giovedì 26 agosto 2021

E’ Il tempo della dissociazione// Del sangue versato e del vello raccolto,// della terra rara e degli elfi interrativi // del farmaco e del suo veleno // dell’incendio dell’aria e della sua refrigerazione,// dell’eden con il barbecue e della selvatica aspraggine" della dissociazione del mostro dalla sua fattrice amorosa,// della nuda vita in salvo dallo splendore del Trono, // dal Dio luminoso e tremendo alla sorgente di tutto. E’ Il tempo della dissociazione/ Dalla guerra e dallo sfruttamento nei frutti raccolti, Del farmaco dal suo veleno Dell’incendio dell’aria dalla sua refrigerazione, Dell’eden dalla pianta selvatica, Della dissociazione del mostro dalla sua fattrice amorosa, Della nuda vita in salvo dallo splendore del Trono, dal Dio luminoso e tremendo alla sorgente di tutto.

sabato 14 agosto 2021

Cronache indiane ferragostane

E mentre si ritrova in hotel per la metà dello stipendio di prima, Kailash vede salire impassibile le fortune dei procacciatori di strada, i lapkas, e grazie a loro salvaguardarsi gli hotel circonvicini che si prestano alle loro richieste.” Ora chiedono il 40% dei proventi dell’ hotel, come commissione”, per ogni stanza in cui finiscano i turista indiani che intercettano per strada, Sono i tourist guides lapkas, come li definisce il mio amico, che subornano a tal punto i turisti che accalappiano da indurli a vedere i soli templi a cui hanno libero accesso, non essendo guide autorizzate per accompagnarli in quelli principali. “ Così’ li portano a vedere i soli templi Vamana e Javari, Duladeo e Chaturbuja “, ossia i templi indiscutibilmente minori.”Nei templi Jain dicono che non si può entrare perché vi sono sempre in corso della pujas religiose, e l’area dei i templi occidentali- che sono tra i più straordinari dell’India- dicono che è uno spot per pic nic”. Il Times of India apriva con la notizia del crollo del regime afghano per l’avanzata dirompente dei telebani, annunciandolo come un clamoroso fallimento dell’America e di Biden. Il disinganno quanto a Biden come a Trump è già tale nel mio amico, che nel suo animo passava in secondo piano che così, con il passaggio dell’Afghanistan dopo il Pakistan sotto le grinfie della Cina, si completava l’ accerchiamento dell’Iindia ad occidente. Come poteva lo stresso Imran Khan lamentarsi che il vero partner dell’America fosse l India?“ Quando eravamo senza bombole di ossigeno negli ospedali, e vi si moriva come mosche, sono stati gli ultimi negli aiuti” Se poi si considerava, come io gli ricordavo, che l’America di Biden aveva smesso di appoggiare la proposta indiana e sudafricana della liberalizzazione dei brevetti dei vaccini nel mondo, per i paesi poveri, cui l’India avrebbe potuto fornirli a miliardi, solo il 2% della popolazione africana essendo vaccinata… “ I loro politici sono come i nostri, sanno solo appoggiarsi tra loro per essere eletti…” La Russia, la stessa Cina meritavano più rispetto. Su uno sfondo apocalittico per cui le loro ostilità irrefrenabili avrebbero condotto alla nuova pralaya o dissoluzione cosmica .Per il sonno beato di Vishnu sul serpente Ananta.

Cronache dei primi di agosto

In questi giorni durante i quali il padrone dell’ hotel Harmony è in Delhi con la sua famiglia, Kailash è in tutto più libero e sereno, e si concede in ogni più tenera confidenza. “ Ieri sera due chua, due topi mi hanno sfiorato i piedi mentre dormivo sul materasso in albergo. La mattina dopo li ho visti sul tappeto” Ancora alla fine di luglio egli era in preda all’avvilimento più cupo, perché l’anziano big owner aveva licenziato tutto il personale, ad eccezione solo di lui, ma convocandolo in hotel un giorno sì e un giorno no. Di conseguenza il suo salario che era già dimezzato rispetto all’epoca pre lockdown si sarebbe ridotto ulteriormente della metà, pur dovendo egli restare a disposizione dell’hotel per tutto il suo tempo. Così stando le cose, l’ ho supplicato per il rispetto che deve a se stesso, al marito della moglie Vimala e al padre dei suoi figli di non mettere più piede in Hotel, bye bye. Due, tre giorni, è durata l’attesa di una smentita o di una conferma. Un Kailash in cui allo scoramento, era subentrata una padronanza superiore del corso degli eventi. forte del mio sostegno, mi diceva nel frattempo “ L’altro ieri zero personale e ieri e finora zero rooms. Nessuno dei turisti indiani di passaggio per strada che abbia dato nemmeno uno sguardo all hotel.? “ “ E’ il karma, no, Kallu?”-“ Tu mi capisci al volo”. E non ero certo io che potevo considerare con sufficienza tale supposizione, visto che non c’è stato incidente che mi sia capitato in bicicletta, alcuni dei quali dei più rocamboleschi, come quando la cintura che avevo appena acquistato nell emporio cinese per trattenere sul portapacchi un bagaglio mi si è spezzata e si è avvoltolata intorno alla ruota del cambio facendolo deragliare e bloccandomi la ruota, che non si sia puntualmente verificato ogni volta che ho trascurato o che mi soni rifiutato di offrire denaro ai questuanti che stazionavano di fronte al supermercato, Ma l indomani i figli hanno indotto il big old owner a recedere dai suoi intenti e Kailash è potuto rimanere immancabilmente in servizio. Sono pertanto rientrati il cuoco del Raja cafe, il fratello Manoj e Monu, del quale l’amico doveva pur deprecare che in assenza del padrone non riscuotesse la polvere. “Ahimè, non era come il mio amico, che anche in assenza del padrone n on recede dal suo dharma, in perlustrazione costante, quando gli telefono prima che vinto dal sonno e dagli sbadigli non lo ritrovi nella branda in hotel. “ Il venerdi, il sabato e la domenica ci sono turisti indiani, ma per il resto dei giorni della settimana l’ hotel è vuoto o solo poche stanze sono occupate. E i padroni quando le cose vanno male o meno bene fanno di te il loro gulam, il loro schiavo”. Del resto che cosa riservi la città, di primo acchito, dopo Mohammad lo hanno appreso bene Ajay e il nipote Ashesh: fabbriche che aprono e chiudono in breve tempo lasciando in sospeso il primo stipendio, ritardandolo o facendolo mancare , fabbriche in cui per l inquinamento interno non puoi restare più di pochi giorni o ne va della tua pelle e della tua dsalute, fabbriche lontano da ogni centro abitato, e ogni sorta di controllo, come è accaduto per Ashesh in Chennai, che uno deve raggiungere in autobus nella giungla dal suo dormitorio.Come il suo padrone ha lasaciato l’hotel, Kailash prima del fine settimana scorso ha fatto rientro dal padre in Byathal, per aiutarlo a rifare il tetto in lamiera della stalla dei nostri bufali, che accudisce e da cui trae proventi il padre in sua vece. E al ritorno,- il Byathal il segnale del network non era captabile, - solo incidentalmente mi ha recato la gran bella notizia che in questi giorni è nata una bufalina, la seconda sorella del suo amato Lalosha, la terza , non fosse morta incidentalmente la terzogenita, che Kallu aveva pianto per una intera notte rannicchiandosi ai piedi dei figli. Ma avevano potuto solo liberare la stalla dalle precedenti macerie, e da oggi Kailasah sarà di ritorno in Byathal, visto che latitano i clienti, i clienti di low quality, a suo dire, perché chiedono continuamente servizi e non gli concedono una sola rupia come bakshesh. Per giunta l’hanno ieri l’altro fatto sentire già vecchio, quando invece che come a un wallah, un uomo che ti è fratello, si sono rivolti a lui chiamandolo “oncle”. “ E per i miei capelli bianchi, per la barba dai peli bianchi”“ Ed io che cosa dovrei dire , Kallu, che sono tutto bianco? Ma credimi, quando leggo e scrivo, o parlo a te, io sono fuori del tempo, non ho più età, sessanta, o quaranta, o cinquanta anni, non si è più un vecchio uomo quando si vive con il cuore o con la mente”.

sabato 31 luglio 2021

Inutile splendore dei giorni,// inutile supplemento di vita, // la mente attorce cadaveri, // odia i miei simili come un dio Implacabile , // “Non concessi a loro la vita// Perché per salvarla si facessero atroci,// anche il sole ti divenne un loro beneficio concesso”, // “così non voglio tornare di fuori, protesti,/// dire” è per grazia octroyèe se sono tra voi,/// tre anni la lontananza infinita, /// in esilio tra l’ immondizia di Proci, /// povera vita mia, non più capace di naufragi e d’incanti, // inutile ripetersi che sei l’ unica , ora e per sempre,// che puoi ancora tentare prima del vuoto, // sai solo perderti e basta // in cerca del sonno./// Infinito reame di che orrori domestici // Della tua vita trascorsa, // di viaggi di arti stroncati, /// e anche così// neanche la morte è il senso dei giorni // una sola cosa certa: Non mi piegherò ai vostri pass// E alla fin della licenza vivo, e pur sempre non vivo.//

mercoledì 7 luglio 2021

Da Marrakesh fino a Cordoba

Da Marrakesh fino a Cordoba/ La cammella con il suo corpo ed i suoi libri/ Questo il maestro, queste le sue opere./ Ma di Averroè si è realizzata la speranza?/ Da Teheran a Tiblisi è portato da buoi attaccati ad un carro/ Che Puskin reincontra Griboedov pugnalato trastullo, / morte istantanea, morte bellissima,/ di chi conobbe tutta la disgrazia dell ingegno./ Harun- al- Rashid, Jafar al-Barmaki/ Akbar- e- Azam, Adham Khan, / giustiziato, poi crocifisso alle porte, / due volte a capofitto chi fu il proprio fratello di latte./ Chi lo sa il destino, Josip, / di uomini o di umane belve,/ che fitte fatali al petto ci serba/

lunedì 5 luglio 2021

ecce homo, quando appare Kailash

Ecce homo, quando appare Kailash, it’s good for my mind, mi dice, Che oltre che alla reception stia al lavoro in giardino, Pulisca le camere di polvere e spider del lockdown, Per il suo big owner si presti alle commissioni finito il lavoro, lL’inizio alle cinque del mattino Quando sente i suoi colpi perché si risvegli, Meglio dimentichi,, che non lo devasti, Che il suo salario di un mese Qui è neanche quello di un giorno, Che piuttosto in asheesh, Black Cobra, cerchi con chi dividere le fatiche e le ore “con lui parlo, scherzo giocando, E’ meglio di quando lavoro da solo” Chandu il mio gioioso incanto di noi in ascolto, Gli occhi stellanti, immensi, Quando gli riprometto l’HImalaya e l Oceano indiano, Nel riscoprire le vie del mondo con i suoi occhi Prima che i miei siano per sua mano cenere. Anas, my boy friend, Solo al mio richiamo mi ha mostrato l’anello, il pranzo nuziale imbandito di cicken byriani,., Afreen ingioiellata e truccata al suo fianco,, Mentr’io non aspetto di certo che di nozze e bhk flat mi renda che ho speso. Poorti sempre più bella Nella tornitura del suo farsi una donna Vimala in attesa del vaccino, casa per casa, Resta Ajay, nota dolente,v Vuole tentare il mondo e ch’io gli paghi il conto, Come per il padre in luogo dei padroni animali, intoccabili dei, Con gli amici circuendomi come un lapka, Con false parole di rispetto ed estreme minacce, please, you are my last hope, Qui , a parlarne, è la solfa di non consentire che se ne approfittino, Quando è tutto di guadagnato se Kailash e Ajay cadono in letargo Che si diano da fare è una catastrofe annunciata Ma l’importante è cantare l’amore di ogni forma e colore, Che sia di sé il sacrificio perenne pur spretata ogni messa.

