lunedì 31 dicembre 2012

Seamus Haney Perch Persico Traduzione



Buon anno, nel tutto di ogni cosa che scorre e del persistere saldo dell’andare del mondo.

SEAMUS HEANEY
Perch  ( Electric Light 2001)

Perch on their water-perch hung in the clear Bann
River
Near the clay bank in alder-dapple and waver,
Perch we called "grunts," little flood-slubs, runty
and ready,
I saw and I see in the river's glorified body
That is passable through, but they're bluntly
holding the pass,
Under the water-roof, over the bottom, adoze,
Guzzling the current, against it, all muscle and slur
In the finland of perch, the fenland of alder, on air
That is water, on carpets of Bann stream, on hold
In the everything flows and steady go of the
world.

Persico

Persici nel loro posatoio d’acqua sospeso nel terso fiume Bann,
Presso la riva argillosa in screziature d’alno e guizzanti,

Persici che chiamavamo “grugnitori”, piccoli ringrossi di piene, minuscoli e svelti,
Io li vidi e li vedo nel corpo glorificato del fiume

che è ben attraversabile, ma essi  si attengono fermamente al guado,
sotto il tetto d’acqua , sopra il fondale , inassopiti,

ingurgitando la corrente, di contro ad essa,  tutti muscoli e chiazze,

nella terra di pinna del persico, la terra di palude dell’alno, su aria

che è acqua, su tappeti del ruscello Bann, su in sospensione
 nel fluire di ogni cosa e nell’andare solido del mondo. 

Sesta Ecloga Indiana Prima versione/ Ecloga settima frammenti


Cala l’ombra dei monti sui casolari fumanti,
di sterpi  e sterco dai bracieri esalanti,
s’annida la luna tra le mahua ritorte,
cede il sole la sua luce di sangue al fiume che scorre,
nella successione dei mesi che volge alla fine dell’anno
 anche il Natale,
la notte dell'amico scosso dal pianto per la bufala morta
che cercava conforto nel calore del corpo dei figli
 accanto nel sonno,
con la vigilia in cui nell’albero al limitare del colle
vedevi il ramo a cui appenderti al sole,
e ora chi è stato ospite sverna già al Sud, è  in Irlanda che urla di nuovo contro i ritrovati  snackers,
radica nel Bangladesh  la coltura del neem,
in tutti con un curry speziato
infuso un nostro lascito di folli speranze,
quando è stato solo ieri che l’uccelletto Ashesh,  di ritorno furtivo,
 ci ha già lasciato e derubato di nuovo,
come se nulla fosse stato, dell’incanto nel parco,
di appostarci alla vista di antilopi e cervi,
del viaggio, di piccoli uomini,
intrapreso con Ajay, al villaggio dei nonni,
per le forniture  del negozio e la riscossione dei crediti ,

seguitando, tra le nebbie,
la crescita dei germogli infestati di grano,
dei  bei volti amici intenti ad  apprendere  e degli inquisitori di turno,
ogni freddo/fumido  mattino Kailash  infreddolendosi all’arrivo dei treni
per intercettare nel flusso l’occasionale turista,
Vimala, l’infinitesima volta,
nel risospingere il riflusso di acqua in cortile,
tra i bambini che pettinati e rilavati
si avviano a scuola in tuctuc,
mentre Chandu può dormire ora più a lungo sotto le coltri
ora che a noi tutti si è provveduto un giaciglio.
Ma pur se il viride miglio delle suore ne ravviva la  grotta,
ora che l’anno finisce felice
è la nostra mangiatoia il pagliericcio di un morto bambino
nel cui astringerci crepita il fuoco.



Egloga indiana settima frammenti spersi

E quando le opere parevano morte,
inutile ogni sforzo intentato,
che solo fosse protratta la resa,
un nuovo splendore illumina i giorni,
la vacca tra la pula che lecca il vitello,
(la senape nei campi che germoglia col grano,)
 la senape nei campi che germoglia, dinuovo con il grano
germoglia di nuovo,
e pur nei presagi di essere tolto via da ogni giorno (della fine),
e la sera non è tenebra ombra di sventura
quando cala dai colli sui fumi sospesi dei fuochi,
velami dell’aria che imbruna
 le aie e i coltivi,
che   oscura oscurando le campanule protese slanciate tra i fili ritorti,
ora che l’acqua del fiume trascorre più ancora
immota imperturbata  al tramonto,  nel volgere a un nuovo mattino ch’ è nel primo mattino di luce anche nell’ombra
agli armenti  che vi pascolano lenti/ quieti
dove  è luce anche l’ombra,
e di riparo conforto è anche il tugurio di stracci ed infissi,
della prole di guardia
“ ru…pees, ru..pees,
pigolando come gli uccelli tra i rami la prole di guardia,
solo  l’ incanto benedicesse anche i letamai dove rovistano insieme maiali e bambini,
solo il canto degli uccelli sovrastasse
il pigolio degli “hello, rupees”  dei piccoli
come esci per  strada,

