martedì 22 aprile 2008

Buone notizie. No?



" And your children, now?
" Puti is sleeping, Adjet is sleeping, Sumit is sleeping,...
" E con chi stanno dormendo?- gli ho chiesto, sapendola già, la risposta...
" Adjet e Sumit con la mamma, Puti with me..."
" I tuoi bambini con la loro mamma nel letto, e tu e la tua cara Puti per terra?
" Yeees..."
" Kailash, in Iran, presso il mio amico, anch'io dormivo per terra, sul materasso. Non era poi così male... "
" Sometimes it's good, sometimes it 's bad", a seconda del tempo che fa, dell' insorgere della presenza dei mosquitos.
Ed ora, che è aprile, in Khajuraho fa veramente caldo," It's hot, hot, hot ".
I suoi bambini più piccoli, Puti e Sumit, possono uscire "outside "solo la mattina e la sera, mentre il pomeriggio se ne sta fuori solo Adjet, a giocare felicemente con degli altri bambini..
E lavarsi, dissetarsi, disporre dell'acqua in cucina, di nuovo è un' emergenza, in assenza di pioggia, oramai da due anni, nel Madhya come nell''Uttar Pradesh. Anche il pozzo del suo "owner house "è in secca.
Ogni giorno il mio amico deve recarsi in bicicletta con le taniche a prelevare dell acqua, a chilometri di distanza, dividendo la fatica e il compito con la moglie.
E con l'acqua deve razionare ciò che più costa, con l'aumento nel mondo dei prezzi dei beni alimentari.,
Il riso può consentirselo oramai solo due volte la settimana.
" I eat only vegetables and chappati, non mangio che pane e verdure."
E' questo l' immiserimento che causa l'ascesa economica dell' India, come della Cina, per chi non può goderne i benefici.
O non è forse solo così , con l'ascesa insosteniile dei loro costi, che è possibile limitare consumi energetici inquinanti , come i combustibili fossili, e di beni di necessità , quali il riso, che richiedono eccessivi prelievi di acqua?
Ma ciò che più assilla me ed il mio amico , è il ritardo dell 'arrivo da Delhi delle poltrone metalliche del suo barber shop, che ne ritarda l'apertura.
Oggi ha telefonato al suo fornitore in Chattarpur. Ma era ad una festa matrimoniale, come Kailash sabato e domenica, presso Satna, alle nozze di un nipote di suo fratello, e l 'impiegato non ha saputo dirgli niente.
Domani vi andrà di persona, sperando che tra due, tre giorni...
" Puoi comprarne intanto due in legno , se dovrai attendere ancora, per settimane, e non giorni. Ce ne stanno, quattro nel tuo negozio, no?.Pur che tu apra."
" Certo, ma posso ricevere buone notizie, domani. No?"

lunedì 7 aprile 2008

tre mesi, ancora












Adjet seguita a chiedere di te, mi ha ripetuto ancor oggi Kailash,- Quando viene Odorico?- Il prossimo mese "Next month," seguito a ripetergli ogni volta," Next month".






Ancora tre mesi, in effetti, e potrò allora vedere finalmente Sumit, di cui Kailash mi ha inviato ulteriori fotografie , per mostrarmi quant'è bello e quanto cresce robusto e forte, benchè il tempo variabile gli causi di continuo raffreddori e tosse,
e i rischi che corre ogni giorno, per la sua vivacità ccresciuta, lo abbiano sollecitato a recarsi nel vicino tempio di Durga, per chiedere alla dea mediante una puja di proteggerlo, potrò vedere quanto la dolcezza infinita che è in al cuore di Puti abbia intenerito e lenito la sua natura selvaggia, accompagnare Adjet nella sua nuova scuola, l' istituto del Sacro Cuore delle suore di Madre Teresa di Calcutta, e tagliarmi per la mia prima volta i capelli nel nuovo negozio di Kallu, di cui l'apertura è ritardata dal bisogno di far pervenire da Delhi le poltrone metalliche, che Kallu ha preferito a quelle in legno, perchè " they have more long ( sic) life".












