mercoledì 5 gennaio 2022

Qui vivo, da forzato

Uscito dal lager, facendo un lavoro liberamente scelto, vivendo accanto ai suoi cari e ai parenti, quell’uomo si condannava talvolta a una detenzione suprema, più completa e profonda di quella cui lo costringeva il filo spinato. Grossman, Vasilij. Tutto scorre... (Gli Adelphi) (Italian Edition) (p.66). Adelphi. Edizione del Kindle. Qui vivo da forzato,. aprendo le ciglia nel timore di quale sia la fortezza in cui mi risveglio, pervaganti basiliche d’incanto nell’azzurro dei cieli l’uscio aperto, verso nessun dove, verso quale dove che non sia di esilio in terra, di esilio dal cielo, quale che ne sia il prezzo che si impone l’ansia mortale per un supplemento di vita di ogni libertà fa una detenzione suprema. Che cosa, qui, m’aiuta ancora a voler vivere E a non morire’? A non desiderare l’impennarsi del morbo, tra i loro immacolati eden di ogni erba infestante, Se non chi ancora più soffre di me, invisibile al mondo, se non Voi, Piotr ILic, Josif caro escluso da tutti perche fino in fondo li capivi tutti niente più, all’orizzonte, che sia il risveglio di una striscia d’aurora da mandels tam ciglia che pungo Qui vivo da forzato.e basta,
Da Marrakesh fino a Cordoba La cammella con il suo corpo ed i suoi libri, Questo il maestro, queste le sue opere. Ma di Averroè si è realizzata la speranza? Da Teheran a Tiblisi è vedendolo portato da buoi, attaccati a un carro, che Puskin reincontra Griboedov, pugnalato trastullo, morte istantanea, morte bellissima, di chi la conobbe tutta la disgrazia dell’ ingegno Harun- al- Rashid, Jafar al-Barmaki Akbar- e- Azam, Adham Khan, giustiziato, poi crocifisso alle porte, gettato due volte a capofitto chi fu per il principe il proprio fratello di latte. Chi lo sa il destino, Josip, di uomini o di umane belve, che fitte fatali al petto ci riserba, Potessi mai esser certo che le sue speranze si sono realizzate!

