martedì 8 ottobre 2013

mentre in Khajuraho

Lunedì scorso Kailash era senza parole quando gli ho chiesto come andassero le cose, perché la voce gliela aveva tolta la vista di un cobra sul bordo della finestra della television- room.
Era un piccolo cobra , ma di quelli neri, assai pericolosi.
I giorni seguenti è stato per lui motivo di sconforto che essendo già ottobre, non avesse più motivo di credere che l'arrivo di altri monsoni potesse portare a compimento la coltivazione della soia intrapresa dal padre, evitandogli di farne mangime per le bufale con la perdita secca di 20.000 rupie, quando, avesse scelto di coltivare il sesamo,  sarebbe già stato in corso il raccolto ed avrebbe potuto beneficiare dell'ascesa dei prezzi a 110- 120 rupie al chilo, rispetto alle abituali 60-70 rupie delle stagioni scorse. Ma  nemmeno l'arrivo a sorpresa della pioggia propizia ha giovato a mutare il suo umore, si era trattato di un vero monsone, concentrato solo sull'area intorno a Khajuraho, mentre sulla stessa Bhopal, capitale dello stato, nel notiziario figurava "dark and only a umbrela".  Scarse le possibilità di guadagno, in quei giorni di pioggia battente, e Chandu per il fondo reso scivoloso dalla pioggia era scivolato in cortile, rompendosi un labbro.
Su mia sollecitazione, essendo sabato, giorno di scuola ridotta, avrebbe mandato Ajay al villaggio, per chiedere al padre se il raccolto fosse stato agevolato da tanta pioggia, in cui la stagione monsonica si prolungava oltre i suoi termini soliti, ma l'amico, inutile a dirsi, non ci sperava più di tanto, troppo incessante era stata la pioggia, mentre i tuoni  nella sera, di cui mi faceva sentire al telefono il " bum bum",  non lasciavano presagire un termine a breve.

E quando ieri, lunedì, (il 7  ottobre),  l'ho ricontattato, nuove serie ragioni di ansia, e di preoccupazione, già oscuravano la schiarita per i raccolti del padre, talmente tutto è in India incerto, precario ed insicuro.
Vimala aveva di nuovo la piorrea, il suo fiato era maleodorante, ma lei non voleva saperne di andare da un medico, seguitava piuttosto a confidare nella gutka cancerogena, benché anche le donne del vicinato l'avessero sollecitata a smettere di masticarla ed a curarsi sul serio,  facendole temere che la malattia degenerasse nel cancro.
" Io non voglio spendere per lei denaro, se non si cura" Kailash  ha deprecato deprecabilmente. " Mamma è pronta, per andare dalla dottoressa", mi avrebbe detto a sera Ajay, cui avevo delegato l'incarico di  essere  di monito alla madre.
L' amico, più che per la salute della moglie, era invero preoccupato per le turbolenze che agitavano la vita sociale in Kajuraho.
Un conducente muslim era venuto a diverbio con i due figli di un raja locale, perché era loro parso che non avesse voluto sapere di trasportarli nella vicina Bamitha, che in spregio al loro rango castale ed al loro essere degli hindu riservasse  il suo servizio ai soli suoi correligionari.
Il più adulto dei due figli del raja l'aveva allora malmenato, ed egli, rientrato nel sobborgo di Manjunagar, di popolazione al 99,99% di fede islamica,  aveva chiamato a soccorso i muslim del villaggio e della vicina Rajnagar.
Costoro non avevano frapposto indugio, ed in gruppo si erano precipitati  a casa del padre dei due aggressori, malmenandolo e pestandolo a sangue, al punto da pregiudicarne la sopravvivenza. Mentre costui dai familiari veniva condotto agli ospedali di Chhatarpur, e poi di Gwalior, talmente era in debito respiratorio e necessitava di apparecchiature cliniche per l'ossigenazione, i raja in Khajuraho e dintorni si mobilitavano per la loro replica, in odio ad ogni muslim che si presentasse a loro davanti. Il giorno avanti tutta Khajuraho era stata da loro tenuta in stato d'assedio, ogni attività ed esercizio era rimasto sospeso,  scomparsi per strada tutti gli islamici, ognuno intanato in casa, come era avvenuto nel corso dello sciopero per una viabilità umana della primavera scorsa, che aveva bloccato ogni attività del villaggio. Il Gole market era campo di guerra di almeno 250 raja convenuti in motocicletta dai paesi limitrofi, tali e tanti ne aveva contati Kailash, prima di finire acquattato in casa, con il tuk tuk al riparo da assalti nella viottola davanti. Tutto quanto era avvenuto nel solo giorno in cui abbiamo allentato i nostri contatti, giusto il tempo che scattasse il dispiegamento della polizia, che teneva ora sotto controllo tutta Khajuraho ed ogni via d'accesso, impedendo con una sorta di coprifuoco ogni assembramento, vietando, pena il finire in guardiola, che oltre le dieci di sera la popolazione locale potesse costituire gruppi di più di quattro persone.
"Ci sarebbero stati già molti morti, senza il loro intervento", secondo il mio amico.
Ora tuttavia tutto era " more quiet", ed in mattinata Kailash era potuto uscire in tuk tuk per un sightseeing, turistico, un turista straniero, nell'hotel Harmony, era in attesa che potesse accompagnarlo alla diga di un vicino lago artificiale.
Questa sera la situazione era ancora più sotto controllo, tutto era come se fosse rientrato nella  normalità, ma Vimala non si era recata dalla odontoiatra, aveva le mestruazioni e bisognava attendere ancora tre giorni. Il guadagno in giornata era stato di  "no more than", or di " 185 rupees only". Era già tempo di Navaratri, ma di bengalesi che nel corso della festività della Devi Durga erano soliti affollare Khajuraho, non più di qualche presenza vi  era ravvisabile a tutt'oggi. Kailash era venuto a sapere, spiegandosi così la cosa, che le autorità di Kolkata non erogano più festività remunerate per viaggiare ai propri dipendenti. Ma ancora per me più allarmante per il seguito dei nostri avatars, ,  è stato quel che Kailash mi ha replicato quando gli ho confidato che mediante la chat line mi aveva contatto il giovane Rishikant da Varanasi, per chiedermi se potevamo collaborare come agenti turistici, e gli ho rivelato che io gli avevo risposto che potevo assicurargli solo il lavorare bene, in conformità con il dharma e al servizio dei clienti, per propiziarne l'incontro con l'India reale, la sua arte, la sua spiritualità e la sua storia, perché è stato rendendomi un omaggio ch'era una sorta di rimprovero amaro, in via di dissociazione, che Kailash mi ha scandito che a sua volta gli avrebbe assicurato al telefono che a nome mio, di "O-d.-o-r-i-c-o B-e-r-g-a-a-m-a-s-c--h-i",  si lavora solo onestamente, senza " to make cior" , senza potere fare denaro- e avere  fortuna- " con il farsi  ladri degli altri "



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