il tugurio di stracci ed infissi dove giace la prole di guardia,
 e tu potessi confidare poichè senti e sai che nulla potrà più andare perduto
di quanto sia stato il dolore dei giorni,
ora che l’amico forse ha preso il passo
di chi sa essere per gli altri,

prima che tutto s intorbidi ancora nel in tal gorgo,
 che al letale sospetto
sotto i cieli non ci sia più latitudine o longitudine per chi differisce non è come gli altri,
 e l’amarezza sia il flutto che risale da tutto quanto è trascorso,

ma come Vimala lascia le coltri
che dolce tepore
prenderne il posto accanto al mio Chàndu,
infinitamente/delicatamente accarezzarlo nel sonno,
presagendo nella fitta il dolore che il dono di grazia
sia il sopravvivere anche alla sua perdita,

mentre lente le nuvole gonfiano l’arco dei cieli,( gennaio febbraio2013)
altro di tremendo e risorto
ancora ci attende ( 18 marzo 2013
.................................................

domenica 30 dicembre 2012

At Toomebridge

Seamus Heaney


At Toomebridge (from Electric Light 2001)



Where the flat water

Came pouring over the weir out of Lough Neagh

As if it had reached an edge of the flat earth

And fallen shining to the continuous

Present of the Bann.



Where the checkpoint used to be.

Where the rebel boy was hanged in '98.

Where negative ions in the open air

Are poetry to me. As once before

The slime and silver of the fattened eel.



Dove la colma piatta dell’acqua

Veniva a riversarsi oltre la chiusa di Lough Neagh,

Come se avesse raggiunto un’orlo della terra piatta

E ricadeva schiumante di luce al continuo

presente del Bann.

Dove il checkpoint era situato.

Dove il ragazzo ribelle fu impiccato nel ’98.

Dove ioni negativi all’aria aperta

Sono per me poesia. Come una volta, anche prima,

Il viscoso e l’argento dell’anguilla ingrassata



mercoledì 26 dicembre 2012

26 dicembre 2012

Cronaca 26 dicembre




La ritrovata armonia e gentilezza umana tra me e Kailash è stata turbata in tarda mattinata dall’arrivo di una telefonata che preannuncia una nuova enquiry sui miei modi di vita e sulle ragioni del mio stare in khajuraho, sullo stato familiare di kailash, su padre, fratello, figli, moglie.. Mi sono protratto in face book fino al tardo pomeriggio, sortendone tali considerazioni

E nuove enquiries, sulle base di nuove delazioni, per accertare se in India fumi marjuana, mi ubriachi, o faccia sesso irregolarmente...L'ultima supposizione è la più dolorante, per me ed il mio amico, perchè, per egli con la moglie, per me altrimenti,"no more sex, no more love... , dopo la morte del nostro bambino Sumit ( per usare le parole del mio amico, nel suo pianto a dirotto, dopo avere appreso di recente della morte della sua piccola bufala). Quanto a marjuana, sono forse l'unico straniero a cui non sia mai stata offerta da che vivo a Khajuraho ( talmente ho l'aria di fumarla, ed è virtuosa la gente locale). E così ho interloquito con Marzio d’anselmo, dal Bangladesh



lettera in risposta a quel che ha scritto in Facebook un mio caro e recente giovane amico , dal Bangladesh

E’ una vita fantastica,

soprattutto perché non hai mai la certezza ci sia la luce,

perché per avere l'acqua calda devi scaldarla,

perché l'unico cesso comune è alla turca,

perché i panni si lavano con la cenere e l'acqua del pozzo,

perché ci sono mille modi per comunicare

e ci siamo ricordati come si faceva ad essere felici e ridere senza alcool e feste...

Tenetevi i vostri letti comodi,

gli scaldini elettrici

e i vostri cazzo di iphone 5.