Ancora tre mesi, in effetti, e potrò essere di nuovo tra le mura del mio amico, tra le nostre gioie familiari che sono tutta la sua vita.






" Ebbro di felicità per i suoi figli e gli animali,
quell' uomo dalla mente intrappolata
la morte porta via,
come un fiume in piena un villaggio dorme"
Leggevo ieri questo passo del Dhammapada, e il mio pensiero correva intristito al mio amico, a quanta sofferenza dovremo condividere insieme, quanta è la gioia , e l' amore , che felicitano ora il protrarsi della nostra interminabile lontananza.





































































domenica 6 aprile 2008

Nou Rouz 2008

1

Solo la curiosità dei familiari di un altro degente, che mi hanno chiesto perché fossi stato ricoverato in quell ospedale, benché straniero, al termine del secondo giorno di ricovero mi ha consentito di venire a sapere che in Tehran ero stato operato per un'appendicite gangrenosa in un Security Militar Hospital.
Avevo da poco terminato di leggere le più splendide pagine di Passaporto all'iraniana, di Nahal Tajadod ,












oltre la finestra della stanza d'ospedale avendo di fronte gli stessi monti Elburz, sorvolando i quali, la protagonista come si stacca in volo dalla'Iran con il quale si è riconciliata sulla tomba del padre, sul volo dell Iran Air che la riconduce a Parigi, si libera del foulard impostole dal regime islamico.

Ai cordiali iraniani ho rivelato la mia divertita sorpresa, e come fossi pervenuto in quell' ospedale a seguito dell'acutizzarsi dei miei dolori addominali sul taxi, che nella notte inoltrata, dall' aeroporto internazionale IKA mi conduceva a Tehran. Al terminal degli autobus per le città dell' Iran occidentale, era inimmaginabile che con quei

dolori lancinanti, ad ogni minimo sommovimento, potessi affrontare il viaggio di oltre otto ore di pullman fino a Kermanshah, verso l' incontro con Farhang e la sua famiglia,

Mi sono comunque illuso di potermi affidare al palliativo di riposare in hotel, l'hotel Naderi, in attesa che la mia situazione migliorasse, ma il viavai in taxi per il grigiore notturno desolato delle strade di Tehran, popolate solo di guardiani e di netturbini, in balia del giovane conducente che ignorava assolutamente dove fosse l' hotel, inaspriva ancora di piu la mia sofferenza. Quando sono finalmente arrivato all' hotel Naderi, e l' addetto mi ha ribadito che per le festività di Nourouz tutte le stanze erano occupate, il ricorso ad un un medico, la richiesta che il giovane dell'albergo mi indicasse in virtù della sua esperienza dove potevo reperirlo, sono diventate ineludibili.

Secondo le sue indicazioni ero trasportato dal taxi driver ad un presidio medico, dove al dottore di guardia bastava un primo palpamento per diagnosticarmi l'appendicite,- ma per qualsiasi intervento occorrevano a tal punto gli accertamenti radiografici, un ricovero effettivo, nel centro ospedaliero, nell' area Nord di Tehran, dove il tassista mi ha condotto con partecipe solerzia

Si sarebbe preso cura di me come fossi un suo congiunto, da che sono stato accomodato nel pronto soccorso, su di una barella, fino a che non sono uscito dalla camera operatoria e sono stato sistemato in stanza.

Non avevo finito di raccontare ai convenuti tali mie peripezie per Tehran, che è sopraggiunto un giovane ingegnere il cui padre era ricoverato nella stanza precedente, facendomi dono per il Nourouz di una splendida composizione floreale.

Mi ha presentato la sorella ed il fratello, quindi la moglie e la madre, la quale mi ha affabilmente sollecitato a prendere insieme a tutti loro, nella stanza ad essi riservata, del te con squisiti dolci alle noci di cocco, deliziosi gaz di Isphahan.

