martedì 12 novembre 2013

a Luigina ( il 10 di novembre 2013)

Cara Luigina, 
torno con grande gioia a ricevere una tua lettera.
E’ un tale affanno anche per me ogni partenza per l’India - a dire il vero quasi 
una piccola morte, tale è il distacco che mi richiede- che la tua situazione 
l’avrei vissuta come una rianimazione dopo un coma profondo.
Sei stata davvero brava ad affrontarla con tale tua forza 
E quanto alla prenotazione ed al costo del volo?
Qui in India sono oramai pienamente addentro al mio ritorno alla mia attuale 
esistenza principale, integrata e parallela a quella che conservo in Italia, in 
una piena continuazione di rapporti con chi vi ho lasciato, senza che ora più 
soffra, particolarmente, per una lontananza da persone e realtà e cose di cui 
serbo affetto e attaccamento e radici, ma da cui intendo restare lontano, almeno 
fino a giugno.
Ho ripreso ad insegnare l’altro ieri, venerdì. Un allievo, commovendomi, mi ha 
detto al termine della seconda lezione che sono “ a very good teacher”. In due 
giorni ho ritrovato già identici e nuovi volti, un ragazzo perturbante dell’anno 
scorso che è divenuto il mio supporter più fidato.
Il principal e la moglie mi sono amici, mai avrei supposto un rinnovo del 
contratto di assunzione, vista la dispersione dell’esperienza scorsa, ma seguitano 
ad improvvisarmi l’allestimento della classe. 
Bruciante, per me ed il mio amico, è stata invece la scoperta degli indizi, a 
ridosso di Diwali, come ho messo mano ai quaderni dei nostri due figlioletti più 
grandi, e poi l’accertamento ancora più macroscopico che il bambino e la bambina 
avevano approfittato della sua assenza, alla guida dell’autorisciò fin dal primo 
mattino, per marinare la scuola nel corso di intere settimane. Ora sono sottoposti 
alle nostre comuni attenzioni, e ad un insegnante pomeridiano.
Nel prendermene cura, e vigilare, cerco di restarne il Baba evitando di 
diventarne il padre in luogo del mio amico, al fine di ricondurli al suo cuore e 
che egli non scada a loro genitore soltanto.

Quanto al progetto Alice, non sono certo io a disconoscerne l’ ispirazione 
metodologica originaria. Ma a quanto pare, nemmeno fare proprie le circospezioni 
buddhiste sulle cautele da assumere nella trasmissione del proprio pensiero è 
servito a gran che. Eppure non ho detto niente di diverso dalle raccomandazioni in 
loco dello stesso Dalai Lama, quando ha esortato a chiare parole a un’educazione 
secolare, e non religiosa, non opposta o aliena al senso comune e al pensiero 
scientifico. 
Quanto ai miei progetti, di lunga lena, te ne potrò parlare in una lettera 
ulteriore , o in Sarnat,oppure qui in Khajuraho.
Anche a te ora buon lavoro, cara Luigina, nella serenità di spirito in cui spero 
di potermi conservare, di ritrovarmi con te e di rivederci in India.
Un forte abbraccio
Con affetto
Odorico

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