Venite a riprendermi se ci riuscite....



Così mi sono sentito di rispondergli

“Qualcuno mi ha accusato di essere snob nel sostenere le stesse tue posizioni. Oggi però francamente non me la sento di cibarmi con ortaggi cotti alla brace dalla mia famiglia indiana con pani di sterco. Vedremo di nutrircene lo stesso. E defecare in un cesso alla turca è una pena artrosica indicibile, per i miei arti inferiori, per tacere di come mi ritrovi quando resto in assenza di carta igienica. Comunque, trovo la inconcludenza della discussione dei tuoi interlocutori sulla bontà o sulla cattiveria dell'uomo, quale male originario o quale derivato delle situazioni economico-sociali, un esito scontato dell’umanitarismo più che della spiritualità religiosa.

Nei vangeli è detto " vi mando come agnelli in un branco di lupi,.non tra mammole gentili. Nella Baghavadghita è asserito che ciò che conta è agire secondo la propria legge morale, il dharma, nell'assoluta indifferenza ai frutti della propria azione ( che solo allora forse matureanno). Chi si aspetta di ricevere il bene nel farlo, che i poveri siano per ciò buoni e cari, smetta pure prima ancora di cominciare. Solo ieri dal mio amico indiano, con la cui famiglia coabito, sono stato trattato come se egli fosse un mio esattore fiscale, dopo che avevo rinunciato ad un libro esoso e a ogni altro agio personale per assicurare un vestito a ogni suo bambino, alla mia disponibile richiesta se ancora servisse riparare la cavigliera d'argento della moglie. Ne sono uscito folle e lui ancora di più, anche se tutto si è ricomposto in armonia. Concludo dicendo che comunque non credo che i poveri e i puri di spirito debbano essere preservati miseri e ignoranti per mantenersi integri, che ciò che conta è la condivisione, i grandi libri, l'arte, e la loro significazioni sono un bene dell'anima assoluto, senza dei quali si compartecipano solo i rifiuti condominiali della globalizzazione.Così credo



dopo un pranzo gioioso in terrazzo con Ajay, Ashesh, Kailash e Chandu delizioso, a base delle verdure cotte alle braci dello sterco di vacca in cui in mattinata ci si era riscaldati in cortile, ne sono uscito fuori ( venuto a capo), ad un’ulteriore ripresa, solo quando il sole era ormai uscito sfolgorante e caloroso dalle nebbie mattutine sulle lenzuola stese sui terrazzi dintorno, per una nuova sortita vana alla filiale della Canara Bank, l’ennesima perdita di tempo per accertare a che punto morto fossero le pratiche per l’apertura di un mio conto corrente, nel cui travaglio penoso Kailash mi ha raggiunto dalla stazione ferroviaria, in cui il treno delle 6 del mattino era finalmente arrivato quando erano già trascorse le tre pomeridiane, senza che i pochi turisti esausti intendessero seguirne la committenza in hotel. Vi è sopraggiunto, come si aspettava, per constatare di persona come entrambi fossimo gente di nessuno per anche per il dirigente commerciale di questa branca, che non ci degnava neanche di uno sguardo tra l una e l’altra telefonata strisciante nei confronti lumachevoli di qualche pezzo grosso importante. Frattanto Ajay e Ashesh ci avevano lasciati per recarsi di propria iniziativa in Byathal , dove si prenderanno cura del negozio di Kailash, e chiederanno al ragazzo che vi è addetto e al padre di Kailash quali articoli occorra ordinare in Chhttarpur dove ci recheremo domani per l’enquiry, nel dargli ferme disposizioni di non vendere a credito più niente ai dalit, da immemore tempo tranquillamente insolventi, di passare di casa in casa col loro nonno per riscuotere i crediti in sementi o rupie. E’ il frutto del dialogo in cui l’altro ieri mi sono intrattenuto con i nostri due ometti al punto di sosta sulla via delle Raneh falls, dicendo loro dopo le scene di follia intercorse tra me e kailash, che dovevano invece darsi da fare con me per aiutarlo volendogli bene, perché da solo lui non può più concludere gran che.

