venerdì 31 marzo 2017

Secondo i dati certi che ho raccolto  si chiamava Anit  Shukla,  era di anni ventidue e lavorava  per una paga giornaliera come vigilante notturno per l’Archaelogical Survey of India, il giovane della cui fine Kailash  l’altro ieri mi ha detto nella tarda mattinata,  solo poche ore dopo che era stato ritrovato impiccato ad un albero presso il Chitragupta mandir, nel gruppo occidentale dei templi di cui era di sorveglianza,  I turisti mattinieri che l’hanno avvistato per primi   ne erano rimasti sconvolti, ed ancora numerosi contingenti di polizia stazionavano all interno dell’area archeologica e nella strada di fronte.
“ E’ ciò che temo che possa accadere a Mohammad, che più volte ha già tentato di farlo”, ho avuto la temerarietà di dirgli, nella speranza che con il ragazzo egli non si rifaccia solo alle apparenze esteriori. Ed invece la mia ingenuità si è scontrata con l’alterazione in corso della sua mente, che lo fa  implacabilmente ostile nei miei riguardi.
“ Con me non ti sei preoccupato allo stesso modo( quando l’anno scorso mi sono stretto la corda intorno al collo, e Poorti piangeva, Chandù piangeva, tutti erano in lacrime, Vimala, Ajay,  tranne tu che mi volevi morto. Anche Mohammad era presente alla scena…”
“ Non me ne ricordo ed è meglio così. Ma se mi sono comportato in quel modo era perché non credevo che tu volessi ucciderti, e ho mostrato di non dare importanza al fatto perché così ti fermavi prima.)  Chiedi invece ad Ajay come divento quando scompari e finisci lontano, non si sa dove, come sabato scorso…”
Gli chiedevo se sapesse il motivo per il quale il giovane si era suicidato, e K. secondo le voci che aveva raccolto mi accennava a una delusione amorosa,  era infatti un bel ragazzo, con una vita sentimentale già molto dibattuta.
Quando per telefono ho ricontattato invece con Mohammad ho evitato in ogni modo  di riferirmi all evento del  suicidio, di cui era inevitabile che per conto suo me ne parlasse, come ci saremmo rivisti al talab..
 Allorchè vi si è rifatto, ho cercato inutilmente di eludere il discorso,  prima di dovere annuire che sapevo  di che evento stava parlando a che si rifaceva, e chiedergli se sapeva il motivo per il quale il giovane si era tolto la vita,  così contraddicendomi nei miei intenti.
Visto quindi quanto l’accaduto lo infervorava,  ne ho approfondito con lui  la disamina, per verificare quali ne erano per lui le risonanze.
“ Kargià”, debiti, erano secondo i più che gliene avevano parlato le ragioni del suicidio. Una delusione amorosa, secondo altri, gli ho raccontato, stando alle voci raccolte da Kailash, così addentrandomi nel suo  ambito più vulnerabile.
“  Ma non c’è ragione di farlo né per l uno né per l’altro motivo” ha desunto Mohammad.
“ Ed io sono contento di non averlo fatto né per la mia situazione familiare o per Mouskan..”
“ In un caso lasci sui tuoi familiari il peso che porti dei tuoi debiti, nell’altro sarai stato uno stupido perché dopo essere stato pianto per un po’ sarai dimenticato per l’altro con cui lei si sposerà ”
Mohammad – mi sono rifatto a quanto diceva con un vivo sollievo_ considera che tuo padre anche se non lavora e non guadagna  in ogni caso non ha debiti. Se solo penso a K., a che incubi erano i debiti per lui la notte”.
“ Se non lo fai, soggiungeva  Mohammad,  e sopravvivi, mostri  di avere  controllo di te stesso Chi lo fa è perché rifiuta se stesso, si sente un perdente,  e non vede come sopravvivere, la chance che gli offre ancora la vita.”
“ Certo, è proprio così, e te lo posso confermare per la mia stessa esperienza degli ultimi tempi in Italia prima di fare ritorno in India- impressionato da come Mohammad . avesse  ripreso l’identica natura delle mie crisi suicidarie.
I giorni a cui non avrei risvegliarmi e a cui non volevo sopravvivere, ricercando ogni mia possibile fine, disgustato del ritorno alla stessa vita di ogni giorno, dello splendore del sole come del grigiore delle nubi incombenti, di tutto ciò che fosse vitalità naturale e clamore mondano, dei cieli stellati a cui ora mi volgo come al Suo incanto infinito, senza che alcun rapporto d’affetto o d’amore potessero più che l’angoscia e l’anoressia economica che mi serravano la gola e oscuravano il futuro,, una volta che tutto ciò che  avessi scritto mi era parso fallimento illeggibile.
Mohammad , non ricordo più se al Madhur cafe o quando l ho ricondotto da oncle Kailash,  sul suo smartphone mi ha quindi mostrato un filmato che un cosiddetto amico gli aveva inviato, in cui delle forse di polizia in Lucknow  stavano sfondando la porta di un appartamento al cui interno viveva una ragazza che in precedenza, a un suo fidanzato che le aveva detto male parole aveva gridato che si sarebbe impiccata, come le immagini seguenti mostravano che era avvenuto.
Il suo corpo pendeva rigido in salvar kamis da un ventilatore,  mostrando ripreso di fronte  un volto non contraffatto, con ancora l’auricolare in un orecchio.
“ Tu mi dici che te l’ha inviato un amico, io per parte mia non te l’avrei trasmesso”
“ Ma circola dappertutto in Khajuraho…”
Faceva seguito la vista di filmati scherzosi, di una ragazza la cui gamba era rimasta maciullata in un incidente, al che lo pregavo che ponesse fine a tali visioni di audio.
Ieri Mohammad non ho avuto modo di rivederlo, anche perché credevo che fosse partito per Kanpur, e non gli fosse toccata la mia stessa sorte,  quanto al viaggio che avevo predisposto in Delhi, di dover subire la cancellazione della corsa del treno, a seguito dell incidente fortunatamente senza vittime che nel corso della notte era avvenuto presso  Mahoba.
Era bastato che tra un via vai e l’altro per  il rimborso del biglietto,  fossi stato intercettato da un parente di mohammad che mi aveva detto che suo padre voleva vedermi quanto al negozio che potevo aiutarlo ad avere in affitto, e che ne avessi parlato con kailash, che per il padre di Mohammad nutre una stima e una fiducia che non riversa affatto nel figlio,  perché Kailash si desse da fare per reperirgli un negozio in affitto come mai aveva provveduto per se stesso e le sue attività economiche.
E stamattina da  Mohammad che era rimasto tutt’oggi a Khajuraho nel timore della situazione che avrebbe potuto ritrovare in kanpur, per gli scioperi in corso contro le limitazioni al consumo di carne bovina imposte dal nuovo ministro i  capo Yogi dell?Uttar Pradesh, e delle reazioni che poteva suscitare il pronunciamento della Suprema corte di giustizia quanto alle controversie indo-islamiche di Ayodhya,. Poteva dirmi come cosa fatta. a mia insaputa, dell’affitto a mie spese, combinato da Kailash e dal padrem,a sole seicento rupie al mese più un acconto di 1.000 rupie,   della baracca presso la Power House in cui il padre avrebbe potuto riprendere lo spaccio di the, caffe e lassi, integrato con la vendita di frutta e di succhi e spremute, grazie a un tlia di cui avrei assicurato l’acquisto, nell’attesa che un negozio vero e proprio si rendesse disponibile.
Tra le ragioni che mohammad mi avrebbe addotto questo pomeriggio, per cui era sfumata l eventualità che si trasferisse con la famiglia in Kanpur, oltre al dato di fatto che vi si sarebbero ritrovati a doversi indebitare per il trasloco senza alcun lavoro in vista, né per sèp né per ilo padre, mi diceva del fatto che cos’ avrebbe potuto ritrovarsi ancora a lungo con me, e di quello che era successo e si era ripetuto ieri, che Mouskan, ancora follemente innamorata di lui, adispetto dei suoi amoreggiamenti con un altro che aveva creduto di intravedere  nel luna-park, si era di nuovo tagliata le vene, minacciando di uccidersi se fosse partito per Kanpur.
Devo restare qui perché  non posso non prendermi cura di lei, sono responsabile nei suoi confronti.
Non me lo perdonerei mai, se lei morisse a causa mia. Me la vedo di continua che pende ed oscilla…
M. prima l ho messo in guarda contro il ricatto, la blackmail, che conteneva la minaccia di lei, poi l ho elogiato per il senso di responsabilità che in  lui era sorto nei confronti della fanciulla, in  cui sentivo con gioia profonda un effetto su di lui delle mie parole di richiamo.
Lo sai, mi ha detto, che cosa ora  può rendermi  rende felice?
“ Che una buona vita abbia un  futuro?
“ Che siano ripresi i messaggi tra me e Mouskan. E poteva mostrrarmi come sotto la falsa dicitura Low Battery fossero oramai 197, i messaggi che le aveva inviato tra ieri ed oggi.
Che mentre mi parlava stavano già salendo a 202.



