venerdì 28 marzo 2014

in Jabalpur, per Holi

Non uno  screzio,  un  disappunto, non la tensione di un contrasto,  tra me e Kailash, nel viaggio a Jabalpur durante Holi.  Eppure ragioni perchè insorgessero se ne sono presentate tante,  dato che la concomitanza di holi, durante il quale non viaggiavano autobus né  salpavano imbarcazioni per le Marble rocks di Beragat,  ci obbligava a reperire di continuo la scelta che meno pregiudicasse le altre possibilità.
Eccettuata la visita del Madan Mohan fort, eppure, contemperandoci a vicenda nelle rispettive esigenze,  ci è stato possibile  tutto ciò che più ci stava a cuore, finanche di imbarcarci una seconda volta per le Marble rocks, in una Beragat che il primo giorno, durante il quale per consentire che per le strade schiamazzassero i pochi festanti per Holi,  era deserta di gitanti e turisti ed erano chiusi o con le serrande abbassate quasi tutti i negozi.
Visitate con rare altre persone le cascate nebulose e fascinose di dhuandhar,  siamo  rientrati nel villaggio discendendo per le scalinate che recano fino al punto di imbarco, ma ci siamo ritrovati  ai suoi attracchi in piena solitudine, per cui non ci è rimasto,  a ritroso,  che risalire oltre gli stessi scalini anche i gradini che recano  al tempio Kalachuri  in altura delle 64 Yogini, al loro consesso statuario con le aperte bocche  frementi di sangue.
Di ritorno a Jabalpur ho voluto e chiesto a Kailash che con un autoriscio fossimo ricondotti al bacino lacustre del Devtal , dal punto in cui siamo scesi da un pullmino il cui conducente ci aveva concesso in Beragat un passaggio,- di quel talab, rivedendolo di sfuggita ,mi aveva suggestionato, ancor più che all’andata, quel lunedì mattina,  la vista dei villaggi e dei tempietti abbarbicati sugli ammonticellamenti circostanti lo specchio d’acqua.
Era una visione la cui bellezza, nel tramonto, era  contrastata dal traffico e dall’incuria circostante,  ma che mi è risultata ben più appagante di quella, nel cuore della città vecchia di Jabalpur, del più famoso dei suoi talab, l’Hanumantal , costellato di  templi, ai suoi bordi, tra cui primeggiava quello jain , mentre tutt’intorno erano allineate retrostanti le kothis, le case signorili, e casipole, a cui risalivano i vicoli circostanti,  senza che nulla vi divenisse l’approdo del bello a putride acque..
Vi eravamo pervenuti da Kamania gate, la porta di una sua eleganza rococò, surclassata da un orologio postumo commemorativo,che è  l’unica traccia significativa del lungo dominio maratha sulla città,  inoltrandoci lungo una via fascinosa di edifici gravidi di passato nella loro obsolescenza, o fatiscenza, ashram, templi insediati in palazzi, ballatoi di legno e verande sbrecciate, antri ombrosi di negozi più antichi dell ‘indipendenza indiana.
In mattinata avevamo potuto visitare il museorani Durgavati, benchè fosse ufficialmente ancora chiuso per holi, e ritrovarvi alcuni bellissime rappresentazioni scultoree di Shiva e Parvati, tra le quali è particolarmente celebre, pur se non la più intensa – nell’espressione del reciproco trasporto in cui le due divinità si immedesimano l’una nell’altra-,  quella in cui il dio  gioca a chaupar con la consorte, mentre particolarmente toccante è il  gruppo gatha Saptasati. Aliknidra.
Quel pomeriggio, di martedì, il 18 marzo, giunti all’incrocio dell’Omti ki Masjid e  alla vicina piazza della torre dell’orologio, allorchè  Kailash è uscito dal suo riserbo e ha manifestato il parere che della vecchia Jabalpur ce ne eravamo già fatto un’idea più che bastante, abbiamo deciso di comune accordo, dato che erano da tempo passate le tre, e che Holi poteva dirsi già trascorso, di fare ritorno una seconda volta a  Beraghat, nella speranza che ci fosse un concorso di turisti che consentisse l’imbarco per le Marble rocks, ed abbiamo optato su mia proposta per l’autorisciò in luogo dell’autobus, onde evitare di tardare troppo in attesa che fosse di passaggio.
E  tutto si è  reso così  possibile,  prima che il sole volgesse al tramonto sulla  profondità quieta delle verdi acque della Narmada tra le rocce scoscese, pur se l’arresto del funzionamento della macchina fotografica non mi ha consentito di immergermi nel trascorrere in barca tra i dirupi di marmo.