Visto l’andazzo nell’ufficio del manager, che non si prendeva nemmeno cura di stare a sentire quello che inframmezzavamo tra le sue telefonate, tutto rivolto al solo alternarsi di dati al computer, lo abbiamo lasciato nel suo viscido affanno di scompigliatore di disordinate carte, per risollevarcene consumando dosa e idli nel Madras Cafe, dopo di che, visto che era già troppo tardi per recarmi al museo archeologico, mi sono inoltrato verso i jain temples per ricercarvi invano, a un prezzo che non fosse il quadruplo del suo effettivo valore, il volume di Devangana Desai The religious imagery of Khajuraho, e inoltrarmi in bicicletta, sulla via di Jathkara, nel chiarore lunare soffuso tra i campi e i fuochi accesi dei casolari fumanti, incantato dall’astro lunare tra le frondosità ritorte delle piante di mahua.

Al ritorno lo stato deprimente di sentirci gente di nessuno ci ha agevolato l’ingresso nel sonno.

Al computer, questo commento di Valentino al mio stato di cose

“Caro Odorico, stai scoprendo l'altra India quella che, proprio questa mattina, alle 4 di notte, ha fermato un mio insegnante (ex studente), responsabile dell'ufficio, per schiaffeggiarlo, con la motivazione:" Ti stai allargando troppo!". Erano 4 sconosciuti, sicuramente mandati da qualcuno all'interno della scuola, oppure fuori (per indisciplina). Sicari. Per la cronaca, l'insegnante si stava recando al Tempio per pregare! Mi dispiace, ma devi fartene una ragione. Campbell rimase sbalordito, sessant'anni fa, quando visito' per la prima volta questo Paese. Scopri' che si stava avviando verso una brutale westernalizzazione. Regalo dei British!



Oggi così gli ho replicato

Caro Valentino, Un altro risvolto repellente dello stato di cose indiano è come si sia ( manzonianamente) gente di nessuno, in quanto stranieri o indiani di casta inferiore, per i rivoltanti e striscianti general manager locali di banche o agenzie, che è come se nemmeno fossimo entrati in ufficio io ed io mio amico, quando torniamo inutilmente a chiedervi di aprirmi un conto corrente per aiutarlo a intraprendere una q ualsiasi attività, gli stessi che strisciano come larve di vermi e si fanno tappetini umani di un servilismo ributtante, se è un brahimino o un bundela o raja locale che compare a loro davanti.



giovedì 20 dicembre 2012

every class has




Gabriella Parra parece que sí, pero sólo en aquella parte del mundo que piensa que está evolucionado más que otras...


Valentino Giacomin Gabriella, ti rimando il commento al cartoon che rappresenta il docente all'inizio dell'anno e alla fine.













Cara Gabriella, non credi che sia arrivato il tempo di reagire? Ho letto relazioni drammatiche scritte da insegnanti frustrati, che erano stati umiliati, offesi, angariati dai loro studenti durante l'anno scolastico. HO saputo di insegnanti che hanno dovuto ricorrere alla psicoterapia per curare le ferite psicologiche inferte dalla classe. Le aule sembrano trasformate in arene per gladiatori. Altro che Templi del sapere! A fronte di questa drammatica situazione, non credi che sia il caso di cominciare a interrogarci per trovare delle risposte, delle soluzioni? Che cosa non va? Che cosa fare? Forse non stiamo offrendo ai nostri studenti il sapere di cui hanno bisogno. Forse stiamo parlando lingue diverse e non ci capiamo piu'. Forse non abbiamo saputo leggere in tempo i sintomi di un disagio che ora e' diventato ribellione, insofferenza, indisciplina totale, aperta opposizione, sfida... Ricordo le assemblee dei docenti di vent'anni fa. Sembrava che gli unici problemi fossero di tipo didattico: come sostituire la vecchia analisi logica con le invenzioni assurde dell'ultimo idiota barone universitario che aveva scoperto i 'sintagmi' ...Oppure, come reimpostare il calcolo della divisione secondo le invenzioni di altri disonesti ricercatori universitari interessati alla speculazione piu' che all'educazione. Nessuno protestava di fronte a queste assurde, ridicole proposte 'innovative'. Nessuno aveva il coraggio di dire al signore che aveva inventato lo schemino per fare bene, secondo lui, a composizione - il famoso tema - che stava proponendo una follia. Tutti a capo chino a prendere appunti per 'aggiornarsi'. E quei pochi, come noi, che invece andavamo contro corrente chiedendo un aggiornamento di diverso tipo - conoscenza di se stessi, introspezione, consapevolezza...- erano emarginati, se non derisi. Ed ora ci meravigliamo se gli studenti se ne fregano delle nostre tecniche didattiche per insegnare la composizione o le altre materie. Abbiamo perso troppo tempo ingannati da docenti disonesti, interessati solo alla propria cattedra, alle loro inutili e dannose pubblicazioni, ai loro corsi sull'aria fritta. Non abbiamo saputo o voluto ascoltare altri Maestri che proponevano la Saggezza contro la conoscenza relativa dei baroni universitari che dettavano - e dettano - le mode ... Ecco perche' ho scritto che raccoglimo quello che abbiamo seminato. Non basta la buona volonta'. Gli insegnanti devono avere il coraggio di diventare 'profeti', di anticipare il futuro. E possono fare questo solo se cominciano subito un nuovo tipo di aggiornamento. Buona giornata.