 Secondo i dati certi che ho raccolto  si chiamava Anit  Shukla,  era di anni ventidue e lavorava  per una paga giornaliera come vigilante notturno per l’Archaelogical Survey of India, il giovane di cui mi ha detto ieri l’altro nella tarda mattinata ailash, che poche ore prima era stato ritrovato impiccato ad un albero presso il Tempio Chitragupta nel gruppo occidentale di cui era di sorveglianza,  I turisti mattinieri che l’hanno avvistato  ne erano rimasti sconvolti, ed ancora numerosi contingenti di polizia stazionavano all interno dell’area archeologica e nella strada di fronte.
“ E’ ciò che temo che possa accadere a Mohammad, che più volte ha già tentato di farlo”, ho avuto la temerarietà di dirgli, nella speranza che con il ragazzo egli non si rifaccia solo alle apparenze esteriori. Ed invece la mia ingenuità si è scontrata con l’alterazione in corso della sua mente, che lo fa  implacabilmente ostile nei miei riguardi.
“ Con me non ti sei preoccupato quando l’anno scorso mi sono stretto la corda intorno al collo, e Poorti piangeva, Chandù piangeva, tutti erano in lacrime, Vimala, Ajay,  tranne tu che mi volevi morto. Anche Mohammad era presente alla scena…”
“ Non me ne ricordo ed è meglio così. Ma se mi sono comportato in quel modo era perché non credevo che tu volessi ucciderti, e ho mostrato di non dare importanza al fatto perché così ti fermavi prima.  Chiedi invece ad Ajay come divento quando scompari e finisci lontano, non si sa dove,come sabato scorso…”
Gli chiedevo se sapesse il motivo per il quale il giovane si era suicidato, e K. secondo le voci che aveva raccolto mi accennava a una delusione amorosa,  era un bel ragazzo, con una vita sentimentale già molto dibattuta.
Quando per telefono ho parlato invece con Mohammad ho evitato in ogni modo  di riferirmi all evento del  suicidio, di cui era inevitabile che per conto suo me ne parlasse, come ci saremmo rivisti al talab..
 Allorchè vi si è riferito, ho cercato inutilmente di eludere il discorso,  prima di dovere annuire che sapevo  a che si rifaceva, e chiedergli se sapeva il motivo per il quale il giovane si era tolto la vita,  così contraddicendomi nei miei intenti.
Visto quindi quanto l’accaduto lo infervorava,  ne ho approfondito con lui  la disamina, per verificare quali ne erano per lui le risonanze.
“ Kargià”, debiti, erano secondo i più le ragioni del suicidio. Una delusione amorosa, secondo altri, gli ho raccontato, secondo le voci raccolte da Kailash, così addentrandomi nel suo  ambito vulnerabile.
“  Ma non c’è ragione di farlo nèp per l uno né per l’altro motivo” ha desunto Mohammad.
“ Ed io sono contento di non averlo fatto per la mia situazione familiare o per M..”
“ In un caso o nell’altro fai soffrire chi ti ama e lasci su loro il peso che porti”
Mohammad – mi sono rifatto a quanto diceva con un vivo sollievo_ pensa che tuo padre in ogbni caso non ha debiti. Se solo penso a K., a che incubi erano per lui la notte”.
“ Se non lo fai, soggiungeva  Mohammad,  e sopravvivi, mostri  di avere potere su te stesso. Poi Chi lo fa è perché rifiuta se stesso e non vede una soluzione in futuro ai suoi problemi”

“ Certo, è proprio così, e te lo posso confermare per la mia stessa esperienza in Italia prima di fare ritorno in India- impressionato da come M. avesse  ripreso l’identica natura delle mie crisi suicidarie. continua

martedì 28 marzo 2017

vyas badora



Il complesso dei templi di Vyas Badora, un villaggio nel distretto di Chhatarpur situato 8 km a est di Chandla, e a 53 km a Nord est di Khajuraho, comprende in particolare un duplice tempio dedicato a Shiva e un tempio inusuale alle Chausat Yogini.
Il tempio gemino in onore di Shiva e in granito ed è composto nel piano,  di due santuari raccordati pressocchè identici anche in ogni dettaglio, e che si differenziano solo nello stato di conservazione, costituiti entrambi parallelamente di un portale  d’accesso ciascuno dei quali che immette in  un  mandapa,  l uno simile all’altro, l’uno unito all’altro che gli è identico da una breve galleria  A ciascun  mandapa recano anche due entrate laterali che si fronteggiano spezzandone i  fianchi  a balcone. Entrambi i mandapas  precedono  a loro volta  un proprio vestibolo e un proprio  santuario del garbagriha,  cui volgeva un  nandi in adorazione del linga interno riposto in una nicchia. Dei veicoli del dio resta soltanto un esemplare dilapidato. In elevazione  entrambi i templi  presentano la partizione  in un basamento costituito da adhistana e vedibhanda,  da cui si dipartono a guisa di pilastri  5 proiezioniprincipali  per lato,   quella centrale soltanto fregiata di nicchie, rispetto ad altre intermedieposte di tagli. Quelle eminenti sono caratterizzate da uno sringa o sikhara in miniatura. . All’altezza della base di tali sringas si dipartono le modanature del verandika, prima di ciò che rimane del solo nucleo interno dei sikaras .
Modanature di base bitha, cipika, ?,   zoccolo due modanature lisce tra cui una intermedia fregiata di rombi floreali diamantini,

plinto un  jadya kumba, un karnika,  un kapota  ornato di gagarakas e di takarikas con un fregio di rombi
podio vedibhanda con un kura a scacchi o jalika, un kumbha com madhya banda e rombi, un kalasa insolitamente fregiato di gagarakas e takarikas, sormontato da kapota e pattika.
Pilastri-rathas, due sezioni in successione costituite da pattika con gagarakas,  cubo con rombi, pattika intermedia sempre con rombi, kapota conclusiva.
Capitello bharani, kapota e pattika prima dello sringa.
Verandika pattika kapota, antarapatra a robi tra due pattine a jali.

