"
Puti she's
my hearth"
" E' il mio cuore,
Puti,"
Kallu mi diceva l'altro ieri, affranto che la febbre potesse portargliela via.
" Lo sai, le voglio bene più che ai miei figlio maschi". Con lei ,
con Adjet,e
Sumit, trascorreva gli attuali giorni, di una festa
hindu, presso la casa dei famigliari della moglie , nell' attesa di potersi oggi immergere con i suoi bimbi nelle acque di un rivo , di uno specchio d'acqua, che porti via con se ogni cattivo karma.
Poi le pillole, senza che dovesse nemmeno ricorrere all' iniezione, avevano sfebbrato
Puti in nottata , e ieri stava già bene.
"
She's fifty per
cent better", il mio amico mi diceva ieri sera gioioso, ringraziandomi che in mattinata avessi chiesto di lei all' hotel dove egli lavora, non riuscendo a contattarlo con il cellulare.
"
Kallu,
my friend, intanto, ogni giorno che passa, preparo qualcosa del nostro viaggio
quest'estate nel
Ladak.
Pensavo che potremmo andarci con
Puti ed
Adjet"
"Puti,
nooo...- ha sorriso - Tutto ciò che le piace lo vuole, "what she like she need.."-, ogni volta che qualcosa le piace si mette a piangere finché non glielo acquisti"
Con
Adjet era invece possibile.
Davvero mi piacerebbe ampliare la mente al suo bambino, dilatargli lo sguardo,
sostando insieme al
Taj Mahal, prima di Delhi , fra i marmi e i fregi floreali della più paradisiaca dimora mortuaria, conducendolo per i più elevati passi fino ai monasteri tibetani di
Leh, al loro silenzio di profondissima quiete.
Appena ne avrò l'energia scriverò a
Kallu per chiedergli di nuovo di non distruggere in sua moglie il potere della vita, di non sterilizzare la possibilità di
nuovi Adjet, e
Puti, e
Sumit, la
generatività di così incantevoli bambini, la felicità e la bellezza di ogni possibile nuova vita nel suo grembo.
"
You with me
and my family,
together.
With Adjet happy,
Puti happy,
Sumit happy" , come al telefono cullava le mie sofferenze la sua cantafavola