Gabriella Parra In parte è così Valentino, ma saprai anche che, nei vari ambienti, con culture, risorse, leggi discordanti, i metodi educativi sono differenti, ciascuno con i suoi principi e usa i mezzi che ha; siamo ancora lontani da un’educazione planetaria ...... C’è bisogno di cambiamento, questo sì, e qui tiriamo avanti tra azione e reazione, senza sosta, rispondendo alle domande che tu hai posto. Non siamo più in pochi a credere che educare è aiutare l’altro a “tirarsi fuori” , che porta la persona a riappropriarsi della sua creatività, pare però che la società abbia bisogno di guidare i nuovi “utenti” a essere abili consumatori. I veloci cambiamenti di questi ultimi anni richiedono nuove attitudini mentali per chi svolge un lavoro nel mondo educativo, fino a che la persona è considerata come soggetto del mercato, la nostra formazione umanista si scontrerà con le decisioni dei gruppi parlamentari, e non intendo nell’illegalità. Per molti di noi, insegnare, è una continua sfida, dobbiamo stare al passo non solo con la tecnologia e il mondo del lavoro ma anche nel migliorarci per valorizzare e potenziare il nostro essere interiore e professionale. Si sale e si scende, a volte con fatica, ma dai piccoli passi c’è sempre un buon risultato e il desiderio che possa diffondersi, prima che l’effetto si spenga.......

Io Peccato, carissima Gabriella, che attraverso la programmazione comune, le prove parallele o in comune e i presunti progetti qualità o i pof delle offerte formative, ogni metodologia divergente, non per eccentricità, quanto al mio caso funesto e dolentissimo, sia finita e finisca da tempo sacrificata dalla altezzosità supponente dei colleghi che uniformano e si uniformano, impositivamente, alla cervelloticità balzana degli aggiornamenti didattici che denuncia benissimo Valentino, utili soltanto a trasformare i docenti in arroganti tecnicisti dell'insegnamento, che per quanta è la mia esperienza di ex insegnante di Lettere, si compiacciono interlocutoriamente per quanto imbalordiscono cerebralmente gli studenti con fabule e intrecci e attanti e modi e voci, perdendo di vista che insegnare italiano è insegnare a comprendere e a comunicare contenuti espressivi di ogni varietà di testi formali e testimonianze umane, dal grido murale a " gli occhi di ch'io parlai si caldamente".Voglio portare solo ad esempio quanto abbia disastrato il mio rapporto con le scolaresche il fatto che dovesse essere sacrificato quasi integralmente al rispetto dei tempi della concertazione delle famigerate prove comuni, che per essere oggettive, si limitavano all'accertamento di quanto gli studenti attraverso le modalità più verbose sapessero individuare le sole circostanze di luogo e di tempo dei testi letterari, le famigerate 5w+1H, ossia quanto accomuna il fotoromanzo, un Grand Hotel ai Promessi Sposi, anzichè ciò che ne fa la differenza e che è la potenza espressiva e la capacità di comprensione del senso artistico di un'opera d'arte, che ne fa tutta la ricchezza straordinaria di significazione umana. E che dire di quanto sia stato attaccato e rigettato, per avere rifiutato, secolarmente, che la sola conoscenza ed esperienza di verità trasmettibile, nel libero confronto dialogico, fosse quella dei saperi tecnico-scientifici, che la spiritualità non fosse un monopolio dell'ora di religione cattolica... Dall'India vedo ancora più chiaramente quanto fosse sensato e ragionevole il rifiuto di tutto ciò che di me ha fatto in Italia una pietra di scarto delle scuole in cui sono stato. Detto questo, le posizioni sacrosante di Valentino, in difesa dell'analisi logica, o della tradizione sapienziale, rischiano di assumere connotati tradizionalisti, se si pongono in contrapposizione ad ogni innovazione della stessa tradizione. Certo, che fumisterie i sintagmi, i dottrinarismi strutturalistici di voga in voga, nella debita distinzione che va fatta tra i maestri del pensiero strutturale e i loro allievi cattedratici e prebendari, come occorre distinguere Aristotele dagli aristotelismi e San Tommaso dai tomismi, ma quale immenso apporto didattico hanno costituto, ad esempio, i vari ambiti della linguistica testuale, la glottodidattica nell'insegnamento di Italiano come seconda lingua, soprattutto, volti a privilegiare la trasmissione esemplare della lingua e dei linguaggi come atti comunicativi intenzionali e intenzionati da un senso e uno scopo , al pari di come la lingua nel bene e nel male si trasmette di madre in figlio, o mediante i media, una dimensione dell'insegnamento linguistico che la maggioranza dei miei colleghi sacrificava, sistematicamente, alle più impellenti esigenze di rispettare i programmi e la customer satisfaction.
Gabriella Parra Ohhhhh..... sìììììììììììì!