Makara per l’acqua, nicchie nel badra all’altezza delladhistana

in Vyas Badora, il 15 marzo 2017

Con me e Kailash solo all’atto della partenza ho avuto la certezza che sarebbero venuti a Vyas Badora Chandu e Poorti, con il cuginetto Ayush,  mentre Ajay, nel dubbio fino all' ultimo se prendere parte  al viaggio o restare , per prepararsi al meglio per l esame l indomani di matematica, si decideva alla fine di dedicarsi ai suoi studi.
Il conducente ci aspettava ai bordi del talab,  che aggiravamo in  direzione di  Rajnagar, nel primo mattino di una luminosità inebriante.
Stando alle indicazioni dell’autista evitavamo di intraprendere la strada  più lunga e frequentata che passa per Londi, il suo fondo essendo  dissestato per i lavori in corso, e intraprendevamo  quella  che si dipartiva sulla destra del centro di Rainagar, che dal suo abitato reca direttamente a Chandla, il cui manto asfaltato  pur se scrostato non risultava  particolarmente disagevole.
Nei campi erano ingiallite pressoché tutte quante le messi,  che erano state largamente già mietute nei coltivi di colza , la cui  spianata di stoppie si alternava alle maree di spighe di grano, tra  i mahua, e le himli,  ed altre frondose piante nella distesa sconfinata.  Scabre  brulle radure rocciose preannunciavano i  rilievi di pietra che si sarebbero succeduti nei loro cumuli di massi  ammonticellati,  dopo un villaggio di seguito all’altro, le murature delle cui case erano congiunte come muraglie impenetrabili di ammattonati infuocati.
Ai rivi del tratto iniziale susseguivano talab in prossimità dei rilievi, fino all arrivo in Chandla verso mezzogiorno.
La sua via centrale era stata asfaltata rispetto alla volta precedente, ed i suoi negozi ora si affacciavano nella luce del giorno sulla vitalità che ne gremiva il percorso, in un  traffico incessante di uomini e animali  e mezzi di trasporto . Dopo una sosta per bere e ristorarci,  ci riavviavamo svoltando sulla destra in direzione di Vias Badora, da cui ci separavano ancora otto chilometri soltanto,  solo metà dei quali erano costituiti fortunatamente dalla strada principale divenuta sterrata nei solchi del suo  fondo, mentre era scorrevole, e asfaltato,  il tratto restante che si dipartiva sulla destra e che ci recava infine a Vias Badora, nel suo dispiegarsi attorno alle pendici di un  rilievo, tra le distese circostanti di campi, di pannelli di sterco e di sementi stesi al sole su massi e macigni.
Svoltata la china del cole, nei nuclei restanti dei loro sikharas ci apparivano infine i templi gemini dedicati al dio Shiva , oltre la spianata che preludeva ai campi  che si perdevano verso il Ken river e i monti all’orizzonte.. I bimbi erano gioiosi finalmente di scendere,  in Kailash c’era un fervore  insolito nei suoi giorni feriali.
“A quanto risale?, mi chiedeva, giunti all’altezza del primo dei portali.
“ Gli storici dell’arte  dicono che è stato costruito dopo i templi di Khajuraho, senz’altro è così stando ai portali,  le dee Ganga e Yamuna hanno corone appuntite come le apsaras del tempio Duladeo di Khajuraho, che è forse l ultimo, ma tutto il complesso mi lascia nel dubbio”
Quell’ornamentazione così grezza, in cui primeggiavano i rombi dappertutto, che non dava spazio ad altre statue che nelle nicchie inferiori del basamento,  tutto del resto dei templi   faceva pensare a una loro origine invece anteriore, che li riconduceva allo stile provinciale di quelli di Dubhela, dei tempi in cui i Chandella erano ancora feudatari dei Pratihara di Kannauj-
Dicevo dei miei dubbi  accresciutisi  a Kailash, gli avanzavo l ipotesi che i portali fossero stati apposti posteriormente, ed egli era pronto a rinforzarla, con l’acutezza di cui si fa fervida la sua mente quando è coinvolta e cooperativa” E’ vero, basta considerare il materiale, tutto il tempio è di granito, mentre i portali sono di arenaria”
E in modo toccante  s’infervorava a mostrarmi  quali immagini scultoree ritrovasse più belle, lungo lo stipite del secondo portale le offerenti sulla nostra sinistra, mentre del primo rilevava la superiorità delle figure sovrastanti.  E che non mancassi di fotografare l’oculo gremito di nuvole  celestiali in cui era privo della copertura conclusiva il soffitto circolare, uguale al primo, delle seconda delle due sale di ingresso ai duplici santuari.
Quanto a Poorti e Chandu era già  appagante che fossero divertiti di aggirarsi nel tempio, che si prestassero a individuare le dee Ganga e Yamuna grazie ai loro veicoli animali, il coccodrillo makara e la tartaruga, che nello stipite sapessero riconoscere entrambi Ganesha e l’uno di seguito all’altra Saraswati con il suo vina., e lasciavo pure che Poorti si addentrasse nel santuario del garbagriha, per farsi fotografare nella nicchia  che un tempo albergava uno Shiva lingam.
Quando ritornavo nella sala che precedeva il secondo dei santuari, dalle riprese fotografiche dell’esterno dei templi, ritrovavo Kailash, Chandu e Poorti , il cuginetto dei piccoli e il conducente, che vi avevano steso una stuoia come tovaglia e imbandito il cibo e le bevande del nostro pranzo, e  quando vi ero di ritorno dalle riprese interne, vi ritrovavo, amabili come non mai, Kailash con i nostri piccoli intenti in una siesta pomeridiana, che alitava un venticello che spirava nelle sale.
 Poorti e Chandu, con Auysh, mi avrebbero preceduto nella visita dei due templi sottostanti, di cui mi interessava rivisitare soprattutto il secondo, un tempio Chausath Yogini che differiva da quelli più tipici, per l’accesso su tre lati  al deambulatorio che circondava il  santuario centrale, mentre sul quarto lato, prospiciente, si stendeva la spianata di una piattaforma con i resti di quattro tempietti agli angoli, cui due rampe davano accesso.
Ritrovavo nello stipite del  portale di accesso al tempietto centrale il motivo arcaico che mi aveva talmente intrigato la prima volta, e che avrei rinvenuto poi persino nei tempietti Kalachuri di Amarkantak, che identificavo ora in una stilizzazione geometrica del rigoglio naturalistico del vaso dell’abbondanza d’epoca gupta. Ne avrei  chiesto conto a Kailash, senza trovare conferma della mia ipotesi, quando ci siamo inoltrati sulla via del ritorno al tempietto che precede il villaggio e tale motivo l’avrei rinvenuto nel corrispettivo stipite d’ingresso, in cui lo ricordavo inciso dai tempi della nostra prima visita.
Mi allontanavo quindi lungo la strada che continuava tra i campi , fino a una curva in cui, come avevo supposto r,isultava essere l’interno di un tempio l’edificio che avevo intravisto. Esso era costituito da una sala che due pilastri interni bastavano ad articolare in un deambulatorio intorno al sacrario centrale.
Era oramai l'ora di ripartire quando facevo rientro ai templi. Per il tramite di Kailash chiedevo all’autista di attenderci all'uscita dal villaggio,  lungo le cui arterie mi incamminavo con l’amico, per rivederne l’esterno delle case di malta, i vicoletti e gli slarghi che componevano. Kailash sopraggiungeva dopo di me presso un cumulo di resti di statue che provenivano dai templi più a valle, mi precedeva presso un tempio all’aperto di Durga, la cui immagine rinvoltolata in un drappo egli suggeriva che potesse essere una di quelle delle 64 Yogini,  nessuna delle quali era sopravvissuta,  nel suo ratika,  lungo le pareti del tempio ad esse dedicato.
E quando raggiungevamo insieme il mandir  che precede l ingresso nel villaggio, egli aveva gli occhi che mi mancavano per intravedere all’interno dell’alta cella i resti di una statua di Hanuman, presumibilmente disseppelliti  dal cumulo degli avanzi, del saccheggi,  che erano stati interrati nelle fondamenta ora sottosopra.
A Chandla, nella calura pomeridiana, non c’era verso di potersi fermare a bere, un plotoncino di persone  ch’era il rimasuglio tardivo delle feste di Holi  minacciava l'incolumità dell’autovettura,  se avessimo fatto sosta in centro in una locanda, così  dovevamo seguitare senza ristorarci lungo la via ora magnificamente asfaltata che conduceva a Londi, per  ritrovarvi i il tempietto di Hindorawari che durante la nostra prima visita aveva intraveduto all’andata il solo Kailash.
Nel suo sikhara superstite, a 7 km di distanza da Chandla,  all'ingresso del villaggio lo avvistava per primo l'autistae. Una stradina tra i campi conduceva al tempio me e Kailash con i piccoli al seguito.
La sua natura granitica, spoglia di ogni ornamentazione  che non fossero i risalti geometrici, come quella di due tempietti che vi sorgevano a lato, affrettava la conclusione della nostra visita.
I piccoli avevano preceduto me e Kailash in autovettura, ed anche ai loro occhi, oramai assonnati,  il tramonto del sole fra i campi e i dirupi montuosi  avrebbe differito il rientro gioioso e malinconico nell ordinarietà.


