domenica 9 novembre 2008

due meditazioni



La glorificazione spirituale

" Padre, l'ora è venuta. Glorifica il figlio tuo affinché il Figlio glorifichi il Padre. ...."
Giovanni, XVII
La glorificazione vicendevole del Padre e del Figlio nella sublime Preghiera sacerdotale che il Figlio rivolge al Padre nel Vangelo di Giovanni, è l'essenza di ogni spiritualità reale: in essa il Verbo si è incarnato nella tenebra estrema dell' essere uomini, perché tale oscurità fosse interamente rischiarata dal suo ardore di fuoco, vi affiorasse e vi venisse alla sua luce in essa integralmente riconosciuta, accettata, riconciliata e risolta, perché lo Spirito e la Verità dell' amore si manifestassero come lo Spirito e la Verità della materia e della carne, il richiamo e l'anelito profondo che è all'opera anche nella scissione e nell'odio, nelle pulsioni del sangue e dell'avidità predatrice.
La psicologia del profondo, la non dualità orientale , l'espressione d'arte e ogni attività od essere meditante, ogni adorazione vivente, anche di animali e di piante, non sono , nell'identica dynamis della discesa nell' ombra e della risalita con essa alla luce, l' esaltazione perenne di tali glorificarsi del Padre e del Figlio nello Spirito d'Amore? Della divinizzazione cosmica nel suo farsi tutto in tutti? Oltre ogni muro di tempio, nel tempo, che voglia confinare il suo Corpo nel congresso dei suoi soli fedeli.


II




Seguito a immaginare il trascendente come lo stesso monte da cui discendono le acque delle scaturigine e delle fonte comuni, di cui le diverse rivelazioni e i diversi sentimenti del bene manifestano i diversi versanti.


Tra le nebbie e le caligini a valle che lo oscurano e alterano, se ne possono scorgere i diversi profili, lungo la dorsale comune che affiora nel logos del verbo, nel dharma , nella sharia o nel tao.




Tale monte è il Suo stesso profilarsi in ogni nostra elevazione interiore , ad esso aneliamo perché è in noi , come in ogni forma di vita, che Esso si slancia verso sè medesimo.




Corollario




La stessa ispirazione di queste mie meditazioni brevi è limpidamente espressa, magnificamente, dall' intera opera di Anselm Grun, cosi come la sintetizza, ad esempio, alla pagina 150 della versione italiana del suo commento del Vangelo di Giovanni.


Vorrei riprendere di quelle pagine, in particolare, questo suo passo contro l'individualismo dell'egoismo esclusivo, che presume di elevarsi nella separazione privilegiante:


" Vale anche, viceversa, che noi troviamo la nostra unicità solo se scopriamo la nostra intima unità con gli altri, con Dio e l'intero cosmo"






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