Per te è esilio

Per te è esilio,dead man walking, Che sia l’ansito di ogni residuo giorno Dove sei nato morto, Nella zolla l’acre odore paterno, La linfa delle radici le marcescenze del tuo fradicio inguine, madri di ogni terrore che ti ammusano dove l’umano, per il bene di tutti, non è più che morfogenesi animale. Sani e puliti, e che si giochi, è tutto quanto, il resto trame contanti( sonanti).

l'artrosi e la cisti di Baker

L’artrosi e la cisti di Baker Solo che mi rialzi. O kim, grand trunk road, route 66… Che ne sanno quei sederi di stato Decrepiti più dei loro giovani anni

Con il tuo tempo

Con il tuo tempo, con quanti erano i tuoi, hai tagliato tutti i fili. Che simularsi Quando neanche ai ladri più interessi. nè ti preme l’apres nous. Il tuo mea culpa Il silenzio dei morti

lunedì 14 giugno 2021

Ultime dall India

Ieri sera quando ha risposto alla mia videochiamata Mohammad Anas era intento a un nuovo tipo di lavoro nella sua fabbrica di oggetti in plastica . Ora per 12 ore , dalle 8 di sera alle otto del mattino, invece che avvitare spray a flaconi di profumo destinati alla Spagna deve staccare l una dall’altra le guaine di plastica di coltelli. Un lavoro per il quale neanche i guanti servono ad evitargli tagli alle mani. Ma confida tra il 27 e l ultimo giorno di giugno di potersi sposare con Afreen, e di potere poi convivere con lei in un 1 bhk flats in Mumbay dove deve ancora traslocare con la propria famiglia, il che sarà per loro possibile grazie alla caparra di cui gli ho inviato l importo con moneygram. Non si tratterà di certo, come per me, di quattrocento e passa scatoloni di roba da trasferire per le vie di Mumbay invece che nel circondariato di Mantova, un via vai può bastargli. “E una delle più belle cose che abbia mai fatto, ho detto agli agenti all’atto di trasferirgli l’ammontare “ perché con quanto gli verso un ragazzo musulmano potrà sposare la ragazza che ama contro il volere della famiglia di lei”, un atto ancora più bello per il fatto che Anas è ancora nel cuore e nei sensi di entrambi il mio boy friend. E lo è ancor più se considero quant’ egli era di nuovo cupo, come nei tempi suicidali di Khajuraho, quando senza la minima inflessione di che cosa fosse un sorriso, mi ha detto di come il sogno d’amore tra lui e Afreen fosse brutalmente contrastato, soprattutto per l’ opposizione della madre di lei, quando a metà del mese scorso io l ho richiamato di mia iniziativa ed ho trovato finalmente risposta. Come era possibile, mi chiedevo sconcertato, se solo appena poco tempo dopo che l’intera famiglia di Afreen, gente quanto mai abbiente, aveva addirittura propiziato che Anas con la sua poverissima famiglia lasciasse la sua casipola in Khajuraho perché Afreen potesse ritrovarsi insieme con colui che era diventato il sogno della sua vita, da che se ne era invaghita in Kanpur, ancora fanciulla, durante uno dei loro viaggi periodici presso i loro parenti in Lucknow. Come, avevano finanche trovato una casa e un lavoro per il padre e la madre di lui , per lo stesso Anas, ed ora si rivoltavano contro tutto ciò, gettando nella disperazione Anas ed Afreen e lasciando senza più aiuti la famiglia di Anas?Ma era così, di fatto, irreversibilmente, perché la madre di Afreen aveva trovato per lei un altro partito e voleva combinarle il matrimonio con questo suo prescelto. capeggiando in famiglia l’opposizione più spietata a un possibile matrimonio tra Anas ed Afreen. La ragazza, per la cui educazione avevano speso 10 laks, secondo quanto mi confidava ieri Mohammad, consentendole di laurearsi in architettura-, ora tratteneva ogni mese 10.000 delle 12.000 rupie che la giovane guadagnava, e in casa la confinava in cucina e le lasciava solo gli avanzi. Ma del Mohammad più sconsolato lo sconforto sottaceva un suo piano, per il quale senza avanzare alcuna esplicita o implicita richiesta chiedeva tutto il mio aiuto: trasferirsi con la famiglia in un mono locale Bhk che consentisse grazie ad una parete interposta la convivenza in futuro di lui ed Afreen con la propria famiglia, per convolarvi dopo un matrimonio di sorpresa il più presto possibile, che battesse sul tempo i piani della famiglia sul conto di lei. 60.000 rupie quanto richiedeva ilo tutto, 25.000 rupie di caparra e di acconto per il BHK, 15.000 per la celebrazione legale del rito, 20.000 per un minimo di festeggiamento con gli invitati. In realtà Anas aveva già scelto il bhk che poteva fare per lui ed Afreen, doveva soltanto formalizzare l’accordo, una volta che gli fossero pervenute le mie prime 30.000 rupie.” Devo solo concordare tutto con Kailash, gli replicavo come babbà della sua famiglia”. Kailash non aveva alcun bisogno il giorno dopo di essere persuaso , era già dell’ idea come gli dicevo di che si trattasse, solo si raccomandava che Afreen e Mohammad cercassero casa lontano il più possibile dai famigliari di lei, per evitare di occasionare rappresaglie e vendette. Un Mohammad già ravvivato e luminoso di gioia, come le mie pianticine già in via d’estinzione non appena ritrovano l’acqua e la luce del sole, come il dì seguente iniziavo a procedere mi assicurava che il loro monolocale restava distante oltre 20 Km dalla casa di lei.” Ora non sono più quello di prima, sono un altro Mohammad.Prima pensavo solo a prendere, di tutto. Ora ho imparato a dare, Ora capisco che cosa ti unisce a Kailash e alla sua famiglia.” E giorni dopo poteva inviarmi la foto dell’assegno che gli era stato staccato. E si impegnava in ogni modo a restituirmi i miei soldi, , senza che io gliene facessi alcuna richiesta, Cosa quanto mai delicata, giacchè tutto quello che faccio e che do, lo faccio e lo do solo in perdita, ed è contro natura per me chiedere anche la restituzione di un prestito, la retribuzione di ciò che scriva o di una lezione che impartisca E seguita a volermi in Mumbay almeno il prossimo anno, quando è c erto di dare alla luce il suo primogenito Ali, di cui sarei l’Ali babbà che è il nonno del nonno del cuore. Non morire prima , mi supplicava, altrimenti, altrimenti io ti uccido”. Ciò che Mohammad così scherzamdo disconosce è che l eventualità che nel frattempo io muoia non è più associabile solo a un remoto incidente, ma sempre più l’esito prossimo che è inscritto nel deterioramento in atto del mio stato fisico e mentale, che mi disvela ogni accertamento sanitario.. Ciò che invece che amare facezie e un contributo corrente assommava nel frattempo tutte e nove le fatiche di Ercole, era ottenere che Kailash si sottoponesse alla vaccinazione anticovid..Con il diffondersi della seconda ondata pandemica, ed il susseguirsi anche in Khajuraho di chi moriva di covid perché non poteva più inspirare ossigeno, persone ancora giovani come lui, suoi conoscenti,di chi preferiva in tal modo morire in casa piuttosto che essere ricoverato e finire in ospedale, nel terrore se vi moriva di essere cremato lontano dai propri famigliari, Kailash si era confinato nel terrore domiciliare, precludendosi di recarsi al bazar per ogni evenienza. Ad angosciare entrambi era la debilitazione neurologica in cui erta ricaduto, per la quale anzitempo aveva lasciato il lavoro in hotel, dove in tempo di outlock per metà del salario precedente veniva obbligato al doppio del lavoro di prima, era il suo stato di prostrazione che gli causava già di per se difficoltà di respiro, togliendogli energia anche nell uso delle mani. Ogni giorno lo ricontattavo temendo che fosse una delle ultime circostanze in cui potevo vederlo ancora con i lineamenti distesi e con un lucido sguardo, prima che la videochiamata me lo mostrasse oramai contraffatto dall’agonia respiratoria e dal terrore negli occhi della fine imminente. Anche Vimala era come sbarrata in casa, per la morte a causa del covid di alcune vicine di casa e di conoscenti. Lo stato di salute di Kailash evitando debitamente ogni affollamento, e il dato che egli non rientrasse nella fascia di età di chi poteva vaccinarsi precludeva il ricorso al siero. che era quanto valeva ancor più per Vimala ed Ajay, ma certo, senza esporsi a inutili rischi, egli poteva pur sempre contattare l ospedale, chiedere allo stesso dottor Kare come procedere una volta che diventasse anche per lui possibile vaccinarsi, ma la sua inerzia restava totale. Come venivo a sapere che vi era un sito ( www.cov.gov.in ) registrandosi al quale ci si poteva prenotare per la vaccinazione facevo di tutto perché egli vi si accedesse, benché anche su di me gravasse il dubbio che la piattaforma valesse solo per i grandi centri urbani dell India, non già per un villaggio come Khajuraho e l infinita realtà rurale del subcontinente indiano. Invece la registrazione era possibile anche per lui, solo che tutto restava demandato alla realtà locale, che l’affrontasse comunque, insistevo, al che egli veniva a sapere che la vaccinazione non avveniva presso l’ospedale ma in un centro scolastico, dove si recasse una buona volta, dovevo sollecitarlo anche in questo, almeno per vedere come si svolgeva. Sia per la mia prima che per la seconda mia vaccinazione mi ero ricollegato a lui dal centro dove mi e3a praticata, perché vedesse come il tutto avveniva,, la serenità e la soddisfazione con cui la gente stazionava in fila, i sani e salvi che si assicuravano l immunità, l ordine con cui si succedevano le varie fasi, prima in sollecita attesa, poi in tutta la la tranquillità con cui avvenuta l iniezione ci si tratteneva per essere assistiti se insorgevano complicanze. Poteva finanche vedere a me di lato un’anziana signora punjabi con il figlio, per nulla preoccupata dopo l inoculazione.( …) Ma se seguitavo così a rassicurarlo sul mio stato di salute dopo la mia prima e la seconda vaccinazione, come di tutti gli astanti, che al più avvertivo un dolorino superficiale alla spalla, era per le sue continue domande che tornava a rivolgermi a riguardo, in cui riprendeva i timori diffusi in Khajuraho, che dal suo villaggio natale gli aveva trasmesso il padre, sui postumi che accusavano coloro che si erano lasciati vaccinare. Febbri e malori di ogni sorta, mal di testa impressionanti, vomiti e diarree, una destabilizzazione di tutto l organismo. Inutile avvrtirlo, come il dottor Khare, che forse associavano al vaccino un influenza stagionale in corso,in realtà sul timore del covid mentre la situazione in India si veniva stabilkizzando e l’ossigeno poteva essere assicurato a tutti i pazienti, ora era il timore del vaccino che in lui e nella generalità della gente si faceva preponderante, che ne spiegava le tante riserve, alla cui evidenza dovevo arrendermi, per quanto fosse reticente nel palesarmelo. La riprova ne era quando finalmente si recava al centro scolastico in cui due dottoresse erano impegnate nella vaccinazione , e ne tornava postandomi le immagini delle poche persone, non più di tre, o quattro, che vi erano convenute, chiedendomi sibillino “ e tu lo sai perché sono così poche?’” Oramai avevo cosi esaurito ogni forma lecita di sollecitazion persuasiva, come da che si vaccinavano anche coloro che avevano la su età, tutti gli over 18 inclusi, e che si era appurato che una volta che ci si era registrati sulla piattaforma nazionale bastava presentarsi per essere vaccinati,egli veniva esaurendo le possibilità di mascherare il suo diniego con un differimento. Aveva rinviato al lunedì della settimana successiva il vaccination day, a quando il dottor Kare fosse tornato a visitarlo ed avesse dato il suo assenso. In realtà l’amico si era talmente ripreso che tale convalida era una pura formalità, dato che il dottore aveva assicurato che altrimenti non c’erano motivi perché non si vaccinasse. Nell impasse, la mia decisione cruciale: per non fare più indebite pressioni, lesive della sua inviolabile libertà di scelta, avrei smesso di telefonargli , ben sapendo che ogni contatto ulteriore sarebbe stata un’ulteriore richiesta. Kailash si è sentito perduto come ho mancato anche solo per un giorno di richiamarlo. Ha cercato così di contattarmi insolitamente con sms . Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:06 Are you busy Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:07 not, I ve to leave you free. Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:08 Thanks Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:09 Are you angry with me Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:10 not, i m not angry. I ve to respect You. Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:12 Can you call me 5 minutes Thanks Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:13 I cannot do Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:14 Thanks Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:14 Can I call you Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:14 Tell me the reason now my mind is very heavy Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:15 Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:18 You have to decide by yourself about the vaccination. Don't become worry. Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:20 Thanks Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:20 I go to vaccination for Saturday Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:20 I already ask by doctor Khare Kailash arrivava a interpellare Mohammad perché mi intenerisse nei suoi confronti. Sta di fatto, che non sabato, come si era ripromesso, ma già il giorno dopo, Venerdi, è andati a vaccinarsi , my hero. “Lungo la strada ho incontrato chi mi ha detto che se mi fossi vaccinato una volta sarei scampato solo due anni , se due volte solo un anno. Avevo ancora paura quando ero in coda. Ma quando ho visto come era contento chi era appena stato vaccinato, la paura mi ha subito lasciato”. Avesse rinviato a Lunedì non sarebbe più stato possibile. SI erano infatti già esaurite le scorte.