lunedì 27 marzo 2017

Una separazione che non è un abbandono

Mohammad  è oramai al termine delle prove d’esame, dopo di che lascerà Khajuraho per Kanpur,  perlustrandone la situazione ed anticipandovi il rientro della sua famiglia, se il padre non troverà un negozio da  affittare in Khajuraho. Egli non confida più nella disponibilità a concederglielo del Raja e della sua singolare madre, costoro sono hindu mentre la sua famiglia è musulmana, e una volta che la madre del Raja abbia di che essere scontenta dell’affittuario e non intenda più prorogare l’affitto, chiude con il lucchetto  il negozio con tutte le mercanzie e il mobilio e le attrezzature che contiene e non rilascia più nulla..
Giorni fa gli ha telefonato Mouskan scongiurandolo di non andarsene, che così le toglie la vita.
L’ho esortato a ricontattarla, per dirle che la lasciato perché vi è obbligato dalla sua situazione familiare,  ma  che  lei resta sempre nel suo cuore, tanto più dopo che ha accertato che non era lei la ragazza che ha visto baciarsi con un altro al luna park, come gli è stato sincerato e  l’ha indotto a credere un astrologo che ha consultato.
Mohammad ha scosso il capo e mi ha detto che non è il caso, perché Mouskan non intende ragioni,  e  contattarla lo farebbe solo riprecipitare nella follia dell’amore di lei. Gli ho detto allora quanto mi dispiaceva per entrambi loro due, non solo per me e per lui, che lasciasse Khajuraho,  e che accertasse  se veramente non gli era possibile trovarvi lavoro.
Era comunque una retribuzione troppo bassa quella che poteva sperare di  ricevere in hotel, non più di 3.000 o 4.000 rupie.
 Mi  ha quindi confidato le circostanze in cui, tre anni or sono, è  nato il loro amore.
Lei aveva subito nella vicina Rajnagar  un  grave incidente in motocicletta , e avev a perso molto sangue, per cui occorreva una trasfusione. Per fortuna il gruppo sanguigno di Mohammad era lo stesso di Mouskan, solo che per effettuare la trasfusione occorreva l’ autorizzazione del padre  di Mohammad. Il ragazzo aveva lungamente pregato il medico di procedere lo stesso, e la sua sottoscrizione al fine era valsa a consentire la trasfusione del suo sangue in quello di Mouskan.
“ Perché l hai fatto? “ la ragazza gli aveva chiesto al termine, e la sua risposta era stata semplicemente “ Perché ti amo”, al che Mouskan gli aveva carezzato i capelli, e dato un bacio. Poi ““Per lei darei gli stessi miei occhi, ogni parte del mio corpo” aveva soggiunto.
“ Ci sono stati solo dei baci tra me e lei. Ma io non voglio nient’altro prima del mio matrimonio”
“Io seguo la mia religione… “
“ Ma che conta più per te seguire la tua religione, se ieri mi hai detto di non credere in Dio?
“ Le moschee sono solo una casa vuota dove non c’è nessuno che ti dia risposta, che ti conceda ciò che gli chiedi ” mi aveva asserito, non raccogliendo che con il riconoscimento formale che ero un buon pujari, la mia riflessione che nella preghiera dobbiamo chiedere che sia fatta la sua volontà, Inshallah, non la nostra, che spesso non corrisponde a ciò che è bene o meglio per noi,  ed oggi, rincarava "Gli uomini hanno creato moschee, chiese, templi con le loro statue, e vi hanno distribuito i loro dei , Brahma, Vishnu, Shiva, Allah, Gesù,  che dicono che hanno creato gli uomini.  Ma è  Dio che è solo una a loro finzione E  così , disattendendo il mio sforzo di soccorrere la sua mancanza di fede dicendogli che di certo è una finzione ogni idea che ne abbiamo, che Dio non è mai ciò che si crede che sia, veniva rovesciando quindi quanto gli avevo ribadito, che Dio non concede ad ognuno subito quanto  da lui vuole, perché solo così, nella prova e nella difficoltà, cresciamo e diventiamo  migliori “ Dio non concede a tutti ogni cosa che chiedono, perché così  devono temerlo e  tornare a pregarlo . Gli uomini ricchi  che hanno tutto non pregano Dio e non pensano alla religione. Solo se cadono in disgrazia tornano a temerlo e a pregarlo"

