venerdì 11 dicembre 2015

Mohammad e la sua vita di grazia e miseria

Mohammad e la sua vita di grazia e miseria
Mohammad e la sua vita di grazia e miseria
Quando questa sera mi è ricomparso accanto nel Corner Lassi, Mohammad è tornato a splendermi di un volto radioso nei suoi occhi gioiosi, e la sua voce poteva di nuovo modularsi scherzosa, seduto allo stesso tavolo dove ieri nulla che gli dicessi, che gli manifestassi, riusciva ad allentare la fissità nel dolore del suo volto e del suo sguardo, al ritrovarsi a stomaco vuoto, al terzo giorno di inattività del padre come venditore di tè, dopo che in un' intera giornata di lavoro non aveva racimolato che 35 rupie, neanche il guadagno di mezzo euro.
A sua madre in giornata erano rimasti i soldi solo per comperare la farina con cui aveva impastato sei, sette chappati, di cui dei vicini avevano fornito il companatico di alcuni pomodori che aveva insaporito con del sale e della menta. E Mohammad si era schernito di non volerne mangiare, per lasciare il cibo alla sorella e agli altri suoi familiari.
Suo padre aveva farneticato la notte avanti, disperato di averli trascinati in una simile situazione lasciando Kanpur per Khajuraho, dove la casipola che aveva acquistato, ora che era precipitato in miseria non era più in grado di venderla ad un prezzo che gli consentisse di trasferirsi altrove. Ed intanto Mohammad sentiva al contempo di voler restare con me, per dividere insieme il proprio dolore ed avere di che saziarsi, e di dovere tornare accanto a suo padre.
Il ragazzo le settimane avanti mi si era detto fiero di lui, per come prima con l’esercizio di un tuk tuk, aprendo poi un banco di vendita di lassi, un altro di tinteggiatura di abiti, ora quello della vendita di tè , si era arrabattato in tutti i modi per fronteggiare le calamità in cui era incorso in Khajuraho, - per giunta i ladri due volte gli avevano svuotato degli averi in denaro e gioielli l’abitazione, e Mohammad durante la mia ultima permanenza in Italia non aveva avuto modo di lasciare la bicicletta sull’ uscio di casa, stremato dal sonno per un suo stato influenzale, che anche questa gli era stata rubata.
Ancora l’ altro giorno Mohammmad mi aveva esaltato più che ogni altra volta il valore di suo padre, quando durante i giorni dei massacri indoislamici dopo la distruzione della Babur Masjid di Ayodya - la cui edificazione avrebbe profanato il luogo natale del dio Rama ed avrebbe richiesto a sua volta, e a suo tempo, che fosse abbattuto il tempio hindu della natività del dio,- per difendere la sua vita e quella della nonna materna di Mohammad, l uomo che abitualmente è di una mitezza e gentilezza unica, aveva ucciso due rivoltosi hindu che stavano per assassinare entrambi..
“ E’ stato presso**** Già alla stazione di Kanpur cui era arrivato dal villaggio insieme alla nonna,il papà aveva trovato confusione e violenza, gente che sparava ed uccideva, altra che cadeva morta o che già lo era (o che già era era cadavere) lungo le piattaforme dei binari. Aveva allora raccolto una pistola che era finita abbandonata per terra e se l’era messa in tasca. Nessun rickshaw -wallah voleva portarli dove intendevano andare, i conducenti avevano paura anche solo a muoversi Quando quei due uomini li hanno fermati, il papà e la nonna, e hanno chiesto loro in nome, come hanno così saputo che erano islamici hanno puntato la pistola alla tempia di entrambi…. Mio padre a poco a poco, perché non se ne accorgessero, ha allora levato di tasca la pistola che aveva raccolto in stazione… Ma è stato per difendere la propria vita e quella della nonna che l’ha fatto… Da tutto l Uttar Pradesh in quei giorni era accorsa polizia, non si poteva uscire di casa o accendere di notte la luce nelle case”.
“ Mohammad, sono tornato oggi a dirgli nel ritrovarlo rinfrancato, la tua vita è un romanzo di cui sei il protagonista senza poter decidere la trama, con alti e bassi, up, down, up, down, senza fine, che richiede tante lacrime che dovrai seguitare a versare nei suoi bei capitoli”
Già lunedi, come ho visto che per il secondo giorno consecutivo il padre non aveva ripristinato lo spaccio di bevande calde, ho inteso che quando ci fossimo rincontrati non avrei ritrovato Mohammad giocoso e scherzevole come il giorno prima, durante il nostro viaggio pomeridiano in bicicletta sino a Chickenpurah, per accertare lo stato delle strade che vi recano, sulla via di Byathal, il villaggio natale di Kailash., e non solo perché in mattinata aveva accusato uno stato febbrile.
