Ieri, insieme ad Ajay, più che mai un incantevole uomo-bambino-, sono stato di ritorno in Khajuraho dal mio viaggio in Allahabad, da dove ci siamo inoltrati a Kushambi, il primo giorno, recandoci nel sito archeologico di Bitha e nel forte templare di Gharwa, il giorno seguente, per esserne di rientro ieri l'altro via Rewa, dopo una sosta tra le stupa e pitture rupestri di Deor Khotar. Abbiamo dovuto alloggiare in Sarnat, durante la notte, essendovi arrivati ad un'ora troppo tarda per trovarvi ancora un autobus per Panna, e ne siamo ripartiti nella prima mattinata, per ritrovarci nel silenzio ordinato e pulito della casa rimasta vuota, giacchè Kailash con la nostra restante famiglia_ Poorti, Chandu, Vimala- era convenuto per una puja con i suoi genitori nel tempio di Hanuman, oltre Bamitha.
L' ulteriore monsone ha ritardato il suo rientro pomeridiano, era ancora in viaggio sul nostro autorickshaw quando ha iniziato a scrosciare, e la precipitazione a dirotto ci ha annunciato che non si tratta più delle prime piogge che lasciano la tregua di giorni, ma che la caligine plumbea e le piogge intermittenti sono già la quotidianità di ogni giorno in India fino a tutto settembre
" Come sono felice di rivederti presto", mi ha detto ieri sera mia madre al telefono. Ma nel gioirne ugualmente, soffrivo che il trascorrere dei giorni porti tra poco al distacco dalla fisicità quotidiane di queste pareti domestiche tra cui ancora mi ritrovo, dei contatti con Kailash e con i nostri meravigliosi bambini, per quanto tra noi risorgano insofferenze, avversioni e ripulse. E' bastato che ieri pomeriggio vedessi Ajay poggiare sul suolo della cucina ,su cui avevo appena inoltrato i miei passi, i cetrioli senza più la buccia e i pomodori e le cipolle che veniva tagliando per me, perchè la mia mente non se ne capacitasse nonostante la mia calma esteriore. Possibile che il mio caro Ajay, che era appena stato per me lassistente più fedele e devoto assistente , mostrandosi già così intraprendente e capace di farsi valere, che ogni giorno riceve il mio amore come una trepida pianticina accoglie il calore del sole , fosse ancora così indifferente ad ogni riguardo igienico?
" Tre cose, ho ripetuto più tardi a Kailash, mi restano difficili da accettare del modo di vita di una famiglia indiana come la nostra, che si guardi sempre cricket alla televisione, il consumo di gutka, che vi si faccia ogni cosa per terra". Cucinare, mangiare, dormire, -ora quasi non più-, i compiti di scuola, o quant'altro. E a Vimala, egli ricordasse che sarebbe assai più bella non solo se si curasse i denti sporgenti, ma se abitualmente non rendesse il suo volto scimmiesco, masticando gutka in continuazione
Diventa allora così frequentemente sgradevole, che non è difficile credermi, di certo, quando di Kailash ripeto ai locali benevolenti. " His wife is his wife, but his children are my children", Chandu, prima di ogni altro, cui grazie a me è stata data la vita, ora ora sopraggiunto in stanza, per vedere i filmati di quando era sulle giostre del mela ground per Shivaratri.
Poi avrei evitato di agitarmi con Kailash, se dopo avere dedicato la mattinata domenicale ai preparativi della nostra partenza per Delhi, dove mi avrebbe aiutato a trasportare i bagagli dalla stazione di Nizamuddin all'hotel N* e sarebbe poi stato in mia compagnia, si era di nuovo distolto dall'intento di racimolare guadagni con l'autorickshaw, dedicandosi all'irrinunciabile sonno quotidiano dopo avere imbandito il pranzo, il cui protrarsi sin oltre le quattro, fino alle cinque, se qualcuno con le buone o le cattive maniere non si attenta di svegliarlo, mi ha fatto talmente disperare che possa mai lavorare duro, " to work hard" , come richiede l' assicurazione di un futuro dei nostri bambini , senza dovermi per forza incatenare a vita al loro destino.