Così non  vai più alla moschea, alla preghiera del Venerdì?
No, si era schernito…
“ E perché devo andarci? If God isn t in the mosque, if God now in front of me…  God are You for me, that give me help, food, what I need …
“ Mohammad – ho scosso il capo-  in me  c’è Dio, come in te,  ma io non sono Dio. Tu lo pensi perché forse Dio si serve di me per  aiutarti. Di certo come Dio quando soffri voglio soffrire con te, fino alla fine dei cari tuoi giorni”
Che Mohammad dicesse questo di me mi stordiva  quanto mi lasciava sgomento, in quanto so di essere e di sentire realmente per lui,  nel continuo pericolo di passare da santificatore a tentatore. da benefattore a disertore mortificante disertore, da servo del bene a servo del male.
E quindi come fossi il Dio dei suoi scherni,  che gli uomini cercano di corrompere nei suoi intenti,e che da essi si lascia corrompere, tramite maulana, preti, o pujari, mi  diceva di avere bisogno di un altro mio aiuto economico per avere i soldi per potersi recare a Kanpur.
“ Così  ci incontriamo di nascosto, e sotto il tavolo mi passi il denaro…
“ Cosi ora Mohammad anche questo mi chiedi ,  di darti un aiuto che è come piantare un coltello nel mio cuore…”
Che non dicessi questo, della storia tra noi senza fine di che può intercorrere tra un uomo e un ragazzo, voltandosi  sulla via del rientro a casa innumerevoli volte, al  nostro congedo  notturno in cui tornavamo a salutarci inseparabili.

martedì 21 marzo 2017

Common man

Quando ieri ci siamo ritrovati al Lassi Corner poi al Madhur Cafè Mohammad  era ancora impietrito dalla depressione  che oscurava tutta la bellezza del suo volto. Sul suo smartphone ha voluto che  sentissi un brano di  Gloomy Sunday , l’  Hungarian Suicide Song che aveva ascoltato  perché gli desse la morte . Di nuovo  a sconvolgerlo era stata la richiesta  che  la sua famiglia saldasse il debito che aveva contratto presso il negozio di Abbaz,  quando il padre si era ammalato e per due settimane non aveva venduto the,  una intimazione che Abbaz  aveva dovuto rinnovare su sollecitazione manesca del padre,  inquietato dalle voci che il padre di Mohammad faccia ritorno tra poco con tutta la famiglia in Kanpur  non appena questi abbia concluso di sostenere gli esami.
Perché lo aiutassi a saldare il debito Mohammad si era offerto di  rivendermi uno smartphone usato , il che ho rifiutato, preferendo trasmettergli in perdita a poco a poco l importo del Kargià, 1360 rupie come ricordavo benissimo,  che  effettuare un acquisto  che di certo sarebbe per me per quanto vantaggioso, e a me indispensabile, ( visto che la mia fotocamera sfoca gran parte delle immagini che riprendo nelle mie ricerche  sui templi hindu, quale quella sui  mandir di Vyas Badsora in cui sono stato di ritorno la settimana scorsa), ma il cui ammontare tuttavia esorbita le mie attuali possibilità,  come Mohammad sa bene per la connessione lenta ad internet cui ho dovuto ridurmi che ha verificato di persona, in una Khajuraho di cui mi  precludo anche la visita ai templi o la frequentazione dei ristoranti, o il recarmi altrove che nei villaggi circostanti in bicicletta, sicchè l’unica uscita preventivata fino a fine mese è quella con Ajay  quando abbia cessato gli esami, per andarlo ad aiutare a mietere il grano dei campi del nonno.
L’Hungarian suicide Song  era una tetraggine per archi cui gli mostravo che riuscivo benissimo a sopravvivere,  mentre a poco a poco Mohammad si veniva riprendendo dalla sua disperazione, e  tornava a illuminarsi negli occhi che mi rilucevano.
Era un pomeriggio bellissimo, il talab era  incantevole, insieme stavamo benissimo, che pensasse che la vita era innanzitutto questo nostro meraviglioso presente, che confidasse che come lui e i suoi famigliari ora in un modo ora nell’altro ce l’avevano fatta fino a tutto ieri,  ora con l aiuto di questi, ora di quell’altro, ora grazie alle mie ulteriori rupie per il vitto,  ora grazie a un matrimonio di cui erano stati partecipi, ce l’avrebbero fatta fino a quando lui sicuramente li avrebbe ricondotti alla perduta ricchezza, allorché, Mohammad mi riprometteva ancora,  tornando al sorriso,  per gratitudine mi avrebbe acquistato una Ferrari. L importante era arrivare fino al giorno della settimana ventura, in cui finiti gli esami, mi avrebbe  dolorosamente lasciato per rientrare a Kanpur, dove  gli era stato ripromesso un lavoro in un negozio.
Era inutile che per consolarmi mi ripromettesse  che ogni due o tre settimane sarebbe tornato a trovarmi, sapevo già che con gli amici che avrebbe ritrovato si sarebbe lenita la mancanza di me, e che il lavoro se l’avesse trovato non gli avrebbe lasciato margini  per volgersi indietro, come ricordavo bene quante poche volte mi aveva cercato durante il prolungarsi della mia permanenza in Italia.
“ Ma è la lontananza che da valore alle persone”
“ Mohammad non soffriamo la mancanza delle persone care allo stesso modo. I miei cari in Italia non mi mancano come mi manca Chandu quando sono così lontano  da lui”
Ma le mie parole si perdevano nel sopravvenire nelle sue di considerazioni più ironiche.
“ In realtà tu stai già pensando che come me ne sarò andato da Khajuraho, non avrai più da spendere per me ogni giorno.  Ti  ricordo a proposito che domani devo ricaricare internet”
E come no,  perché credeva che poc’anzi l’avessi esortato a vedere che tutto il suo dolore era solo una questione di denaro,  e che non doveva lasciare che la considerazione  del denaro gli uccidesse l’anima? Che cos’era la sua, la mia depressione, che solo i farmaci stavano sedandomi, se non  il subentrare del denaro a ogni  ragione affettiva, a ogni voce d’amore, sino agli estremi di cui gli aveva dato prova suo padre, quando l’aveva disconosciuto come figlio perché era solo una bocca da sfamare, sino a dover io evitare troppe volte di pensare l’adagio schopenhaueriano, obiit anus, abiit onus, . di fronte all’eventualità  che mia madre possa diventare centenaria.
A Mohammad tacevo e risparmiavo  tale mia crudezza interiore, tale spietatezza delle ragioni vitali, per lasciare che i nostri discorsi defluissero dove li conduceva la sua  perentorietà,  che lo faceva certo che il Bjp a  valanga nel suo Uttar Pradesh dopove non era mai stato competitivo avesse vinto travolgentemente con il voto elettronico  truccato, che una pallottola  di un terrorista avrebbe raggiunto prima o poi il nuovo primo ministro, se non avesse receduto dai suoi intenti recenti di situare una statua di Ganesha e di non ricordo più che dea  di fronte a ogni moschea, di farr un induista di ogni muslim, Quanto a lui, come potevo mettere in dubbio, nel professargli che per il resto mi era di una credibilità assoluta, che avesse visto due preta o fantasmi su un albero della giungla poco distante da casa, e che avesse assistito a 5 omicidi in kanpur?.
“ Mio padre ne ha visti almeno una trentina,, durante i giorni di Ayodhia, nel  1992… Tutti ora dicono che è una persona gentile, ma non era così un tempo, prima di sposarsi…”
Così, non avendo io mai visto dei preta o commettere un omicidio non potevo dirmi completo come lui. Ed avevo mai  guardato filmati porno?
Al mio diniego altrettanto categorico quanto platealmente inattendibile, Mohammad  replicava che  rifiutava di credermi, anche se non riteneva certo che potessi essere afflitto da sexual addiction come lo straniero che aveva casa in Sewagran, e che vi faceva convenire bambini e ragazzi a ogni ora del giorno.
“Sai cos’è il sesso orale? “ Al mio annuire seguitava “ Pagava 50 rupie ogni ragazzo con cui lo faceva. Un mio amico mi ha chiesto se volevo parteciparvi. Non sono interessato, gli ho risposto. Con lui ha fatto anche il sesso anale”
“ Solo per 50 rupie?
“ Solo per 50 rupie.  Io non ci sono stato, io sono vergine e voglio arrivare  tale al mio matrimonio”
In precedenza  mentre si risolveva a bere la Coca, mi aveva detto che un uomo in una bottiglietta vi aveva versato il suo sangue infetto da HIV,  dopo avere avuto rapporti non protetti da condor con una donna”
“ Mohammad ma tu sai tutto di tutto”
“ Tanti mi chiedono come sia possibile che sappia così tante cose senza averne fatta esperienza diretta”
Possibile, possibile Mohammad, come attesta la tua purezza che rifugge da ogni termine che non sia scientifico quanto al sesso, eccettuata la masturbazione.
Ne ho ripreso la denominazione verbale in hindi che mi hai insegnato, moti karnà, quando oggi ho irriso coloro che vorrebbero fare credere  che i Vip venerabili, un Narendra Modi, tanto per fare un nome, non vi abbiano mai fatto ricorso, o possano mai essersi consentiti divagazioni pornografiche.
“ Ma tu sei a common man, un uomo comune”, il ragazzo mi ha  fulminato esaltandomi.