Gli ho allora ripetuto che doveva preoccuparsi solo di studiare e di fare esperienza della vita e del mondo, stando in salute, che questo era ora il suo compito, con il mio aiuto e secondo quanto voleva papà. Ma già al mio rientro in casa, come mi si è concretata mentalmente la situazione del padre e familiare, ho sentito tutta l’ inconsistenza che avevano per Mohammad le mie parole, al cospetto di un genitore il cui lavoro non offre prospettive di guadagno che irrisorie, né altre gli si prospettano restando in Khajuraho, da cui non ha modo di andarsene con la famiglia al seguito, contrastato da ogni sorta di gelosia esclusiva, ( ai lati del suo piccolo banco due avviate locande offrono il suo stesso tè, senza riservargli almeno quella esclusiva, i bramini della casa retrostante lamentano che le sue due panche e quel banco d’appoggio di un fornello siano un covo di perdizione). E come al telefono Mohamad mi ha avvertito che sarebbe venuto in ufficio per la lezione insieme ad Abbas in motocicletta, il ricco suo amico di casta sayyed che di lui si serve soltanto, come di me fa ugualmente, ho trattenuto a stento il mio rigetto di tutto, per essere di nuovo in ufficio con entrambi ed Ajay, e rinnovare le mie celie linguistiche.
Se si poteva seguitare a leggere Il piccolo Principe? Oooeuh, certamente, interagivo interiettivamente, così come avrei detto detto “Aàao”, nella parlata bundela locale , “A’aaa “in Kanpur, adduceva Mohammad… “Strane , certe somiglianze sonore, io qui sono un babbà con tre b, come in Italia sarei un nonno con tre n, - stavamo studiando i nomi delle parentele-, la tatti, qui con tre t, in Italiano è la cacca con tre “c”! Fantastico l' indoeuropeo….”
Così Mohammad mi sembrava si stesse comunque risollevando, dopo che la settimana scorsa la ricaduta antecedente della sua vitalità straripante era avvenuta per l incidente che lungo la strada dissestata verso il villaggio islamico di Manjiurnagar l’aveva coinvolto al rientro a sera tarda da una mia lezione precedente.
L’auto l’aveva investito di fianco, seguitando la sua corsa, ma il peggio era capitato al suo cellulare.
“ It s defected, now”., mi aveva anticipato ricorrendo a quello di un suo amico, mentre rientravo dai templi jain per incontrarlo al Madras cafe.
In realtà Mohammad mi estraeva da una tasca prima la sim card, poi la batteria, per mostrarmi ciò che unicamente ne era rimasto intatto, poi dall’altra un involtino, in cui erano i resti sfasciati del suo cellulare.
Gli era caduto di tasca e l’auto vi era passata sopra…
“ L’avevo acquistato 6-7 anni fa di seconda mano, vedi come lo tenevo bene, la sua memoria conteneva 2763 messaggi, 852 erano vocali, più di 80 le fotografie, in gran parte della mia girl friend …”
Che importava più, che restituendogli ella il sonno e l’appetito, pochi giorni prima , benché solo quindicenne, avesse avuto la forza di rifiutare il pretendente che con la famiglia era venuto da Banda insieme con il padre della ragazza che ne era rientrato, da un viaggio complessivo di affari, per iniziare a combinarne il matrimonio ?
"Allah gave me a very bad life".
“ Mohammad,. gli sorridevo- in Italia si direbbe che per te “ piove sul bagnato”, “ it rains where is ghila “
Solo due settimane prima mi ero dato da fare perché potesse ripararlo, poiché dallo schermo era sparito ogni dato.
Un Mohammad sconsolato ed incantevole più che mai, mi mostrava allora i suoi sandali infradito
“ Vedi, sono ancora quelli che mi comprasti a luglio, quando gli altri si ruppero al ritorno in bicicletta da Byathal. Per poterli portare ancora uso la colla e il fil di ferro"
.Che mi sarebbe costato comperargliene di nuovi, se non che così avrei seguitato a privilegiarlo nelle mie cure rispetto ai figli di Kailash, con una predilezione manifesta che fa lampeggiare nella mente di Kailash una gelosia possessiva che ha i tratti della follia .....................................
