lunedì 18 aprile 2011

Il cuore di luce di ogni fede

Il cuore di ogni luce di ogni fede è il sè, il cuore biblico, l'atman in cui è in noi presente il brahman,il Suo farsi in noi vivente, grazie al bodhicitta del cuore illuminato che si è risvegliato ad ogni sofferenza e felicità,è il terzo occhio dell'intuizione spirituale, lo spirito del il linguaggio universale dell'amore, immaginazione attiva, simpatetica, del " cuore di carne", oltre il concorso di sensi e ragione, in comunione di vita mediante il silenzio di ogni pensiero, per il tramite del linguaggio per simboli della Croce o del'atmanyaina, nel nostro farci donazione e sacrificio perenne, pienezza di vita unificante in cui siamo tutt'uno e tutt'uno con Dio, sinergia con il suo Spirito in noi presente, al fondo,quale luce di consapevolezza discernente, nel suo essere tutto se stesso in tutte le cose.

La spiritualità sotto ogni cielo è il percorso del’identica via del distacco, per svuotamento, della rinuncia a ogni resistenza, per lasciar andare e abbandonare proiezioni, e identificazioni, nell’aprirsi ( effetà) e porsi in ascolto, disponendosi in spirito di servizio alla donazione di sé.

Kenosis, o la donazione di ciò che ci è donato, svuotandoci come svuotandosi di sé Dio ci ha resi partecipi del suo essere Amore, per incarnarsi in noi e farci essere, in Cristo, Cristo medesimo che vive in noi , l’uno per l’altro la sua medesima kenosi che ci da vita.

La misericordia del Padre nel perdono del suo amore che non viene mai meno, è la luce di grazia del suo bene che sempre è fonte di luce, come oltre le nuvole il sole permane perennemente radiante, purchè avvenga la conversione del lasciare andare e dell’aprirsi, il pentimento che è distacco ed accoglienza del cuore che ascolta. .

meditando l'apocalisse

Se l'apocalisse è la rivelazione profetica, agli occhi del cuore, della teleologia della storia quale finalità immanente nei nostri giorni, la fine del tempo è l'eternità presente nel corso della storia, interna ad ogni suo istante o a ogni sua vicenda nel loro farsi fenomenologia dello Spirito divino, quale beatitudine di grazia o implicito giudizio di condanna di ogni tempo ed istante, e i nuovi cieli e le nuove terre sono già qui e ora, nei nostri cieli e nelle nostre terre, quanto vi è atto d'amore e vita eterna, conformità e comunione al continuo accrescersi del bene.

sabato 16 aprile 2011

luce del cuore

" It's a natural kilonà", " E' allora un giocattolo naturale", ha esclamato Kailash, il " cestino dei tesori", che così definendomelo, aveva inteso benissimo in che cosa consistesse, alle mie parole che gli evocavano come potesse comporlo per il nostro Chandu, ogni volta che con i bufali si recasse nella giungla, raccogliendo lungo i sentieri fiori, frutta, bacche, foglie, rami, gusci o cortecce, o sassi, ciò che potessero suscitare lo stupore interessato di Chandu. per il quale sempre, ed everywhere, secondo le diverse circostanze, avrebbe diversamente potuto crearlo.
Nella stalletta accanto,in questi giorni, il giocattolo del nostro ultimo bambino,il suo Kilona, era stato Lalosa, il bufalino che si era sentito male domenica scorsa, quando aveva smesso di camminare e di mangiare, e per la cui sorte Kailash aveva trepidato tanto.
" Lalosa is like everybody", aveva detto, un bufalino che davvero," like a simple person", ciascuno può tranquillamente avvicinare, intrattenendosi con esso senza problemi, a differenza della bufala del padre che da Kailash non si era lasciata mungere, in assenza del genitore quand'era rimasto nel villaggio natale della moglie, dopo essere rientrato con lei da Allahbad, dove erano state disperse nel Gange le ossa residue della cremazione della nonna materna di Kailash.
Il mio amico, preoccupato, sarebbe stato meglio, " I will be better",- solo quando lo fosse stato il suo Lalosa, mi aveva confidato allorché questi ancora non aveva ricominciato a mangiare, che a fare solo piccoli passi, per dirsi felice l'indomani, (quando mi ha soggiunto) di essere " very happy" da che lo era anche Lalosa, (giacché) siccome aveva visto che si era ripreso del tutto.
La mia proposta di ricavare naturalmente i giocattoli di Chandu, gli suggeriva intanto l'idea che col fango avrebbe potuto modellare a Chandu dei giocattoli quali quelli della sua infanzia, profilando ox e sagome di ratha, di carri che sospingessero i buoi indiani, o trattori con cui simulare i lavori dei campi. Intanto era in grado di visualizzarmi l'interno del negozio in costruzione, con i suoi ripiani sporgenti e le rientranze murarie, su cui sarebbero finite depositate le mercanzie, le forniture di" saman" di cui mi viene redigendo il " bill", giocando al gioco di allestirvi un negozio che possa avervi fortuna.
Era davvero difficile concepire la cosa come realmente possibile, talmente poco avrebbe da spendere la clientela delle famiglie di dalit, ma la luce del cuore di Kailash fugava le ombre dei dubbi che venivo addensando, e che nel suo stesso animo erano sottaciuti e incombenti, allorchè mi chiedeva la mia comprensione per il fatto che la sua mente resti a volte confusa, che sia intenta a un solo pensiero assillante, volta per volta, la cura dei campi quando doveva mieterli, ora la sola sollecitudine ora per il proprio dukan, il suo negozio, la preoccupazione per la salute di Lalosa i giorni scorsi, perdendo così di vista come le cose interdipendano tra loro ( tra loro siano interdipendenti), al punto che solo quando già tre dei divar,dei muri del negozio erano stati eretti, Kailash si è reso conto che dovrà disattendere le cure della famiglia in Khajuraho per l'esercizio del general store del villaggio natio, sempre che non li richiami a vivervi presso di sè, tra le angustie della vita a cui vi regrediscono, come già da oltre una settimana veniva accadendo, da che aveva obbligato i bambini più grandi ad una spola continua tra Khajuraho ed il villaggio,un viavai che essi possono affrontare ( sostenere) solo perchè le scuole in India sono già finite, il che li costringeva a ripercorrere per i loro bisogni lo stesso itinerario che Kailash aveva intrapreso mentre veniva finendo di telefonarmi, dalla stalla alla casa dei suoi genitori dove prelevava la brocca dell'acqua per lavarsi dopo che avesse defecato all'esterno,fuori del paese, stavolta nei pressi del lago invece che nella giungla più distante, col favore della luna piena al volgere al tramonto della luce del giorno.