Ed ora, nel volgere di poche settimane, dopo mia madre, anche Francesco,

Ed ora, nel volgere di poche settimane, dopo mia madre, anche Francesco, il compagno di mio fratello, è passato dal novero delle preghiere per i vivi a quello delle preghiere per i morti. Che non ci siano più o che siano in un’altra dimensione, ho cercato in queste settimane di fortificarmi, o di difendermi dal dolore più acuto, alla luce del mio risolvermi in un cristianesimo tantrico, che nell’accettazione del piacere e dell orrore salvaguardasse la mia speranza cristiana, in virtù della preservazione nel Padre-Brahman di ogni identità che sia in lui approdata, come consente di credere il pensiero indiano di Abhinavagupota e di Ramanuja, il principio di fede calcedoniano per cui in Cristo ed in ognuno di noi umano e divino permangono distinti nella loro unità, senza separazione né confusione in un unico oceano di luce o mare di latte cui sfociare nella nostra morte, come vorrebbe la spiritualità di Sankharachariya. che è onnipersaviva dell’ incontro spirituale tra Occidente ed Oriente . Così ho accettato sia ogni disperazione del lutto che ogni suo rarefarsi nell’incombenza degli incubi economici, sia il rimpianto di non avere più nella mia vita l irradiarsi arrivando alla casa di mia madre della sua viva presenza o la sua voce che si accampa al telefono , vano il suo numero nella rubrica, lo sconforto di non potere più volgermi indietro, svoltato l’angolo della strada, per ricambiare il suo saluto dalla finestra del suo appartamento, quanto che il mio soufflé , oggi a tavola, riesumi quello che Francesco ebbe a consumare tra le difficoltà dei cateteri al collo quando due settimane fa ebbi il conforto di parlare al telefono on lui in ospedale. Ed al contempo ho lasciato che i miei sensi di colpa verso mia madre prendessero le parvenze del suo fantasma che mi volita in stanza, implacabile, dopo l’agnizione ultraterrena di ciò che avevo covato in seno nei suoi confronti, infine non ho ricacciato lo sconforto che nemmeno obiit anus abit onus, quando ho appreso in banca l’entità della rateazione del mutuo che mi sarebbero costati i costi per il suo funerale, “ ed ora devo mantenerla anche da morta per altri tre anni…” erompendo in ufficio a voce alta in ufficio. Invece dello sciogliersi in lacrime dl dolore, nella mente per giorni le più festose canzoni tripudianti, come a uno sprigionamento, quasi che la morte di mia madre avessi vinto un terno al lotto….alla notizia dell’aggravarsi improvviso del suo stato un sobbalzo ch’era un tumulto, un “finalmente” che ho strozzato in petto, nel preannunciarsi prima del tempo temuto della fine dei miei vincoli economici per il suo mantenimento ad oltranza, io che con acrimonia e sprezzo presagivo , nella sua voce, nel suo cuore forte, nella sua voglia indomita di vivere, che ci avrebbe seppelliti tutti, noi figli…. Meglio evitare di pregare per lei, date le parole e quanto saliva alla mia mente di chiedere a Dio… Per riprendermi, a viva forza rammentando a me stesso che lei era stata la persona che mi ha più amato al mondo, che più di tutte ha fatto pee me, sottraendomi al destino di finire sciancato e per essere solo una barzelletta di paese. Nella mia stessa nuova casa tutto, lo voglia o non voglia, che)( parla di lei, anche quando sembra che non la stia pensando, del suo impero sulla mia mente che ha presieduto all ordinamento di ogni cosa.. Era non più tardi del sabato precedente la sua fine inattesa, che ero di ritorno al Ldl per comperare anche per mia madre una pinza telescopica raccogli oggetti., quando poco più di una settimana dopo, il 23 marzo del 2021, il corpo di mio padre sarebbe stato da estrarre dal suo loculo e cremare, perché le sue ceneri siano raccolte in una urna e calate nel loculo dove il giovedì prima ho visto essere murata la salma di mia madre, due giorni dopo che è deceduta. Era entrata già in coma nel primo pomeriggio della domenica successiva a quel sabato, al Ldl, a, causa di una setticemia che ha infiammato tutti i suoi organi vitali, già provati dal covid, per lieve che si fosse manifestato, dopo che da un mese accusava dei disturbi neurologici che la perturbavano di notte. E già la sera stessa di martedì 16 marzo, il giorno seguente al suo novantesimo compleanno,mio fratello e mia sorella hanno cercato invano di comunicarmene il decesso al telefono, così l’ho appreso la mattina seguente da una mail di mia sorella che mi diceva che la mamma non c’era più. Che lei non sia più niente o in un’altra dimensione,. ove ora sa tutto, di ciò che mi affligge e mi rimorde, ’io sono intanto come una crisalide che solo alla mia tarda età è uscita dal bozzolo serico che mia madre aveva intessuto negli anni, dentro la mia mente. Essa resta stupefatta e attonità di quanto è successo e in lei si svolge, lancinata dalla perdita improvvisa e inattesa di mia madre per quanto sia morta in tarda età, , infervorata dalla schiusa che si apre in una sua metamorfosi mentale dagli