Ci  è stato possibile sulla via del ritorno anche di   recarci al  tempio Tripur sundari, dedicato a un trimurti femminile costituita da Durga, kali e Saraswati, nel villaggio storico di Tewar, proprio   nell’ora stessa della celebrazione della darshan,  tra festoni di noci di cocco drappeggiate di rosso.
Poco oltre Beraghat una vettura sfasciatasi ai bordi della strada,  era già stata evacuata dei due passeggeri che vi erano morti, secondo quanto aveva appreso il conducente dell’autorisciò in attesa che rientrassimo dallescursione in barca.
Così  era finita nel frattempo tanta altra esaltazione di vita.
Solo che avessimo sostato in Devtal, come avevo in animo, per riprendere la bellezza del sito  nel pomeriggio solatio, ed avremmo incrociato i nostri destini con tale sventura.
Dopo avere così visitata Beraghat, ed esserci fatta un’idea di come sia la città  vecchia di jabalpur, l’indomani non abbiamo insistito nella ricogizione  della sua eredità coloniale, il Cantonment e le civil lines, e in autobus ci siamo diretti a Notha lungo la strada per Damoh, per visitarvi l’antico tempio Kalachuri,  differendo il rientro in Khajuraho dal mercoledì al giovedì pomeriggio, ritornandovi in treno lungo la stessa tratta ferroviaria dell’andata, anziché seguitando in autobus da Damoh per Chhatarpur o Panna., avventurando(vici)si di notte.
Inferiore alle aspettative il tempio di Notha, non più che un bell’esempio open to sky di tempio raccordato con eleganti proporzioni in lunghezza più che in altezza, nel dilungarsi del portico  in un arioso mandapa, di analoghe aperture tra i pilastri,-  tra l’uno e l'altro vano si interponeva un  portale d’accesso che anticipava quello del sanctum, alle  cui divinità laterali della trimurti, Brahma e Vishnu,  vera allegata una loro scena sottostante di amoreggiamento della propria consorte, mentre  i navagraha, le nove divinità planetarie vi erano  intercalate rispetto alla centralità dell’immagine di  Shiva.
Nelle nicchie parietali esterne il dio ricorreva quale Shiva Vinadhara,  Nataraja e Andakasurantaka, mentre nei pannelli sottostanti figurava  una Gaya Laxmi, e Chamunda  compariva nella kapili della giuntura volta a sud .
Intanto  Kailash, cui una circumambulazione dei templi è più che bastante visivamente, era  rimasto a lungo in colloquio con il solerte custode, mentr’io mi attardavo a fissare immagini del tempio nessuna delle quali sarebbe stata ripresa, e la gentilezza del giovane uomo così propiziataci ci  avrebbe riservato un tour  conclusivo di grande suggestione, per le vie interne del villaggio le cui case erano in pietrisco integrato da frammenti dei templi che in Notha erano finiti in rovina,- le amalakas usatevi per  soglie,- fino all’altura dov’erano i siti dei templi scomparsi, e dove altri frammenti di statue  tra cui primeggiava un integro Ganesha, componevano i luoghi di culto esterni e i santuari dei templi che vi sono stati edificati in tempi più recenti . In lontananza, nel tramonto che già si faceva sera, la vista di un sangam, del confluire a valle di due corsi d'acqua.
L’ indomani, in attesa del treno dell’1,20  ho persuaso Kailash ad essere di ritorno in Beraghat, dove un’altra coppia, ugualmente  frettolosa, ci ha consentito di noleggiare in tempo un’imbarcazione per un altro boating tra le Marble rocks, ma non avremmo avuto modo, al ritorno, che di arrestarci quando erano già le 12, 20 al punto di salita al Madan Mahal., dove il manto stradale termina all’ingresso di un tempio. Dovevamo così arrenderci  al fatto che era assai meno “ close” di quanto lasciasse credere così dicendo la guida di Jabalpur,  alla balanced rock cui ci aveva recato il lunedì sera , il conducente dell’autorisciò con il quale avevamo fatto sosta al Devtal, nelle immediate vicinanze.
Ma ci sarebbe rimasto tutto il tempo per acquistare magliette per i nostri bambini, in un emporio a ridosso dell'hotel, dopo i souvenir e linga e nandi di marmo in Beraghat,