domenica 3 aprile 2011

passaggio a vuoto

Quando Kailash si è ricordato e non ha nominato di chi Chandu rivesta i panni, nelle nostre parole e nei nostri intenti è subentrato il passaggio a vuoto dei nostri giorni. Ma subito si sono rianimati i nostri discorsi, Kailash, che era rientrato nel villaggio con l'intera famiglia, dicendosi certo che Poorti saprà riservare ai party ed ai matrimoni i bei vestiti che le ho inviato, alle circostanze in cui debba andare anch'ella a Chhattarpur, e che non si intesterà di portare tutti i giorni lo stesso abito che le piaccia, come è accaduto l'estate scorsa quando ci siamo recati a Gwalior. Prim'ancora si era detto contento del suo lavoro duro nei campi, di vero masdur, che ne ha fortificato il corpo rinvigorendone la mente, prodigandovisi per la mietitura del proprio appezzamento di grano e di quello del padre, intervallata da quello per edificare il proprio dukan, sempre sotto il sole cementando le pietre del proprio negozio, in attesa di rimettersi all'opera per il soffitto dopodomani, quando disporrà del denaro che gli ho trasmesso per le travature metalliche. Così dicendomi era ancora frastornato dai festeggiamenti della conquista indiana della world cup di cricket, dai bom bom, dram, plays, che avevano salutato la vittoria in Khajuraho come in ogni villaggio e città dell India.
Intanto trarrà le stime delle forniture che occorrono, di quanto saman sia indispensabile per avviare il negozio, in attesa di sentire il parere che formuli mia madre sulla sua apertura,dopo quello di cui si era rallegrato di mio fratello, per decidersi secondo quanto essa risolva che sia bene fare. Già ha contattato un uomo del villaggio cui potrebbe affidare la cura del negozio, se una malattia di Chandu o i capricci di Poorti, qualora al mattino non voglia andare a scuola, rendano necessario che lui rimanga in famiglia. E' un individuo cagionevole di salute, che non può lavorare nei campi come un vero masdur, e che è disposto a contentarsi di poche rupie, per un lavoro che non richiede che si sforzi sotto il sole, che si curvi sotto pesi schiaccianti, o che debba recarsi in giro per villaggi o campagne.
Il padre di Kailash, sfinito dal lavoro nei campi, si era già messo a dormire nella stalletta dei bufali contigua al negozio futuro, per evitare che dei cior depredassero il materiale della costruzione del negozio contiguo. Si restava in attesa del rientro, della mamma, dal villaggio in cui le è morta la madre. Kailash era invece a dormire sul terrazzo, con Vimala e i bimbi, al vento che aveva infrescato la sera estiva.

sei tu, sempre,

Sumit,
sei tu, sempre,
il passaggio a vuoto
dei nostri giorni