giovedì 3 giugno 2021

Sui destini della Casa del Mantegna

Rinfocolando la diatriba riaccesasi sui destini della Casa del Mantegna, ritengo che per la sua vetustà ed angustia di spazi l’augusta Casa più che un museo d’arte moderna e contemporanea mantovana sia atta ad ospitare quanto propongono in retrospettiva il prorettore F. Bucci e S. Scansani , ossia un centro studi di raccolta della bibliografia critica e di un “ catalogo generale delle opere del Mantegna (da cercare, ricostruire, vedere, confrontare con un clic) “, eventualmente pur anche illustrativo del fare figurativo e architettonico dell’epoca umanistica, mediante la “ricostruzione interattiva e sensoriale della bottega rinascimentale con la produzione dei colori, la rassegna dei modelli, il senso del disegno”, ( Scansani), il che è in piena sintonia, tra l’altro, con la destinazione a museo architettonico albertiano-rinascimentale del San Sebastiano. Non vi rinvengo invece spazi ed agio sufficiente, comunque sia,per un ‘”Urban Center” quale lo propugna Bucci , che sia un luogo in cui “trovare gli strumenti per conoscere la storia dell’architettura della città e i progetti che disegnano il suo futuro”, del Polo del Politecnico innanzitutto, o per quanto, magari insieme , di moderno e contemporaneo vorrebbe ardentemente che continuasse ad esibire R. Pedrazzoli, nei termini di un’ officina del fare/ricercare nel campo dell’arte attuale. A tali magnifici intenti, che si sposano a meraviglia, si confà piuttosto un edificio che possa essere davvero un centro multifunzionale, quale, e ci risiamo proprio, la vicina Caserma di San Sebastiano, o se escludiamo gli splendidi magazzini del sale,la villa liberty che è sede dell’Arpa su cui ha richiamato l’attenzione il sovrintendente Barucca, l’ex sede dell’ Ispettorato del Lavoro di piazza Virgiliana, del resto in stile più che congruo. E ‘ questo un sito che fu già caldeggiato in tempo ancora utile da M. Tamassia e da G. Sogliani, ma che ahimè nel frattempo ha subito altra destinazione, dopo essere stato inutilmente proposto al Comune di Mantova. All’ uopo si sarebbe magari potuto rilevare ancor prima Palazzo Cavriani con gli affreschi del Bazzani, quando all’ultima asta fu messo pressoché in svendita. Per un Museo di arte moderna e contemporanea che sia laboratorio e cantiere, luogo di incontro e di ricerca, nel confronto di opere e di idee, atélier- “Urban center” ed al contempo spazio espositivo delle raccolte comunali d’arte moderna e contemporanea , Casa del Mantegna che fu già un avamposto di punta e d’avanguardia, si rivelerebbe oggi a tutti gli effetti una ridotta, tanto più in presenza del Polo del Politecnico di Milano e delle sua progettualità da esporre alla cittadinanza. Solo che se così mi limitassi a disquisire , magari con faceti riferimenti a sacher torte e sbrisolone, mi parrebbe di muovermi in un’ aura di cortigianeria reticente, se non omertosa, come se ai tempi del duca Vincenzo stessi al gioco di appuntare gli strali per le sue follie contro il parafulmine del suo gran segretario Chieppio Di grazia, ma la proposta di Sabrina Bottardi che ha suscitato ire e fulmini di Scansani, lor signori credono forse che venga da lei, quale causa prima, per moto proprio? O cascano dal pero se dico che è l’ autocrate stesso in cui si è permutato il Sindaco della città di Mantova, per cui non vi stormisce foglia che egli non voglia, il mandante per niente velato di tale famigerata proposta? Fu lui stesso, del resto, Mattia Palazzi, che in concomitanza con la mostra di Bazzani l’anticipò in diretta nel 2019, suscitando in me quello che può aver provato Fra Cristoforo,alla proposta di don Rodrigo di mettere Lucia sotto la sua protezione. Già era più che evidente che il Sindaco non era un fan del Museo di arte moderna e contemporanea, tantomeno di quello del Risorgimento , per Egli mancando entrambi del necessario appeal turistico , quasi che non dovesse essere preminente la loro funzione civica, educativa e formativa, ma fu allora per me il colmo, che in risposta alle sollecitazioni di Sinistra Italiana, Egli avanzasse l’idea recondita di sistemare il Museo d’arte moderna e contemporanea giusto nella Casa del Mantegna, a tutto detrimento delle prerogative autonome della Provincia, quasi per sfangarsene, o sfecciarsene, degradando o retrocedendo di fatto l’ illustre Casa a sede di disbrigo. Almeno è venuto in mente ai ripropositori di siffatto calpestio reciproco di piedi istituzionale, che potrebbe crearsi un conflitto di orientamento politico amministrativo e culturale tra Comune e Provincia?Bella genialata, davvero, da parte di chi appare convinto di avere anche la Provincia nelle proprie tasche. Il che può spiegare a sufficienza il silenzio della Provincia in merito. Ragion per cui si metta pure il cuore in pace anche Cesare Azzetti, intervenuto a riguardo, che la sua ottima proposta di destinare a Museo di arte contemporanea e moderna mantovana ed a Urban center la Caserma di San Sebastiano non vedrà almeno per un lustro la luce del sole, per le suddette ragioni che non lo consentono affatto.

Piazza 80 fanteria

Signor Direttore Di bene in meglio Mantova, la nostra nouvelle ville Lumière. Dopo gli Champs Elisées di corso Pradella, in attesa della nostra piccola Versailles del Te avremo tra poco anche la nostra petite Place Vendome in Piazza Ottantesimo Fanteria. Un’ autentica sciccheria, non c’è che dire, non fosse per quelle pianticelle che sembrano stuzzichini arborei di un antipasto, molto di cubettato, niente di cubistico. Del resto che c’era da aspettarsi, quando il committente è lo stesso Signore del Parco degli anelli, sua maestà Palazzi, che di pretenzioso non ci fa certo mancare niente neanche in tempi di pandemia , pur se cosi ci si dimentica di provvedere in tempo ai bisogni più grossolani e più impellenti della cittadinanza, come i cassonetti dell’ immondizia, pardon i city bin! Niente di ombroso e di idrico, nessun piano di appoggio, se non delle sedute senza braccioli e schienale, a comun danno di balordi e invalidi e indesiderati fricchettoni, che a malapena come il sottoscritto possono valersi solo delle gambe e della bici. Sembra che per Egli certi bisogni esistano solo se il soddisfarli gli consente di finire in pagina interna sul Corriere, così precedenza assoluta per i pit stop delle facoltose turiste lattanti, quanto poi alle residenti straniere tra noi, attendano pure lungo i passanti invece che in un’autostazione l’arrivo di un autobus, salgano e scendano pure con bambini e bagagli per i montacarichi umani del nuovo sottopasso della stazione ferroviaria… E dunque , senza immischiarsi nelle umane miserie ed indigenze, quanto ai balordi di piazza Ottantesimo fanteria siano sempre e solo a videosorveglianza e fari allucinanti quali detectors dei beoni che si attentino ad innaffiare la piazza della pipì ch’era già birra o vino sugli scaffali del Carrefour . ma ahimè con riconfermata cilecca dello Sceriffo Rebecchi, -oh, yes - Che quando la natura chiama e resta anche solo un filo di tenebra od un angolino che sfugga ai fari, è oramai assodato che non servono a niente neanche le taser, per cui, dico, o si toglie la licenza al Carrefour, almeno quella di vendere alcolici, o si approntino pissoirs per i pisseurs ( Pisciatoi per i pisciatori). Tertium non datur.Tanto più nella città di Vicolo Pisinpé. E dove corso Pradella e vicoli e vie sono tutti una pisciata impenitente e impunita dei cani di sciur e sciure demo leghiste. A Paris , per restare in tema, ci sono anche nell Ile Saint Louis degli uritrottoirs che sono addirittura fertilizzanti! Lasciando pur stare quelli sessisti del trevigiano a forma di bocca di donna.Considerazioni indulgenti di bassa lega materiale e di poco appeal consensuale? Ora io chiedo, dei 13.500 anziani che vivono in città, quanto pochi credete che siano quelli che sono costretti a rimanere in casa per incontinenza urinaria o uso di farmaci diuretici, perché una città pressoché senza orinatoi pubblici è per loro la via crucis ciottolata di un Calvario? O perché nei pressi dei loro condomini trovano piazzette gremite di carapaci d’auto che sovrastano , se ci sono, anche le panchine all’ ombra e le fontanelle? Odorico Bergamaschi

famiglie naturali

Di care memorie, vicende d’un tempo,/ Erano serpenti i cordoni d’ormeggio, / Lingue di fuoco / Le dichiarazioni d’affetto./ Chi aveva l uno per l'altro più valore di fatto?/ Un calpestio/ Ogni intentata ripresa./ Que reste t.il/ Morta la madre?/ “Potessi di voi liberarmi”, il tuo grida ora ed allora./ Adempiuta ogni obbligazione residua/ Si stornino ripensamenti ed incubi/ Sei tu pur sempre di chi ti ricerca/ Di chi si sente già perduto/ Se non lo richiami ogni giorno,/ Di chi, con le stesse parole di sempre/ “E ti vengo a cercare”/ Puoi ben dirgli nel canto/ “Anche solo per vederti o parlare/ Perché ho bisogno della tua presenza/ Per capire meglio la mia essenza”/ E ‘ li la luce di tutto. ( prima versione 2/3 giugno 2021)

martedì 25 maggio 2021

post mortem

Ci mancava anche questa, rumina tra sé tra una pagine e l’altra d’Inferno Treblinka Non c’ e dunque nulla che lei faccia, che non abbia un prezzo o non l’esenti abiliti a un’esenzione.” Chissà che ne direbbe mia madre, del fatto che anche dei soldi rimasti sul suo conto corrente lei non lasci ai fratelli neanche un euro. “ Per questo ha inviato loro il suo nuovo iBan, in cui consegnarglieli. Eppure siamo noi che li abbiamo versati fino all ultimo.” SE è questo lo spirito con cui uno si sacrifica… infliggendo ai reprobi tutta l ignominia del caso… Parole e sguardo infuocati d’odio, disprezzo e mortificazione del senso di colpa più inespiabile, per cui lei è un turbine nei suoi incubi si avventa su di lui devastando ogni possibilità di requie… Si tratta di pochi euro sul conto materno, ma che lei pretenda anche quelli, non lasciandogli niente, significa che niente gli va riconosciuto che di buono possa aver fatto per sua madre, niente gli spetta in termini di amore filiale. Visto che per il suo rancore implacato niente di quello che lui ha fatto o di cui si è privato per la mamma ha valore o infinitesimamente corrisponde anche solo al dovuto. IO sarò quel che sarò, ma quel poco o quel tanto che ho fatto per mia madre, per le persone che ho in adozione, quanto scrivo e pubblico , tutto l’aiuto prestato, ho fatto sempre tutto in pura perdita… “E’ del tutto inopportuno l invio del tuo Iban.. Personalmente non ti ho trasmesso alcun Iban per compensazioni e altro, ho lasciato a te e mio fratello la mia quota del conguaglio fiscale per le spese funerarie, dopo che per non creare dissidi ho subito che le spese finali sostenute per la mamma fossero divise in parte uguali tra me e Andrea, contro ciò che prevede la legge. Mi hai parlato al più di 300 euro residui. Ed anche su quelli non vuoi essere in perdita? Scrivessi un rigo diu più cadrei nell errore fatale di attendermi da te un minimo di comprensione. Odorico .Comunque te li a farò avere anche quei soldi. E non mi si replichi, che sono già quanto mai stravolto, per non dire altro!.” Lei che già si diceva quanto mai messo in conto, contenta, dopo che a lui aveva saldato in anticipo tutto quanto gli era stato che non dovesse più disquisire d denaro con lui” Come se mi avesse mai contattato per altro, come se ci fosse altro che il denaro che avesse motivato la sua relazione con lui. Sul cimitero mentre trasportavano il feretro della mamma , mentre a distanza di un mese tumulavano le ceneri del babbo nel loculo di lei, in entrambi i casi le sue parole che gli ha riservato in prima battuta, per dirgli le quali l ha tratto in disparte o l’ha allertato sottovoce, sono state la presentazione dei costi del funerale e di quelli della lapide, di cui egli l’aveva pur avvertita invano che aveva già pagato il preventivo. Solo che quando di reincalzo l’ebbe a sincerarla che ad ogni buon conto aveva giuà con sé un acconto “ Ma ti pare questo il momento.” L’ha fulminato all istante Che argomento, il denaro, di cui gli infliggeva la vergogna anche solo anche solo di farlo presente, voleva forse farle pensare che si trattasse di una questione di denaro, se si doleva di quanto lo si privava e doveva privare le persone a lui più care. Se almeno una volta si fosse chiesta come ce la facessi, senza una casa e un’auto di mia proprietà, a differenza di lei, nessun bene ipotecabile se mi capitasse un incidente, o un figlio nelle cui fretune confidare, ma 5 persone che senza il mio aiuto sarebbe a mendicare per strada … Purificati, gli ripete la voce interiore, purificati. Obit anus Abiit onus, no? Più che l’amore per tua madre è valso il timore dei costi. Lei è andata, non c’è più. E non esiste più rimedio. Tua sorella ti ha riservato un odio feroce inveterato,t ha annichilito di disprezzo. ha creato un cerchio di fuoco intorno a tua madre, Ma lei ha dato, tu hai solo contribuito. Con ul niente della tua nullità di figlio.