Così concludendosi un viaggio da “ golden medal” per Kailash, precipuamente in virtù dell’assenza di dissapori e del clima d’intesa tra noi insorto e rimasto imperturbato sino a Khajuraho.

giovedì 27 marzo 2014

undisclosed: nel farmi agente investigatore

Finalmente l’altro giorno,  martedì 25 marzo, una volta rientrato nelle mie coordinate di vita di Khajuraho- scuotendo la coltre apatica della mia depressione che vi era reinsorta, tra sordidi lapka e procacciatori  di avventure ispirate al kamasutra che le guide locali evocano a sproposito rifacendosi alla statuaria nei templi sacri, così trasformandoli in siti pornografici per l’ebetudine dei turisti che vi convengono,- ho ripreso fattivamente in considerazione il caso undisclosed  del giovane turista coreano che un sabato e una domenica precedente era  stato ospite di me e Kailash, nella nostra casa , al punto in cui era rimasto in sospeso al nostro ritorno da Jabalpur, quando  mi è risultato impossibile con il motore di ricerca in internet localizzare con precisione da quali atm di quali filiali di banca al giovane fossero state prelevate fraudolentemente dal conto corrente  70.000 rupie indiane, durante la sua diversione da Kolkata verso Bodhgaya, di un itinerario di viaggio che avrebbe dovuto concludersi invece a Darjeling, prima del suo rientro a Seoul.
Solo dopo averci pensato sopra a lungo, il candido giovane che io e Kailash avevamo fatto di tutto per cautelare da insidie e rischi dell'India, aveva accettato l’invito ad essere ospite della sua casa in Bodhgaya di un cordiale  sedicente uomo d’affari,  con il quale vi si era diretto in  treno. Prima della partenza da un atm della stazione ferroviaria di Howrah aveva  prelevato 100 rupie indiane con la sua carta di credito, sollecitato a ciò dal suo accompagnatore, perché verificasse se l’operazione era possible. “ Egli mi stava accanto, e può avere memorizzato i numeri della mia credit card”. Non solo, gli aveva chiesto di riporre la sua credit card più al sicuro nel bagaglio invece che nel portafoglio. “ Credo che il giorno seguente, quando io ero nella sua casa, egli si sia diretto in una vicina banca e abbia prelevato la somma”
Stando ai dati della namecard del suo ospitante, che il giovane coreano era in grado di fornirmi, insieme ad e-mail e numero di telefono, egli risultava essere un certo Richard Gomes residente in Creck Lane 14, un nome ed un indirizzo che ancora non mi dicevano nulla, e che ritenevo dati fasulli, o insufficienti a incastrare l’individuo per la  sua fraudolenza, se non si risaliva agli atm dai quali erano stati effettuati i prelievi, tramite le indicazioni reperibili nel suo sito web bancario
Un dato di importanza rilevante a rintracciare l‘uomo sospetto, poteva essere piuttosto l’intestazione del negozio di abbigliamento in  New Market, di cui il giovane ricordava il nome, “Eleganence Garment”, che gestiva un suo presunto cugino che gli era stato presentato.
Che dunque egli cercasse di localizzare gli atm in cui era avvenuta l estorsione, trasmettendone una denuncia all’ ambasciata coreana in Delhi, e intanto che non fosse “ low in spirit”. “In India worse misfortunes can happen!”
All’email in risposta, confidando nel mio aiuto, il giovane allegava la riproduzione dei dati bancari dei versamenti fraudolenti, data e filiale dei prelievi, ma la ricerca in internet non sortiva che risultati vaghi e incompleti. Solo il Wazirganj di una branca riconduceva a Gaya.
Così mi  risolvevo al compito indigesto di richiedere aiuto al dirigente della filiale locale della State bank of India.
Come supponevo, quando si è degnato di prestarmi  ascolto è stato solo per dirmi che non aveva canali speciali per individuare filiali e atm. E solo quando mi sono alzato per andarmene con rassegnazione ha preso in mano e in considerazione le fotocopie delle coordinate bancarie dei prelievi fraudolenti per dimostrarmi che a inserire nel computer il  Goulaxmi dell’atm della sua stessa banca non se ne ricavava niente. Ma la dicitura BOI era in grado di tradurmela all’istante in Bank of India.
Uscendo da quel buco nel sole pomeridiano di Khajuraho, avevo l’idea di riprendere la ricerca dall'internet center lì vicino, per accertare se con un altro motore sortivo risultati migliori.
Infatti, Wazirganj si concretava come la sede di una filiale della Bank of India, univocamente localizzabile solo nel distretto di Gaya, cui era riconducibile anche l’atm GFEU000073021/OPP J J COL perchè J J COL risultava essere l’abbreviazione della denominazione del J J College di Gaya, di fronte al quale stava latm da cui ben 6 volte era stato prelevato denaro sino all’ammontare massimo possibile. Quanto a GOULAXMI risultava, tra parentesi la denominazione popolare di un sobborgo Gajran, nei pressi di Sasaram, sempre nel Bihar, meglio conosciuta come il sito della tomba del grande governatore e condottiero afgano Sher Shah Sur, forse il più alto esempio del tipo di mausoleo con deambulatorio ottagonale intorno a un vano a cupola centrale, che invalse in Delhi soprattutto durante il sultanato dei Lodi e fino alla prima fase del dominio Moghul, di cui Sher Shah fu il più rilevate contrastatore.
A un’indagine ulteriore Sasaram risultava distante da Gaya più di 140 chilometri per strada, ma raggiungibile via treno , in un tragitto che si riduceva a un intervallo di 103 chilometri, in non più di un’ora e 23 minuti.
Così circoscritta intorno a Gaya e Bodhgaya l’area dei prelievi fraudolenti, ed escluso ogni possibile sospetto e menomo dubbio nei miei riguardi e di Kailash, in quei giorni di stanza in Khajuraho, come poteva confermare il modulo di richiesta di iscrizione di Chandu alla Sacred Hearth School che avevamo compilato insieme alla presenza della suora addetta al compito, restava da identificare chi potesse corrispondere a quel Richard Gomes, che avrebbe incautamente fornito ogni forma di recapito e di reperibilità per il giovane, all’atto stesso di defraudarlo,  se non fossero stati dati falsi e trafugati, e che così semplicemente indicato, benché il cognome fosse portoghese,, in rete era presente sotto ben 115 spoglie per la sola India,  innumerevoli solo in Kolkata.
Quale la mia sorpresa, dunque, quando digitando per intero nome e indirizzo Richard Gomes, 14 Creek Lane, Kolkata-700 014, ne sortiva l’intestazione di un post del 2011,  che ne parlava come del gestore , insieme alla moglie, i Gomes, appunto, del pensionato in cui era stata trasformata la sua casa divenuta una sede storica, a un indirizzo storico, avendovi vissuto Madre Teresa, nel periodo stesso in cui uscita dall’ordine delle suore di Loreto, era venuta fondando le suore di Carità.
Il vero Richard Gomes vi risultava essere “ a small thin framed man”,  di circa anni 60 “ ( “ would put his age around 60”), coniugato a una signora Cecilia che sembrava esserne la figlia, mentre quella reale era uno dei quattro piccolo che l’autrice del blog, Christina , aveva visto giocare intorno alla coppia.
La sera stessa trasmettevo i  risultati della mia inquiry al giovane coreano, in questi termini riassuntivi: ear friend, 