esiti ignoti. Per quanto mia madre sopravvivesse oramai a se stessa, evaporata in una mite dolcezza di affetti ogni sua cognizione e pretensione, in me lei restava un arcano dominante come sempre, che regolava e forse regola ancora ciò cui devo per accettare me stesso nel mio ordine domestico e personale, nella mia dignità sociale. Tale dominio della sua mente nella mia mente , vigeva nel mio stesso modo di esprimermi e di fare, di essere esuberante o di sottostare insofferente, al punto che guardavo me stesso nelle mie vicissitudini corporee e e quotidiane con gli occhi con cui sentivo che mia madre si volgeva a se stessa o mi considerava, avvertivo quali miei i suoi scatti di umore e le contrazioni del volto, le mie parole erano dette cin la sua voce, le mie emozioni espresse con la sua mimica facciale. E’ a lei che risale la incontenibilità ultima della mia verve dialettale ed ogni sua materialità di espressione natia , ciò che dismesso il leggere e lo scrivere è rimasto l’assillo guida di questi mesi in quarantena casalinga. E’ infatti da che mia sorella mi disse che sarebbe sopraggiunta con mia madre nella mia nuova casa, che il giorno del suo arrivo venturo era diventato per me una sorte di giorno del giudizio, in cui come avrebbe ritrovato la mia casa avrebbe deciso per sempre della mia decenza e dignità personale per me ed al cospetto del mondo. Lo stesso giorno seguente alla sua sepoltura, di venerdì, mi è pervenuto il mobiletto che avevo ordinato la settimana prima in amazon, perché mia mamma non ritrovasse nella vasca da bagno detersivi e detergenti cumulati in una bacinella, e non c’è volta che riassetti il piumone del letto, che non mi riappaia la toppa adesiva che evitava la fuoriuscita di piume d’oca, che ero contento di poterle mostrare perché fosse soddisfatta del vedere come avevo provveduto a tutto e non mi sfuggiva nulla . E solo poche ora fa, a riaprire ogni lacerazione, mi è giunta l immagine che sarà apposta sulla sua lapide, in cui appare ancora più che mai bella e luminosa e viva, a contrasto di ogni mia immaginazione consolatoria che oramai lei fosse il proprio relitto, a seguito della perdita oramai avvenuta della propria personalità. Posso ora solo recitarle in memoria questi versi di un mio poemetto giovanile, in cui è in nuce quello che lei è stata dentro di me. Mia madre, donna di domestici mestieri, che sempre ha sofferto senza lottare, di pochi scudi contentandosi e di poter mangiare, di tale sua vita vuol farmi nutrire e tenermi avendomi sempre a servire. Come uccello notturno che si sazia di fuoco l'anima mi ha risucchiato a poco a poco con l'eterna sua presenza d'ombra che si strugge, ed ogni volere ribelle inesorabile distrugge dell'anima mia, che già si adombra e s'impaura Erano già gli anni trascorsi della fanciullezza belli in cui i rami intrecciando di arboscelli sospingevo dalle terre di Mago Merlino navicelle di fragili giunchi a un ignoto destino, gli occhi ancora intatti per vedere e sognare, oltre l'immenso respiro del flusso del mare mondi nuovi e rifioriti degli angioli e dei Santi di cui mia madre mi insegnava la sera i dolci canti. Già i primi brividi si mescolavano ai fascinosi incanti di draghi e sirene da fondali affioranti, alla vista di (dei) cadaveri di (dei) marinai e di (delle) dissolte orche, d'oltre i confini della vita e della morte contro gli scogli a me risospinti dal mare. Ma io sereno e superbo( orgoglioso) passeggiavo come incorporeo sugli sfinimenti del sole ed i pallori alborei, inseguendo di mia madre l'ombra cara ed i contorni, se ne splendevano gli occhi per fugarvi ogni paura, come ogni bimbo che nella mamma soltanto s'assicura.

“Dopo di li a tre ore, tre giorni, tre settimane

“Dopo di li a tre ore, tre giorni,tre settimane, tre mesi, tre anni, tre vite” mi aspetto che mi richiami di li a poco… “E dopo tre morti”, replica Mohammad, “in the order of the normal things Death is very far from You, very near to me, non avendo egli repliche possibili che ilk mio smemorarmi alle mie certezze del suo raggiro, che ancora una volta si sia preso gioco di me, per l'ultima volta, “ tu sei sempre lo stesso, ed io pure, damn” Ora loro sposi, non so fino a quando raggianti felici, la madre di lei gaudiosa alle spalle, quando mai irata con loro, da costringerli a mie spese ad un matrimonio di sorpresa? Ed io la formica a scernere i mucchi di granaglie, la verde canna tra i cespugli del vello d’oro, La resa del prestito una promessa che sapevo già falsa, si, I soldi di ritorno… E Kailash che seguita a chiedere di loro, cui Mohammad deve più che ad ogni altro verso oncle Kailash. la sola sua ingratitudine che invero mi tocchi. Beati, di lontano, intanto scorrono tra noi i giorni Al ritrovarci in linea di nuovo incolumi, Che non allenti il contagio la sua morsa, l’anelito più vero al suo sollecitarmi quanto prima che sia di orno in India, non ci si può altrimenti amare e parlare così tanto, così distanti e nell’ intimo l uno dell’altro,