martedì 4 maggio 2021

in tempi di vaccinazione

Non immagino quante cose in così’ breve tempo avrei trovato modo di dire all amico, quando oggi ho telefonato a kailash più tardi del solito, di rientro dal supermercato dove sono andato a comperarmi un ulteriore paio di pantaloni da tuta, quelli che ho essendo pressoché tutti in lavatrice o sullo stendibiancheria,. per il continuo ricambio cui mi obbliga l essere divenuto maleodorante nella mia genitalità inattiva. Kailash nemmeno ha acceso la luce perché lo vedessi nello schermo quando infine mi ha risposto, un Kailash più che mai leonino negli sbadigli cavernosi che mi lasciava percepire. “ Stavo dormendo”, al che mi sono scusato dell ulteriore motivo che avevo reperito per ritardare di telefonargli, in una giornata di preparativi condotta stancamente , domani dell ‘ecografia all’addome completa , posdomani del funeralino di mamma e papà, in cui le ceneri di mio padre saranno calate nel loculo di mia madre. Quanto a ciò che avessi mangiato, l insolita domanda di rito del mio amico, un’orata al forno prima del pollo ai ferri della prossima cena, ho risposto, visto che per l ecografia addominale non posso mangiare nient’altro di fatto, tacendogli dei gelati e del babà in cui ho contravvenuto addirittura alle “proibizioni” dietetiche preliminari, per due giorni di fila. “ Domani comunque voglio chiederlo al dottore, qual e la ragione vera di questo digiuno, se è per vedere più chiaro o se è solo perché non vogliono che facciamo uscire “padna” , delle flatulenze, mente ci visitano. E oramai cronica la mia avversione per la medicina difensiva di loro dottori, che per difendersi da guai legali o giudiziari t i prescrivono ogni sorta di accertamento al minimo disturbo, e una periodicità di controlli ew di medicinali che sfiniscono economicamente, che in tempi di pandemia sovente hanno provveduto più a difendersi dai malati con i protocolli della telemedicina più distanzianti che a difenderli dal covid, casa per casa, con i dispositivi di sicurezza di cui comunque dovevano dotarsi, una buona voilota che sono stati obbligati a inutili sanificazioni esercenti e ristoratori o gestori, sino al limite estremo di rifiutare l autopsia o la resa dei cadaveri ai famigliari. La morte per covid , nell ospedale di Jabalpur, del marito di una delle due donne grasse che potevo vedere sulla soglia di casa lungo la strada che reca al mercato, nel parlarmene lasciava sgomento il mio amico proprio per il fatto stesso che la sua salma non avrebbe fatto ritorno a casa, e che il governo avrebbe provveduto a cremarla in assenza dei suoi. “ Come il corpo di mia madre, gli ho ricordato, che essendo morta primo che il secondo tampone la confermasse la negatività ci è stata reso solo nella bara. Già nei giorni precedenti era stato impossibile accertare di che fossero morti degli anziani dello stesso quartiere perché avevano preferito non farsi visitare e morire in casa, che correre il rischio finendo in ospedale di morirvi da soli e senza essere riconsegnati ai propri cari. Quell uomo morto certamente di covid era un Gupta,,un brahmino di casta inferiore, mentre apparteneva alla stessa casta dei barbieri di Kailash, ed abitava nel retro della sua stessa casa, l’altro uomo di khajruaho deceduto oggi stesso. Ma pure se i decessi sono sempre più ravvicinati a Kailash, l’angoscia che correva tra noi non era drammatica come quella della settimana scorsa, quando in India l ossigeno scarseggiava ovunque negli ospedali, anche i malati meno gravi morivano per asfissia, mentre il mio amico era in debito di ossigeno ed accusava difficoltà respiratorie, per la debilitazione neurologica che era in lui sopraggiunta, troppo tardi in tempo di lockdown avendo smesso di lavorare come masjdur in ogni circostanza richiesta, per il padrone di sempre della sua esistenza, e quasi per niente, per nemmeno la metà della metà del suo salario antecedente. Anche le sue mani era senza energia, e faticava a reggere a lungo lo smartphone. A lui mi ricollegavo come in un inutile tentativo di reggerlo in forze e di fargli coraggio, in una lotta vana con ciò che sarebbe sopraggjunto inesorabilmente, quando il suo bel volto sempre più folto di barba per non rischiare dal barbiere il contagio, cche si fa così bello quando egli sorride, o come quando si rianimava dicendomi della serie del mahabaratra che visionava per distrarsi da ciò che gli appesantiva la mente, l’avrei visto ansimare stravolto in una fine imminente senza più ossigeno. Ma di giorno in giorno si era risollevato, e con la mia prima vaccinazione si è ravviva tondi speranze quanto alla sua, oggi stava meglio, mi confermava, almeno in mattinata, fin che non l’hanno raggiunto nel primo òpomeriggio le notizie degli ulteriori decessi in khajuraho. Così stando le cose, era meglio che dell hindustantimes gli recassi le sole notizie confortanti, ma quali? Lui stesso mi chiedeva di confermargli se era vero, che in india vi erano stati oltre tremila decessi nella giornata di ieri. “ 3.689 , precisavo. Ma era il caso , gli chiedevo, che gli fornissi numeri ulteriori del genere, su cui tra governo ed esperti ci si arrabattava per intravedervi o meno un picco dell epidemia. Avessi avuto a disposizione l edizione notturna, avrei potuto almeno dirgli che era arrivato a Delhi il secondo Oxygen express con 120 tonnellate di ossigeno medico liquid0, che la produzione delle fabbriche in India è aumentata sia pure marginalmente, ma pure che sono i oltre 7 milioni e mezzo di altri indiani che ad aprile hanno perso il lavoro, nelle città e con il pervenire del covid nelle aree rurali, a decine di milioni i lavoratori migranti di ritorno nei vìllaggi , a milioni anche se non incamminati a piedi ma su autobus e treni ora disponibili. . mentre si consiglia di concentrare nell’essenziale le attività economiche. Di che consolazione, che al Jaipur hospital di Delhi in 21 siano morti di covid per comorbilità anziché perchè mancava l ossigeno, che tra le 300 tonnellate di aiuti pervenuti in tre giorni all Indhira Ghandi di Delhi primeggino i 20 ventilatori e l impianto di f produzione di ossigeno forniti dall italia. Meglio appigliarsi alle voci raccolte in villeggio che saranno destinate alla vaccinazione i centri matrimoniali, come in italia gli avevo detto che vi sono destinati i palazzetti sportivi e centri fieristici , quale quello, un piccolo pragati Maidan, dal quale i ero collegato a lui lungo i preliminari della vaccinazione, e segno che le cose si muovono per davvero, per evitare il sovrapporsi delle vaccinazioni al ricovero ospedaliero dei contagiati che vi sopraggiungono. “ e dire che stasera volevoi che tu iniziassi a raccontarmiu tutto il Mahabatha, Ma tu per chi parteggi, per i Pandava o per i Kurava… E quella storia di Arjuna che vorrebbe sostituire un proprio seguito di frecce alle pietre che Hanuman getta tra l india e lo Sri Lanka per raggiungere Sita e liberarla da Hanuman, non mi fa ritrovare il RAmayana nel Mahabarartha? E così, come è vero che da una parte stanno solo i 5 fratelli Pandava, Rama e Lakshmana, più altri tre, dall’altra i tanti Kaurava e i tanti fratelli di Ravana” Ù Poi il sonno, più potente di tutto. Ciao Kallu, my dear friend, Oh, ciao my dear, my dear my dear. Good Night,

mercoledì 14 aprile 2021

miserere mei, dOmine

Miserere mei, Domine Ed ora, con la morte di mia madre è come se Dio avesse adempiuto i miei voti più intimi ed inconfessabili, ad ogni riemergere dei quali ” Signore, purificami”, esprimevo invano come Ibn Arabi, rinunciando a formulare preghiere secondo quanto nutrivo di dentro-, quasi che così , nel vuoto dell’ora presente, Egli al contempo mi stia mettendo di fronte a tutta la mia miserabilità esperita nel reggere il fardello del sostentamento e dell’ assistenza di mia madre, alla brevità che si è rivelata irrisoria di quant’è stata la pena di tale sacrificio, dileguata come un niente, rispetto a tutta la vita che resta davanti, che la mia immaginazione mi prefigurava come un incubo interminabile quanto la longevità di mia madre. Lo era al punto che per il suo attaccamento alla vita, per quanto la riducesse ad essere sempre più confinata in appartamento, appagata di esservi finalmente servita e riverita, nel farsi refrattaria ad ogni lutto e sofferenza esterna cui il prolungamento della sua esistenza la esponeva,quando mi ritrovavo al cospetto della sua fibra indomita che trapelava nel suo tono di voce e nella sua passione per il canto, “ ci seppellirà noi tutti” , vaticinavo sgomento nelle mie perturbazioni mentali. La concepivo allora come il tasso, l’albero longevo della morte. A onore del vero, nonostante ogni mio recalcitrare perché fosse riconosciuto la disparità dell’apporto che poteva essermi richiesto, non mi sono mai sottratto a contributi ed oneri, negli ultimi anni non c’è stato incontro tra me e la mamma che non si concludesse nel ritrovarci contenti, risollevandoci entrambi nello stare insieme, ma il versamento di ogni mio contributo restava l’ammanco di una perdita continua, inesorabile , un venir meno di mese in mese di quanto potevo riservare alla mia vecchiaia senza assistenza di figli, o concorso alcuno di congiunti , un ridursi incessante dell’ammontare che potevo lasciare in eredità alla mia famiglia d’adozione, per lo studio e le doti matrimoniali dei nostri figli in comune, senza che potessi contare minimamente su alcun sollievo o ristoro che potesse venirmi da quanto seguito a scrivere e a pubblicare indefettibilmente, tra un ammanco e l’altro delle mie forze fisiche. Ho seguitato in tale stato di cose a confidare comunque in termini di fede nella Realtà, o Provvidenza che sia, e così intendo e non posso che proseguire. Quanto a mia madre, altro non resta, che non sia risorgente rimorso,, se non il ricordarla e renderla a me presente ogni giorno nella sua assenza terrena, quando in ogni mio compito domestico riprendo la sua cura della propria casa, il suo piacere per la pulizia e per l' ordine, non mi resta altro che di vivere come lei avrebbe voluto che vivessimo, con coraggio e intraprendenza, ricomponendoci effettivamente tra noi congiunti , come la famiglia unita che siamo pur stati capaci di illuderla che fossimo.