sabato 18 marzo 2017

la mente di un ricco

La mente di un ricco
“E’ come il tempo che sto cambiando”, ho detto a Kailash quando al vedermi nello stato in cui ero sopraggiunto nel suo negozio, ha inteso immediatamente che mi sono venuto intristendo, per i sacrifici che mi impongono le spese inderogabili, quali la rinuncia ad un ufficio e la fine in una rimessa del centro viaggi di cui lui è titolare, con l'accantonamento di decine e decine di itinerari meravigliosi in un'India sconosciuta, mentre lui permane indisponibile a quanto in concreto possa almeno alleviarli.
“E’ per il matrimonio che M. ha detto che ti avrebbe arrangiato? " l'amico ha tentato di indovinare, rivelando il suo sconcerto, più che il mio, per il fatto che il proprietario dell’home stay presso il quale deve figurare che alloggio per le autorità di polizia locale, di fronte alle difficoltà che gli aveva riferito quanto al mio ottenimento di un visto, gli avesse suggerito un mio matrimonio combinato con una donna indiana compiacente, che avrebbe potuto assicurare di persona per 20.000 rupie.
“Qualche fotografia, gli atti, poi la rimandi al villaggio, e ti tieni il tuo visto continuativo”
Tra una sua chiacchiera e l’altra faceta e gioviale, sul fatto che anche lui disponga di un passaporto europeo come il mio che gli adducevo, ora che vive tra l Europa e l India e gode della doppia cittadinanza, e quanto alle mie conoscenze dell’India che mi fanno per lui più indiano di un indiano, anche per il suo nuovo aspetto barbuto e il suo volto più disteso e bello era riuscito a farmi rimuovere dalla mente ciò che successe oltre dieci anni or sono, quando insieme al mio Istituto e ad alcuni miei allievi collaboravo con la scuola privata che tentava di allestire in Khajuraho, ed una e- mail trasmessami furtivamente mi mise in guardia sul suo conto.
“Hiiiii dear don’t send any money to your *j please ...because he is trying to cheat you, p[lease don’t believe him because I know him very well ...the school is his side business ...so please be careful ....
Sunita ...”
Ora chi allora mi aveva avanzato la richiesta di inoltrargli un importo in euro per un totale di 89.000 rupie, per l’acquisto di un lettore di dvd, di un televisore, di un personal e di un home computer, poteva esaltarsi al cospetto della mia miseria che non mi consente di progettare qui altro viaggio che il rientro dall India, di essere stato appena di ritorno dal Canada, e di essere sul piede di partenza per Taiwan, ed a Kailash di avere terreni su terreni in India, un po’ dappertutto, in Chhatarpur come in Bangalore, rivelando a entrambi di essere in procinto di edificare in Khajuraho un hotel a 5 stelle.
Chissà con che beneficio per i bambini di Dio di cui allora si professava un insegnante devoto, nel suo impegno per farli sfuggire come lui dalla sua povertà originaria, che era il discorso fondativo dei suoi intenti educativi che mi aveva allora talmente ingenuamente commosso.
“Nel cuore dell India, recitava candidamente, nello Stato del Madhya Pradesh c’è un bel villaggio di nome Khajuraho. Nel 1980 vi viveva una famiglia davvero molto povera, c’ erano cinque bambini che ne facevano parte, quattro maschi ed una femmina. I genitori erano gente onesta che lavorava duro, la loro situazione era davvero molto misera Vivevano tutti quanti in una piccola capanna, dormivano sull’erba e dividevano poco cibo tra loro. Credevano in un onesto e duro lavoro, mai elemosinando come mendicanti, o andando al seguito dei turisti e chiedendo denaro. I genitori lavoravano giorno e notte per guadagnare il denaro per mandare a scuola i figli ogni giorno, E quando i figli si accorsero della situazione dei genitori, collaborarono con essi e studiarono davvero a fondo. I genitori aprirono poi un piccolo negozio di the e cominciarono a vendere the lungo le strade, il padre preparava il the, la madre lavava le tazze, il loro figlio
più grande li aiutava e lavorava anch’ egli davvero duramente nel negozio. La sua infanzia gli aveva lasciato un senso davvero forte della sua sofferenza, e quando crebbe non volle che altri bambini soffrissero come lui aveva sofferto” Fino all’arrivo della straniera benefica….
…“ La storia non finisce come lui la racconta, mi diceva Kailash, poi la donna che sposi se la rimandi indietro protesterà, e tu dovrai mantenerla per tutta la sua vita. Rischi di finire in galera se ci sono litigi…”
“ Non hai bisogno di dirmi oltre quanto è una cattiva idea”
“ He has rich mind ..
“ Ha la mente del ricco “ iformulavo, nel mio sconforto di come invece finiscono ad una ad una le nostre cose più belle., come la nostra pratica di viaggio nei dintorni più splendidi del Madhya e Uttar Pradesh.

