mercoledì 25 maggio 2016

Nota di teologia politica

Se è vero ciò che sostiene Vito Mancuso nel “ destino di Dio”,  c’è fin nel cristianesimo delle origini una contraddizione tra il Dio in cui crede Gesù nella sua coscienza ebraica, ed il Dio che in lui si rivela, come Dio di misericordia assoluta.  E questo spiega il pluralismo originario del cristianesimo, e perché dal cristianesimo possano trarre origine le più opposte teologie politiche o prassi del cristianesimo, a seconda , per semplificare, che se ne desuma un liberalismo ispirato dalla negatività del prossimo come rischio o pericolo, dalla sostanziale paura che esso suscita, o un liberalismo ispirato dalla sua necessità per realizzare la nostra stessa libertà, e dalla sua anteposizione al nostro stesso io, a qualsiasi costo... Per cui la domanda saliente che resta e si pone per un cristiano, pur nell’ottica condivisa della secolarizzazione del sacro, è quale teologia politica ,  alla luce dell' antropologia cui l apre la propria fede, nella legge, oltre la legge degli uomini, a seconda che il vangelo l'ispiri alla difesa del prossimo e dell’alterità , o a difendersene in una roccaforte identitaria di riti, miti e credenze, quasi che Dio avesse una sua religione,  e attivasse la sua grazia solo per chi ne formula la richiesta nelle sue prassi di rito.

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