lunedì 5 aprile 2021

Sul parco del Te

C’è da chiedersi se i Gonzaga nei confronti dei loro sudditi afflitti dalla pestilenza ostentassero la stessa albagia temeraria che in tempi di una così catastrofica emergenza pandemica mostra il sindaco Palazzi verso la sua cittadinanza , allorché invece che sospendere, o revisionare al ribasso, anticipa faraonici progetti, quali quello del Parco del Te , che ben poco hanno a che vedere con le nostre necessità primarie e più urgenti, e nemmeno con qualsiasi recovery plan che non sia farlocco. In ciò egli inasprisce quanto tale progetto ne sia un ghiribizzo autocratico fin dal suo annuncio eclatante , quando non fu proposto alla pubblica discussione ed all’altrui apporto di sensati pareri, ma imposto d’imperio senza variazione possibile, come il nec plus ultra incontestabile. E ciò con l’aggravante di non avere Egli nemmeno chiarito alla cittadinanza il trattamento così riservato ad una ricerca antecedente costata 350.000 euro di denaro pubblico ed anni di lavoro ad una equipe di studiosi la cui attività era finalizzata al recupero Unesco di tutti i giardini gonzagheschi, Tale ricerca era culminata in un piano guida di riqualificazione e di riconfigurazione del Te decisamente meno estemporaneo ed assai meno costoso di quello voluto dal Sindaco, rispetto al quale risulta a tutt’oggi ben più rispettoso del sedime quanto degli assi di strutturazione e d’accesso e delle fruizioni primarie del Te, quale luogo di passeggio ideale tra i canali e le piazze d’acqua di “pescherie” e di”ortaglie”. Non solo, il parco prefigurato nel rendering di quegli studiosi appare assai più moderno e contemporaneo di quello degli anelli di cui si è invaghito il Sindaco, in quanto consentiva un riassetto dei prati secondo versatili modi di impiego, in luogo del loro concatenamento in tanti cerchi di alberi capitozzati . In tal senso lascia interdetti come la Sovrintendenza e il Mibact di Roma abbiano avallato un parco del Sindaco che con tale alterigia sovrappone il progetto di uno studio tecnico ad una ricerca che fu commissionata e finanziata dai loro predecessori, e che venne condotta a suo tempo con tutte le indagini specialistiche del caso, archeopalinologiche e del sottosuolo con radar .Non pago di tali sprezzo procedurale, per sveltire i lavori e per far tacere qualsiasi polemica il Sindaco di Mantova già ha destinato oltre 1 milione di euro anziché ad una cittadinanza stremata dal covid e dal lockdown alla realizzazione dei campetti sintetici di San Pio X e di Sant’Egidio che vanno a sostituire quelli distrutti presso il Martelli per far posto al suo parco anulare, ed ha riservato al restyling ancillare della bocciofila altri 900.000 euro, detratti alla cultura o che in tempi di covid e di lockdown, potevano essere impiegati per fare demordere l’impatto del welfare famigliare sui fragili vecchi che devono accudire altri più fragili vecchi , o sui genitori dei figli costretti a casa da scuola per la didattica a distanza. Come se non bastasse, Egli si è fatto punta di diamante di un partito dei sindaci che è una sorta di ibridazione tra Lega , Forza Italia e Dem, nel proporre una semplificazione del controllo degli appalti che stronchi ogni voce in merito ed in capitolo che non sia quella di chi amministra. E vorrebbe così carta bianca dopo aver fatto quel che ne è stato del progetto Unesco del Parco del Te, e dopo che in tempo di elezioni ha accreditato un costo fittizio complessivo del suo neo-parco di 5.500.000 euro, only, quando fin dall’ inizio tale onere era accertato tra i 12 e i 14 milioni di euro, come infine è stato ufficializzato. Con uno sbilancio, manutenzione esclusa, di non meno di 8, 5 milioni di euro che sono soldi dei mantovani, per usare il dettato del suo sovranismo municipalistico, con buona pace di quanti intanto nell’emergenza pandemica si ritrovino in malora. Odorico Bergamaschi

Piazza 80 Fanteria

Signor Direttore Di bene in meglio Mantova, la nostra nouvelle ville Lumière. Dopo gli Champs Eliseées di corso Pradella, in attesa della nostra piccola Versailles del Te avremo tra poco anche la nostra petite Place Vendome in Piazza Ottantesimo Fanteria. Un’ autentica sciccheria, non c’è che dire, non fosse per quelle pianticelle che sembrano stuzzichini arborei di un antipasto, molto di cubettato, niente di cubista. Del resto che c’era da aspettarsi, quando il committente è lo stesso Signore del Parco degli anelli, sua maestà Palazzi, che di pretenzioso non ci fa certo mancare niente neanche in tempi di pandemia , pur se cosi ci si dimentica di provvedere in tempo ai bisogni più grossolani e più impellenti della cittadinanza, come i cassonetti del immondizia, pardon i city bin! Niente di ombroso e di idrico, nessun piano di appoggio o di seduta, a comun danno di balordi e invalidi e indesiderati fricchettoni, che a malapena come il sottoscritto possano valersi solo delle gambe e della bici. Sembra che per Egli certi bisogni esistano solo se il soddisfarli gli consente di finire in pagina interna sul Corriere, così precedenza assoluta per i pit stop delle facoltose turiste lattanti, quanto poi alle residenti straniere tra noi, attendano pure lungo i passanti invece che in un’autostazione l’arrivo di un autobus, salgano e scendano pure con bambini e bagagli per i montacarichi umani del nuovo sottopasso della stazione ferroviaria… E dunque , senza immischiarsi nelle umane miserie ed indigenze, quanto ai balordi di piazza Ottantesimo fanteria siano sempre e solo a videosorveglianza e fari allucinanti, come detectors dei beoni che si attentano a innaffiare la piazza della pipì ch’era già birra o vino sugli scaffali del Carrefour , ma ahimè con riconfermata cilecca dello Sceriffo Rebecchi, -oh, yes-. Che quando la natura chiama e resta anche solo un filo di tenebra od un angolino che sfugga ai fari, è oramai assodato che non servono a niente neanche le taser, per cui, dico, o si toglie la licenza al Carrefour, almeno quella di vendere alcolici, o si approntino pissoirs per i pisseurs ( Pisciatoi per i pisciatori). Tertium non datur.Tanto più nella città di Vicolo Pisinpé. E dove corso Pradella e vicoli e vie sono tutti una pisciata impenitente e impunita dei cani di sciur e sciure demo leghiste. A Paris , per restare in tema, ci sono anche nell’ Ile Saint Louis degli uritrottoirs che sono addirittura fertilizzanti. Lasciando pur stare quelli sessisti del trevigiano a forma di bocca di donna. Considerazioni indulgenti di bassa lega materiale e di poco appeal consensuale? Ora io chiedo, dei 13.500 anziani che vivono in città, quanto pochi credete che siano quelli che sono costretti a rimanere in casa per incontinenza urinaria o uso di farmaci diuretici, perché una città pressoché senza orinatoi pubblici è per loro la via crucis ciottolata di un Calvario? O perché nei pressi dei loro condomini trovano piazzette gremite di carapaci d’auto che sovrastano , se ci sono, anche le panchine all’ ombra e le fontanelle

Ed ora, nel volgere di poche settimane,

Ed ora, nel volgere di poche settimane, dopo mia madre, anche Francesco, il compagno di mio fratello, è passato dal novero delle preghiere per i vivi a quello delle preghiere per i morti. Che non ci siano più o che siano in un’altra dimensione, ho cercato in queste settimane di fortificarmi, o di difendermi dal dolore più acuto, alla luce del mio risolvermi in un cristianesimo tantrico, che nell’accettazione del piacere e dell orrore salvaguardasse la mia speranza cristiana, in virtù della preservazione nel Padre-Brahman di ogni identità che sia in lui approdata, come consente di credere il pensiero indiano di Abhinavagupta e di Ramanuja, il principio di fede calcedoniano per cui in Cristo ed in ognuno di noi umano e divino permangono distinti nella loro unità, senza separazione né confusione in un unico oceano di luce o mare di latte cui sfociare nella nostra morte, come vorrebbe la spiritualità di Shankarachariya. che è onnipersaviva dell’ incontro spirituale tra Occidente ed Oriente . Così ho accettato sia ogni disperazione del lutto che ogni suo rarefarsi nell’incombenza degli incubi economici, sia il rimpianto di non avere più nella mia vita l irradiarsi arrivando alla casa di mia madre della sua viva presenza o la sua voce che si accampa al telefono , vano il suo numero nella rubrica, lo sconforto di non potere più volgermi indietro, svoltato l’angolo della strada, per ricambiare il suo saluto dalla finestra del suo appartamento, quanto che il mio soufflé , oggi a tavola, riesumi quello che Francesco ebbe a consumare tra le difficoltà dei cateteri al collo quando due settimane fa ebbi il conforto di parlare al telefono on lui in ospedale. Ed al contempo ho lasciato che i miei sensi di colpa verso mia madre prendessero le parvenze del suo fantasma che mi volita in stanza, implacabile, dopo l’agnizione ultraterrena di ciò che avevo covato in seno nei suoi confronti, infine non ho ricacciato lo sconforto che nemmeno obiit anus abit onus, quando ho appreso in banca l’entità della rateazione del mutuo che mi sarebbero costati i costi per il suo funerale, “ ed ora devo mantenerla anche da morta per altri tre anni…” erompendo in ufficio a voce alta .Invece dello sciogliersi in lacrime dl dolore, nella mente per giorni le più festose canzoni tripudianti, come a uno sprigionamento, quasi che la morte di mia madre avessi vinto un terno al lotto….alla notizia dell’aggravarsi improvviso del suo stato di salute un sobbalzo ch’era un tumulto, un “finalmente” che ho strozzato in petto, nel preannunciarsi prima del tempo temuto della fine dei miei vincoli economici per il suo mantenimento ad oltranza, io che con acrimonia e sprezzo presagivo , nella sua voce, nel suo cuore forte, nella sua voglia indomita di vivere, che ci avrebbe seppelliti tutti, noi figli…. Meglio evitare di pregare per lei, date le parole e quanto saliva alla mia mente di chiedere a Dio… Per riprendermi, a viva forza rammentando a me stesso che lei era stata la persona che più di ogni altra mi ha più amato al mondo, che più di tutte ha fatto per me, sottraendomi al destino di finire sciancato e per essere solo una barzelletta di paese. Nella mia stessa nuova casa intanto tutto, lo voglia o non voglia, mi parla di lei, anche quando sembra che non la stia pensando, del suo impero sulla mia mente che ha presieduto all ordinamento di ogni cosa.. Era non più tardi del sabato precedente la sua fine inattesa, che ero di ritorno al Ldl per comperare anche per mia madre una pinza telescopica raccogli oggetti., quando poco più di una settimana dopo, il 23 marzo del 2021, il corpo di mio padre sarebbe stato da estrarre dal suo loculo e cremare, perché le sue ceneri siano raccolte in una urna e calate nel loculo dove il giovedì prima ho visto essere murata la salma di mia madre, due giorni dopo che è deceduta. Era entrata già in coma nel primo pomeriggio della domenica successiva a quel sabato, al Ldl, a, causa di una setticemia che ha infiammato tutti i suoi organi vitali, già provati dal covid, per lieve che si fosse manifestato, dopo che da un mese accusava dei disturbi neurologici che la perturbavano di notte. E già la sera stessa di martedì 16 marzo, il giorno seguente al suo novantesimo compleanno,mio fratello e mia sorella hanno cercato invano di comunicarmene il decesso al telefono, per cui l’ho appreso la mattina seguente da una mail di mia sorella che mi diceva che la mamma non c’era più. Che lei non sia più niente o in un’altra dimensione,. ove ora saprebbe tutto, di ciò che mi affligge e mi rimorde, ’io sono intanto come una crisalide che solo alla mia tarda età è uscita dal bozzolo serico che mia madre aveva intessuto negli anni, dentro la mia mente. Essa resta stupefatta e attonità di quanto è successo e in lei si svolge, lancinata dalla perdita improvvisa e inattesa di mia madre per quanto sia morta in tarda età, infervorata dalla schiusa che si apre in una sua metamorfosi mentale dagli esiti ignoti. Per quanto mia madre sopravvivesse oramai a se stessa,essendo evaporata in una mite dolcezza di affetti ogni sua cognizione e pretensione, in me lei restava un arcano dominante, come sempre, che regolava e forse regola ancora ciò cui devo sottostare per accettare me stesso nel mio ordine domestico e personale, per riconoscermi una mia dignità sociale. Tale dominio della sua mente nella mia mente vigeva nel mio stesso modo di esprimermi e di fare, di essere esuberante o di reagire insofferente, al punto che guardavo me stesso nelle mie vicissitudini corporee e quotidiane con gli occhi con cui sentivo che mia madre si volgeva a se stessa o mi considerava, avvertivo quali miei i suoi scatti di umore e le contrazioni del volto, le mie parole erano dette cin la sua voce, le mie emozioni espresse con la sua mimica facciale. E’ a lei che risale la incontenibilità ultima della mia verve dialettale ed ogni sua materialità di espressione natia , ciò che dismesso il leggere e lo scrivere ha seguitato ad essere l’assillo guida di questi mesi in quarantena casalinga. E’ infatti da che mia sorella mi disse che sarebbe sopraggiunta con mia madre nella mia nuova casa, che il giorno del suo arrivo venturo era diventato per me una sorte di giorno del giudizio finale, in cui come avrebbe ritrovato la mia casa avrebbe deciso per sempre della mia decenza e dignità personale, per me ed al cospetto del mondo. E’ stato lo stesso giorno seguente alla sua sepoltura, di venerdì, mi è pervenuto il mobiletto che avevo ordinato la settimana prima in amazon, perché mia mamma non ritrovasse nella vasca da bagno detersivi e detergenti cumulati in una bacinella, e non c’è volta che riassetti il piumone del letto, che non mi riappaia la toppa adesiva che evitava la fuoriuscita di piume d’oca, che sarei stato così contento di poterle mostrare, perché fosse soddisfatta del vedere come avevo provveduto a tutto e non mi sfuggiva nulla , cos’ì, parole sue “ come non mi facrssi mancare più niente”. E solo poche ora fa, a riaprire ogni lacerazione, mi è giunta l immagine che sarà apposta sulla sua lapide, in cui appare ancora più che mai bella e luminosa e viva, a contrasto di ogni mia immaginazione consolatoria che oramai lei fosse il proprio relitto, a seguito della perdita oramai avvenuta della propria personalità. Posso ora solo recitarle in memoria questi versi di un mio poemetto giovanile, in cui è in nuce quello che lei è stata dentro di me. Mia madre, donna di domestici mestieri, che sempre ha sofferto senza lottare, di pochi scudi contentandosi e di poter mangiare, di tale sua vita vuol farmi nutrire e tenermi avendomi sempre a servire. Come uccello notturno che si sazia di fuoco l'anima mi ha risucchiato a poco a poco con l'eterna sua presenza d'ombra che si strugge, ed ogni volere ribelle inesorabile distrugge dell'anima mia, che già si adombra e s'impaura Erano già gli anni trascorsi della fanciullezza belli in cui i rami intrecciando di arboscelli sospingevo dalle terre di Mago Merlino navicelle di fragili giunchi a un ignoto destino, gli occhi ancora intatti per vedere e sognare, oltre l'immenso respiro del flusso del mare mondi nuovi e rifioriti degli angioli e dei Santi di cui mia madre mi insegnava la sera i dolci canti. Già i primi brividi si mescolavano ai fascinosi incanti di draghi e sirene da fondali affioranti, alla vista di (dei) cadaveri di (dei) marinai e di (delle) dissolte orche, d'oltre i confini della vita e della morte contro gli scogli a me risospinti dal mare. Ma io sereno e superbo( orgoglioso) passeggiavo come incorporeo sugli sfinimenti del sole ed i pallori alborei, inseguendo di mia madre l'ombra cara ed i contorni, se ne splendevano gli occhi per fugarvi ogni paura, come ogni bimbo che nella mamma soltanto s'assicura.