Ricordo ancora , ora divertito, come alcuni giorni prima che partissi con Ajay alla volta di Allahabad, io e Vimala e i nostri bambini ci siamo ritrovati fuori di casa in attesa che si rabbonisse, dopo che egli aveva infuriato nei miei riguardi come un leone destato dal sonno nella sua tana, per averlo richiamato al risveglio quando erano oramai trascorse abbondantemente le quattro pomeridiane.
Ma come dimenticarmi che ogni mattina non lo ritrovo più in casa, al nostro risveglio, perchè con l'autorickshaw è già alla volta della stazione ferroviaria, o vi è già in attesa dei passeggeri che arrivino da Delhi o da Varanasi.
Nell'ultimo abbraccio di Chandu, sollevandolo al cielo tra i baci e le lacrime sulle sue guance, con lui portandomi al cuore anche Sumit, per pochi istanti l'ho distolto dal luogo in cui l'ho ritrovato,
con sgomento, intento a giocare con altri bimbi : il seguito della stradicciola da cui si distacca il vicoletto che reca alla nostra casa; incrostato di escrementi animali, di lato al quale le ultime piogge hanno rigonfiato la canaletta di liquame nero, tracimato nella distesa di immondizia a cielo aperto che campeggiava alle spalle dei nostri bimbi, per il lurido crogiolarvisi di vacche e maiali neri.
Quando la madre mi diceva che Chandu non era in casa perché era a giocare con Ajay, o che Ajay era fuori a giocare a cricket, fino all'ultimo giorno, senza ricercarli più dove fossero, come ho potuto credere che stessero giocando più oltre, altrove?, in un altrove illusorio verde e radioso, diverso da tale lurido squallore, tra le madri e le comari, o i compari, incoscienti dell'orrore in cui li lasciavano intenti a giocare.
Quando ad ottobre ritornerò, il mio primo compito, miei cari Ajay, Chandu, Poorti, sarà distogliervi in tuk tuk da tali siti, per gli aperti spazi oltre il villaggio, al di là dei templi delle Yogini o di Vamana, dove possiate ritrovarvi tra gli aperti campi con i vostri piccoli amici.
L' ulteriore monsone ha ritardato il suo rientro pomeridiano, era ancora in viaggio sul nostro autorickshaw quando ha iniziato a scrosciare, e la precipitazione a dirotto ci ha annunciato che non si tratta più delle prime piogge che lasciano la tregua di giorni, ma che la caligine plumbea e le piogge intermittenti sono già la quotidianità di ogni giorno in India fino a tutto settembre
" Come sono felice di rivederti presto", mi ha detto ieri sera mia madre al telefono. Ma nel gioirne ugualmente, soffrivo che il trascorrere dei giorni porti tra poco al distacco dalla fisicità quotidiane di queste pareti domestiche tra cui ancora mi ritrovo, dei contatti con Kailash e con i nostri meravigliosi bambini, per quanto tra noi risorgano insofferenze, avversioni e ripulse. E' bastato che ieri pomeriggio vedessi Ajay poggiare sul suolo della cucina ,su cui avevo appena inoltrato i miei passi, i cetrioli senza più la buccia e i pomodori e le cipolle che veniva tagliando per me, perchè la mia mente non se ne capacitasse nonostante la mia calma esteriore. Possibile che il mio caro Ajay, che era appena stato per me lassistente più fedele e devoto assistente , mostrandosi già così intraprendente e capace di farsi valere, che ogni giorno riceve il mio amore come una trepida pianticina accoglie il calore del sole , fosse ancora così indifferente ad ogni riguardo igienico?
