domenica 7 febbraio 2016

Un mio piccolo manifesto politico



Un mio piccolo manifesto politico cui chiedo il concorso dei miei amici in facebook se se ne condividono le linee-guida

Che il degrado pubblico e morale e degli orizzonti di vita del ventennio berlusconiano  abbia fatto corpo a tal punto con atavici vizi nazionali da non potere essere debellato che omeopaticamente è indubbio, ma che dovesse significare con l’avvento del renzusconismo il trasformismo del partito democratico e della vita civile nella sua trasmissione ereditaria, questo no, era lecito non attenderselo, almeno  sino a tal punto. Dalle riforme delle istituzioni  politiche e pubbliche ispirate al principio di un uomo solo al comando di ogni ente o istituzione , nella logica di una democrazia sempre più esecutiva e plebiscitaria e  sempre meno partecipativa, alla mano libera e al lasciar  fare alle oligarchie rimaste o addivenute ai vertici o al comando nella vita economica e sociale, dal job act  alla buona scuola alle nomine ai vertici, sino al populismo soft antieuropeista, tutto attesta in tal senso dell operato del governo e delle amministrazioni vigenti.
Ma così dislocandosi ,e creando una disaffezione e ostilità divenuta astensionismo maggioritario  credo che per una sinistra italiana democratica il sedicente partito democratico e l intelligenthia a lui prona abbiano agevolato il compito di delineare un ambito ad esso alternativo, in continuità con quanto di meglio il riformismo italiano, ha saputo esprimere durante i governi di Romano Prodi di cui vorrei solo indicare i termini salienti
1)La accettazione della globalizzazione come orizzonte irreversibile del vivere contemporaneo, per essere alla altezza della cui sovranazionalizzazione dei poteri tecnologico finanziari e delle trasmigrazioni di popoli e culture e religioni occorre promuovere gli Stati uniti  d’un  Europa interculturale, che  non sia ne assimilazione né sottomissione di una cultura e religione all’altra, ma fecondazione e ibridazione reciproca,.
La difesa del welfare State sarà il contributo alla globalizzazione  della civiltà materiale europea, ma con il prezzo che necessariamente richiede, la rinuncia ad ogni forma di assistenzialismo.
2) La coniugazione della difesa dell’ambiente con la crescita e lo sviluppo nelle guise della terza industriale in corso, con le sue nuove tecnologie,  risorge energetiche alternative e forme di comunicazione e di accesso e di distribuzione delle risorse, in luogo di ogni romanticismo economico e di ogni vagheggiamento reazionario  di decrescite felici, solo rinunciando ai quali il culto del piccolo e del  locale è un esercizio  virtuoso
3) Al pari di un ambientalismo che sia stile di vita e di pensiero, una democrazia liberale  che sia 3a) partecipativa e ispirata a valori morali, redistributiva delle ricchezze e delle opportunità e non ispirata solo a efficienza e efficacia oligarchico- manageriali, con il bel risultato, risaputo, che 62 nostri simili detengono una ricchezza pari a quella di oltre la metà del genere umano più povero, 3b) non violenta ma non pacifista, pronta all uso internazionalmente concordato della forza ove ogni violazione dei diritti dell’uomo e ogni genocidio o sterminio  in atto lo richieda , e non sia altrimenti possibile la difesa del più debole, 3c) ispirata all umanizzazione dell uomo e di ogni sua forma di vita, in corrispondenza con la secolarizzazione del sacro in corso,  e nella sua conversione in un messaggio di misericordia delle varie tradizioni e fedi religiose. e di pensiero,  rispetto alla quali i vari integralismi sono forme reattive di difesa, alla cui radicalizzazione  va opposta con uguale vigoria radicale  tale umanesimo integrale.



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