We can communicate you the results of our inquiry

1) the fraudulent drawings of your funds happened 9 march and 10 march 2014
 

in Bihar, in the area of Gaya , of Bodhgaya and of the tourist city of
 

Sasaram.

2) The drawings indicated from Wazirganj/ BoI have been made from the Branch
 

Wazirganj/district Gaya of the Bank of India

3) The drawings indicated from GFEU0000321/OPP J J Col have been made from
 

the atm of the branch of one bank situated opposite the J.J. College of Gaya

4) The drawing indicated from SBI Goulaxmi has been made from the State
 

Bank of India atm of C/O Baba Hello center of Gajranj( Goulaxmi) in Sasaram (
 

103 km far from Gaya by train in 1h 23 m./ 144 km the driving distance). Have You
 

been there? There is the magnificent tomb of Sher Shah Sur.

5) The person that you met in Kolkata and that invited you to his hometown in
 

Bodhgaya isn't Richard Gomes etc etc living in 14 Creek Lane Kolkata. He gave
 

you the personal particulars of another person, the real Richard Gomes being the
 

owner, more than 60 years old, of the famous guesthouse of Kolkata where stayed
 

Mother Teresa.

6) Did you have pictures ( He didn't leave you to take someone, I presume),
 

or some other documents about his person and his false cousin?.
 

The detail of his shop Elegance Garment in New market is very important.
 

Waiting for your answer
 

and wishing you well

Kailash Sen & Odorico Bergamaschi



L’indomani, avrei invitato il giovane a contattare con le dovute cautele il vero Richard Gomes, facendo bene attenzione a che l'email riconducesse a lui e non ai due suoi  derubanti ,  dato che l’uso fraudolento della sua name card e l’integrità presumibile dell'uomo avrebbe potuto coinvolgerlo nelle ricerche e indurlo ad attivare le autorità di polizia di Kolkata, ben più di quanto fossero mobilitabili le stesse autorità dell'ambasciata coreana in Delhi.
Dear friend, 
if you reported In advance, we suggest you to report again to your Embassy in
 
Delhi, with the results of our inquiry, by which you can simplify and facilitate
 
the search of the evildoers by Indian police.
Only at these conditions in fact you can receive help, We suppose.
But now there is an other person that can be interested to the search, the real
 
Richard Gomes, whose data has been used by two criminals.
Did you receive a visit card with his numbers phone? The e-mail address was
 
included in the visit card or they wrote it separately? Did you try to use the
 
numbers phone or the e-mail address?
If you use them you can contact the real Richard Gomes that can be interested to
 
activate the police of Kolkata.
 