" Tre cose, ho ripetuto più tardi a Kailash, mi restano difficili da accettare del modo di vita di una famiglia indiana come la nostra, che si guardi sempre cricket alla televisione, il consumo di gutka, che vi si faccia ogni cosa per terra". Cucinare, mangiare, dormire, -ora quasi non più-, i compiti di scuola, o quant'altro. E a Vimala, egli ricordasse che sarebbe assai più bella non solo se si curasse i denti sporgenti, ma se abitualmente non rendesse il suo volto scimmiesco, masticando gutka in continuazione
Diventa allora così frequentemente sgradevole, che non è difficile credermi, di certo, quando di Kailash ripeto ai locali benevolenti. " His wife is his wife, but his children are my children", Chandu, prima di ogni altro, cui grazie a me è stata data la vita, ora ora sopraggiunto in stanza, per vedere i filmati di quando era sulle giostre del mela ground per Shivaratri.
Poi avrei evitato di agitarmi con Kailash, se dopo avere dedicato la mattinata domenicale ai preparativi della nostra partenza per Delhi, dove mi avrebbe aiutato a trasportare i bagagli dalla stazione di Nizamuddin all'hotel N* e sarebbe poi stato in mia compagnia, si era di nuovo distolto dall'intento di racimolare guadagni con l'autorickshaw, dedicandosi all'irrinunciabile sonno quotidiano dopo avere imbandito il pranzo, il cui protrarsi sin oltre le quattro, fino alle cinque, se qualcuno con le buone o le cattive maniere non si attenta di svegliarlo, mi ha fatto talmente disperare che possa mai lavorare duro, " to work hard" , come richiede l' assicurazione di un futuro dei nostri bambini , senza dovermi per forza incatenare a vita al loro destino.
Ricordo ancora , ora divertito, come alcuni giorni prima che partissi con Ajay alla volta di Allahabad, io e Vimala e i nostri bambini ci siamo ritrovati fuori di casa in attesa che si rabbonisse, dopo che egli aveva infuriato nei miei riguardi come un leone destato dal sonno nella sua tana, per averlo richiamato al risveglio quando erano oramai trascorse abbondantemente le quattro pomeridiane.
Ma come dimenticarmi che ogni mattina non lo ritrovo più in casa, al nostro risveglio, perchè con l'autorickshaw è già alla volta della stazione ferroviaria, o vi è già in attesa dei passeggeri che arrivino da Delhi o da Varanasi.
Nell'ultimo abbraccio di Chandu, sollevandolo al cielo tra i baci e le lacrime sulle sue guance, con lui portandomi al cuore anche Sumit, per pochi istanti l'ho distolto dal luogo in cui l'ho ritrovato,
con sgomento, intento a giocare con altri bimbi : il seguito della stradicciola da cui si distacca il vicoletto che reca alla nostra casa; incrostato di escrementi animali, di lato al quale le ultime piogge hanno rigonfiato la canaletta di liquame nero, tracimato nella distesa di immondizia a cielo aperto che campeggiava alle spalle dei nostri bimbi, per il lurido crogiolarvisi di vacche e maiali neri.
Quando la madre mi diceva che Chandu non era in casa perché era a giocare con Ajay, o che Ajay era fuori a giocare a cricket, fino all'ultimo giorno, senza ricercarli più dove fossero, come ho potuto credere che stessero giocando più oltre, altrove?, in un altrove illusorio verde e radioso, diverso da tale lurido squallore, tra le madri e le comari, o i compari, incoscienti dell'orrore in cui li lasciavano intenti a giocare.
Quando ad ottobre ritornerò, il mio primo compito, miei cari Ajay, Chandu, Poorti, sarà distogliervi in tuk tuk da tali siti, per gli aperti spazi oltre il villaggio, al di là dei templi delle Yogini o di Vamana, dove possiate ritrovarvi tra gli aperti campi con i vostri piccoli amici.