La sorella, che come le altre donne della famiglia indossava un chador di stretta osservanza, mi ha chiesto di Picasso , se vi fossero delle sue opere esposte in Italia. Come mi è stata data l'occasione , sono allora rientrato nella mia stanza per prelevarvi, e recarle in visione, i due volumi sull' opera Picasso che avevo preservato per Farhang.

Ella li ha lungamente sfogliati, insieme alla madre, trovandoli meravigliosi.

2

Nella tenebra del Venerdi Santo di cui ancora agonizzo nel giorno pasquale, la luce in cui affioro, del tardo mattino, è lo splendore dell' incanto che splende sulla tavola per gli ospiti della casa di Farhang, come in ogni casa iranian per il Nourouz:

la rinascita vi è simboleggiata nelle uova colorate, di fronte alla sfera d'acqua i cui la vita guizza nei pesciolini rossi che vi fluttuano, è spiritualità riflessa nello specchio delle forme sensibili di questo mondo apparente, rivelata nelle pagine retrostanti del Corano, che nell'acqua della vita traspare e si vela, verità sommossa nella conca che anima dei pesci , tra gli "haft sin", disseminati, dei sette sostentamenti della vita la cui iniziale è la lettera germinale sin.: sir, l'aglio che infonde forza fisica, serkè, l'aceto, sekkè, il denaro, sabze, la rinascita vegetale del grano, senjed, il sorbo selvatico, sommaq l'affine sumac, sib, la mela..












Tale magnificenza sarà esposta per i sette giorni durante i quali ogni casa si apre alla visita

delle persone più care e al rendimento di tale grazia ricevuta, finchè si lascerà la propria casa e si tornerà alla natura che nell'equinozio di primavera si è nuovamente dischiusa.




Nelle tenebre dello svuotamento, in cui mi è rimasta soltanto la notte per la veglia ed il residuo scrivere, la luce domenicale che alle donne ha glorificato il Risorto, poc'anzi mi è apparsa trascorrere nell'annuncio dell'Angelo , che nella messa pasquale, era recato agli assiri ed armeni cattolici di Kermanshah, ai loro confratelli che vi erano convenuti da Ourmyeh.















La loro gioia serena è traboccata nella convivialità festosa in cui mi sono ritrovato accolto in canonica, insieme con Farhang, mentre il te con i pasticcini ci deliziavano. Vi testimoniavano, itineranti, come per pochi che fossero essi costituivano la pienezza di una comunità, al cui interno nello zampettio dei piccoli si tramandava il lascito indistrutto del passo strascicato degli anziani .










































