But take care using the e-mail address : or it is without addressees or the
 
addressees can be the same criminals.
If you use the e mail address we advise you don’t to speak absolutely about the
 
crime of the extorted drawing, if you aren’t sure at the 100% that you are
 
contacting the real Richard Gomes, but “thanks of all “only, and little more.
Take care and have a good day.
Kailash Sen & Odorico Bergamaschi

La risposta felicemente calorosa del giovane, ben più della prima ancor algida, e in stato confusivo, benchè intensamente grata,
Really thank you for your cooperation.I reported this situation tothe Korea 
embasseyin delhi. I hope the embassey also can help me.I mostly stayed at the
 
man's house, and the first day I went to the Buddist temple in Bodgaya.I guess I
 
didn't go to the Sasaram.I took a picture of the person's cousin but I found that
 
he deleted it. Ellegance Garment is in the basement of the new market. They sell
 
variousclothes.I'll notice you again when the Korea embassey give me some advice
 
of my situation.Thank you and take care.
mi faceva certo che l’avevo indirizzato sul sentiero giusto.
I reported again to Korea Embassy with the results you sent to me. 
attached is the namecard of Mr. Gomes.
I called him and emailed him before and already told my situation to him.
I think he is the real Richard Gomes. I am going to contact him one more time. 
Thank yo
Importava oramai relativamente risalire ai fraudolenti, e ai loro sportelli bancari, se per risalire ad essi, ad egli, che mi sera professato cristiano, per il mio tramite era dato di risalire a un personaggio e a  un luogo storico della vita di Madre Teresa.
E se a me era dato, nel farmi emulo al computer dell’alter ego investigatore di Paul Teroux, in Delitto a Calcutta, di sentirmi un agente undisclosed di una provvidenza invisibile.







venerdì 14 marzo 2014

in partenza per Jabalpur

Nella mente si confondono i giorni e i ricordi,  nel loro succedersi si accavallano e si fanno oramai remoti eventi recenti,  tutti i successivi acquisti di oggetti e incontri individuali, come i monsoni  cedono alla luce radiosa del  sole di marzo anche i ricordi di conflitti e contrasti insorti dopo il rientro dai miei viaggi in Bhopal,  con Kailash o la gente locale di Khajuraho, tutto ancora cosi recente e sfumato nel tempo, mentre risale alle narici anche il sentore della mia infanzia, nella voglia di un contrasto fisico, di prendere a pugni,  o nel sentore di un ammanco di corpi tra le mie braccia, contro il mio petto... dopo il gelido furore al mancato rinvenimento dei miei contanti in euro lasciati in un trolley, la mia incapacità di  placarmi dopo che avevo cercato di arginare il crollo mentale di Kailash con mitezza gentile, quando mi ha rivelato che a mia insaputa,  aveva già ceduto  alla richiesta di 6.000 rupie del dalit ferito ad un piede nell'incidente del tuk tuk del novembre scorso, e che stava indebitandosi a mie spese per altre quattro mila rupie , ad un’ ulteriore  sollecitazione...quando si era pur convenuto che nessun risarcimento sarebbe dovuto intercorrere se non per ilo tramite di un avvocato.... per poi comprendere e farmi consapevole che non avrei potuto essere l'amico di fiducia di Kailash, se non mi fossi fatto carico dell'anullamento dell’intero ammontare di tutti i suoi debiti, settanta volte sette condonandogli  anche l' appropriazione indebita del denaro affidatogli o lasciato nella sua casa....e  ciononostante sentire la sua ingratitudine farmi franare anche l' accollarmi ogni debito, quando mi ha urlato al telefono se non fossi diventato pazzo, nell’avere io anticipato il pagamento di 2.500 rupie che era convenuto lui inoltrasse  l indomani  a uno dei gestori dell hotel Harmony con cui si era indebitato,  alla persona che mi si era fatta avanti di sua iniziativa e che si era rivelata quella sbagliata”  Qui basta che vedano la tua faccia bianca e si fanno tutti ladri...” sino a quelle più recenti, alla vista che mi cucinava al suolo senza alcun riguardo igienico il riso che mi avrebbe imbandito, al rinvenirlo che letargiva dopo il rientro un giorno dalle vicinanze di Byathal....
E nel frattempo dal mio rientro da Bhopal, con tutto quanto di meraviglioso  vi avevo acquisito, in esperienze e incontri, e meravigliosi oggetti di artigianato, le sere al dance festival, i pomeriggi al mela di Shivaratri, ,i successivi acquisti di giocattoli e arredi al silpgram,  di fiori finti incantevoli, di thali e piatti in acciaio, di cinture di cuoio al ground mela, di orologi in  Chattarpur nei miei via e vai oculistico-dentari, i giorni di pioggia in cui scrivevo dei miei viaggi in Gyaraspur, Satdhara, Sonari, e avveniva al silpgram l’incontro finale con Hitendra, venutovi con uno splendido amico che vi aveva in vendita le proprie statuette metalliche, in visita ai templi  di Khajuraho,  recandone la memoria del suo incontro con me, con l'immagine dell'apsara che intenta ella pure al bello nel suo maquillage,  come egli nello scrivere versi,  sembrava dirgli  “che a God life is more than write better...”,
e  oramai due domeniche or sono con il viaggiatore giovane coreano che si è affidato in tutto e per tutto a me ed a Kailash,  nella sua integrità che lo salvaguardava, e la settimana scorsa con il Consigliere di Ambasciata che ieri ho avuto modo così di ringraziare
Khajuraho, 14 marzo 2014.