Ciò che è sbocciato in Chandu

Ciò che è sbocciato in Chandu , il mio bambino dodicenne indiano, nei miei confronti, è sorto in lui quando ancora a settembre, o già ad ottobre, più non ricordo, mi sono sostituito a lui nel rispondere ai questionari domestici di storia e di chimica che le insegnanti della scuola delle suore di Khajuraho avevano compilato per una prima valutazione annuale. Si trattava di test in cui per ogni domanda avrebbe dovuto riprendere questo o quel passo dei libri di studio, con una minuzia capillare che richiedeva che comunque sapesse snidare o eviscerare quanto vi era di più riposto in quelle pagine. Chandu ha toccato così con mano tutta la inadeguatezza della sua formazione raggiunta per i compiti richiestigli , a quanto lavoro mi fossi sobbarcato per sostituirmi al suo, ed è stato un accordo consensuale l impegno a ritornare su quelle pagine, a iniziare da quelle di Storia, facendone l’oggetto di uno studio in comune, di una mia lezione quotidiana via messenger, di fronte l uno all’altro nel mio laptop e nel suo smartphone, e alle stesse pagine di cui stampavo le copie, richiedendogliene in diretta di sostituirmele se le loro riproduzioni risultavano tagliate o difficilmente leggibili. Integravano i testi le ricerche in google delle immagini che ritenevo per lui più accattivanti delle antiche civiltà fluviali su cui ci confrontavamo, fossero i giocattoli dei bambini di Mohenjo DAro o di Harappa, i giardini pensili di Babilonia e gli ziqurrat e la torre di babele, posti a raffronto con la Burj Khalifa, antiche montagne divine come lo erano i sikharas dei templi di khajuraho, caratteri pittografici e poi cuneiformi mesopotamici, le piramidi e la sfinge e le scene di vita di artigiani e di coltivatori, intenti ad arare i campi con l’aratro di legno come ancora tanti agricoltori indiani. Via via nel mio bambino la gioia di apprendere e l’intelligenza delle cose si sono venute facendo nei suoi occhi tutta la luce del mondo, il suo sorriso l’incanto del suo meraviglioso volto fresco di vita, e le consonanze più profonde e ciò detta l’amicizia si sono fatte le parole più intime della sua compitezza di piccolo hindu, pronto a riaccingersi al fare nei modi più seriosi. Non c’è stata volta che abbia chiesto di come stessei, how are you senza che mi ricambiasse con un “and You?”, e che non richiudesse il libro senza dirmi grazie per quel che facciuo per lui. “ Chandu, my son and my sun, sono io che devo ringraziarti di tutto. Tu sei il refregrshing del tuo babbà, non mi sento più vecchio quando ti ritrovo ogni giorno, tu sei my daily recharge” La sua prima spontanea dichiarazione intensa è avvenuta quando ho cercatoi di spiegarli che significasse to worship” “E’ quando gli uomini credono in un Dio e lo pregano perché provveda a loro” “ E ‘ in te che io credo” mi ha detto sorridendomi con serietà profonda, abbassando poi gli occhi a riprendere le righe del testo. E la sua intelligenza è stata pronta a farsi applicata alle cose quando mi ha distinto government power di Modi dal business power di Mukesh Ambani , quale uomo più ricco d’India, ed ha criticato la mia asserzione che fossi un povero, e che potesse essere per me oneroso assicurargli il laptop che nelle sue fantasie si era sostituito allo smart tv dei primi tempi, correggendomi “not, you are of middle class”. E per chi è della middle class è davvero vantaggioso a suo dire fare gli acquisti a rate, instalment by instalment. Una esigenza una quella di un suo lap top , che sono stato io, non Chandu, a rilanciare ogni volta, sperimentando come sia capacissimo di muoversi tra i vari siti e-commerce in rete, facendogli capire come io sappia usare i lap top senza saperne niente. Al contempo perché non inaridisca nella ricerca di soli beni di consumo, nella sola vita elettronica, gli sono venuto rammentando come la realtà più grande siano il cielo stellato o i campi di fiori ed alberi, i campi, il mondo minerale, animale ed umano, i suoi famigliari e possibili amici. Ed è così parlandogli che Chandu mi ha fatto la sua dichiarazione ulteriore “ Tu sei il sesto della nostra famiglia” con il babbo, la mamma, Poorti ed Ajay. Durante quelle lezioni di storia ho fatto di tutto, quando il capitolo verteva sulle credenze religiose, per non usare con lui la parole “ morte”. “ Gli egiziani credevano che quando finisce questa vita, si entri in un’altra… i corpi che non avevano più vita li conservavano come noi facciamo con gli alimenti, anche quelli dei gatti…” Ma è stato Chandu stesso a violare l interdetto nel modo più diretto, quando mi ha chiesto di parlargli di suo fratello Sumit. Mi sono con lui allargato in tutta la felicità di ricordarlo, dicendogli quanto fosse bello e pieno di energia, sempre felice ed incontenibile nella sua esuberanza, ancora incapace nei suoi impulsi vitali di tradurli in parole e di controllare la cacca. “ Egli era grasso, nella fotografie della mamma” la sola in famiglia con la quale avesse potuto parlarne a lungo. “ No, non era grasso, era forte, potente, “ abbiamo vissuto tre mesi insieme, chandu mi ricordava secondo quanto aveva detto sua madre” “Quattro mesi, da quando tu sei nato il 15 di luglio al 15 novembre. E poi? “ Goodbye” ha sospirato Chandu.. “ Mi hai chiesto di Sumit perché senti di amarlo, perché sei a lui interessato” Perché sono a lui interessato”ha concluso Chandu. iL giorno seguente sono tornato su quanto mi aveva detto di SUmit, per ribadire come ne avesse per pinguedine la possanza del fratellino di due anni. “ era il nostro piccolo Krishna, lord Ganesha. ” Il gioco per lui era tutto, e tutto era per lui occasione di gioco e di festa, anche l’acqua della pioggia dei monsoni , quando correva nudo in cortile per bagnarsi tutto. Quando entrava nella mia stanza era come un terremoto, ciò che era su finiva giù, ciò che era giù finiva su…” “Noi eravamo differenti “ ha asserito Chandu. “ perché?” “ Lui era grasso.” Al che non mi è rimasto che sorridere del suo convincimento irremovibile, di come pesasse come una condanna. Eppure ciò non significa che sia inflessibile, che non sappia già che cos’il tatto e l’accortezza, la ricerca di un accomodamento con le altrui esigenze. Certo, l’ho visto avvoltolato nelle coperte del letto della television room , in sdegnato rifiuto di presenziare alla Laxmi puja che il papa, la mamma e la sorella avevano allestito in cucina, perché il papà non aveva voluto saperne che si recasse lontano per acquistare mortaretti nell’assembramento di una folla che non si cura di distanziamenti e maschere chirurgiche in tempi ancora di covid, né che acquistasse i crackers patakas più grandi e più pericolosi per i festeggiamenti di Diwali di cui mi ha inviato immagini e video, ma è con anche più del riguardo dovuto che Chandu mi ha fatto presente che mi collegavo con lui troppo tardi, quando in India erano già quasi le undici di sera, e che mi ha giustificato per ogni seguente ritardo per quanto poi abbia cercato di anticipare i tempi. La verità è che per quanto sia il conforto e la luce dei miei giorni ricontattare audio visivamente Chandu e Kailash , prima deve avere trovato un termine il mio lavoro di studio e di ricerca, di scrittura o di correzione dei miei testi, il riordino e la pulizia della casa, l’acquisto di che mi occorre al supermarket. Così è anche se o in loro mi dispero e ravvivo, quando dai livelli più alti dell’essere o dal Principio supremo oltre lo stesso Uno ineffabile, alla luce di metafisiche e ontologie islamiche o hindu, nella illusione che ogni sintesi superiore, ogni confluenza di oceani sapienziali possa essere una idea più alta che più ravvicina a Dio, e le differenze e le distanze non fossero di più sostanziale rilevanza, nel mio amico e nel mio bambino ritrovo quanto più sconvolge di perdere, se fosse pur vero che è quanto individuale memoria e comunanza di vita e di affetti che occorre vada perduto per la liberazione ultima che ci unifichi a Dio. E allora ripercorro in ogni sua espressione e inflessione il volto di chandu, ogni suo sentire compito che ne trapeli, riavvincendomi al suo impegno di costruirsi un futuro, nel suo project, l’altra sera, in cui mentre la mamma e il fratello e la sorella dormivano, era intento a trascrivere i simboli degli elementi chimici singoli e di alcuni loro composti, in un mondo di cui è per me già iniziato lo sfacelo, e la morte è l orizzonte possibile non più a venire ma già di ogni mio giorno. Le nostre lezioni si susseguono secondo il ritmo del suo calendario scolastico, e di sabato e di domenica o quando per lui è giorno di festa conversiamo soltanto. Così ho potuto trovare il sollievo di non fargli lezione, da che con l uretroscopia è iniziato un mio calvario urinario, in concomitanza con i giorni stessi della festa di DIWALI. Ma sabato scorso, quando siamo rimasti in sospeso sul che fare, alla sua rinnovata richiesta “ and more?” che riattiva ogni volta quanto resti da dirci, pur se aveva solo esordito con il foglio dei simboli dei composti chimici da compitare, quel che tu vuoi, what You like, gli ho risposto, posso iniziare la prima lezione di biologia o restare a guardarti nel tuo progetto” “ What you like” ha fatto eco Chandu. “ I like what you prefer, ho insistito. “ Allora la lezione lunedi” Poi, alzando a me lo sguardo in tutta lo splendore di che sia gratitudine, è scoccata la terza sua dichiarazione “ Y love You” Al che sono rabbrividito in un abbraccio d’amore con le mie stesse parole.