lunedì 17 dicembre 2012

Kallu kailash, my best friend

Gentilissimo Pietro,

grazie, vivissimamente, di essersi posto al seguito delle mie (dis)avventure, anche perché suppongo che l'insufficiente revisione formale della loro formulazione renda il suo interessamento un'autentica impresa.

Che suscitino in lei tenerezza mi felicita per davvero , pur se non vorrei che l'intenerimento fosse indotto da una mia ingratitudine letteraria nei confronti del mio immenso amico Kailash Sen, cui debbo infinitamente di piu di quanto egli possa da me ricevere. Sostenere i disturbi della mia personalità, i miei atti di autolesionismo a vocazione suicidaria, con la fedeltà ed il coraggio umano che manifesta imperterrito, riaccogliermi e riaffidarsi a me di nuovo, con tutta la sua famiglia, credendo ancora che io possa assicurare a loro un futuro, al contempo senza prestare ascolto ai cobra del villaggio che gli insinuano che debba farsi un solo boccone delle mie sostanze, prima che non faccia più ritorno e per lui sia troppo tardi, è più che ammirevole, è eccezionale
Detto questo, ad amore, onore e gloria del mio amico eccelso, sono ben felice di condividere con lei i suoi problemi quotidiani, a iniziare dal tema appunto dell' affidabilita'.

In ragione delle mie fragilità e vulnerabilità di ogni giorno, tendo ovviamente a chiedermi quanto io, innanzitutto, sia affidabile, nei riguardi di chi ripone in me aspettative e fiducia.

Per quanto attiene ai giovani, credo che la dottrina cristiana del peccato originale, per quanto teologicamente ricusabile, per il senso di inimicizia congenita tra Dio e l'uomo in cui si radica, abbia una verità spirituale e psicologica inconfutabile.

Se sto al mio meraviglioso bambino indiano, Chandu, non c'e cosa che l'interessi e che riceva in dono, su cui non rivendichi istantaneamente l'esclusiva dell'appropriativo " mio, mio, "Mere, mere", e non c'e mio bacio e carezza che non accolga e ricambi con aggressivita perentoria, in un gioco ch'è la delizia residua della mia vecchiaia di Baba.

Una curiosità conclusiva: come Lei è venuto a conoscenza di me, e si è posto sulle

mie tracce?