mercoledì 17 marzo 2021

E un giorno che doveva iscriversi nei nostri calendari., prima o poi, Sfigurato il volto, straziata la vita Di detti e gesti e memorie con lei ora morte. Ora resta non essere suoi abietti figli nella colpa, ma riunire ciò che si divise, ritrovarci in ciò che abbiamo cessato d’essere

in morte di mia mamma

Non dare loro troppa acqua”, ed è la sua voce che risenti, nel vedere in boccio lo stelo senza più roselline, mentre ti è mancato di dirle , alla prima telefonata possibile, che sono rifioriti i tuoi ciclamini invernali nella nuova primavera in cui lei è mancata, che ora disponi nei vasi anche di basilico e di salvia, del ricambio del rosmarino che si è già stecchito , di cui la sua voce non ti dirà mai come curarlo. Non c’è così più niente che tu ora voglia che significhi vita nella tua nuova casa in cui non verrà a trovarti, nelle tue stanze in cui non aggirerà i suoi malfermi passi. Il loro un ordine su cui non porrà i suoi occhi, con che compiacimento, di cui eri certo, e sarà il suo divano letto del suo svuotato appartamento che prenderà il posto di quello che ricercavi in amazon, a che l’alzata al suo sedervisi fosse per lei comoda.. Fu così anche con tuo padre, che sradico il cancro a suo tempo prima dell’escursione in motonave che vagheggiavi con lui e lei. Ma che pura, ma che bella la sua morte, rimasti in lei in fiore solo i più bei ricordi, prima che la demenza li estirpasse tutti “Non dare loro troppa acqua”, ed è la sua voce che risenti, nel vedere in boccio lo stelo senza più roselline, ti è mancato di dirle che sono rifioriti i tuoi ciclamini invernali nella nuova primavera in cui lei è mancata, che ora disponi nei vasi anche di basilico e di salvia, del ricambio del rosmarino che si è già stecchito , di cui la sua voce non ti dirà mai come curarlo. Non c’è così più niente che tu ora voglia che significhi vita nella tua nuova casa in cui non verrà mai a trovarti, nelle tue stanze in cui non aggirerà i suoi malfermi passi. Il tuo vi è vi un ordine su cui non porrà i suoi occhi, con che compiacimento, di cui eri certo, e sarà il suo divano letto del suo svuotato appartamento che prenderà il posto di quello che ricercavi in amazon, di cui l’alzata al suo sopraggiungere fosse per lei comoda.. Fu così anche con tuo padre, che sradico il cancro prima dell’escursione in motonave che vagheggiavi con lui e lei. Ma che pura, ma che bella la sua morte, rimasti in lei in fiore solo i più bei ricordi, prima che la demenza li estirpasse tutti

sabato 6 marzo 2021

L'Intendente Sansho

Pietoso con gli altri, sii spietato con te stesso. Di te, che sei il moscerino nella ragnatela che l’amico Tesse distanza, Si fa un covo di vipere lo svincolarsi del cuore, Gli avvoltoi sorvolandovi in attesa Che diventi carogna chi ci preme che muoia. E dunque sia Il dolce miele della sottomissione per amore Che sa le necessità del ragno e di esserne preda he stillino i favi delle opere dei giorni.
C

giovedì 11 febbraio 2021

Avec le temps tout s'en va?

Giorni or sono, risistemando in alcune cassapanche i documenti di cui ho svuotato le tante scatole che li contenevano, ho rinvenuto le fotografie che ritenevo fossero andate oramai perdute , di una memorabile festa dell’ Unità che avevo organizzato nel mio paese d’origine quando ne ero il giovanissimo segretario comunista di sezione , e vi h o ritrovato l’immagine più smagliante della mia bellezza di allora, in cui sono stato colto mentre chino di fronte ad un gruppo di compagni nel saluto a pugno chiuso, , sollevando un ginocchio mostravo un volto radioso di un sorriso abbacinante. L’ immagine risale oramai a quasi mezzo secolo fa, e nella sua disarmante oggettività visiva attualizza come se fossero persone odierne anziani compagni deceduti da decenni, giovani coppie di militanti ora settantenni od ottantenni, bambini intenti a guardare i giocattoli esposti tra i quali, una volta che le foto le ho pubblicate in face book, si sono emozionati di riconoscersi uomini oramai attempati. Tale pubblicizzazione di tali immagini, è stata l ‘occasione per rientrare con me in contatto di giovani adolescenti che allora frequentavo e che sono già alquanto avanti con gli anni, sconcertati di quanto il tempo di un’intera vita sia intanto passato, mentre sembra trascorso da allora poco più di un decennio. Un’intera epoca, invero,durante la quale ho ultimato i miei studi, è decorsa tutta la mia vita professionale ed al cui termine mi ritrovo in pensione già da quasi un decennio, loro ora insieme con i lori bambini e nella loro attività giunta al suo culmine, io con la mia famiglia d’adozione in un India non più remota e divenuta mia patria di studi e d’adozione, metà di ogni meta dei miei viaggi , non più un mero miraggio immaginario, come quando allora sospiravo , appresso a quegli adolescenti , “ oh, se un gruccione io fossi, verso l India in volo o l’Africa lontane“ Certo, quanto tutto è cambiato da allora, ho condiviso con gli adolescenti di allora, ma mi fa ora immensamente piacere quello che allora sono stato e rivedermi come tale, Quanto ai sogni di cambiamento di quei tempi, -era il 1973-, a chi si è rivisto in un concerto militante con la chitarra imbracciata e si è detto deluso di quanto sia nel frattempo avvenuto e si sia realmente concretizzato, ho replicato che comunque siano andate le cose, si è fatto da parte nostra tutto il possibile per un mondo migliore. E ad una mia ex studentessa, ora psicoterapeuta, meravigliata di quanto fossi allora bello in un cosi luminoso sorriso, mentre quando insegnavo non sorridevo mai, ho dolorosamente dovuto ricordare come a scuola mi ci recassi ogni giorno ad insegnarvi come una pecora condotta al macello, talmente la mia vulnerabilità e la sua brutalità provocava l’altrui farabuttaggine , in trent anni di insegnamento che sono stati trent anni di rientro continuo e di uscite brevi da un lager all’altro, sole tregue, di licenze brevi, le estati e le vacanze natalizie dei miei viaggi. Tali mie immagini mi stava particolarmente a cuore che pervenissero altresì al mio amico Kailash, per sentirne le vive reazioni. Vivendo egli In uno Stato dell’India dove a differenza del Bengala o dell’Andra Pradesh la parola comunismo è priva di risonanze e di correlazioni , ho alluso a un meeting party politico simile per il resto ai tantissimi che si svolgono nei mela ground dell India, o negli ashram adibiti ai banchetti nuziali all’aperto, con tavolate ove si mangia cucina tipica, musica canti e spazi espositivi. E chi era mai la donna alle mie spalle con la gonna sopra i ginocchi? E per quanto il mio abbigliamento fosse ordinario, pantaloni celesti svasati a zampa di elefante secondo la moda di allora, una t-shirt e d un gilet azzurro, come era superiore, ai suoi occhi, rispetto a quello secondo lui così trasandato che avevo riservato ai miei lunghi soggiorni in India, anche i miei calzari gli sembravano una ricercatezza rispetto alle pantofole che calcavo e scalcagnavo in India. E poi, che lunghi capelli. Quanto alla mia avvenenza per dirne la bellezza , ha usato le stesse parole che ebbe a pronunciare quella allora giovane donna alle mie spalle, quando ne vide l immagine fotografica” Sembravi un attore del cinema”. Solo che essa faceva immediatamente seguito, nei messaggi in whatsapp che avevo inoltrato per il mio amico, alle riproduzioni , sotto tutti i profili , richiamate da un link che avevo creato con una pagina di amazon dell ‘India, di due modelli del possibile sedile mobile per water cui dovrò acconciarmi nella sua casa al mio ritorno in india, non essendomi più possibile senza un doloroso travaglio defecare sulla indian toilet ( o latrina turca) che mi riserva la nostra abitazione in affitto. Che verificasse l’adattabilità ad essa del modello che insieme abbiamo prescelto, anche in ragione del peso corporeo che riesce a reggere, 135 chili, un requisito imprescindibile, ora che vuoi l ipotiroidismo, vuoi la scarsa mobilità della mia vita sedentaria al computer, la sofferenza artrosica di muovermi a lungo a piedi, gli incidenti continui che mi capitano se ricorro alla bicicletta, le limitazioni negli spostamenti imposte dal lockdown ,o il piacere consolatorio di ogni miseria corporea che ritrovo nella alimentazione, ciò tutto quanto congiura a farmi raggiungere i 120 chilogrammi di peso quando salgo sulla mia bilancia Il mio amico si è quindi schermito, quando gli ho chiesto di ricercare se nei general store locali fossero reperibili spazzole di ricambio a quella made in China dalla intelaiatura completamente in legno, che nelle sue setole mi passo non senza voluttà tra entrambe le natiche dopo avere defecato, perché il mio “big ash” si è oramai talmente ingrossato e arrotondato che non mi è possibile pervenire altrimenti nelle un tempo così ambite e magnificate plaghe del mio sfintere anale. Di più facile soluzione, ma ahimè tuttavia insufficiente a stornare il sentore di urina che emano quotidianamente, è stato come ovviare, con un vaso per lo scopino, a l fatto che comunque io urini comunque mi bagno, le innumerevoli volte che devo correre in bagno per la mia prostatite e per il diuretico che mi evita edemi alla mia gamba destra. Sarà comunque giocoforza, si è convenuto, che mi faccia confezionare in india su misure speciali extra dei larghi e lunghi kurta shalwar kameez , piuttosto scuri e tutt’altro che trasparenti, giacché oramai mutande e pantaloni da tuta, ad ogni mio movimento quando sono all’opera in una qualsiasi attività, si acciambellano fino a lasciarmi il culoscoperto come quello di una scimmia. Deo gratias, anche così, ad ogni riaprirsi degli occhi alla luce di un nuovo giorno