Caro *,
siamo io e Kailash a dovere ugualmente ringraziare lei ed i suoi amici, per averci 
reso utili e fatto sentire oltre modo importanti. 
Le vostre obiezioni e perplessità sulle ragioni da me espostevi mi hannno inoltre 
consentito di discernere meglio le cognizioni essenziali sui templi di Khajuraho 
che era valido trasmettervi, e di chiarire a me stesso di quali di esse fossi 
effettivamente persuaso, ma soprattutto mi hanno dato modo di esprimervi visioni e 
ragioni che in mancanza di interlocutori devo tenere per me stesso. 
L’accompagnamento della guida in spagnolo mi è valso inoltre a focalizzare meglio 
la distorsione interpretativa, quanto mai accomodante, che è la filosofia 
turistica qui imperante. E’ una voga, non soltanto ermeneutica, secondo la quale 
non è l’attività sessuale che deve trasformarsi in attività religiosa di 
ricongiungimento con l’assoluto tramite l’integrazione riconciliatrice delle 
realtà complementari, esemplificate dal maschile e dal femminile, come esaltano i 
pannelli splendidamente stilizzati delle giunture dei templi, ma è l’attività 
religiosa stessa che dovrebbe trasformarsi e risolversi nell’attivismo sessuale 
più primordialmente sfrenato, giustificando magari anche accoppiamenti -forse poco 
giudiziosi- con orsi e con cani, secondo la parodia che ne eseguono invece le 
scene continuative - in modi a dire il vero meravigliosi e più naturalistici- dei 
fregi delle piattaforme, ed alla quale (parodia) si prestano senza remore 
filologiche le facete guide di Khajuraho, o gli allestitori senza scrupoli di 
sorta di book shop e bancarelle, non che gli innumerevoli ragazzi di strada e 
vitelloni locali motociclizzati, all’ insegna di ciò che si crede che soltanto 
possano intendere e volere i turisti stranieri qui in Khajuraho.” Di ogni sorta e 
di ogni età"”.
Quanto al suo portafogli, purtroppo non è stato finora ritrovato. 
Buon fine settimana, ed arrivederci in Delhi al prossimo mese!
Odorico

Cosi ho tracciato anche il plot di ciò che intendo scrivere di Khajuraho e i suoi lapka, mentre
Sto per lasciarla per Jabalpur, Berhadath, Nota, finalmente in viaggio per alcuni giorni con Kailash, ed intanto il principal ha riallacciato con me i più  cordiali rapporti,  al mio rientro, dopo Holi, tornerò ad insegnare italiano per gli studenti che  hanno già terminato gli esami della  nona e undicesima classe, per  le cui lezioni terminali insieme a Kailash ho patrocinato la cooperazione con un artigiano locale che insegni loro a lavorare l'argilla, o con il direttore del museo archeologico perché vi avvengano visite guidate a gruppi,  e sui suoi terreni potrò iniziare a impratichirmi nel lavoro dei campi, iniziare a impiantarvi alberi, addestrarmi in culture ayurvediche o nell’agricoltura organica.
E se  ho distanziato da me Mohammad, o il giovane che mi ha chiesto di apprendere italiano nel mio ufficio con il più incantevole dei modi deferenti nel suo bellissimo aspetto, mi ha avvicinato a se il magnifico Neelesh ....
Dio provvede a intrecciare fili e destini, la mia sorte nata in un borgo di campagna in Italia con quella di Kailash che ha avuto origine nel villaggio indiano di Byathal, egli mi ha illuminato, certo, gli ho soggiunto, basta sapere attendere che tutto si compia e si adempia... mentre avvertivo nello splendore pomeridiano, al sovvenirmi del clamore di giochi di Chandu, dell’infanzia felice di Chandu, Poorti, dell'amicizia che a tutto sa resistere tra me e Kailash, tutta la pienezza della vita che il divino mi ha concesso, e che basta sia paziente e mite, perché  mi rifulga nel suo splendore vivente...

