormire, sembra il suo motto esistenziale, di una sua vita di ricco sfaccendato.e motociclato Credo, da che vivo in India, che uno degli indizi più probanti della natura servile e inetta di una persona sia il non trovare altro modo di vivere il proprio tempo libero che passandolo a poltrire dormendo. Ah, altrimenti l inutil tempo che si perde a giuoco d’ozio lungo d’uomini ignoranti..Tanto più quanto ho ben presente che tra non molti anni non avrò altro da fare. Se poi è un giovane ad essere un essere dormiente ed insenziente, tanto più se è un parassita letargico, il mio odio si fa disprezzo e disdegno implacabile, voglia di scudisciate e randellate ad oltranza. Poltrire vittimisticamente sul proprio futuro.,, Kailash ne ha riso al telefono, dandomi ragione, nel vivo ricordo di quando era con lui che me la prendevo iniziando ad occhieggiarlo in stanza ferocemente nel suo perpetuo sonno a mie spese, facendosi egli un leone digrignante nella tana del suo letto, se solo qualcuno osava anche solo minimamente il fare atto di ridestarlo , Kailash che ora vive da noi lontano in Rotak, dove del Maharaja Hotel e dei suoi parties ha fatto il tempio di un suo sacrificio perenne. Mentr’io aspetto solo che venga domani, per ritirarmi in hotel a Panna finchè l intruso non lasci il campo libero .