oltre la fine di un amore

Sono trascorse oramai già quasi due settimane da che Mohammad  mi ha detto sull'orlo del pianto della  fine del suo amore per Mouskan,  per averla vista  che baciava un altro nel parco della fiera di Khajuraho. La sua mente tra vaghi intenti punitivi e suicidari  già  stava allora cercando  di reagire e di porsi al riparo dal' impatto dello shock  del suo trauma amoroso, vagheggiando di fare rientro in Kanpur presso la famiglia che lo ha caro del suo amico del cuore, per lui come un gemello essendo nato solo  un’ ora dopo di lui, riproponendosi di devolvere l intera sua vita ai suoi familiari,  senza mai  sposarsi con nessun ’altra.
Ho ritenuto bene stargli vicino senza dirgli niente, limitandomi e raccoglierne il dolore con il mio affetto.
Le sole parole che alla fine ho ritenuto potesse essere bene che gli dicessi, era che stava  piangendo  fine di un  amore che era già cessato da tempo, se era vero che si era già colpevolizzato a suo tempo di averle detto che la lasciava, e che le  parole di lei erano divenute sempre più fredde,  Non   gli chiedevo più  se poteva per ogni libertà che intendeva  assumersi,  si limitatava a prendere atto di ogni sua risoluzione possibile.
Due giorni dopo poteva già dirmi che ero stato l' antivurus che era riuscito a scacciare dalla sua mente  il pensiero di lei,  del quale non ne sapeva più niente, per il quale non c’era più spazio nella sua memoria interiore.
L impegno almeno a presenziare a ogni prova degli esami di stato del decimo anno, gli amici con i quali si è ritrovato ogni giorno sul prato della fiera, o con i quali a velocità  troppo elevate per la sua età si è  sbizzarrito in motocicletta tra Chhatarpur e  Ajaygar, Panna,  hanno giovato a  saturare la ferita della perdita, mentre sui  solchi di tale suo dolore venivano  a sovrapporsi quelli della miseria in cui la sua famiglia era riprecipitata, e della sua depressione conseguente, da che il padre aveva  pensato bene di smettere  di vendere the, senza  che riuscisse a trovare chi gli affidasse come conducente un proprio autorickshaw. E il consiglio di Kailash, dato direttamente a suo padre,  che chiedesse  alla madre del Raja se poteva lasciargli in affitto uno dei suoi  negozi  che  fronteggia il Museo, che avrei provveduto io personalmente alle spese di avvio, era caduto nel vuoto dell’atteggiamento umorale dell’anziana signora,  che in tutta risposta aveva detto di non volerne sapere per ora di affittarlo e  che non intendeva affatto parlarne-
Per darsi da fare, ed è un gran bene che così esca da un giro solo di idee,  si è messo a trafficare sul serio nella rivendita di i-phone e smart-phone di seconda mano , ricavandone per ora però  non più di 230 rupie.
E  Abbaz e i suoi fratelli gli hanno ripromesso di aiutarlo nell essere assunto in una fabbrica di cosmetici dell Uttar Pradesh, per quanto tali impegni possono valere ed essere onorati.
Ripensando al suo passato o Mohammad  mi ha detto  di vagheggiare come un’età dell oro quand’era piccolo in Kanpur, ed il padre gli comperava ogni giocattolo per il semplice fatto che glielo chiedeva,  e non aveva per la testa i problemi che ora l'affligono.
Ero stato prima povero, sono diventato ricco, lo sono stato di meno da che è nata mia sorella, ed ora mi ritrovo senza niente.
Ma  con la mente eccellente che si ritrova confida un giorno di ritrovarsi davvero ricco.
Allora, ripensando alla sua situazione attuale, metterà da parte tutto il denaro guadagnato, e non vorrà sprecarne nemmeno una rupia, per non ritrovarsi nel medesimo stato.
“ Mohammad penserai allora che questa è stata la tua vera vita, e che mai  sarà più bella”.
E non mi sposerò, sarò libero come te”
“ Mohammad , io non sono libero come tu credi”.
“ E ti comprerò una Ferrari, promesso”..
  every kind  of settlement of their interest  with the tourist by  the appeal of their body or of their  declaimed situation.

lunedì 13 marzo 2017

“La mente di papà cambia”,

“La  mente di papà cambia”, soggiungeva Ajay  ieri sera nel Lassi corner, concordando con  quanto gli avevo detto su Kailash,  sintonizzandosi sulla stessa lunghezza d’onda dei miei discorsi.. che i giorni avanti mi aveva pregato che non chiedessi di intraprendere nulla alla sua mente, talmente era debole e confusa. come mi avvertiva perché non neesasperassila situazione critica Che non la risvegliassi,  per il suo bene, dal torpore che ne sedava l’angoscia. Si era limitato a ricordarmi due  discorsi che ne avevano acuito lo l’avevano indotta al suo stato di sofferenza in corso, il primo erano state le mie parole, riferite alla mia disponibilità ad aiutare il padre  di Mohammad  che egli stesso aveva sollecitato, che in India se porgi un dito ti si prende l intero braccio, un’asserzione che aveva sentito chiamarlo in causa, e il secondo di tali discorsi era stato rappresentato da quanto gli aveva prefigurato un conoscente  del suo futuro, che se fosse venuto meno il mio aiuto si sarebbe ritrovato senza niente.  Come altre volte quando i giorni a venire lo sconfortano, si era appigliato al presagio di avere poco da vivere, che gli sarei lungamente sopravvissuto. Un vano insistere chiedergli più dei compiti che si era assunto ogni giorno, di assicurare la frequenza agli esami di Chandu e il suo stazionamento fino a sera tarda in negozio, che gli è consentito dal pranzo di cui lo  fornisce Ajay, evitandone il rientro a casa,  cui farebbe fatalmente seguito una siesta pomeridiana, in cui si appisola invece dentro il negozio, tra un’acccolita e l altra degli amici che vi sopraggiungono a giocare a ludo. Inutilmente  l ho incalzato perché quando Chandu non aveva esami o avesse finito di sostenerli, il mattino presto utilizzasse l’autorickshaw per cercare clienti tra i viaggiatori in arrivo con i treni da Delhi o Varanasi del primo mattino, destinando meno tempo ad un negozio che offre così poco guadagno.Ma Kailash era apparso rinfrancato dopo la puja  di sabato mattina al dio Hanuman,  prima della quale mi ha pregato di non toccarlo, che non lo contaminassi poiché si era fatto appena purificato facendo la doccia, e aveva più spirito di iniziativa e meno remore nell’affrontare le migliorie del negozio di handicrafts , e nel trasporvi  in un  punto d’incontro il centro viaggi,  una iniziativa che davvero è il caso di non lasciare finire nel niente, dato che davvero, com’è scritto nella targa ulteriore oltre quella che sta già sullo show case,  e che avevo dovuto andare a richiedere con Ajay, come l ulteriore che sarà accampata di lato all ingresso,  da me composta in titolo e immagini e sottoposta alla sua revisione,“ è il più specializzato quanto agli splendidi centri nei dintorni di Khajuraho del Madhya ed Uttar Pradesh”., Oggi pur essendo Holi,  l’ho ritrovato all ‘opera con il falegname abituale nell installare nel negozio la scaffalatura che era situata nell’ ufficio,  e che vi aveva prelevato insieme con la panca che campeggiava davanti.  L’allestimento del negozio ora consente di dispiegare più mercanzie in vista,  sciarpe, kurti e ali Baba trousers che prima erano nascosti sotto le sari e dunque inutilmente ammucchiati,  e di ostentare più abbondanza al cliente.
E ieri sera  mi ha messo in  contatto con un conducente di taxi che per 2.500 rupie mi ha assicurato l’andata e il rientro del nostro viaggio di ritorno a Vyas Badora. Come è stata lucida la sua  mente concreta  nel fare resistenza alle mie proposte più avventate o peregrine , quali quelle di appendere cartelli segnaletici sulle piante di fronte, o trasferire quasi di sana pianta l ufficio nel negozio, sminuendolo a rigatteria residuale d’accatto.

