Mohammad e gli avatars di Vishnu
“Dio dev’essere davvero un Dio cattivo, “ a very bad God”, ha soggiunto Mohammad, dopo avermi detto quanto si fosse rattristato la notte prima, per avere visto piangere suo padre per la disperazione della propria miseria.
Banchi, bancherelle, e spacci all’aperto, erano stati rimossi due settimane prima nell’area che fronteggia il museo archeologico presso il Madras cafe, e suo padre aveva dovuto levare il tavolaccio del suo the shop, con la panca e le sedie adiacenti, per ripristinarlo solo alcuni giorni fa all' ingresso del negozio di noleggio delle biciclette di un parente.
Prima guadagnava 180, 200 rupie al giorno, ora se va bene ne racimola poco più di 80. I turisti di passaggio sono sempre di meno e non vedono più ciò che il padre ha imbandito di nuovo in una sistemazione di ripiego.
A dire il vero, gli avevo detto i giorni avanti, se andavano rimosse tutte le baracche e i baraccamenti del sito, erano da abbattere gli stessi negoziucoli e il ristorante di tralicci metallici, rivestiti di sole tettoie di lamiere , che il raja locale aveva consentito che attecchissero intorno al monumento funerario dell’antenato Pratap Singh, in cui permane insediata una scuola i cui soli banchi presenti sono il lascito di una donazione., dopo avere fatto evacuare e ridotto ad un cimelio, dell’archeo-turismo, il bel raja-market che sorgeva a ridosso della sua palazzina, per evitare che gli recasse ogni sorta di disturbo. Non è che le 200 rupie che perveniva a raggranellare suo padre fossero chissà quale guadagno di cui avere rimpianti.. Ma ora, si affliggeva il ragazzo, pagare la retta della scuola di mia sorella, la luce, come restava possibile?
Con la meravigliosa animazione allegra che è la scia del suo incantevole aspetto, egli era sopraggiunto alla lezione che tenevo ad Ajay quando erano già passate le otto di sera, ed io già mi ero rassegnato alla sua assenza ulteriore, egli giustificandosi del suo ritardo perché un sandalo al piede si era rotto, come poteva mostrarmi, nel tentativo vano di ripararlo.
Non mi restava che dargli 100 rupie perchè se ne comperasse di nuovi, al costo più basso, senza che Ajay mancasse di ricordarmi che da tempo egli stesso necessita di nuovi sandali, come la sorella Poorti.
Mohammad rientrava con due orribili calzature verdastre e venti rupie di resto, che gli riconsegnavo perché ne comperasse di più decenti.
La sua partecipazione alla lezione, rinfrancatosi egli d’umore, si sarebbe poi rivelata tutta un’ impertinenza sugli dei hindu e le debolezze che ne rivelavano gli avatars di Vishnu , che quanto Ajay egli era pur voglioso che riprendessimo a leggere, terminata la lezione di italiano.
La sua visione islamica di un Dio sovrano assoluto onnipotentissimo, che lo aveva indotto ad una blasfemia d’esordio secondo la sua religione, degna della stessa decapitazione per qualche suo correligionario malmostoso, trovava risibile che gli dei potessero temere i demoni asura, che addirittura dalla loro opposizione fossero infiacchiti sino a temere la propria evanescenza, che nel suo essere ne fosse scemato il loro stesso re Indra, agli inizi delle vicende del secondo avatar di Vishnu che eravamo passati a leggere, quello di Kurma, la tartaruga, e della celeberrima frullatura dell’oceano di Latte, un mito che a Mohammad era ben noto per averlo visto sceneggiato o rappresentato in disegni animati alla televisione. E che dire, poi, quanto poi agli dei gelosi l uno del potere dell’altro, che se ne indispettivano fino a contrastarsi a vicenda, come nell’episodio del culto del monte Govardhana propiziatoinstillato dal dio Krishna, che aveva inteso così dissuadere i villici di quelle contrade dall'onorare ancora per paura il dio Indra, scatenando per reazione tutta l'ira pluviale di costui…
“ Mohammad, my dear, sembra che i fatti degli hindu gods siano per te solo dei cartoons”
" Io li rispetto, invece", mi ha risposto sorridendone, per poi, all uscita dall'ufficio, che io ed i due ragazzi avevamo differito quanto più a lungo ci fosse possibile, simulare, su mia provocazione di reggere la saracinesca sulla punta del dito mignolo, come il dio Krishna il monte Govardhana, per metterne al riparo dal diluviare di indra i propri ardimentosi seguaci .
“ Vedi, quanto più una storia di dei può sembrarmi un cartoon, gli ho detto mentre riprendevamo le nostre biciclette, tanto più mi va di studiarla più a fondo per coglierne un senso.”
Come ho fatto stamane, nel corpus del Matsya Purana degli Hindu myths, secondo il commento di Wendy Doniger, di cui ieri avevo acquisito l e-bok, il mito dell’incarnazione di Vishnu nel piccolissimo pesce che chiede a Manu di metterlo in salvo ponendolo in un recipiente più vasto quanto più cresce a dismisura, sino a che il solo Oceano può esserne capiente. Un mito che ci insegna solo come solo portando a salvezza le essenze e i semi di ogni creatura vivente, ( siano quelle animali nate da essudazione di coiti, uova, acqua, o mutino la loro pelle di rettili), serbandoli dentro l’Arca guidata dal corno del pesce nel diluvio della dissoluzione del mondo, Manu potrà portare esso stesso a salvezza.