3
(" Mi sento come un pesce nella sfera d'acqua a Nouroz" ho detto a Farhang per rappresentargli la sospensione in cui mi trovavo allietato, nell'allestimento dell' ennesimo convegno familiare cui ero convocato.)
Ho cercato di situarmi nella sua casa, tra i suoi affetti, cercando in me, nel mio Sè, la medianità in cui Kermanshah e l' Iran si interponevano tra l 'Italia, e l' India, tra la mia famiglia di provenienza, il lavoro che ho lasciato in sospeso, da cui cercavo distacco e sollievo, e l'India di Kailash e della sua famiglia di incantevoli figli bambini, per la quale soltanto avrei voluto destinare me stesso.
Nelle sostanze economiche, nelle individualità, nel linguaggio, negli usi che ravvisavo nella casa del mio amico iraniano, ogni realtà propiziava il collocarmi nella medietas, che auspicavo, che stemperasse la mortificazione che patisco dove vivo e lavoro, e dove non comprendo che ci stia a fare ancora, nello spazio e nel tempo, per quel che vi valgo, in effetti , e che al tempo stesso mi distanziasse da un attaccamento a Kailash che ne favoleggia la meraviglia del cuore, per quanto è candidamente calcolatore e lucidamente attento, come è generoso e nobile nella sua povertà assillante.. L' appendicectomia non era la sola ragione per cui avevo voluto prendere l' aereo per Kermanshah, non intendevo, arrivando troppo tardi, mettere nuovamente a cimento l' ospitalità di Fahrang, e porla a inevitabile, impari confronto, con la disponibilità a venirmi incontro, a muoversi e partire sospendendo ogni cosa, del mio caro, amato Kailash, che ogni volta che ho fatto ritorno in India si è sentito in dovere di lasciare in autobus il suo villaggio per raggiungermi al mio arrivo alla stazione di Jhansi, od all' aeroporto di Delhi., quando vi sopraggiungevo in inverno, affrontando un'ulteriore notte in treno, fino alla capitale, per predisporvi il mio alloggio, Kailash, il mio migliore amico, che poi mette ogni spesa naturalmente sul mio conto, consapevoli entrambi che quanto corrisponde al suo precario salario mensile è la mia retribuzione di un 'ora di lavoro.
Ma Kailash, prima del mio viaggio in Iran, si era detto disposto a rinunciare al mio aiuto economico per l'allestimento del suo negozio di barbiere, se si rendeva un onere incompatibile con quello del mio viaggio presso il mio amico iraniano , laddove Farhang , accogliendomi, mi aveva anticipato che per Nourouz sarebbe rimasto ad attendermi in Kermanshah , insieme con la sua famiglia, e non mi sono spinto a chiedergli di raggiungermi all aeroportodi Tehran, supponendo che mi sarebbe venuto incontro solo alla stazione d'arrivo nella sua città. Avessi voluto recarmi a Isphahan, o altrove, a Choga Zombil, mi aveva preannunciato di essere indisponibile ad accompagnarmi , e che avrei dovuto affrontare il viaggio da solo.
Rispetto a quale e quanta distanza e distacco reciproci, ch'erano fra noi subentrati, dovevo così ricollocarmi per essere, presso di lui, alla stessa equidistanza che intercorreva tra la sua Kermanshah e la mia terra d'origine declinante ad occidente, e l'India in ascesa ad oriente, dove gli ho rivelato che presso il mio amico indiano intendo finire la mia esistenza., e quanto attentamente dovevo farmi sollecito perchè il compito che mi ero imposto, idealmente, ossia di ravvivare l' esistenza depressa di Farhang e della sua famiglia, si ravvivasse del calore svanito dell' affetto di un tempo, di cui ho avvertito l'illlanguidimento esanime nell' accoglienza che è intercorsa all' aeroporto, cosi volutamente e poco spontaneamente calorosa, poi nel mio dispormi in casa sua al posto che è riservato all' ospite, senza avvertire l' esigenza di una frequenza di contatti con lui *più ravvicinati

