domenica 25 marzo 2018

A Capodanno ( Capodanno indiano)

L’ultimo dell’anno ho rivisto ancora una volta in videochiamata Chandu, Poorti, Ajay, Kailash , meravigliosamente belli nei lineamenti ravvivati dal freddo. Chandu era di una allegria che sopravanzava straripante le poche cose che aveva da dirmi, Poorti irradiava ancora più gioia nel riscoprirmi così affettuoso e tenero nei suoi riguardi di bambina in boccio. Con Ajay mi sono intrattenuto prima che gli altri arrivassero e dopo che se ne sono andati, cercando di prospettargli un futuro prossimo, nella prosecuzione degli studi presso la sua scuola fino al dodicesimo anno, per poi seguitarli all’Università di Chhatarpur, in concomitanza con la sua apertura a tutti gli effetti. Con Kailash ho ripreso i soliti discorsi , sull’animazione a Capodanno di Khajuraho, che la faceva affollata di turisti, soprattutto indiani, come nelle ricorrenze dell’Amausia o della stessa Shivaratri, macchine parcheggiate ovunque lungo le vie dei templi, e per egli, senza l' incombenza per le vacanze di portare a scuola Chandu e Poorti e di ricondurli a casa, affidando il negozietto ad Ajay , si prospettava l'opportunità di raggranellare centinaia di rupie con qualche giro turistico in cui recasse ai templi minori o alla stazione ferroviaria visitatori indiani del più diverso tenore, i due signori di Jaipur che avevano finanche richiesto le sue generalità, perché fosse il conducente anche di certi loro amici quando fossero sopraggiunti in Khajuraho, una coppia, marito e moglie, di Bhopal, tutt’altro che in vena di elargizioni, tre signore di Kolkata che benché fossero arrivate da Delhi solo di pomeriggio con il treno che avrebbe dovuto pervenire di primo mattino, si attardavano per strada per reperire un autorickshaw il cui noleggio fosse più economico di quelli i cui conducenti si erano offerti l' uno di seguito all’altro di accompagnarle. 
Il freddo tagliente induceva Kailash a rientrare a casa al più presto dall' internet center, per non pregiudicare la salute di un Chandu ancora convalescente, che mi aveva preannunciato come si fosse scurito di pelle per un’infezione contratta e per essere stato sottratto per giorni al freddo dell’acqua e di lavarsi in cortile, ma prima di riportare a casa Poorti e Chandu non avrebbe mancato di recarsi nella vicina pasticceria in cui abitualmente ordinavo le torte per i compleanni e le ricorrenze speciali, per acquistarne una al cioccolato che allietasse il Capodanno dei bimbi.
Cessato il clamore della loro apparizione in videochiamata, il loro squarcio di vita, benché l'ora fosse già tarda ho fatto il numero di telefono di Mohammad, più per una prassi di rito, che perché immaginassi o sperassi che potesse rispondermi, ed invece il ragazzo l ho ritrovato al telefono. L’affetto dirompente che ci unisce ci faceva presenti l uno all’altro più che se ci vedessimo in linea , e i nostri discorsi fluivano l uno dall altro come se si intrecciassero con i nostri sguardi. Mohammad mi ribadiva che Muskan oramai da due mesi l’aveva lasciata, senza che alcuna sofferenza fosse tacitata dalle sue parole. La sua situazione familiare me la prefigurava secondo gli intenti che proiettava nel padre, preannunciandomi che sarebbero rimasti a Khajuraho fino ad aprile, e che al mio ritorno avrei potuto trovarlo li fino ad allora, quando finirà per lui con gli esami di stato il decimo anno scolastico, poi la casa sarebbe stata affittata e lui e la mamma e la sorella avrebbero preso la via di Kanpur, per andare a stare nella casa grande della nonna, mentre il padre sarebbe andato in cerca di lavoro nel Gujarat , da quelle parti. Ma tutto sarebbe stato messo in discussione , se il padre avesse trovato un lavoro remunerativo in Khajuraho.
“ La vita è davvero difficile Mohammad”
“Si deve sopravvivere” mi sospirava il ragazzo.La vita è davvero difficile Mohammad”
“Si deve sopravvivere” mi sospirava il ragazzo.Ma il peso più immane che gravava sul loro futuro familiare, più ancora che l'onere della sussistenza, era il matrimonio futuro della sorella, in là nel tempo di ancora un quinquennio, ai cui costi di almeno 250.000 rupie il padre non sapeva da solo come far fronte, disponendo di un guadagno giornaliero al più di 200 rupie come venditore di the, con il quale non riusciva a provvedere che a stento alle necessità familiari di ogni giorno .
“ Devo dirti quello che davvero penso, Mohammad? La cosa più terribile è che nei matrimoni indiani diventino un tale problema la dote e le nozze, i loro costi, il dar da mangiare a degli invitati, mentre non ci si dà pensiero che una figlia possa essere felice con il suo sposo, “ Ma se non le dai una dote , e la sposi povera, il marito poi la maltratta, la picchia, non la vuole più, la rimanda indietro dalla sua famiglia…”
Le mie solite raccomandazioni vane che con la fine delle vacanze di Natale riprendesse la scuola, si sovrapponevano al solo seguito possibile di tale discorso, e come al solito sortivano solo l'effetto di provocare la fine del suo collegamento, con la giustificazione consueta che le batterie del suo cellulare si stavano scaricando
“ E’ geloso di te e di me…non vuole lasciarci parlare ancora”, i termini scherzosi del suo commiato.

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