Spiegando ieri a Chandu in messenger la funzione dei leucociti

Spiegando ieri a Chandu in messenger la funzione dei leucociti come fagocitatori di germi , nel dirgli che erano i nostri warriors, i nostri difensori da ogni invasione di ultra copri nemica, per sincerarmi che avesse ben inteso gli ho chiesto se sapeva che cosa significa essere defensor, to defend. Significa che se uno ti da marna io ti difendo, lui mi ha risposto- Ed io lo stesso, my dear, se uno mi dice che non sei il mio più bel fiore. Edavvero tipica della sua natura di indiano hindu, come il papà, coltivare i sentimenti più vivi e profondi in una sua freddezza lunare, che a tutto ciò che è studio, richiede l attenzione riflessiva lo fa accostare come un informatico, per ravvivarsi in fiamme di calore in ciò in cui si conserva bambino,. Siano i cracker dei petardi o la cioccolata che gli piace così tanto, del resto nefu goloso tutta una vita Panikkar, che mi chiede che gliene porti dall’Italia una borsa riopiena. Già iTalia in cui mio malgrado è bene che resti a lungo contro le sue aspettative, anche perché di lontano io e il mio bambino ed io e Kailash ci amiamo e operiamo per il meglio come non mai. “ Chandu, ma anche così ogni giorno ci vediamo e ti faccio lezione” “ Ma cos’ tu solo mi chiami, non stai in Khajuraho” Già dove avrebbe così’ da attingere alle mie disponibilità oltre a quelle di papà… Avevo fatto immancabilmente tardi, non potendo disporre di nessuno per ogni mia necessità, ma chandu aveva preventivato a che gli facessi lezione anche dopo la mezzanotte quando il suo piano tariffario sarebbero stato riattivato. Fortunamente gli è arrivato nel frattempo il messaggio che gli era stato concesso un gigabyte in dono, ed abbiamo concluso prima la lezione sui blody cells. Ho ritardato per le mie fisime anche il contatto con kailash, che mi ha risposto al buio del suo risveglio in hotel, senza che avesse riacceso la luce per riaddormentarsi quanto prima. Era già sera quando un gruppo di convitati matrimoniali aveva prenotato a sorpresa , ec egli aveva dovuto affaccendarsi fuori tempo per loro, mentre in hotel stazionavano ancora bengalesi. L’amico era così riapprodato a immagine e somiglianza del suon padrone al pendolarismo tra i giorni in cui colui diventava una bestia se non c’erano stanze occupate, e k si lamentava della bad position in cui era precipitata k, ai giorni in cui l’altro diventava festante e k un tuttofare per le comitive sopraggiunte. Sempre a chiederti di tutto senza mai lasciarti nulla . Ma ora voglio dormire e non perdere il ad ogbi costo. SE vogliono acqua ho già detto a loro, di stanza a in stanza, di andarsela a prendere nella cucina del ristorante.. ho capito, tornava a ripetermi invano, che non è qui la mia vera vita, che è nella nostra famiglia e nel futuro che ora ha grazie al tuoi aiuto. Porti potrà diventare una lady teacher, or doctor, Chandu un tecnico di computer, ed Ajay…guadagnare 20, 300 rupieogni giorno, guidando il tuc tuc, con il bapucultural center… Ma Ajay sta già in un College, quando 10 anni era follia anche solo immaginarlo… Tutto è dato di intendere a Kailash, tranne che Ajay è figlio dei nostri più gravi errori, e che ciononostante è scampato ad essi per una sua formidabile tenacia e resistenza interiore, nonostante lo sfiduciassimo in ogni nostro atteggiarci ed agire nei suoi riguardi. Ma che su torti ed errori o sublime adempimento degli obblighi in un hotel che è la sua casa del dharma, al più presto reclinasse gli occhi nel sonno, a infondermi pace nella pace e assenza di ambasce che vi si immergeva fiduciosa..