“ Mohammad, ma tu sei bello come lo è la tua vita. Hai presente il circo, quelli che vi si esibiscono in giochi difficili e pericolosi? Tu sei un angelo che ogni giorno deve sopravvivere così. Da anni è questa la tua vita , la vita della tua famiglia, ma vi ritrovate ancora qui, e niente è andato perduto. Tu fossi un giorno ricco, guarderesti allora a questi tuoi giorni come ad una gran vita fantastica”.
( da rivedere e correggere)


Quando questa sera mi è ricomparso accanto nel Corner Lassi, Mohammad è tornato a splendermi di un volto radioso nei suoi occhi gioiosi, e la sua voce poteva di nuovo modularsi scherzosa, seduto allo stesso tavolo dove ieri nulla che gli dicessi, che gli manifestassi, riusciva ad allentare la fissità nel dolore del suo volto e del suo sguardo, al ritrovarsi a stomaco vuoto, al terzo giorno di inattività del padre come venditore di tè, dopo che in un' intera giornata di lavoro non aveva racimolato che 35 rupie, neanche il guadagno di mezzo euro.
A sua madre in giornata erano rimasti i soldi solo per comperare la farina con cui aveva impastato sei, sette chappati, di cui dei vicini avevano fornito il companatico di alcuni pomodori che aveva insaporito con del sale e della menta. E Mohammad si era schernito di non volerne mangiare, per lasciare il cibo alla sorella e agli altri suoi familiari.
Suo padre aveva farneticato la notte avanti, disperato di averli trascinati in una simile situazione lasciando Kanpur per Khajuraho, dove la casipola che aveva acquistato, ora che era precipitato in miseria non era più in grado di venderla ad un prezzo che gli consentisse di trasferirsi altrove. Ed intanto Mohammad sentiva al contempo di voler restare con me, per dividere insieme il proprio dolore ed avere di che saziarsi, e di dovere tornare  accanto a suo padre.
Il ragazzo le settimane avanti mi si era detto fiero del padre, per come prima con l’esercizio di un tuk tuk, aprendo poi un banco di vendita di lassi, un altro di tinteggiatura di abiti, ora quello della vendita di tè , si era arrabattato in tutti i modi per fronteggiare le calamità in cui era incorso in Khajuraho, - per giunta i ladri due volte gli avevano svuotato degli averi in denaro e gioielli l’abitazione, e Mohammad durante la mia ultima permanenza in Italia non aveva avuto modo di lasciare la bicicletta sull’ uscio di casa, stremato dal sonno per un suo stato influenzale, che anche questa gli era stata rubata.
Ancora l’ altro giorno Mohammmad mi aveva esaltato più che ogni altra volta il valore di suo padre, quando durante i giorni dei massacri indoislamici dopo la distruzione della Babur Masjid di Ayodya - la cui edificazione avrebbe profanato il luogo natale del dio Rama ed avrebbe richiesto a sua volta, e a suo tempo, che fosse abbattuto il tempio hindu della natività del dio,- per difendere la sua vita e quella della nonna materna di Mohammad, l uomo che abitualmente è di una mitezza e gentilezza unica, aveva ucciso due rivoltosi hindu che stavano per assassinare entrambi..
“ E’ stato presso**** Già alla stazione di Kanpur cui era arrivato dal villaggio insieme alla nonna,il papà aveva trovato confusione e violenza, gente che sparava ed uccideva, altra che cadeva morta o che era cadavere lungo le piattaforme dei binari. Aveva allora raccolto una pistola che era finita abbandonata per terra e se l’era messa in tasca. Nessun rickshaw -wallah voleva portarli dove intendevano andare, i conducenti avevano paura anche solo a muoversi Quando quei due uomini li hanno fermati, il papà e la nonna, e hanno chiesto loro in nome, come hanno così saputo che erano islamici hanno puntato la pistola alla tempia di entrambi…. Mio padre a poco a poco, perché non se ne accorgessero, ha allora levato di tasca la pistola che aveva raccolto in stazione… Ma è stato per difendere la propria vita e quella della nonna che l’ha fatto… Da tutto l Uttar Pradesh in quei giorni era accorsa polizia, non si poteva uscire di casa o accendere di notte la luce nelle case”.
“ Mohammad, sono tornato oggi a dirgli nel ritrovarlo rinfrancato, la tua vita è un romanzo di cui sei il protagonista senza poter decidere la trama, con alti e bassi, up, down, up, down, senza fine, che richiede tante lacrime che dovrai seguitare a versare nei suoi bei capitoli”
Già lunedi, come ho visto che per il secondo giorno consecutivo il padre non aveva ripristinato lo spaccio di bevande calde, ho inteso che quando ci fossimo rincontrati non avrei ritrovato Mohammad giocoso e scherzevole come il giorno prima, durante il nostro viaggio pomeridiano in bicicletta sino a Chickenpurah, per accertare lo stato delle strade che vi recano, sulla via di Byathal, il villaggio natale di Kailash., e non solo perché in mattinata aveva accusato uno stato febbrile.