“ dobbiamo saper attendere e accettare” com’io di seguitare a scrivere senza che alcuno mi legga, e colga i frutti di tanta mia profusa bellezza,  come a mia volta di non cogliere il frutto del suo incantevole albero, al limite che ponevo tra noi, nel ricambiargli la stretta di mano e distaccarmi dal suo splendido sguardo.

last days

Quale vista può rallegrarmi di più, che mi rallegri, più che quella di Chandu nel sole mattutino di marzo, che accorre dal lattaio ambulante  a prendere il latte per  le vicine di casa, alla cui porta bussa chiamandole per nome? O che mi raggiunge in stanza e mi chiede " money!", alla mia richiesta di un perché ribadendomi " Mela..", la grande fiera in cui comprare ancora un giocatolo. E quale riscontro per me può essere più intenerente e rattristante nei riguardi di Kailash, che ritrovare il  notes in cui annota giorno per giorno le rupie che può mettere da parte del conto in banca per la dote di Poorti, confidando che fra cinque anni, quando  la bambina di anni ne avrà ancora solo tredici, saranno già due laks e 28.000 rupie.
“ Kailash dobbiamo preoccuparci piuttosto della sua felicità, che sia libera di maritarsi se vuole, e con chi vuole”.
“ Non è possibile qui in Khajuraho”
“ Ed allora  dobbiamo pensare ad andarcene via, visto che non ci offre altro futuro. Tempo due anni”
Sul libercolo vi è annotata anche la ricevuta di 10.000 rupie da parte del brahmino del suo villaggio, grazie ai soldi che ho iniziato a dare a Kailash perchè ripiani i suoi debiti ,  un ammontare chera registrato  nella sua mente nei caratteri cubitali di 47.000 rupie fino a pochi giorni or sono, ora discese già  a 33.000 al netto degli interessi, importi che non lo facevano dormire la notte quanto  la sua insonnia cagionata dalla schizofrenia,  non sapendo egli come altro fare per sanarli, che iniziare a liberarsi dei suoi poveri averi.
E temeva che ad incrementare l’ammanco fosse l’operazione chirurgica  che aveva messo in conto per  rimediare all’ingrossamento di quelle che non dovrebbero essere altro  che emorroidi, per il suo consumo di chilly anche con il latte e chappati
Ma non è venuto con me a Chattarpur,  quando mi ci sono recato martedì scorso, ( 11 marzo), per l’impianto di un ponte dentario, quando era l’occasione  per richiedere nuovi farmaci mentali al Christian Hospital. Dopo mesi aveva fatto ritorno al villaggio di Bhyatal, obbedendo al richiamo del padre che voleva che si celebrasse una puja in comune presso il vicino tempio di Durga, per fugare un triste sogno premonitore. Era stata la circostanza opportuna anche per sanare il debito con il giovane brahmino,  suo compagno di scuola, che a differenza di Kailash che aveva trovato scarsa fortuna al seguito dei turisti in  Khajuraho, si era arricchito con la dabbenaggine della gente locale, particolarmente gli adivasi di Kundharpurah,  i meno avveduti.di cui si era approfittato.
La sera era così sopraggiunta senza che Kailash avesse provveduto a rientrare i  tempo per quel pomeriggio, come si era convenuto , né i bambini che erano rimasti appresso, Poorti o Chandu, volevano saperne di fare ritorno a casa , benchè in Khajuraho da oltre due settimane sia accampata la fiera.
Al ritorno da Chhatarpur avrei così ritrovato in casa solo Ajay e il cugino Baju., entrambi a me carissimi, non fosse per la mia infermità mentale che è astiosa con Ajay perché non ricerca il mio insegnamento, elude e delude ogni intento di porlo al passo con i suoi anni reali, (e) tranne che nel cricket è molle e tardivo in tutto ciò che esegue più che intraprendere. Ciononostante, non ho avvertito l’insidia o l'inopportunità della sua richiesta, quando mi ha domandato se avevo un portafoglio da cedergli, anzi, la mia ottusità pretenziosamente  magnanima è stata tale, che gli ho assicurato per l indomani l'acquisto di un portafoglio nuovo, se non gli fosse piaciuto quello che gli riservavo.
L’apparente malasorte ha voluto che prima che mi recassi a cenare al ristorante,  mi dessi da fare per reperire il portafoglio che intendevo lasciargli, di cui la richiesta di Ajay mi offriva l opportunità di disfarmene, essendo inestetico e di materiale sintetico, e che nel rovistare nel trolley dove ho sistemato quanto dovrò portare con me in Italia, vi poggiassi gli occhiali,  di cui al richiudersi del bagaglio una lente finiva rotta. Andava così in frantumi il compimento stesso  dello sforzo che sostengo da settimane, di riparare ogni cerniera o cintura scucita o incorniciatura,  di  sostituire  lenti o integrare i denti che mi mancanti, di acquistare  occhiali e orologi o portafogli e cinture, sino ad averne collezioni,  perchè i  costi di
tali interventi od accessori si farebbero per me insostenibili al mio rientro sempre più prossimo in Italia.
La rottura della lente, che mi obbligava ad essere l'indomani di ritorno a Chhatarpur, qualora non ci fosse un ottico in grado di sostituirla nella vicina Rajnagar,   mi faceva al contempo infuriare contro Ajay,  mentre non serviva a niente che  mi ripetessi invano che egli non c'entrava affatto,  con che aria da piccolo raja indisponente, inveivo, poteva permettersi di dirmi,  prima che accertassi quel che era successo, che se quello era il portafoglio che gli riservavo domani avrei dovuto acquistargliene uno nuovo?  Eccola di nuovo insorta la mia iracondia schizofrenica, di cui tanto lungamente avevo parlato inutilmente solo poche ore avanti con la dottoressa cristiana di Chhatarpur, la mia violenza distruttiva di tutto quello che di più incantevole mi è stato riservato  in dono,  cui potevo porre rimedio solo andandomene via, al ristorante ancora aperto, dove mi rinsaviva provvisoriamente//temporaneamente la telefonata di Kailash “ Un portafoglio? E perchè mai? Va a scuola e non lavora! Te l'ha forse chiesto per metterci i soldi che ruberebbe di tasca a me, a te, o alla madre Vimala?".
L'indomani, nella luce indiana che invasava i viali e le piante, i bazar e le vie di Rajnagar,  avrei pur retto alla delusione di rinvenire chiuso ogni negozio di oculista od ottico in Rajnagar, erano tutti convenuti alla fiera di Khajuraho, dove certo non disponevano di un laboratorio,  mi sarei avviato senza scalpitare verso  l'autostazione di Khajuraho per essere di rientro in Chhatarpur, non fosse stato che al rientro a casa, avrei trovato Kailash  disteso addormentato nel letto, anzichè al lavoro che aveva disatteso già per un giorno e mezzo.
Dall'autostazione gli avrei telefonato solo per allarmarlo e porlo in cerca delle mie tracce, che avrebbe rinvenuto nella bicicletta che vi avevo lasciata chiusa  a chiave, prima di salire su una camionetta per essere a Chhatarpur quanto prima.
“ Era da mesi che non facevo ritorno al villaggio. I bambini volevano restare fino all''indomani. Ho dormito male e poco durante la notte....”
Non gli ho risposto, per rappacificarmi.
Non gli ho replicato, come avrei voluto, che i medici indiani da cui  ci siamo recati insieme la settimana scorsa,  obbligandoci ad un tour de force perché osservano gli stessi orari  di servizio, lavorano ogni giorno feriale dalle dieci del mattino fino alle due pomeridiane, per riprendere dalle 17, 30 fino alle otto di sera, e che anche di domenica sono al lavoro, sempre dalle dieci del mattino sino alle tre pomeridiane, mentre  la sua condotta era per me una riprova che quanto più gli è dato e concesso, sanandone i debiti dopo che tra le sue mura domestiche mi sono venuti a mancare nuovamente  i soldi in deposito, tanto più ricade nel sonno e meno si da da fare al lavoro.