Kallu, servitore di un solo padrone.

Kallu, servitore di un solo padrone. Lasciato l Hotel Harmony, Kallu divenne un cuore inquieto nell hotel Surya che avrebbe dovuto assicurargli rispetto e un onorato lavoro . In effetti non aveva più tre padroni in una volta, padre, figlio e zio malefico, nessuno lo risvegliava più al lavoro alle cinquc del mattino bussandogli all uscio, o faceva di lui un factotum a salario e personale dimezzato, impiegandolo in giardino e nell orto quando scarseggiavano turisti. Né aveva di che dolersi ancora che i clienti lo oberassero di servizi senza rilasciargli una sola ruopia, di imprecare e dannarsi di essere trattato come una pattumiera e la sua spazzatura. Cionondimeno se gli chiedevo di quante stanze fossero occupare nell hotel Surya non mancava di fare raffronti con l hotel Harmony, senza riuscire a concepirlo come un concorrente dei cui smacchi a vantaggio del nuovo padrone essere soddisfatto. Tanto meno la cosa gli garbava se ora era lui , di notte, che avvistando per strada turisti in arrivo li aveva distolti dall hotel Harmony per farne gli ospiti del suo nuovo hotel. Sembrava che noin aspettase altro, per toglierli un cerrto disappunto interiore, quando dei turisti che non volevano saperne di alloggiare nell hotel surya aveva potuto dirottarli tutti quanti verso l hotel di tutta una vita di esacerbato lavoro. Nulla da eccepire sul suo nuovo padrone, le briglie erano quanto mai allentate, e quando Kailash ha cominciato a soffire di un calcolo alla prostata, non riuscendo quasi più ad urinare, ha potuto congedarsi come e quando è stato necessitato. Il suo amico che gestisce un altro hotel del suo nuovo padrone gli aveva intanto detto che ne condivideva la conduzione con la madre, solo che tra i due c’era ripugnanza reciproca, quando lei era all interno dell hotel lui rimaneva fuori, per rientrarvi solo quando sua madre ne fosse uscita. Né erano migliori i rapporti con il resto della famiglia: e ciò per Kailash non deponeva certo a favore del suo nuovo padrone, senza che avvertisse così dicendo, che stava deprecando la nostra comune sorte famigliare. Non un rimprovero o un addebito neanche al rientro, non oneri di continue fatiche che negandogli il sonno e la regolarità dei pasti potessero debilitarlo, non continue richieste che gli impedissero di essere al telefono quando lo chiamavo, ma era la ragione stessa di tanta souplesse che minava il mio amico. Nulla gli si addebitava ma di nessuna funzione di importanza lo si accreditava, niente che lo impegnasse ma altresì niente che lo onorasse come implicito riconoscimento delle responsabilità che fosse in grado di assumersi per le sue competenze acquisite alla reception. “ Lo sai, finora non mi ha lasciato ricevere un solo ospite, finora non mi ha lasciato firmare una sola ricevuta! Non sono mai io ad accogliere gli ospiti, al loro arrivo, a parlargli e ad accompagnarli in stanza!” Nell Hotel Harmony ero io che ricevevo anche le prenotazioni!” Kailash era stato assunto come watchman notturno, perché è lunico che non solo ijn tutta Khajuraho resti sveglio anche nel cuore della notte ad avvistare turisti,; ma la sua vista ne soffre, gli occhi si arrossano e gli lacrimano, fatica ora a leggere anche i titoli di giornale, ma che così accusando e denunciando, abbia eluso le aspettative del suo nuovo padrone, neanche questo sembrava avere incrinato il suo rapporto di assunzione. Kailash si era così convertito in termini indolori presso il nuovo padrone in un ozioso lavoratore diurno, quando un giorno è emersa la ragione particolare per cui lo teneva alle sue dipendenze. Quando Kauilash me l’ha rivelata , coin estremo sconforto, più che indignazione, “ E tu che cosa hai risposto kailash, gli ho domandato, alla sua richiesta che tu gli dessi le password dell’ hotel Harmony? Gli ho detto che lavoro onestamente per l hotel surya come per l hotel harmony, che no voglio perdere la mia reputazione di lavoratore onesto. I work honest Poi a me , come se si rivolgesse ancora al padrone dell hotel Surya: ho lavorato per l hotel Surya, per l hotel Harmony, per l hotel Grace per l Hotel Zene, per il Crystal Palace, ma sono sempre stato un lavoratore onesto, e non voglio perdere la mia reputazione di lavorare onestamente”. Cos’ come il vecchio big owner ha c hioesto di nuovo di lui, ha risposto di nuovo all’appello. E di nuovo, con l’arrivo delle comitive di turisti per le feste di Diwali e matrimoniali, recriminazioni su recriminazioni per come viene trattato da indiani e dai vecchi padroni. I work hard, I work honest and for them I am as one dustbin. Solo i clienti che vengono ad ore con le loro escort da Mahoba o da Chhatarpur lo fanno contento, , con la bakshesh che gli riservano all’arrivo ed alla partenza. O i bengalesi che arrivano in comitiva anche con il cuoco appresso, e gli lasciano una raszione di fish e cicce curry. Con gli altri clienti che non gli riservano che continue pretese ha imparato a regolarsi meglio. Li invita di notte a prendersi da soli in cucina l’acqua che serve e se ne sta a dormire a debita distanza alla reception. Angosciato i giorni scorsi che le comitive che si susseguivano potessero ridurlo ancora in uno stato di debilitazione con carenza di ossigeno ed alta pressione, gli ho gridato per iscritto via messenger che la sua salute , la sua vita è ciò che più conta, voleva forse lasciare senza padre Candu, Poorti, Ajay, Kailash do you want to lose your life for the hotel Harmony and his not human amanushik owner ? Do you want to leave without father Ajay , Poorti and Chandu? Do you remember what happened to you last summer)? Your weakeness and the hypertension of the blessure of you blood, during covid corona spread ? Working instead in hotel Surya you don't stay at the reception you don t call with the tourist but the owner ask you very a few s for the same salary. Sorry, I dont understand more .You. and your hathi pagalkpan. it's really better If without working You stay with your family. Chandu love me because also he s very alone, ekal, in our family, .I ll provide, no problem. 22 nov 2021, 19:02 IO I m well, as i hope You. I ve called to Chandu, all its very good about him, I promise him to send laptop ka amount next week, he ask me to send the amount in mama account. I wishes For You all the best, my best friend.. See You tomorrow.. Kailash Thank you very much But I like to call you video call I am not angry like you (Kailash )If you like I can leave hotel harmony tomorrow but after you know what happened you have to spend more money for our family (Kailash) Thank you anyway you take care of me and our family I can leave next week hotel harmony If you leave hotel Harmony I can take care of your holy Family, our family Kallu Sen Thank you for your support IO Kailash I m not angry with You, but with your owner because he treat You very bad and my mind cannot tolerate more this situation. I m not indian. I I dislike to oblige You, but I cannot accept more how you owner use my support to you and your family as compensation and supplement of your low salary. Now Is increasing his profit by your job without caring how is compromising your health and reducing your family house to your dormitory. I said you already what are different solutions. Ne era sortito il suo impegno per un’altra soluzione, a lasciare l hotel Harmony, e senza mettersi al servizio di un padrone indegno quale quello dell hotel Surya, di raggranellare rupie raccattando turisti per l hotel Grace, l Hotel Zen, l Hotel Jain, il 30% del costo delle camere procacciate il suo guadagno pattuito. Avrebbe potuto scendere in strada come e quando volesse, senza pregiudicare la vita in famiglia, il cibo e il riposo salutari. Ma di nuovo è impaniato con il solo padrone cui il suo dharma e il suo karma lo asserviscono, di nuovo lo trovo sempre di nuovo impegnato in hotel e se mi risponde, con i tank you sono omaggiato di sbadigli più che di parole.