domenica 24 gennaio 2021

nunc et in hora moitis nostrae

Riscrivendo le mie note di viaggio nella Grande Cina del 2004, di quasi 16 anni or sono, mi sono reso conto di come nel tempo abbia dismesso di scrivere direttamente di me stesso, di ciò che mi perturba e mi felicita ogni giorno, dei miei orizzonti di vita e di pensiero, riservando spazio ad essi solo dentro la trama di ciò che racconto delle persone che sono venute amando e delle mie relazioni con esse. Il che si è verificato via via che dire di me stesso non è stato più, come a quei tempi era ancora possibile, narrare di una persona pur sempre avvenente e capace di una vita avventurosa ancora giovanile, nel suo spirito di viaggiatore e nella suo eccesso di delicatezze e brutalità vulnerabili, ma si è fatto simile alla fuga dal mio volto allo specchio, da tempi e mutamenti che la mia mente non è più capace di reggere, dall’autoriflessione di una mia esistenza il cui fascino, la cui ragione e significatività residue, il cui rendimento di grazie giornaliero al mio corpo per quanto mi sostenta e protrae in quel supplemento di vita che è l’anzianità attuale, in un degrado prolungato sempre più umiliante e imminente alla morte, consistono nella grazia per cui ogni giorno, con la sua corporalità, nei suoi travagli per defecare e urinare e non male odorare, per non scoprirsi nelle sue parti intime in ogni chinarsi e darsi da fare, nel gran peso e fatica che deve sostenere per ogni minimo spostamento, riesco ancora a contenere l’odio ed il disprezzo della vita e dei miei simili, la mia reattività iraconda, in virtù dell’attività dello spirito che illumina i passi delle persone che veramente amo al mondo e per il cui tramite riesco ancora a riamare anche gli altri, benché mi ignorino e non mi riconoscano, e sia loro del tutto inaccettabile che possa io essere di più di quel che mi reputano, così come è attraverso la mia patria d’arrivo, l India, che riesco a riamare la mia patria di provenienza cui appartengo inesorabilmente, grazie al ripristino e al ritorno. nonostante ogni contrarietà tecnologica che si frapponga, alla ricerca che accudisce le vestigia del passato e presenti che ha care dell’ uomo, in ogni loro minima parte che descriva ora i templi hindu più mirabili e negletti, domani chissà,oltre che i templi di altre regioni dell’India le loro pitture murali e quelle del centro Asia che prediligo tanto, i cicli murali ad esempio di Kizil e di Pendikent, che nella loro oniricità miniaturale che sospende ogni temporalità trascendendola nella loro dimensione epica, sono forse alla radice dell’incantamento simile che esercitano su di me gli affreschi murali di Pisanello poco distanti E’ così che eternandomi come insegnava ser Brunetto a Dante, o come immaginava Yeats sailing verso Bisanzio, sospendo l orrore della morte, e più che della morte, dell’ immobilizzazione per sempre del cadavere del mio corpo in una bara, dentro un loculo, o cementato sotto terra, di tale incubo, che mi atterrisce di soprassalto la notte , quando mi riduco al buio del sonno solo allorché sento che esso non tarda, o al mattino, nel retrogusto amaro di ogni risveglio alla luce del giorno, trascendendo spiritualmente, nella vita intellettuale, o extra –razionale, anche ogni via di scampo datomi dalla eventualità della mia cremazione, o dell’ equivalente dei giardini celesti tibetani che ci è consentito dall’espianto e dalla donazione di ogni proprio organo, E in ciò che consiste la mia contemplatività attuale, che è tale perché anche nella stomacazione per la abissale miseria umana che denobilita tutto, specialmente in politica, in tempi in cui la tecnologia che ha travalicato millanta volte i sogni materiali del comunismo resta affidata a un’umanità brutale e abietta e disuguale e ingiusta come non mai, è essa ancora appassionata a ogni vicissitudine dell’agone carnale e di ogni traffico umano, si sa più che mai avvinta alla fascinazione dei corpi e della loro fisiologicità, la stessa di ogni minima cellula, che tanto più ora che per una pandemia globale si impone la maschera chirurgica si diletta più che mai. non vista, senza più timore alcuno di essere sorpresa, - che nessuno ci bada alle mire di un vecchio-, a spogliare e a raggiungere con la vista mentale le nudità corporee in ogni intimità recondita, adorandone ogni forma intravista e di essa beandomi. E non v’è bibita o cibo che gusti , che io non assapori più intensamente pensando che alla mie ceneri sarà negato per sempre di goderne il gusto. L ipermercato di ogni offerta il mio paradiso terrestre. Forse la sintesi più pietosa o penosa di tutto quanto sono così venuto dicendo, è come sia bastato che l’amico del mio cuore mi abbia evocato quale meta di ogni meta il monte Kailash sacro alle religioni orientali, nel più remoto Tibet, ma più vicino a Delhi che non a Katmanduu o a Lasha, sempre che attraverso il passo Lipulek si abbia accesso alla contea cinese di Borang, che mi sono messo a sognare di pervenirvi come se fosse una possibilità ancora reale, grazie alla transitabilità del passo che l’ingegneria indiana sta consentendo, e di portarvi in pellegrinaggio l’amico con i suoi figli, lungo l intero perikrama intorno al lago Manasarovar- l’antica Tetide- e alla grande montagna sacra, quasi che in sella a uno yak possa ovviare all’artrosi che mi fa urlare di dolore ad ogni inciampo anche solo in un tappeto, alle mie difficoltà motorie già intorno a casa, quando dovrei affrontare anche la rarefazione dell’aria oltre i 5.000 metri del passo di Tara, nel corso di un periikrama di più di 50 KM. E in tutto questo , o solo in questo, che è rimasto ancora di Dio, , della mia fede nel mondo che è tuttora fede in Lui, pur nel mutare di ogni mia credenza? Confesserei che credo più che mai nel Divino come eterno attrattore universale, ma non più come Padre amoroso da invocare chino sulle mie disgrazie, in tutto l’afflato che gli attribuì, Rembrandt,non più in una Voce personale che mi chiami a se, “ vieni”, permanendo irrisolto quanto il mondo Ne sia la manifestazione sia nel Suo ritrarsi che nel Suo farsene la vita più intima, piuttosto nel Divino avverto un rimando al “vai” nel mondo, con le tue residue forze, che temo di perdere ad ogni marasma mentale o incongruenza dei miei i atti, illuminato della Sua luce che è il fondo della mia anima, il suo codice genetico con cui è in me , come in ogni realtà ed entità del mondo infinitamente infinito. Nel mio anelito lo stesso anelito di cui parla l Hadith Ero un tesoro nascosto e volli essere conosciuto. Ho creato tutta questa creazione affinché mi conosca

giovedì 21 gennaio 2021

Kallu, si direbbe che l Hotel Harmony sia la tua Mother House..”
L’amico non la pensava stasera proprio così, e in un contorcimento in risposta ha rigirato la cosa all opposto “ E.. la mia Jail-house, direi invece”, la sua casa prigione. “ Ma quando ci sono più customers, come ieri sera, nessuno ti tiene… dovresti invece irritarti perché lavori di più ” “ Ma allora il padrone è felice, non è come quando tutte le stanze sono vuote…” “ e allora lui diventa una belva”. Ajay in mattinata era rientrato da Goa, era già a casa al rientro del mio amico dall’ hotel. Dal College gli avevano comunicato che la scuola sarebbe ripresa tra tre giorni, il 20 di gennaio, in vista degli esami di febbraio, e non poteva perdere l’inizio delle lezioni , poiché la didattica non sarebbe stata solo a distanza. la sua presenza Inoltre era richiesta in Chhatarpur, per le firme occorrenti a riscuotere un sussidio di oltre 9.000 rupie. Temevo che opponesse resistenza a un suo rientro anticipato da Palolem, per quanto alla partenza per Goa, neanche un mese fa, mi avesse esposto con calore persuaso e persuasivo la sua dedizione agli studi che ha in animo di portare a termine , la sua volontà di diventare farmacista o dottore, come il dottor Kare, di famiglia, di farcela a dispetto di ogni errore finanche folle e criminale perpetrato da me e suo padre,e a coronamento di ogni nostro sforzo per sospingerlo fin da bambino oltre ogni situazione che suscitasse sfiducia e sconforto, come quando faticava a leggere due sillabe consecutive, o venivamo a sapere dalla scuola, o dagli insegnanti cui lo mandavamo a lezione,che da mesi disertava le lezioni per il cricket o gli amici di strada. In realtà non è occorso alcuno sforzo da parte mia o di Kailash per persuaderlo a tornare. E questo anche perché nonostante la bellezza di Goa, della spiaggia al di là delle palme dove serviva ai tavoli oltre a lavorare in cucina, non nutriva vivi rimpianti per quanto vi aveva lasciato. Durissimo era il lavoro, per un esiguo guadagno effettivo, ed i turisti indiani, in luogo di quelli stranieri cui la pandemia aveva precluso Goa, si erano mostrati a dir poco spregevoli . “ Bastava che mancasse anche solo un poco di zucchero, e mi trattavano come dei pazzi…” ”E’ così anche a Khajuraho” se era per questo, il commento di Kailash alle parole del figlio che gli riferivo. “ Lo so bene come sono i turisti indiani a differenza di quelli stranieri. Perdono la pazienza subito se ritardi in qualcosa, a portargli l’acqua calda in camera o a servirli in stanza. Cominciano per prima cosa a offendere, a dire male di te, dell hotel, per poi insistere urlando che non pagheranno e sporgeranno denuncia. Si fanno sempre servire in camera, non vengono come gli stranieri a chiedere alla reception. Gli stranieri anche s etu ritardi invece non si arrabbiano, aspettano calmi, sempre che abbiano del tempo davanti. Se invece ad esempio devono prendere il treno e non possono perdere tempo si arrabbiano anch’ essi come gli indiani, eccome.” L ‘importante, gli ho detto è che comunque per pochi che siano, molesti o malevoli, l’arrivo dei soli turisti indiani ora non si interrompa, che anche se durante la settimana gli hotel in Khajuraho restano vuoti, la loro presenza sia assicurata almeno di sabato e di domenica, in tempi che pure in India sono ancora quelli calamitosi della pandemia, anche se oramai i media non parlano più di covid, ma solo della vaccinazione che è iniziata da qualche giorno Il che, quando devo ripetergli di ogni ritorno della mia regione o della mia nazione in zona rossa, più che apprensione crea una sorta di stizza ora ,in Kailash, “ Ancora?” Del resto ora la Germania ha assunto il comando delle operazioni sanitarie qui in Europa, e all ‘nisono con la cancelliera Merkel di fine del lockdown non se ne parla fino al termine di aprile. E invece la protesta degli agricoltori contro le leggi volute da Modi e dal Bjp che li mettono in balia dell’offerente a minor prezzo per i loro prodotti, che toglie loro ogni possibilità d’appello e di rivalsa, ogni risarcimento congruo per i danni del maltempo, della carestia o delle locuste, che tiene banco nei media indiani loro malgrado, sono le controversie di frontiera con la Cina che invece essi amplificano ogni giorno, come se ogni condotta della CIna non fosse il riflesso speculare di quelle dell India, e di cui ora si alimentano i nostri discorsi. Io ne sorrido, quando mediante droni o che altro si smascherano della CIna spostamenti di truppe nel Tibet, nell’Aksai Chin, a ridosso della Galvan Valley e del lago (tso) Pangong, degli insediamenti logistici e di basi e arsenali militar verso i confini dell’India, le costruzioni di nuove strade per raggiungere più velocemente i territori di frontiera, o si denuncia la perdita di ogni residua autonomia del Baltistan e dei territori di Gilgit rispetto al Pakistan, che ne fa dei territori di penetrazione più facile della CIna in quelli pakistani,mentre ci si compiace della avvenuta perdita ai confini con la CIna di ogni autonomia del Jammu Kashmir, o delle proprie medesime operazioni militari od opere infrastrutturali per rendere più veloci gli invii dalla capitale di propri mezzi di combattimento e di truppe mobilitate contro la Cina, con nuovi tunnel tra Manali e Leh, rinforzando la strategica Darbuk-Shyok-Daulat Beg Oldi Road ,o lastricando passi di confine come il Lipulek, là dove si incontrano le frontiere controverse della Cina, dell ‘care e imbizzarrire. Così l’ho lasciato deluso e contrariato come da uno smacco, quando gli ho rivelato che dopo quelli dei figli, due Red mi, un Real Mi, anche il suo smartphone, Vivo, del cui acquisto si compiaceva, era cinese, come company. E perché aveva mai smesso di felicitarmi, l’ho solleticato, quando gli ho confidato che era made in China anche la mia nuova, seconda bicicletta che ho appena acquistato. “ Che vuoi, ho come un’allergia per ciò che è cinese”. Ben sapendo che non avrebbe trovato difficoltà nel darmi la risposta giusta, quando gli ho chiesto quale mai vaccino, invece del covid shield Astra Zeneca o covaxin prodotti da istituti indiani e assicurati ai Paesi vicini e più poveri del mondo, non potesse invece esimersi dall’acquistare il nemico Pakistan satellite della Grande Cina. Chandu in assenza della scuola seguita intanto ad andare ogni giorno a lezione dalla lady teacher, Poorti aspetta soltanto che la sua insegnante la richiami . “ Vimala se ne sta ogni sera con le vicine di casa a discorrere ore e ore intorno al fuoco di pani di sterco, vero, avvolte ben bene nei loro scialli, vero? “ “Proprio così.” Ed ha cessato di dolersi di quanto le è costato il subbuglio delle pulizie annuali di Diwali, una specie di trasloco domestico di stanza in stanza, da ritinteggiare tutte, di ogni suppellettile e vestito ed oggetto, rimesso in ordine e spolverato e lavato. Al ricomporsi del nostro puzzle mancava soltanto Mohammad, ora in Mumbay, dove lavora e guadagna parecchio sovrintendendo in un cantiere i muratori al’ opera, in attesa con la sua Afreen di sposarsi entro la fine dell’anno. Fino all ultimo suo respiro , avendomi ripromesso che sarò per lui il suo più caro amico di sempre..