In spirito di grata amicizia

Odorico Bergamaschi





sabato 1 dicembre 2012

di nuovo, anche oggi

Oggi, come ieri, la solita scena penosa di penosi scontri e riappacificazioni penose. Alle 10, 30, mi riprendo dalla ripresa asservita delle attività al computer, e trovo di nuovo Kailash arrotolato nella sua coperta, di nuovo in stato di sonno e di dormiveglia in pieno giorno, come ieri alle 2, 30 del pomeriggio: io non riesco a farmene una ragione e cado in stato di prostrazione disperata, tornando a chiedermi come possa seguitare confidare in lui, consegnandogli in affidamento una qualsiasi attività nel lasciare anche solo temporaneamente l'India, accreditargli alcun deposito od acconto, se ricade nel sonno diuturno in mattinata e nel pomeriggio, quando alla sua età un capofamiglia è di esempio ai figli nel lavoro che svolge, e se sa solo impartire ordini con cattiveria rabbiosa,  e trovare di che dire ed errori nel fare di chi lavora e spende ( e si  spende9  senza risparmiarsi per lui, Moma nel negozio di barbiere dalle sette del mattino fino a oltre le otto di sera, Vimala che si sveglia con lui al mattino e contro la quale inveisce anche prendendola a calci, la quale ritrovo nel sonno solo quando Chandu le è attaccato al seno per essere allattato, perennemente intenta a far refluire l’acqua ch’è nel cortile quando faccio rientro, io che anche stanotte l'ho passata in bianco, per lavorare al computer per un suo futuro in comune di tour operator. Qual’ il presupposto di tutto questo, torno a concludere, se non il suo fare affidamento nel nostro asservimento perpetuo, perdendo il sonno e la salute per il suo stato diuturno di  dormiveglia umana Io comincio così a dibattermi nella casa e a fare rumore, lui si sveglia ed entra digrignando e inveendo nella mia stanza, no, non è più possibile seguitare così,  ribadendo l'un l'altro. Andremo a Chattarpur e disdiremo la mia residenza presso di lui, sembriamo decidere risolutamente, ed io già metto sottosopra i bagagli, poi lo lascio svelenirsi, senza dargli più seguito, e salgo in terrrazzo senza più ritrovare nemmeno le parole di una qualche preghiera, nello sconforto di ritrovarmi nell’incanto dell’India in tale stato infelice, ne discendo e lo ritrovo quieto e calmo al lavoro in cucina per me, con pacatezza rappacificata accolgo allora il suo cibo e lo ringrazio, ed ora che sa ascoltarmi posso fargli comprendere che non mi sognerei mai di svegliarlo dal sonno se fossi nella sua casa solo come ospite e amico, che vi sono anche nelle vesti di suo manager e datore di lavoro da cui deve sapere ricevere ordini, o devo già fare affidamento solo su Ajay?


E come tra insegnante e allievo a scuola, gli esemplifico ancora.

I giorni scorsi, in viaggio, non abbiamo dormito più di tanto, deve recuperare il sonno perduto, mi dice, anche stamane è stato alla stazione per intercettare qualche turista, di ritorno mi ha ritrovato più volte a mia volta addormentato, e gli occhi la cui vista gli duole sono un suo problema permanente,

Lo so quante ragioni abbia per cercare il riposo del sonno, anch’io ora che gli sto parlando vorrei ritrovare il lenimento del dolce dormire, e ho la testa dolente, ieri a mia volta, come raramente mi accade, o solo quando prendo tranquillanti in sovra dose, mi ero risvegliato oltre mezzogiorno dal sonno in cui ero ricaduto, pur dopo avere dormito in treno tutta la notte, da Jhansi a Khajuraho, di rientro da Gwalior, Orcha, ma anche Vimala si è svegliata stamane alla sua stessa ora, e quanto agli occhi, allergici alla polvere, sono stato io a obbligarlo a farsi visitare in Chattarpur, se durante il viaggio non ha preso i medicamenti prescritti non è perché io glielo abbia impedito, o l'abbia distolto dalle cure mediche,  non è un caso che la vista debba tornare a dolergli particolarmente quando deve fare ciò che non vuole affrontare, deve ritornare in viaggio a visitare gli stessi monumenti, o deve riprendere ( tornare a )qualche attività lavorativa.

Mi ascolta quieto e calmo in stato di ritrovata amicizia e confidenza del cuore, straziandomi l’anima nel suo riaffidarsi alle mie fragilità desolanti, tanto si ritrova solo e perduto, senza di me, nella sua remissività ragionevole , ed è lui che mi attarda al computer nel rivedere l’editing dei packages tours, nell’incombenza del viaggio nel villaggio natio dei nostri bambini e della moglie che desiderano insistentemente tutti quanti, mentre lui vorrebbe defilarsene insieme con me. Non sarebbe meglio se vi ci recassimo entrambi, gli ripropongo (insisto), per riannodare i suoi vincoli con i suoi genitori, con sua madre che ha viaggiato da Mathura sullo stesso nostro treno, e che abbiamo rivisto e salutato solo dopo l’arrivo alla stazione. Differirò intanto a lunedì di presentarmi alla State Bank per aprire un mio  conto corrente, e il principal della scuola lo potremo ricontattare anche domani, di domenica, per la ripresa del mio  insegnamento,