Ma nella figlioletta della sorella del mio amico, in Hawa, bellissima creatura d'aria, ch'era nata il giorno stessa della mia ultima visita, era Purti, la figlia adorata di Kailash, che ritrovavo d'incanto, nel suo identico fare, incessantemente curioso, quando al mio arrivo nella casa di Farhang Hawa è apparsa tra i familiari convenuti ad accogliermi, secondo quanto ri(con)figuravo delle loro vicende, nel mio rifarmi interiore al mio amico indiano, perchè a lui ispirandomi, nel riposizionarmi in Iran , ne riportassi un poco del fuoco d'amore per irradiarne Farhang e il suo nucleo familiare. Ma nella nipotina di Farhang, tale esperienza della continua scoperta della novità di ogni cosa, sottoponendola alla verifica materiale dei sensi e della manipolazione, si attuava grazie a una calma quieta e ridente, già di eletta creatura, che s'apriva al bacio e alla confidenza con amorevolezza,, mentre Purti sa trovare la calma solo tra continue esplosioni di risa e di pianto, in una scontrosità selvaggia con ogni realtà sconosciuta.
E mi rattristavo, al raffronto, ravvisando in Hawa l'influsso delle maniere educate di una elaborata spontaneità di modi familiari , della acquisizione culturale della civiltà iraniana in essi soggiacente, mentre nella primordialità di Puti intravedevotutta la cedevolezza di Kailash, nel suo volerle infinitamente bene, nel suo sopperire in virtù dell amore a ogni limite di istruzione e di casta..
E bastava che dicessi di Hawa quant'era una cara bambina, perchè complimentandola come una baccè- e aziz, ritrovassi per lei la stessa denominazione di cui aggraziavo in hindi Puti, quale bacci, -al pari di quanto nel " kardan" del suo fare, avevo rinvenuto lo stesso agire causativo dell' hindi "Karnan".
Mi sono detto che dovevo far desistere ogni ripulsa , ogni delusione per i gusti e la crescita artistica di Farhang, per la sua disponibilità effettiva, rispetto alle aspettative e ad un raffronto con il mio amico indiano , riflettere su ciò a cui così venivo meno, su come mi perdessi in una vacuità nelle mie pretese di giudicare, e nel mio sottrarmi, o negarmi, , in ogni presunzione di dovermene risentire, se quando lui od il fratello si risolvevano ad accompagnarmi, a recarmi in qualche località circostante, vi si prestavano solo compatibilmente con i loro effettivi interessi e con le loro esigenze.
Farhang, il Venerdi Santo, ho dovuto implorarlo di uscire, per una presa d'aria serale nel parco vicino, pur di non ritrovarmi soffocato tra le sue parti domestiche, dopo che per tre giorni,in precedenza, ero rimasto confinato in una sala d'ospedale, eccettuate le parentesi tra l'aeroporto internazionale e il mio ricovero, e del l'uscita dall' ospedale per raggiungere in aereo Kermanshah, da Merhabad.
E solo quando è esplosa la mia costernazione, all' idea che per attenermi al riposo che consigliava l'appendicectomia, dovessi rientrare dall'Iran senza avervi potuto visitare niente, tra le belve in cui si tramutano irresistibilmente i miei allievi, egli si è indotto a farmi uscire dal suo amnio familiare, per visitare insieme il mercato degli uccelli , i bazar curdi e la kilisi di Kermanshah, dove il giorno seguente avrei festeggiato la Pasqua. Restavamo in attesa che la riparazione dell'auto del fratello ci consentisse, la domenica di Pasqua, di recarci a Kangavar al palazzo-zigurrath sassanide o tempio di Anahita che fosse, dove li sollecitava ad accompagnarmici che il favore fosse l'occasione di visitarlo una prima volta . Per questo, nel mio stupore senz'esito, saltavano la sosta per me imperdibile di Bisotun, che entrambi avevano visto e rivisto, mentr'io , la volta che c'eravamo stati, non avevo potuto vedervi il rilievo di Dario il grande, giacchè era coperto dai tralicci e dai tubolari del restauro in corso
Vi siamo giunti al rientro, troppo tardi, quando solo i fari serali illuminavano ancora il rilievo, sicché sono stato costretto a tornarci da solo i n autobus il giorno seguente.
Il sole primaverile vi esaltava , di una mite crudezza lancinante, il benestare di Ahura Mazdha a che Dario traesse i ribelli alla loro esecuzione capitale, come se l' invocazione della sua investitura nella mano del re di ogni re volta al dio , mentre l'altra tratteneva l'arco che aveva appena vibrato la prima freccia letale , propiziasse l'avvento imperituro, tuttora rinnovantesi , di una potenza che virtù della perentorietà di tale sua magnificazione artistica, pur nel fantasma della sua perseverante memoria sopravviveva alla vanificazione della sua dominazione nella polvere del tempe, presso le folle che stavano risalendo all iscrizione trilingue e al rilievo, come si ripete ogni giorno , come a Nourous accade più che in ogni altro periodo dell anno.
La giovane donna di Tehran che mi offriva un passaggio fino all ingresso in Kermanshah, raccomandandomi come un suo fratello al tassista curdo che le subentrava conducendomi a Fatemie square, nin aveva che parole di disperazione per chi ora comandava sul suolo iraniano.
" Admedinejadh sta distruggendo l'Iran"
Le ripetevo, per alleviarle lo struggimento, la facezia che il padre con cui il padre di Farhang aveva divertito la sua intera famiglia
" In Iran noi posiamo parlare di Sarkzy, dire di tutto di Putin , o di Bush, di Angela Merker o di Gordon Brown, ma non possiamo dire nulla del nostro Presidente".
Avessi preteso di essere altrimenti contraccambiato per quanto aveva invece significato raggiungere in Iran Farhang e la sua sua famiglia,se il giorno seguente mi fossi anche solo rammaricato che pure gli intenti di condurmi a vedere qualche villaggio curdo circostante fosse andato sfumato, avrebbe fatto ricadere il mio viaggio in una umana vicissitudine comune, avrebbe impedito ogni sua trasfigurazione, come si è adempiuto essendomi invece riproposto al servizio di Farhang, lasciando sopire e cadere ogni recriminazione e pretesa, ogni reattività risentita.
Soprattutto giudicarlo e condannarne il dipingere, incenerirne in un atto critico crudele la ragion d'essere, perchè più che il vitale , spiritualizzato,, era la preservazione da esso che vi era espressa,era il peccato contro l'amore più tremendo che potessi compiere.
L' ho inteso quando ci siamo ritrovati nella sua stanza, per vedere gli ultimi suoi lavori, che non mi aveva ancora sollecitato a considerare , pur quando mi aveva fatto dono di un suo recente acquerello, ed abbiamo discorso dei suoi progetti ed intenti,. E 'stato allora che la distanza è scemata, che ci siamo riavvicinati l'uno all' altro, e che sono risorte le ragioni profonde della nostra amicizia..
In alcuni acquerelli aveva iniziato a rielaborare le volute nuvole cinesi delle miniature persiane, in altri delle nuvole e delle vette innevate, le une trasfigurate nelle altre, acque scroscianti e vortici schiumanti di cascate tra fantasmatici dirupi, onde frangenti e riflussi di agitate marine oltrepassavano in libere creazioni fantastiche la descrittività cui rimanevano ancorate altre composizioni, condannate a un immancabile alberello, a un un volo d'uccelli rituale, e mi incantava la freschezza delle sue prove in acrilico, in cui aveva astratto le volumetrie, simili ovunque degli abitati iraniani che si sopraelevavano oltre il cortile di casa.
L ho sollecitato a trasporli su un cd-rom. perchè potessi mostrare i suoi lavori ai galleristi della mia città, e averne un parere, sapere se a loro giudizio erano esponibili nelle loro gallerie..
Potevo essergli utile, così, disponendomi di nuovo al suo servizio.
E in lui si rianimava l'idea di un futuro.