Esageravo la portata degli eventi ancora una volta, ancora una volta l’ira mi aveva reso inconsulto, e  in ogni volto e corpo di indiani che trovassi amabile e bello o caloroso nella gran luce pomeridiana, nell'acquisto per poche centinaia di rupie di altri orologi singolari, cercavo un lenimento sensoriale e consumista alle mie convulsioni interiori che si venivano così lentamente quietando, dopo avermi stremato, una fraternità carnale , anche solo  al sentore, che sanasse  il rigetto del ribrezzo con cui  mi ero allontanato dalla mia famiglia indiana due sere avanti, nel sorprenderli, Kailash, Ajay, Vimala, accovacciati al suolo che tagliavano le verdure del condimento del riso riservatomi, radenti con i loro taglieri il piano di calpestio , su cui Ajay, splendido quanto è sporco, aveva deposto il coltello da cucina...

sabato 1 marzo 2014

per un ecloga decima frammento

Sulle rive del Brahmaputra, in un gothul (tribale)
In quale India mai
sprofondare in un sogno
Dove non sia più,
tra la fangosa gente, 
che fattomi io stesso pien di fango
settanta volte sette

io ne sani il torto
per il furto infertomi io ne sani il debito,
dal fondo ancestrale
come da un’infanzia eppur viva
donde sopraggiunge in khajuraho chi vagheggia l’apsara( la ninfa) che ad uno specchio
sembra che usi a scrivere un pennello
e pur intenta ella al bello gli rammemori 

che vivere bene è più che scrivere meglio

Sulle rive del Brahmaputra,  
in un gothul (tribale)
In quale India mai sprofondare in un sogno
Dove non sia più
Che settanta volte sette
Per l'ammanco  il furto infertomi
Io ne sani ogni debito,
dal fondo ancestrale
come da un’infanzia ancor viva/ risorta
donde sopraggiunge //giunse in Khajuraho
chi vagheggia l’apsara che ad uno specchio
sembra che usi a scrivere un pennello
e pur intenta ella al bello gli  rammemori
che vivere bene  è più che scrivere meglio