domenica 21 giugno 2009

Quel che accade in Iran







F. mi aveva scritto dall Iran prima delle elezioni presidenziali, per dirmi che questa volta non si sarebbe astenuto ed avrebbe votato contro Admadinejad, talmente ne odiava il governo, in quanto" he destroyed culture, art, civilization and all of things that an artist need. "
Dipingeva, studiava, stavano concludendosi gli ultimi giorni della sua prima esperienza di insegnante in Kermanshah, ma si dichiarava infelice perchè non sapeva quando i suoi sforzi sarebbero giunti a un risultato, se avrebbe mai potuto perfezionare la propria arte sino a farle acquisire un valore internazionale .


Gli avevo risposto di non preoccuparsi se non riscontrava approvazione ed assenso,- crescere, e dare frutti, realizzare / esprimere sempre più se stessi, era la cosa importante .

" Don't be worry if you don't see again general approval or assent . What s most important is to grow and bear fruit.,to realize your self more and more. For Knowing the international value of your art or improving your international rank, you can contact more and more the external iranian world, or try to live outside, in Armenia , for example, how I advised you. "
Poi, domenica scorsa, il 14 giugno, nella sua e.mail non c'erano che dolore e sdegno per quanto era politicamente accaduto"
Che grande crudeltà in Iran, la Presidenza elettorale ha cambiato il voto del popolo e ha dichiarato Admadinejad vincitore, ma il vincitore è Mousavi che più del 75% dei votanti ha votato. sono sconvolto, perchè il governo, il governo menitore, ha cambiato il mio voto e il voto del popolo. Polizia e popolo si stavano scontrando in Tehran, molti erano già i morti, che lo dicessi a tutto il mondo, ad agenzie internazionali e a televisioni, quali grandi crudelta si erano commesse.
Era in atto un controllo militare in Iran, telefoni, cellulari e siti web internazionali erano filtrati. Khamenei , il crudele leader dell Iran, era il responsabile del colpo di stato militare. Un vero colpo di stato era in atto.

in tutta risposta, per sedarlo, gli ho chiesto se era ragionevole morire per Mosavi.
Le opposizioni esterne ne diffidavano, non era pur sempre un esponente del regime?

Lo scontro di piazza avrebbe finito forse per essere solo la manifestazione di uno scontro al suo interno .
In pronta risposta Farhang, fraintendendomi, mi ha rassicurato che non aveva alcuna intenzione di uccidere in nome di Mossavi, ma ciò di cui si trattava andava oltre lo stesso Mossavi, , era successo che era stato modificato il risultato del voto.
Anche di Karrobi, Rezai, e degli altri candidati il governo avva cambiato il voto raccolto. Un insulto recato al popolo dal militarismo e dalla dittatura.

Quando oggi gli ho telefonato, lungamente, a seguito dei fatti di sangue di ieri ( sabato 20 giugno) in Tehran, che blog e cellulari dei manifestanti avevano diffuso in rete, il suo animo era già un altro.
" Nella tua famiglia, in te, c'è più speranza o più paura?
" Abbiamo paura soprattutto. E solo una piccola speranza. Veramente una piccola speranza".

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