Può un’oncia di bellezza, di amore puro
Scongiurare che tutto ciò che l’uomo è ancora
sia il caso si estingua?
Quanto può detergere ancora
Il velo lunare il sangue della lama ?
Smacchiare i nostri sudari di scrofe?
Nell’ innocente loro
dissolutezza
Gridano vendetta I profanati angeli,
Intanto che torna,
Sumit, il tuo esanime corpo
Nei bimbi raccolti dal mare,
E resta senza musica la vita
In ciò che ne dice e
pensa l’uomo comune,
A che le anime insaziate di morte risorgano a vita
Nei migranti Egli venne alla sua gente
Ma i
suoi non l'hanno accolto,
Così al
passaggio estremo
volgi
erranti i tuo stessi passi
Nella Sodoma ti volgi agli indimenticabili cuori,
Ne accudisci i giorni futuri
Togliendoti di bocca ogni estremo conforto,
Om, così sia, dicendo a un dio senz’altro lume di volto