venerdì 2 aprile 2010

for ever and ever



Nel velo della mia solitudine pasquale si è riaperto lo squarcio, quando nel riordino della mia casa, tastando che cosa contenesse una borsa blu di plastica che avevo accantonato nell' armadio all'ingresso, prima ancora di vederlo vi ho avvertito il sandalino di Sumit, che raccolsi frettolosamente dalle mani della nonna in lacrime, come l'ebbe ritrovato sul terrazzo della casa che stava pulendo al loro rientro generale dopo la sventura, in concomitanza con il mio arrivo in India a Natale.
Sono questi i giorni dell'ulteriore ritorno dal villaggio di Kailash e dei suoi cari, dove sono rimasti finchè le festività di Durga sono coincise con la stagione della mietitura.
Quando agli inizio delle mie vacanze ho raggiunto Kallu per telefono, egli al seguito di tutti loro quanti, eccettuati Vimala e Chandu, che soffre per lo spuntare dei primi denti, nel plenilunio notturno si stava recando dove presso il lago del villaggio sono i campi paterni, in attesa dell'arrivo della mietitrice che in solo mezz'ora , all'una di notte, avrebbe falciato ogni spiga e l erbagione per le bufale e le loro piccole.
Lasciando temporaneamente il lavoro in hotel, Kailash ritornerà a giorni al suo villaggio per iniziare la semina dei vegetali estivi nel campo del vicino povero, che solo per il suo tramite può dotarsi delle sementi occorrenti di karela, ocra, cavolfiori.
La settimana ventura egli dovrà fare ritorno anche dal dottore che l'ha in cura di Chattarpur, il quale lo sta risollevando dall'anoressia in cui il lutto l'ha prostrato.
Durante le feste di Holi aveva pianto per ore l'assenza di Sumit, tra l'allegria festante dei bambini del villaggio chiazzati di colore.
Ed io solo ieri, per recarmi in Treviso a vedere la mostra mirabile del'arte dei Ming, ho interrotto il conforto della telefonata diurna in cui le nostre sorti si sorreggono a vicenda.
Nell'imminenza pasquale si schiariscono le nubi e il cielo, sui tronchi spuntano i nuovi germogli, ma in Cristo, con Cristo, e per Cristo, io non so tuttora riconciliarmi con l'accaduto, e la morte del mio bambino resta la mia stessa trafittura in croce
Mio caro Sumit, mio caro figlio, for ever and ever!
Come il tuo sandalino, ma tu non finirai tra i rifiuti, nella spazzatura dei miei giorni, sarai il risorto nell'amore, con l'amore, per l amore stesso che soffre cosi tanto ad averti perso per sempre nella vista dei nostri giorni, sarai il risorto nel santo spirito concorde dell'afflato che riunisce me e Kailash, Kailash ai suoi cari, in cui giorno dopo giorno stiamo già ritrovando l uno il sorriso sulle labbra dell'altro, giorno dopo giorno superstiti al pianto, ora che ciò che fu luce dei tuoi occhi gioiosa di vivere, è luce delle parole delle nostri voci in linea, il vicendevole respiro in cui scampiamo alla disintegrazione.

Commentario
"La santa Trinità tutta intera è con-crocifissa con il Figlio, e la croce di Cristo, l'albero della vita, contiene misticamente " l'immagine della Santa Trinità"... la crocifissione del Figlio si compie sulla Terra, ma è egualmente sofferta nei cieli. La Trinità intera è messa in croce con il Figlio, perchè fino a questo punto Dio ha amato il mondo" ( Sergej Bulgakov, Du verbe incarné, Paris 1943, pp.306-307 in
Enzo Bianchi Vivere è Cristo pg.69).

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