giovedì 14 giugno 2007

Una meraviglia ignota ai più





Non ne parlano i libri d'arte, le guide ne parlano al più come di una negletta meta di pregio, in Allahabad
Il Khusru bagh è invece una delle meraviglie moghul, in una verde oasi ove si de congestionano il traffico e il minuto commercio che prolifera ai margini del centro della città.
Basta procedervi e si è già addentro all' al di là di un paradiso islamico, nei taciti palazzi che ospitano la quieta ultraterrena dei loro signori defunti,








































il principe Khusru, la madre Shah Begun, la sorella Nesa ( Begum), in un dialogo dei loro spiriti che non chiede più che si dissuggellino portali e finestre, ma che liberamente traspira, tra le jali, dall'uno all altro dei palazzi tombali.
Ai primi di gennaio, il giorno seguente le nostre peregrinazioni nell' Ardh Mela, nonostante l'ora fosse già tarda per essere di rientro a Khajuraho durante la notte, ho implorato K. perché anch' egli lasciasse il vicino hotel per venire a vedere il paradisiaco giardino , dopo che fugacemente l'avevo visitato. Ed il tempo in cui vi si è dilungato, egli inoltrandomi nell' interno delle tombe a cui mi ero negato l'accesso, era il tributo tacito, in forma di indugio, della sua stessa ammirazione rapita.

mercoledì 13 giugno 2007

Afghanistan, tesori ritrovati



Per l'immaginario mitico della mia immaginazione storica, tutto era superbamente favoloso,di quanto era esposto nella mostra a Torino de I tesori ritrovati dell' Afghanistan!
Ritrovarmi di fronte alla pietra medesima fatta incidere dal filosofo Clearco in Ai Khanum, con dei precetti delfici trascrittivi alle estreme frontiere della civiltà occidentale, in terre di raffronto dell' ellenismo con il buddismo,un' emozione trascendente











"Sii un bambino ben educato
un giovane padrone di sé
un giusto uomo
un anziano saggio
Muori senza afflizioni."

La stessa denominazione dell' esposizione faceva per me irresistibilmente da pendant al libro di Flandrin intitolato Tesori perduti dell'Afghanistan, che credevo fosse l ultima parola su luoghi e bellezze di inconsolabile perdita.
Dunque, la successione di guerre terrificanti sul suolo afghano, la furia rapinatrice e devastante, trafugamenti e avidità criminale, vi riecheggiavano, a distanza oramai di sicurezza, come i mostri insonni da cui quel patrimonio immenso era stato posto felicemente in salvo, e nel magnifico sito museale, le meraviglie della globalizzazione d'antan, ove sensuosità femminili di avori indiani e freschezza di tocco i di vetri dipinti mediterranei, bronzi egizi e greco- orientalegggianti facevano splendida mostra della loro antica compresenza in un deposito di epoca kushana ritrovato in Begram, del 1 secolo d. C. -Ben lontano ora dagli affanni e dalle insidie della guerra,ugualmente il tesoro di Tillia Tepe, nella luce di cui sfavillava, ostentava altre, antecedenti mescidanze cosmopolite, presso le stesse popolazioni nomadi scite o yuezhi in suolo afghano, fuse insieme ecletticamente nell'uno o nell' altro ornamento del corredo funerario di principi o principesse :















nell' identico fodero di pugnale la svastica indiana , il dragone cinese, si integravano con i viluppi di colpi di coda, di fauci voraci , di spirali avvolgenti, della vitalità del soprannaturale animalistico dell' arte greco scita delle steppe, accanto ad una moneta romana recante l'effigie di Tiberio imperatore, ad una moneta indica ove il primo Budda antropomorfo volgeva la ruota della legge, darmachackra, ad anelli con Atena intagliata, a fermagli con putti greco romani che si dilettavano su pesci fluttuanti, ad appliques di Veneri kushana con amorini in erezione, a fermagli con soldati loricati di armature greco-battriane, a fibbie da calzatura,con mandarini cinesi, itineranti , su carri mongolici di epoca han trainati dai più fieri dragoni, a pendagli di signori di leoni cornuti - come nell' Altai-in caffetano partico, con un tikka al centro della fronte alla maniera indiana.
E il silenzio in cui tutto quello splendore era stato sottratto alla disintegrazione di pallottole e di dinamite, alla devastazione di colpi di lame e di picche e versatoi, all'inclemenza di scoline e turbini deterioranti , era un commosso tributo in ogni lamina e granulo, e brattea, a Viktor Sarianidi, a chi le aveva dissepolte dall' oblio e riconsegnate allo sguardo dei volti e alla commozione dei cuori , sottraendole con lucidità e coraggio a mani adunche ed intenti efferati
Ma, folgorante, come un nembo di Zeus tramutatosi nel Vajira - gioiello buddistico di Vajirapani, in un' Ai Khanum - Signora Luna-ov'erano stati ritrovati entrambi, fondeva in uno passato e presente, l'inquietudine locale attuale delle genti rivierasche e la fascinazione paurosa di quelle remote genti trascorse, eppure cosi di nuovo vive e presenti, lungo i nostri corsi d'acqua come presso le acque correnti in prossimità delle Alessandrie che furono fondate in Afghanistan , l'agnizione del presunto delfino cavalcato da putti, in più coppie di fermagli,con tanto di singolari barbigli, e squame, e pinna caudata,

nientemeno che nel siluro che spopola della fauna ittica i nostri fiumi come l'antico corso dell' Oxus,o del Kokch,, da cui traggono eccitazione e turbamento i pescatori d'oggi del Po, e dei suoi affluenti, come gli antichi pescatori erranti dell'Asia.