lunedì 11 novembre 2013

12 novembre 2013, al mattino

 Allorchè mi sono destato ancora una volta per la mia incontinenza,  già alle cinque del mattino Kailash era in  partenza con il nostro autorisciò per la stazione dei treni, quando l’aurora non si era ancora diffusa su Khajuraho nellla sua lattiginosità cerulea, che prelude al dolce lume brumoso del novembre indiano che tanto m'incanta, salutandomi con il tono epico di chi parte per una missione sul darmakshetra  del campo di  battaglia decisivo, poi Ajay, mentre Chandu  piangeva a dirotto perchè gli era differito  il dud  del latte materno,  e l’intimità tra le coltri con il suo seno che le poppate gli avrebbero concesso, nel cui godimento persiste quando già ha più di quattro anni , mi avrebbe risvegliato appena sul fare delle sette, perchè la sorellina Poorti faceva ammoina nel lasciare il letto per la scuola,  e mancava solo meno di mezz’ora all’arrivo dell’autoriscio che ve l’avrebbe condotta,  nel suo sopraggiungere carico di bimbi lungo la stradicciola interna di Sevagram, già trafficata da vacche e passanti nel suo fresco biancore mattutino.
Ora ad avviarla alla scuola era alle sue spalle la stessa madre che nei mesi scorsi , mentre Kailash era fuori casa con il tuk tuk  ed io ancora in Italia,  tanto si era resa indifferente a che vi andasse o meno, nel suo analfabetismo che non capiva le ragioni,  mentre dalla soglia seguiva l'andamento delle cose Ajay che in precedenza mi aveva dato la voce della svogliatezza odierna della sorellina, lo stesso Ajay  che del fatto di lasciare la casa per la scuola in bicicletta prima della sorellina e di rientrare più tardi, se ne era fatta una ragione non solo per disinteressarsene, ma per disertare la scuola più ancora di Poorti, come prima delle vacanze ulteriori di Diwali è emerso dai registri di classe che consultavo insieme con il principal.
Ho potuto così riassopirmi  in pace nella mia stanza,  pur sapendo quanto fosse solo relativamente a posto ogni cosa, come giaccia  incompiuto tutto ciò che finora ho ordinato, che mi allietavo dell’irrequietudine felice di chi ha davanti tutta una giornata e un tempo di vita piena di cose da fare , a iniziare dal basilico da irrorare sul terrazzo, dalle preghiere da inoltrare tra la vita che riprendeva nei cortili sottostanti delle case contigue, da un mio verso  da rivedere, in una delle poesie di un tempo che ho ritrovato in una cartella che ho aperto per riordinarla, impilata in uno degli alwari a muro che sovrasta il mio letto.

Negli occhi  chiusi in un improbabile rientro nel sonno, sostando l’immagine dei lumi che nel tempio Duladeo ieri sera brillavano accesi di fronte alle sculture miniate  di Ganesha e Sararwati,  che stanno nello stipite inferiore del portale d’accesso al santuario del garbagriha,  per la festività che  cadrà l’undicesimo giorno dopo Diwali, che ribadisce l’ordine delle caste e inaugura la stagione dei matrimoni.

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