lunedì 1 settembre 2014

Per il tramite di Anna Musio e Ivano Paolo Todde, che ringrazio

"L’origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l’esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo. Se avessimo il giusto senso della nostra posizione nel mondo, se confrontare fosse inseparabile dal vivere, la rivelazione della nostra infima presenza ci schiaccerebbe. Ma vivere significa ingannarsi sulle proprie dimensioni…
Emil Cioran, da Sommario di decomposizione

"L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. E’ in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale”.
Pascal

Commento
Se Dio è " tutto in tutti", o è inteso a farsi tale, l'uomo non può vivere se stesso che come dice - mirabilmente- Cioran-, ossia che come una monade o pars totalis, potrebbe obiettare un credente. Non si dice forse, o non avvertiamo, più comunemente, che quando muore un individuo è un intero universo che con lui è deceduto?

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