lunedì 8 febbraio 2010

la volontà dei miei giorni

Al fondo dei miei giorni di sole e dei miei giorni di pioggia, anche se le labbra recitano ogni sera la compieta, e chiedono a Dio di sorreggermi nel sonno sulle ali degli angeli, la volontà di morire è la mia aspirazione reale, che continua a distogliermi da poesia e musica e canto.
Troppo mi disgusta seguitare a nutrirmi del banchetto della vita, se ad esso non accorrre più la vitalità gioiosa del mio adorato bambino, se la luce del sole non è più la luce dei suoi occhi.
Troppo sono fallito, perchè il pensiero teologico della Gita o della luce senza tramonto di Bulgakov, lo stesso nutrimento eucaristico, possano in me sovralimentare a lungo il fuoco di vivere della kenosis, del mio donarmi senza volgere all interesse del frutto, nell'angoscia dei patimenti del giusto ( Salmo 22), nella remissione, senza più scampo del Servo di cui è inaudita la voce ( Isaia, 42, 49, 50, 52).
E se mi allieto perchè il padre di Kailash per decine di chilometri sta accompagnando a piedi la bufala e la bufalina nella stalla che le albergherà vicino a casa, fornendo l'autosufficienza di un sostentamento alla famiglia di Kailash, o perchè sto ultimando di scrivere le mie nuove parole, è perchè come Simeone sto avvicinando il giorno il cui il cuore può cessare in pace il suo battito, e al Signore posso chiedere finalmente "Nunc Dimittis", lascia andare in pace ora il tuo servo, perchè ha conosciuto tutto lo strazio dei suoi giorni.



Allegato
A Farhang Atefi il 1 febbraio 201q0
I m Odorico,
my dear friend.
Excuse me if during last months I ve been far from you in my mind, but My life has been broken. Two months ago the child of my indian friend, that I was loving above all, died, The sun of my life died
But no more about, no more.
Yesterday I ve been in Milano visiting the exibition of Edward Hopper, the great american Painter.
Showing his paintings, evoking the poetic quality of the landscapes what we don't believe poetic- not streams, or peaks or lambs or maidens, but trains, petrol pumps, outdated houses, I was thinking about your acrylic paintings of roofs, boilers and chimney pots of Kermanshah, where The Beauty and the Desolation of Iran can appear.
My best regards and wishes to you and your dear family

Your friend Odorico

1 commento:

Fabio Capuano ha detto...

Caro Odorico,
è da tempo che leggo nel tuo blog della tua sofferenza, ed esito a scriverti perché è difficile trovare parole di conforto per un lutto.
Come fare ad accettare la morte di un nostro caro? Non potremo più essergli vicino, guardarlo, toccarlo, parlargli, sorridergli, giocarci. Se poi muore un bambino il distacco è ancora più doloroso, per tutto l'amore e il senso di protezione che i bimbi ci ispirano, e per tutte le aspettative che facilmente riversiamo su di essi. Eppure, indugiare sulla sofferenza per un lutto non è assennato: la nostra stessa essenza è impermanente e la morte è la fine del viaggio in questo mondo. Quando si perde per sempre un amato compagno di viaggio, se anche il cammino percorso insieme è stato breve, troppo più breve di quanto non avremmo desiderato, è normale piangere il distacco, ma poi è anche giusto salutare il ricordo dell'amico perduto con un melanconico sorriso di gratitudine per il dono ricevuto della sua breve compagnia. Quando anche tu, come succederà a tutti, chiuderai gli occhi al travaglio del mondo per aprirli al riposo, vorresti che chi ti ha amato ti compianga o preferiresti che si rallegri di averti conosciuto? Gioisci per questo: come sarebbe stata più povera la tua vita se tu non avessi mai incontrato il tuo piccolo amico! Vi siete amati, per il breve periodo che avete avuto in sorte di vivere insieme. Cos'altro c'è che conta, oltre a questo? Desiderare ancora del tempo da trascorrere con Sumit è blasfema avidità. Il mondo ha ancora bisogno di altro amore, non di altre lacrime. Sumit si è consumato e tutti noi ci consumeremo, perché Dio ci ha creato come candele. Ma rimpiangere la nostra natura è blasfemia: la vita è la fiamma, non la cera.

Con affetto e con stima,
il tuo collega dell'ITC Pitentino,
Fabio Capuano