Ancora ieri

Ancora ieri, come l’altro ieri, avrei voluto morire, per svanire per sempre al sopraggiungere di sempre nuove auto lungo la via di casa. Silenziose, oscurata la vista dei passeggeri interni, in una discontinuità di transiti senza fine. Ognuna di esse come un’oscura minaccia recata dalle esistenze al loro interno, , dal loro modus vivendi disposto a tutto per il proprio confort. Cementificazione e asfaltatura di spazi in sobborghi sempre più a lunga distanza, polluzione di energie combustbiili, sterminio di tutte le vite che ad esse anelano e alle quali non possono essere consentite pena l’estinzione di tutti. Tra case introverse, estranee l una all altra, nell eden dei loro giardini da cui i cani che mi abbaiano contro sono le sole presenze che ne compaiono. Nei bar i soli lettori di giornali,un barlume nello sfacelo di vecchi senza più lumi ideali, ogni emancipazione finita nel vivere e basta dell orrore del mondo.

Kailash servitore di due padroni

E così per Kailash si prospetta di tornare ad essere servitore di due padroni, dell ‘uno in hotel, dell’altro per strada, per l uno lavorando full time come se fosse part time per una paga dimezzata, con il presunto tornaconto di non dover fare gli straordinari senza esserne ripagato, per l’altro – o per gli altri-, avventurandosi per strada in cerca di clientela turistica, in cambio di una commissione del 30%. Per l’amico, comunque la rigiri, la situazione gli si ritorce contro attanagliandolo in uno sfruttamento atroce. Ma per quanto io gli offra alternative, di attendere alla famiglia e salvaguardare la sua salute senza lavorare, il suo dharma, il senso di un debito crescente contratto con me, del mio futuro a cui deve pensare, gli impediscono ogni risoluzione del genere. E così, lui che è un famulo in hotel, a oltre quarant’ anni, con tre figli, complice i lockdown nazionali di cui a suo tempo abbiamo fatto scuola per i pescicani del capitalismo delle catastrofi nel mondo, in paesi senza welfare, ammortizzatori sociali o uno straccio di contratto di lavoro, finisce trattato come non subisce più di esserlo neanche un ragazzo di strada senza esperienza di lavoro. (Kailash, che quanto è più asservito, tanto più così mi asservisce, come rientra nel conto al ribasso del suo padrone). Ed io, anche se a volte vorrei morire piuttosto che sentirmi impotente ad evitare che si abusi di lui (e di me, per il suo tramite), non posso che accompagnarlo nel suo travaglio e tormento, senza sostituirmi mai a lui nel suo poter essere e sentirsi libero per quanto schiavo.. A Chandu ho chiesto frattanto se sia il caso di insistere per il laptop che richiede, non già perché non possa consentirmelo e consertirglielo, ma perché il suo onere stride con la condizione economica della famiglia.” Lo sai Chandu, quanto deve lavorare papà per guadagnare quanto costa il tuo computer? “ Due anni”, mi ha risposto senza doverci pensare su, apparentemente senza che per questo voglia recedere per un laptop meno costoso. Quando poi la sera ho detto a Kailash della cosa, con Chandu in ascolto, e ho fatto menzione di un piano b che contempla un acquisto d’ordine inferiore, Chandu ha ventilato al papà che se era per questo si poteva considerare piuttosto la scelta di un laptop ancora più caro che aveva ben in mente. Benché dodicenne in realtà Chandu conosce e vuole sapere tutto dello status della famiglia “ So già, mi ha detto l’altro giorno, sornione- che posdomani dovrai andare a inviarci denaro”. L’invio ci si è imposto perché per lui e per Porti l ammissione agli esami che sostengono in questi giorni comporta il pagamento della rata in scadenza della retta scolastica . Altrimenti finiscono esclusi dalle lezioni delle loro scuole. Vorrei davvero che la consapevolezza di come stanno le cose motivasse il mio amato Chandu ad un impegno scolastico meno centellinato.Gli attuali esami intermedi li considera “ half important”, mentre ancora li sta sostenendo già quelli che per lui solo contano sono quelli finali, e con il mio aiuto e quello di un amico trentenne di lui ed Ajay, Aditya, è più che certo di poterli superare. “ My mind is again in lockdown”, mi ha ripetuto per giustificarsi di questo suo impegno in differita quanto almeno alla concentrazione mentale. Ancora più in lockdown è comunque la mente di Ajay, che da due anni di fatto non frequenta il College per la pandemia, dicendomi che ha superato l anno scolastico per il fatto gli hanno condonato le tasse mentre deve comunque ancora iniziare dal primo anno di corso. L’aiuto che posso dare a Chandu, e che potrei replicare con Ajay, dato che si specializza in biologia, si sta rivelando relativo se inteso in termini di mero successo scolastico, ho un bel da spiegarli i sistemi corporei come scambio di ossigeno e dei “kachrà” dei rifiuti di anidride carbonica tramite la circolazione respiratoria e del sangue, l’emoglobina dei globuli rossi e gli enzimi vari, catabolizzanti, come papà Kailash ancora si ricorda dei suoi anni di scuola, nella versione opposta e complementare della fotosintesi clorofilliana, quando l insegnante richiede invece a bambini indiani la denominazione in greco dei globuli rossi e dei globuli bianchi come eritrociti e leucociti, o la formula integrale che per loro non significa niente dell’Atp. Già è gran cosa che Chandu mi segua perché non gli basta leggere e ripetere e rispondere alle domande del libro con un copia incolla di porzioni del testo. Vuole il cielo che fortunatamente Chandu mi saluti ogni volta in un bacio incantevolmente imperturbabile nella sua serenità felice, talmente nulla scalfisce la sua fiducia in sé, in me, nella famiglia, nel futuro e nella vita. In settimana papà Kailash gli ha acquistato una post card con una carica di sole 50 rupie, ed egli ha subito provveduto ad usarla comperandosi un croccante kurkuré con 15 rupie, per poi chiedere una ricarica di 500 rupie. Kailash gliela concederà, ma a patto che la esaurisca in non meno di 10 giorni, altrimenti ….altrimenti che fare rispetto ad una logica del mondo irreversibile che anche al più serrato lockdown può ovviare con un universo contactless, di social distancing e di smartworking, di rapide consegne a domicilio home delivery od on line, di piattaforme per ogni sorta di spettacolo ed evento. Esso è diventato l’amnio in cui sempre più mi lascio avvolgere e isolare, in cui leggo, scrivo e m’informo come non mai, mi incistido e salvo ciò che per me solo conta ed è l essenziale di fronte alla morte, in cui in morte di mia madre ho recuperato anche l irrecuperabile dei rapporti con i miei consanguinei, in cui tramite messenger, whatsapp, money gram, ho amato e provveduto di lontano come non mai ai miei cari in India, di giorno in giorno crescendo i nostri rapporti in amore e letizia. E facendo di necessità virtù, delle stesse obbligazioni più stolte ed odiose una coazione alla felicità, ho tesaurizzato al massimo che “Tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera.“( Pascal) E Momammad rifacendosi vivo, Chandu ripetendosi sorprendentemente in quello che Mohammad mi aveva trasmesso, mi hanno con indotto ad entrare anche nel meraviglioso mondo di netflix. Ora che ha moglie per Mohammad si è complicata la vita, forse lei è già in attesa dell’Alì di cui io diventi il babbà, ma può trovare il tempo di strabiliarmi da Mumbay cantandomi al telefono e chiedendomi di Bella ciao, la canzone del “professore” della quale ha imparato il ritornello vedendosi la Casa di carta di cui non sapevo ancora niente. E Chandu, tempo tre giorni, a me già internauta di netflix ha ricantato anch’egli l’aria e le parole di Bella ciao, avendola anch’egli appresa vedendosi gli episodi del serial, tramite un amico che dispone dell’app cinese che la trasmette nella versione internazionale quale Money heist. “ Adesso anche tu Chandu devi avere un nome in codice , come Tokyo..” “ Berlin, Oslo, Nairobi…” “ e Rio…My dear bambino conosci davvero tutto! Ed io perchè tu sei indiano ti chiamerò d’0ra in poi Mumbay”, così dicendogli perché Mumbay è la città dell’India che predilige nella sua modernità “E tu , Rico, sarai per me… qual’ è una città in Italia?” “ Roma,. Milano, Napoli..” “ Per me tu sei Milano”.

