domenica 9 ottobre 2011

my only friend

“Tu sei il mio solo amico, my only friend”, Kailash mi ha gridato commosso al risentire la mia voce, prima di cedere la parola al suo giovane ospite svizzero e cadere nel sonno.
In giornata sono stati alle cascate, dopo avere attraversato il villaggio adivasi e quello natio di Kailash, dove con Vimala sono rimasti Chandu e Poorti, nella ricorrenza di Dusshera, mentre al seguito di entrambi era venuto Ajay.
Quali sue aspettative erano andate deluse, o in che cosa Kailash poteva avermi recato torto, di che cosa l 'ospite era rimasto inconsapevole o si era mostrato insensibile, perché Kailash mi proclamasse il suo attaccamento con tanto tormento? Seguitando a ringraziarmi ripetutamente per il mio solo farmi vivo e prendermene cura ricontattandolo.
Era stato il sentirmi preoccupato per le conseguenze nocive che per la salute dei suoi bambini poteva avere la permanenza nel villaggio? O la mia disperazione o il mio sconforto, impotente, che l’intero ammontare mensile del misero salario – 1500 rupie- che da fine settembre gli è corrisposto per il suo lavorare attuale- “honest and hard”- dal sorgere del giorno fino a notte inoltrata, da che si reca avanti e indietro alla stazione ferroviaria e al transito per Bamitha degli autobus che vi provengono da Sarnat, Agra e Jhansi fino a che i clienti non hanno sgombrato la sala dove cenano, per un padrone d’hotel che lo tratta a suo sentire come un asino," like a donkey, a zebra”, tale emolumento di fame per tanto dannarsi, lo stia dilapidando trascurando i suoi veri “diamanti”, i suoi bambini, per il miraggio di potersi ingraziare un ospite da cui presumeva di ricevere compensi per i cibi che gli imbandiva e i servizi che gli forniva, all’atto stesso in cui gli nascondeva tutta la sua miseria, cecitandolo con la volontà di apparirgli a mie spese benestante?
E tutto ciò si verifica senza che riesca a venire a capo di alcun discorso, con lui, su che senso abbia questo suo fare, il servirsi strumentale delle esperienze acquisite viaggiando con me per interessare e procacciare turisti al nuovo padrone d’hotel e rendersi indispensabile ai suoi occhi, se all’ idea illusoria di potere poi lavorare sempre di meno per guadagni meno infimi,-nel suo darsi da fare sempre più duro prefiggendosi di ficcare via dalla mente il dolore del lutto, - egli asservisce e pone a rischio tutto quello che ha di più caro e prezioso., la mia stessa possibilità di preservargli la mia amicizia senza mio nocumento mentale

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