Vagheggiava di recarsi in un paese straniero confinante con l'Iran, una volta terminato il master in Tehran, - avendo svolto il servizio militare, era libero di espatriare ovunque volesse- nel Kurdistan Irakeno, in Armenia, in Tagikistan, o in Uzbekistan, in ragione dela libertà che vi si respirava, dei costi della vita non proibitivi, della comune lingua o della cultura iranica che vi si era espansa.
Ma l' Italia restava il suo sogno reale. Era in contatto con l'ambasciata italiana in Tehran, di cui intendeva seguire i corsi di italiano .In Tehran viveva in un condominio di Imam Hossein square, dividendo la sua camera con studenti di altri corsi , nativi di Hamadan. Ma con essi condivideva solo la stanza. Erano troppo diversi da lui.
Tehran era una città viva solo di giorno , nell' università poteva accedervi a biblioteche ed atéliers di pittura fino alle sette di sera, dopo di che tutto finiva.
Seguitavo intanto a visionare gli acquerelli, tra i quali l'attenzione cadeva sul bel ritratto di un giovane uomo.Era lo stesso bellissimo volto, addolcito di una vaga malinconia triste, di cui avevo visto le foto nel salotto in cui dormivo, contornate da testi scritto. Nelle fotografie due lunghe basette, una sigaretta tra le labbra, giacca e cravatta, ne occidentalizzavano il sembiante intensamente marcato.
" Era il fratello di mio padre, mi confidava Fahrang. Era poeta e si è suicidato a trentadue anni, prima della rivoluzione. Aveva letto Nietzsche, gl autori del nichilismo.
Le sue poesie sono tristissime,. Il titolo della raccolta è " La morte della speranza". Diversi giovani, leggendo le sue poesie, avevano seguito il suo esempio.
Estraeva dalle cartelle un altro ritratto. Era il volto di un suo cugino, per parte materna.
Anche lui suicida.
In Iran , in kermanshah, sono ancora in aumento i giovani che si tolgono la vita.
O che la provocano drogandosi.
Perchè nell' Iran attuale non concepiscono un futuro, non hanno più alcuna speranza.