Nel pesciolino più piccolo, e indifeso, riconoscendo e rinvenendo l'Onnipervadente nel suo infinito espandersi
Banchi, bancherelle, e spacci all’aperto, erano stati rimossi due settimane prima nell’area che fronteggia il museo archeologico presso il Madras cafe, e suo padre aveva dovuto levare il tavolaccio del suo the shop, con la panca e le sedie adiacenti, per ripristinarlo solo alcuni giorni fa all' ingresso del negozio di noleggio delle biciclette di un parente.
Prima guadagnava 180, 200 rupie al giorno, ora se va bene ne racimola poco più di 80. I turisti di passaggio sono sempre di meno e non vedono più ciò che il padre ha imbandito di nuovo in una sistemazione di ripiego.
A dire il vero, gli avevo detto i giorni avanti, se andavano rimosse tutte le baracche e i baraccamenti del sito, erano da abbattere gli stessi negoziucoli e il ristorante di tralicci metallici, rivestiti di sole tettoie di lamiere , che il raja locale aveva consentito che attecchissero intorno al monumento funerario dell’antenato Pratap Singh, in cui permane insediata una scuola i cui soli banchi presenti sono il lascito di una donazione., dopo avere fatto evacuare e ridotto ad un cimelio, dell’archeo-turismo, il bel raja-market che sorgeva a ridosso della sua palazzina, per evitare che gli recasse ogni sorta di disturbo. Non è che le 200 rupie che perveniva a raggranellare suo padre fossero chissà quale guadagno di cui avere rimpianti.. Ma ora, si affliggeva il ragazzo, pagare la retta della scuola di mia sorella, la luce, come restava possibile?
Con la meravigliosa animazione allegra che è la scia del suo incantevole aspetto, egli era sopraggiunto alla lezione che tenevo ad Ajay quando erano già passate le otto di sera, ed io già mi ero rassegnato alla sua assenza ulteriore, egli giustificandosi del suo ritardo perché un sandalo al piede si era rotto, come poteva mostrarmi, nel tentativo vano di ripararlo.
Non mi restava che dargli 100 rupie perchè se ne comperasse di nuovi, al costo più basso, senza che Ajay mancasse di ricordarmi che da tempo egli stesso necessita di nuovi sandali, come la sorella Poorti.
Mohammad rientrava con due orribili calzature verdastre e venti rupie di resto, che gli riconsegnavo perché ne comperasse di più decenti.
La sua partecipazione alla lezione, rinfrancatosi egli d’umore, si sarebbe poi rivelata tutta un’ impertinenza sugli dei hindu e le debolezze che ne rivelavano gli avatars di Vishnu , che quanto Ajay egli era pur voglioso che riprendessimo a leggere, terminata la lezione di italiano.
La sua visione islamica di un Dio sovrano assoluto onnipotentissimo, che lo aveva indotto ad una blasfemia d’esordio secondo la sua religione, degna della stessa decapitazione per qualche suo correligionario malmostoso, trovava risibile che gli dei potessero temere i demoni asura, che addirittura dalla loro opposizione fossero infiacchiti sino a temere la propria evanescenza, che nel suo essere ne fosse scemato il loro stesso re Indra, agli inizi delle vicende del secondo avatar di Vishnu che eravamo passati a leggere, quello di Kurma, la tartaruga, e della celeberrima frullatura dell’oceano di Latte, un mito che a Mohammad era ben noto per averlo visto sceneggiato o rappresentato in disegni animati alla televisione. E che dire, poi, quanto poi agli dei gelosi l uno del potere dell’altro, che se ne indispettivano fino a contrastarsi a vicenda, come nell’episodio del culto del monte Govardhana propiziato
“ Mohammad, my dear, sembra che i fatti degli hindu gods siano per te solo dei cartoons”
" Io li rispetto, invece", mi ha risposto sorridendone, per poi, all uscita dall'ufficio, che io ed i due ragazzi avevamo differito quanto più a lungo ci fosse possibile, simulare, su mia provocazione di reggere la saracinesca sulla punta del dito mignolo, come il dio Krishna il monte Govardhana, per metterne al riparo dal diluviare di indra i propri ardimentosi seguaci .
“ Vedi, quanto più una storia di dei può sembrarmi un cartoon, gli ho detto mentre riprendevamo le nostre biciclette, tanto più mi va di studiarla più a fondo per coglierne un senso.”
Come ho fatto stamane, nel corpus del Matsya Purana degli Hindu myths, secondo il commento di Wendy Doniger, di cui ieri avevo acquisito l e-bok, il mito dell’incarnazione di Vishnu nel piccolissimo pesce che chiede a Manu di metterlo in salvo ponendolo in un recipiente più vasto quanto più cresce a dismisura, sino a che il solo Oceano può esserne capiente. Un mito che ci insegna solo come solo portando a salvezza le essenze e i semi di ogni creatura vivente, ( siano quelle animali nate da essudazione di coiti, uova, acqua, o mutino la loro pelle di rettili), serbandoli dentro l’Arca guidata dal corno del pesce nel diluvio della dissoluzione del mondo, Manu potrà portare esso stesso a salvezza.
Nel pesciolino più piccolo, e indifeso, riconoscendo e rinvenendo l'Onnipervadente nel suo infinito espandersi