Ma ora resta ancora da contattare da parte sua un pittore che sul negozio di handicrafts  con i colori della bandiera nazionale, il verde, il bianco, l’arancione, disegni l insegna MADE IN  INDIA, per il Bapu cultura tours è da realizzare un ulteriore cartello che rechi indicati i principali itinerari proposti nei dintorni di Khajuraho,  dopo Holi è giocoforza recarci a Chhatarpur per regolarizzare la mia posizione in casa sua  con la trasformazione in un home stay dove io figuri risiedere permanentemente della casa del padre in byathal,  di sua proprietà, dove potremmo accogliere chi volesse venire a trovarci e fare esperienza di come effettivamente si viva nell India rurale.

martedì 7 marzo 2017

nuova ecloga indiana versione ulteriore bozza

Che dolce languore ora assonna i miei giorni,
qui ove mi riconduce  servitù d’amore,
nel sole  che intorpidisce con la lena gli affanni,
leniti gli attriti e gli screzi,
sopita l’inanità di intenti,
qui ora  al largo dell’esistenza, tra le pareti domestiche, dei flutti di morte del ventre degli inferi,

 da ogni  angoscia  soggiacente  di cui era folle la mente
 soggiacente remota tra  le pareti di casa che al fine lasciasti /nei fondali divenuti remoti, /
dove  tra gli ultimi e ai piccoli dare vita ai grandi pensieri ,
liberato da ogni  angoscia  soggiacente  di cui era folle la mente
nel godere di ogni cosa mentre tu la stia la stai si sta vivendo,
degli occhi stellari di Chandu che tornano a cercarti di nuovo solo per altre dieci rupie,
“ one plus zero zero “ la sua mente indiana dopo avere invano tentato a chiederti,


tra il viavai del trepestio per Amausia sui passi di danza
la tua mente, ipnotica,, che  come la sua,
che ora non sa che incantarsi  di una luce perpetua,
qui pur dove caduto ogni mormorio di auree brezze
con la ruota che nel  mela round  ricompie il suo giro di luce
tace la distesa della pianura ove  già il grano rifulge/ s’indora
gli stupri di bimbi aggallanti nei pozzi

Né cessarono uomini e animali di berne alle acque bere  alle fonti,
o le adombrarono con i campi di rami e di foglie,
non altro gloria oltre le nubi e gli astri o nei  casolari e tra i campi
che al fuoco nel freddo o all’ombra nella calura  il ridursi memore


e tra il viavai per Amausia ( Shivaratri )sui passi di danza
anche se cantiamo per sordi,  e non risponde la giungla,
intanto raccogliamo endo la residua voce a che  diciamo lo stesso
pur pochi versi soltanto
della fine degli infelici amori di Mohammad
 il  cui eccesso  di cui rabbrividisci ai tuoi trascorsi /che ti rammemora i tuoi
per un nulla non fu la stessa sua fine,
appesosi ad un  gancio, nei farmaci  cercando un veleno letale,
.

Come profetica fu l’ansia dei versi
quando  per lui,  mio piccolo principe,
fra ogni altro ragazzo il più bello e da te amato di tutti,
paventavano il dipartirsi per la sua rosa nel più lontanante dei viaggi.
“Ora  è la morte che mi è amica ”/ “ Ora è con la morte che ho amicizia
 sospira superstite tra il lucore lacustre/ il suo sospiro superstite tra il lucore lacustre
Divenuta invalicabile per sempre
Nello specchio rotto ch’ora è la sua vita
 sullo smartphone una Lakshmana rekha. insuperabile
 separando ora la sua dall imago di lei


finchè  in lacrime s’infrange anche la sua estrema illusione
all’averla vista  con un altro, che con lui si baciava
“a torto le ripetei io ti lascio,
io che non posso vivere senza di lei,
di lei nei suoi ok senza più amore,
come  Dio che si fa gioco di me, della mia povera vita,



ed ora me ne andrò lontano da qui in Kanpur, senza più fare ritorno,
dal mio amico gemello di me di un’ora più giovane,
da lui e dai suoi che mi amano tanto,
o con il mio amore di lei  io distruggerò la mia vita,
avranno fine tre poco  i miei giorni”






Cui sono un appiglio ora gli esami,
al cui esito perché abbia un futuro,  con la virtù lo addestri inyano all inganno,
nel tacito assenso nel dissenso a che copi  le prove
dopo avergli/ne invano corrisposto pagato gli studi

fu per il troppo suo patimento degli affanni di amore e miseria
la sua scusante tra le tue braccia


e  invano richiamandolo ,  sedatone il tormento,

nell ipnosi a una tepida calura di ogni furia del sangue
con gli armenti fai ritorno al tramonto sulle tra le selve di grano
tra i bufali e le capre camuse saziate dai pascoli,
ricolmi dello scorrere d’acque i rivi tralucenti,
tramati di viridi chiome i fondali i declivi
 nel declino del sole più abbagliante,

Cerere e Bacco, Shiva o Parvati,
e voi o Divini celesti,
Cerere e Bacco, Parvati o Shiva,
Padre dei nostri ritrovati giorni,
e date Voi date ascolto siate luce nella sua luce morente ai voti umani,
O Divini celesti,  nel  al nostro ritorno dalle fiere e dai campi
Di nuovo sperando