Ho pensato allora a Kailash, quanto più povero di Farhang, in quale miseria incombente senza il mio aiuto.
Lavorasse non saltuariamente, guadagnerebbe a stento un decimo di quanto è l'ammontare delle pensioni dei suoi genitori, quali ex insegnanti, il cui assommarsi corrisponde appena all'ammontare della pensione sociale di mia madre.
"Il mio amico indiano è molto più povero di te, ma lui, come il suo popolo, ha la speranza che a voi manca.".
E tu, Fahrang hai ancora speranze.?
" Dipingere è la mia speranza"
Quanto a suo zio, poteva inviarmi le sue poesie. Avrei cercato chi possa tradurle in italiano.
Avrei imparato il farsi anche per comporne una mia versione poetica .
Era forse stato voluto tutto ciò che era avvenuto , che stava avvenendo, il caso più fortuito aveva annodato la nostra amicizia, perchè io, soltanto, nella mia fascinazione, potevo divenire il tramite della conoscenza universale di Asadolah poeta?








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(continua)



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Dipingere / Scrivere ancora / Perseverare a scrivere -è la mia speranza.

4


Mi sono riservato due giorni a Tehran, prima del rientro in Italia.
Dall'aeroporto in Merhabad non ho avuto il coraggio di ritornare all hotel Naderi , dove la notte dell arrivo avevo dovuto prendere atto che il solo alloggio che mi restava era il ricovero ospedaliero. Mi sono indirizzato verso gli hotel nell Amir Kebir steet, dove ho scelto l hotel Kayyam, .
Il giorno dopo, quand'era già sera, all uscita dal Golestan Palace, la residenza dei Qajari , non riuscivo a muovermi oltre i duecento metri prospicienti della via. , dei suoi negozi di spezzie e di frutta candita che stavano chiudendo.

Ma mi è bastato sapermi muovere in direzione dell' Imam Komeini square, perchè iniziassi ad assaporare il piacere di orientarmi e di familiarizzarmi con la quotidianità di una capitale dalla quale avevo fino ad allora cercato soltanto una via di fuga, e ritrovassi a piedi l'Amir Kebir street che aveva costituito la via di partenza, in taxi, del mio periplo mattutino entro il traffico in cui ero rimasto bloccato, e la stessa Ferdousi street dove il taxi si era arrestato per consentirmi di servirmi di u cambiavalute, e in cui si prolungava la mia ricerca dell' itinerario nel quale non perdermi, per raggiungere l' indomani il Museo Nazionale, a costo di sconfortanti perdite di tempo che intendevo prevenire.