Esse lunga a Mantova

Signor Direttore, A Mantova come sta ora di casa Esse Lunga, dopo che da mesi vi è insediata? Ad una prima risposta occorre il preambolo di una premessa. Purtroppo, come l’omino di Charlot nella Febbre dell’oro, che spala di casa in casa la neve di cui ha sgombrato una soglia precedente ingombrandone un'altra, chi amministra la città vuole rendersi emerito con il disfare come sindaco i magoni a cui ha assentito a suo tempo, quale consigliere di maggioranza o quale assessore. E cosi Mattia Palazzi, il nostro Magonius il Grande, il demolition man dei garages di Borgochiesanuova cui diede il benestare a suo tempo, ora con Esse Lunga si vanta di avere posto riparo in piazza Mondadori al più grande disastro a cielo aperto che in realtà sia stato da lui stesso approvato, in veste di consigliere di maggioranza ai tempi del Burky II. L’avervi impiantato Esse lunga, è dunque da chiedersi, è ora sua vera gloria? E’ meglio al tacon che l’ bus? Vedremo, ma che per ora il conto torni almeno in parità non direi proprio , visto che manca ancora all’appello un’autostazione sostitutiva di quella le cui piattaforme sono state spianate, mentre tutto lascia supporre , dicono non a torto anche le ben emerite Cassandre di E-qual, che primi indiziati gli ipermercati nel raggio di un chilometro da Esse lunga, le esuvie fallimentari di suoi competitors andranno ad aggiungersi al novero dei magoni esistenti. Di certo si è rimediato ad un guasto ingente da se stessi prodotto, ma insediando un supermercato iperinvasivo proprio nella Mantova di sud ovest dove si concentra la quasi totalità degli esercizi commerciali della città, lasciandone ancor più sguarnita la Mantova di Nord Est, mentre Lunetta ancora piange la perdita del suo unico ipermercato. Ed in termini urbanistico-architettonici, come si risolve mai la faccenda? A un di presso, fatto salvo un tratto delle antiche mura, l’impressione primaria è che pur di accaparrare quanti più metri cubi possibili Esse lunga non abbia tenuto in nessun conto di venirsi insediando in un centro storico anziché in una periferia; ma quale mai genius loci o il farsi place marker, al diavolo integrarsi e connettersi, vada a farsi fottere il contesto. Così, in ottemperanza a standard architettonici che sono gli stessi dovunque Esse Lunga si impianti, per ribadire nelle stesse cubature un suo uniforme dominio di mercato, mastodonticamente è fuori scala, nei modi più abnormi di una caserma carceraria enogastronomica , quando sarebbe occorso ancor più sviluppo in lunghezza e meno in altezza, che non obbligasse i clienti a un su e giù di piani, un po’ sul modello , per attenersi ai suoi canoni, di quella di Soliera, senza lasciare che restasse a lei d’accanto il catafalco irrisolto della vecchia autostazione. Esse lunga ha così oscurato e rimosso dal corso di Viale Piave la bella vista sia degli edifici di via Conciliazione che del profilo stesso della città, ridotta a larva fantasmatica ed a mera appendice della mole del supermarket . Come non bastasse, un’improntitudine unica ha pregiudicato ogni possibilità di dialogo e d’accordo con un edificio così’ bello e ben più misurato, pur nei suoi squilli fascisti, quale quello del Mamu, finito del tutto in disparte, alla” fatti più in là delle sorelle Bandiera”. Ce lo dice a muso duro la sfrontatezza del bianco sfacciato, abbacinante, con cui è stato rialzata di tono la facciata di Esse lunga, altrettanto, quanto in prossimità, il tono di Corso Pradella è stata abbassato sino ad uno spegnimento funereo nei più lividi dei pavés, oramai dei selciati già sconnessi , in lugubre sintonia con la ferruginosità delle fioriere in corten , che non vogliono saperne di non apparire infestate, non che di un arredo ligneo incongruo e posticcio, già ammalorato. Il tutto, come tutto quello che sia solo fashion e non vero stile ,- che so , al pari di Piazza L. B. Alberti od 80o Fanteria-, apparendo affetto da una decrepita senescenza pregressa. Tornando in conclusione al quesito iniziale, dopo tali apparenti divagazioni, pare in risposta che Esse Lunga in Mantova vi stia già di casa per farla da padrone. Gli incassi siano pure quel che sono, ma come tutte le strade portano a Roma, tutte le nuove ciclabili in città paiono condurvi, magari fors’anche una tratta diretta da Lunetta. Odorico Bergamaschi

una Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Mantovana nel Casino delle guardie nobili di Palazzo Ducale

Sempre che la costituzione di una Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Mantovana nel Casino delle guardie nobili di Palazzo Ducale sia un ‘impresa di valore , credo che il merito dell’operazione spetti soprattutto a Stefano l’Occaso ed ai suoi orientamenti condivisivi, visto che dal 2019 fino alla primavera scorsa il Sindaco Palazzo, deutero-agonista, , ha caldeggiato direttamente o per interposta persona la dislocazione della Galleria nella Casa Del Mantegna. Una proposta sconveniente, un meglio meno, anche se peggio, a indebito scrocco della Provincia, contro la quale non ha mai levato la propria voce, anzi aveva espresso il suo esplicito assenso, chi giorni addietro sulla stampa locale, ha formulato un compiaciuto plauso per la nuova scelta, onde intascarne o rilevarne il dividendo politico di parte. Direi che un grazie andrebbe rivolto piuttosto a chi, come Stefano Scansani, si è battuto per anni contro la destinazione della Casa del Mantegna ad augusta ma angusta ed incongrua ridotta di ciò che è arte moderna e contemporanea, una presa di posizione che con ragioni diverse o contrarie ho sostenuto anch’io in ripetuti interventi. Continua così l’agire del sindaco Palazzi in cui, con alterne fortune, scarica su altri enti e istituzioni ciò che meno l’accalora, in tal caso non senza rivalse , presumo, su chi, il Politecnico, magari con malagrazia, ha osato interferire con critiche o con ingerenze nelle sue direttrici di marcia. La sollecitazione del Politecnico , in materia, di un Urban Center che quanto a Mantova ed al suo territorio esponesse l’attività progettuale e di ricerca della facoltà di architettura, pare davvero che in Comune non sia mai pervenuta. Come ben poco sembra prefigurare il Casino delle guardie nobili di un multipurpose center, multifunzionale, in quanto tale realmente partecipativo, che era negli intenti propositivi già a suo tempo del MAM, alle cui dimensioni complesse il Casino delle guardie nobili non pare certo attagliarsi nella sua perifericità museale. Odorico Bergamaschi

Chandu, che dolce languore

Chandu, che dolce languore,/ in cui si assopiscono gli intenti, / con che incrollabile certezza/ che vigila su quanto non impara,/ “ E’ in lockdown la mia mente”( mi ripete impenitente”,/ è come un asino o una scimmietta, ( tanto è bello, / che si divora la carota tra le smorfie, / “Così finirai a erba e fieno / nella stalla con Lalosha,/ andrai di primo mattino con lui nella giungla, non più a scuola “./ Kailash fatica cosìtanto per chi gli rende una miseria / Che quando lo chiamo è a dormire/ Che lo trovo sempre più impegnato,/ Porti non mi parla, e chi la cerca,/ Ajay cerca scampoli di vita/ In anni persi senza scuola, / Vimala che tutto sovrintende/ Nulla chiedendo e serrando i cordoni,/ nemmeno vorrebbe ponessi rimedio/ alla caduta dei finti denti che l inorridisce/ Così nelle coltri stese al suolo / ogni sera Poorti con Vimala, / con Kailash Chandu nel lettone grande/, Ajay nella mia stanza a dormire da solo,) io quando poi mi sarò stupefatto dei mahal dei moughal/ troverà riuniti la beatitudine del sonno a conclusione dei giorni / la beatitudine che ci unisce nel sonno a conclusione dei giorni,

Potesti fare il male e lo tentasti

Potesti fare il male e lo tentasti, ti riuscì una prima volta, acquisisti la tua gioia, e nelle tue nozze pace sia, la seconda fui più accorto, battesti in ritirata, “ieri sera a un vecchio si è mentito” Poi la tua confessione. decifrata Ti smentisti, riprovasti, “hai un cuore duro mi dicesti” “Non ne ho forse le ragioni?” Come tagliente la tua voce un tempo celestiale, ma pur se il tuo giglio è infetidito come indelebile in entrambi è la dolce memoria di quel che è stato.