domenica 3 gennaio 2021

Ancora alcune sere fa, vagheggiavo non già che Mohammad ricambiasse il mio amore, ma che per il tramite della sua ragazza che mi aveva contattato in messenger da Mumbay, dove Mohammad con la madre e la sorella ha raggiunto il padre e lei che grazie alle sue conoscenze gli ha assicurato un buon lavoro in un cantiere dove sovrintende i lavori, si ristabilisse un’amicizia profonda e duratura tra lui e Kailash, che valesse oltre la mia morte e ne fosse il mio lascito di affetti..Che infine Mohammad riconoscesse l immensa grandezza del mio amico, che vincendo l odio e la gelosia che nutriva per il ragazzo, che temeva che mi strappasse da lui e dalla sua famiglia riducendoli vagabondi, superando l odio interreligioso in cui era stato cresciuto contro i muslim, con equanimità di cuore aveva capito non solo che doveva lasciare che avesse il suo libero corsoi il mio amore per un ragazzo che sapeva che non si faceva nessun scrupolo neanche di derubarmi, ma si era dato da fare per aiutarlo insieme alla sua famiglia, gli aveva trovato lavoro presso un home stay , al padre caduto in miseria estrema e che non riceveva alcun aiuto dai suoi congiunti, come lui stesso, per lui simpatizzando per la semplicità di spirito dell ‘uomo che l’aveva fatto indigente aveva lasciato in uso il suo tuc tuc, a mio carico dividendo i guadagni e assumendosi gli oneri di ogni riparazione del veicolo, e così consentendogli nei momenti in cui solo chappati e sale con verdure erano il nutrimento in famiglia, di sopravvivere alla disperazione più dura. La giovane, che mi aveva scritto per tranquillizzarmi sullo stato di Mohammad, dicendomi che il ragazzo ora non beveva, non fumava e non consumava più droghe, dopo che due giorni prima l impedimento del mio amico di ogni mia possibilità di telefonargli aveva subito una falla perché l’avevo raggiunto che era del tutto ubriaco in sua compagnia , si era in realtà tradita quando mi aveva chiesta se Mohammad potesse diventare matto, alla mia richiesta che lei almeno mi facesse sapere il numero di telefono del padre di Mohammad, perché Kailash potesse parlargli. Kailash aveva da chiedergli, rovesciatesi le sorti se in Mumbay possono trovargli un lavoro, ora che in khajuraho per la pandemia in corso non c’è più impiego accettabile per lui, che a quarantadue anni, padre di famiglia, deve tornare a lavorare in hotel per un salario dimezzato, di 3.000 rupie, che nessun ragazzo di strada né tanto meno Mohammad sarebbe disposto ad accettare, fosse anche ridotto alla fame. Fino a Goa, in Palolem, per 10.000 rupie al mese si è recato lo stesso Ajay, ora che il co9llege universitario cui si è iscritto in Biologia resta chiuso per la pandemia, attivando solo lezioni on line. Kailash che con una certa mia irritazione avvertivo freddo rispetto al fatto che il nostro Ajay, chi era un tempo Chotan, il piccolo Ajay che disertava la scuola e non riusciva neanche a leggere due sillabe di seguito, dopo Daramsalah si avventurasse di nuovo tutto da solo nel mondo grande terribile, impegnandosi a coniugare di nuovo studio e lavoro, con il grande rischio che i guadagni e la facoltà di spendere in proprio lo alienassero dalla conquista degli studi superiori cui era pervenuto, nonostante tutto riuscendo a credere a se stesso, a vincere la nostra stessa sfiducia che faticavamo a celargli, invece maturava l ispirazione più giusta. Che restasse Ajay in Goa, ma fino a quando non s fosse aperto il college, è non esitasse a fare ritorno, se fossero insorte situazioni insostenibili nei suoi rapporti di lavoro. Eppure anche di Ajay, come poi di Mohammad, ho avvertito la pena di dover riconquistare il cuore all affetto e alla fiducia nel padre, quando mi ha supplicato al telefono di non avvertirlo che non aveva denaro, che gli serviva per acquistare capi di abbigliamento più leggeri, in una Palolem dove la temperatura superava i 30 gradi . L’opposto che in passato, quando ero io a doverlo supplicare di non dire tutto di tutto a suo padre, per l inferno che avrebbe scatenato delle sue patologie mentali, di cui dovevo essere il guaritore ferito che fu l ‘infettante. Mi è bastato che una volta arrivato Ajay mi dicesse di dove era finito, e ritrovassi di Palolem centinaia di immagini in rete, per tranquillizzarmi sulla natura del sito. Una baia larga tra due promontori, dove le acque marine digradano a poco a poco e da cui le correnti restano al largo, un villaggio che in negozi e agenzie turistiche, resort, hotel e home stay era la stessa Khajuraho, tolti i suoi templi e aggiunti il mare, la spiaggia e le palme. Tempo due giorni, e la ragazza di Mohammad mi avrebbe trasmesso il numero richiesto, di cui la ringraziavo, che comunicavo di lì a poco a Kailash. Ma sono oramai due giorni che il padre di Mohammad non gli risponde, come il figlio ha smesso di fare con lui, dopo che con me. Un Primo giorno lo ha rinviato all indomani, quando si è fatto irraggiungibile. A Kailash avevo già preannunciato più volte che da Mohammad , che quando lo sollevavo dalla sua disperazione con un aiuto morale e d economico mi riprometteva ogni volta che un giorno in cambio mi avrebbe comperato una Ferrari, c’era da aspettarsi di tutto e di niente. ! Quando ha bisogno corre da te immediatamente, e si fa improvvisamente vivo , ma non risponde mai se tu hai da chiedergli qualcosa” Right Ha sentenziato Kailash. “ Almeno si ricordasse di quanto ha addolorato il padre e la sua famiglia, che sua zia, per la quale suo padre quando in Kanpur le cose gli andavano per il meglio si era prodigato in spese ed aiuti, si era poi mostrata indifferente alla loro sorte quanto in Khajuraho sono caduti in disgrazia” Kailash mi ha riferito dei tentativi vani di contattare il padre di Mohammad, ogni volta della caduta nel vuoto della linea, rammaricandosene, ma senza recriminare. Tenterà di nuovo domani, e poi ancora per altri giorni. In me è intanto insorta l idea che sia stato Mohammad l autore di tutto, ad avere posto in black list il numero di telefono di Kailash, dopo del mio., per mettere in black list tutto ciò che particolarmente io ho rappresentato nel suo passato, di compromettente E ciò a dispetto di tutto l’affetto con cui mi ingiuriava di essere un makelode, quando la sua ragazza invece di lui ubriaco ha risposto per lui al telefono, come ha inteso che ero io che lo cercavo per Natale, delle sue profferte in precedenze di un’amicizia interminabile. “ Tu sarai il mio amico più caro fino al mio ultimo respiro. Fin che avrò vita”.Poi tutto si è convertito nel contrario di quanto temevo, ,alla luce delle due telefonate odierne. Con il padre di Mohammad oggi Kailash aveva potuto parlare e lungamente, con viva emozione e soddisfazione. Mohammad era felice di ritrovarsi a Mumbay preso la sua attuale ragazza e i suoi che gli danno sostegno,, il padre lavora anch’egli per un cantiere edile, come sorvegliante , e distante dal figlio, 10.000 rupie il suo salario, ma che gli serve in Mumbai, se per una stanza e un bagno in quattro deve pagarne 9.000 rupie. Se Kaiulash cerca altrove lavoro, vada nel Gujarat, dove un affitto è ancora di 2.500, 3.00 rupie. Cos’ resterà s lo Mohammasd in Mumbay, ed egli farà ritorno a Khajuraho quando sarà finito il kockdown e saranno di ritorno i turisti stranieri, per tornare a trasportarli con il tic tuic del mio amico. “ E non provi soddisfazione, Kallu, nel venire a sapere che è andato a Mumbay e che è da te che ora vuole già fare ritorno?, Che tu per lui sia quanto di meglio,- la sua prospettiva di vita-, più che i parenti e i muslim che ha lasciato in Kanpur?” Avevo già cenato, telefonato a mia madre, quando intento a leggere mi appare i un messaggio di Ajay in cui mi chiede di telefonargli. Mi allarmo, per quanto può ancora allarmarsi questa mia esistenza che smobilita, e mi preparo al peggio. No, niente di grave, mi rassicura, ha voluto chiamarmi per il piacere di farlo. E’ verro quanto mi rivelano i suoi videro, cucina per clienti che consumano a dei tavoli lungo la spiaggia. Anche stanotte ha lavorato fin oltre la mezzanotte, e non ha ancor a chiuso occhio, ma lavorare per lui è meglio che restare senza far niente, quando non c’è niente che possa fare, perché non ha una rupia in tasca, in attesa fra un mese del primo salario mensile. Ma è una situazione , gli chiarisco, che è lui che si sta rendendo invivibile, per il suo rifiuto a che papa kailash possa venire a sapere in che stato lui versi. Gli spiego come solo domani Kailash possa disporre dell’ammontare che gli ho inviato, e che già avevamo concordato di inviargli qualche migliaio di rupie sul conto corrente che aveva indicato di un proprio conoscente in Palolem. Non c’era nulla che avesse da temere, nulla di cui avere paura nel disbrogliare le cose.