Gli ho allora ripetuto che doveva curarsi solo di studiare e di fare esperienza della vita e del mondo, che questo era ora il suo compito, con il mio aiuto e secondo quanto voleva papà. Ma già al mio rientro in casa, come mi si è concretata mentalmente la situazione del padre e familiare, ho sentito tutta l’ inconsistenza che avevano per Mohammad le mie parole, al cospetto di un genitore il cui lavoro non offre prospettive di guadagno che irrisorie, né altre gli si prospettano restando in Khajuraho, da cui non ha modo di andarsene con la famiglia al seguito, contrastato da ogni sorta di gelosia esclusiva, ( ai lati del suo banco due avviate locande offrono il suo stesso tè, senza riservargli almeno quella esclusiva, i bramini della casa retrostante lamentano che le sue due panche e quel banco d’appoggio di un fornello siano un covo di perdizione). E come al telefono Mohamad mi ha avvertito che sarebbe venuto in ufficio per la lezione insieme ad Abbas in motocicletta, il ricco suo amico di casta sayyed che di lui si serve soltanto, come di me fa ugualmente, ho trattenuto a stento il mio rigetto di tutto, per essere di nuovo in ufficio con entrambi ed Ajay, e rinnovare le mie celie linguistiche.
Se si poteva seguitare a leggere Il piccolo Principe? Oooeuh, certamente, interagivo interiettivamente, così come avrei detto detto “Aàao”, nella parlata bundela locale , “A’aaa “in Kanpur, adduceva Mohammad… “Strane , certe somiglianze sonore, io qui sono un babbà con tre b, come in Italia sarei un nonno con tre n,- stavamo studiando i nomi delle parentele-, la tatti, qui con tre t, in Italiano è la cacca con tre “c”! Fantastico l' indoeuropeo….”
Così Mohammad mi sembrava si stesse comunque risollevando, dopo che la settimana scorsa la ricaduta antecedente della sua vitalità straripante era avvenuta per l incidente che lungo la strada dissestata verso il villaggio islamico di Manjiurnagar l’aveva coinvolto al rientro a sera tarda da una mia lezione precedente.
L’auto l’aveva investito di fianco, seguitando la sua corsa, ma il peggio era capitato al suo cellulare.
“ It s defected, now”., mi aveva anticipato ricorrendo a quello di un suo amico, mentre rientravo dai templi jain per incontrarlo al Madras cafe.
In realtà Mohammad mi estraeva da una tasca prima la sim card, poi la batteria, per mostrarmi ciò che unicamente ne era rimasto intatto, poi dall’altra un involtino, in cui erano i resti sfasciati del suo cellulare.
Gli era caduto di tasca e l’auto vi era passata sopra…
“ L’avevo acquistato 6-7 anni fa di seconda mano, vedi come lo tenevo bene, la sua memoria conteneva 2763 messaggi, 852 erano vocali, più di 80 le fotografie, in gran parte della mia girl friend …”
Che importava più, che restituendogli ella il sonno e l’appetito, pochi giorni prima , benché solo quindicenne, avesse avuto la forza di rifiutare il pretendente che con la famiglia era venuto da Banda insieme con il padre della ragazza che ne era rientrato, da un viaggio complessivo di affari, per iniziare a combinarne il matrimonio ?
"Allah gave me a very bad life".
“ Mohammad,. gli sorridevo- in Italia si direbbe che per te “ piove sul bagnato”, “ it rains where is ghila “
Solo due settimane prima mi ero dato da fare perché potesse ripararlo, poiché dallo schermo era sparito ogni dato.
Un Mohammad sconsolato ed incantevole più che mai, mi mostrava allora i suoi sandali infradito
“ Vedi, sono ancora quelli che mi comprasti a luglio, quando gli altri si ruppero al ritorno in bicicletta da Byathal. Per poterli portare ancora uso la colla e il fil di ferro"
...................................
“ Mohammad, ma tu sei bello come lo è la tua vita. Hai presente il circo, quelli che vi si esibiscono in giochi difficili e pericolosi? Tu sei un angelo che ogni giorno deve sopravvivere così. Da anni è questa la tua vita , la vita della tua famiglia, ma vi ritrovate ancora qui, e niente è andato perduto. Tu fossi un giorno ricco, guarderesti allora a questi tuoi giorni come ad una gran vita fantastica”.
( da rivedere e correggere)

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