domenica 11 dicembre 2016

“Se penso a quanto tempo resterai lontano,”

“Se penso a quanto tempo resterai lontano,”
“Mamma, l’ho snebbiata, è da vedere se e quando potrò mai partire..
Per ora non lo posso più”
Nel primo pomeriggio Kailash, Poorti e Chandu mi erano finalmente riapparsi in videoconferenza, per la mia esultanza gioiosa di ritrovarmi davanti il mio piccolino amatissimo, che smorfie e boccacce rendevano ancora più incantevole.
Poorti, più che mai bella, e quanto mai affettuosa, avrebbe voluto che mi aggirassi ad illustrarle tutta quanta la mia casa, il che mi era precluso dal cavo della connessione in rete.
Kailash era smagrito e alacre di una irrequieta allegria, che gli impediva di sostare su qualsiasi discorso, fossero il timore che Chandu ha della propria insegnante, che gli impedisce a di accostarsi a lei come gli altri scolari, fosse la demonetazione che angustia tuttora l India dalle cordigliere himalayane fino a Kanya Kumari, per cui ora si succedono arresti su arresti di accaparratori delle nuove banconote, di speculatorii al cambio tra “black money” e “white money”, e bilioni di rupie finiscono al rogo o nelle acque gangetiche o di altri corsi fluviali e canali e rivoli dell’India, perché le mazzette in valuta fuori corso dei proventi della corruzione non siano tassate del 200%, al loro deposito ingiustificato.
Era un amico ben diverso da quello sconsolato dalla nullità dei guadagni del nuovo negozio, che dei clienti di cui restava in vana attesa mi diceva, oramai tempo fa, che invero “ sono come la morte. Non sai mai quando arrivano”
L’altro ieri aveva dovuto cimentarsi con la crudeltà di rito dei pochi turisti che si soffermano a scrutare il suo negozietto, solo per demolirne i pregi con la osservazione consueta che è povero di lavori artigianali esposti “ You have less material than the other dealers ”, tornando a ripetergli immancabilmente
“ I have (a) small shop, la replica di Kailash, but what I have inside nobody have”-
( “Ho un piccolo negozio, ma quello che ci ho, non l’ha nessun altro").
Ed ora nel pieno della notte mi allerto al tonfo del cuore, domani, al più dopodomani, se il Console non vorrà degnarsi nemmeno di darmi risposta, per il colloquio chiarificatore che gli ho chiesto, già una settimana fa, al fine di ottenere quel tourist visa che potrebbe risistemare ogni cosa.
(Mentre ancora a quest’ora l’oltresenso di tutto quello che faccio muovendomi per la casa e risistemandovi ogni oggetto, resta il riordino di ogni cosa perché tutto sia pronto per una nuova partenza, e non v’è passo che vi compia o attività che qui intraprenda, che non sia l’aggirarmi e il darmi da fare in quella terra d’esilio che mi è divenuta la mia terra di nascita)
“Se penso a quanto tempo resterai lontano,”
“Mamma, l’ho snebbiata, è da vedere se e quando potrò mai partire..
Per ora non lo posso più”
Nel primo pomeriggio Kailash, Poorti e Chandu mi erano finalmente riapparsi in videoconferenza, per la mia esultanza gioiosa di ritrovarmi davanti il mio piccolino amatissimo, che smorfie e boccacce rendevano ancora più incantevole.
Poorti, più che mai bella, e quanto mai affettuosa, avrebbe voluto che mi aggirassi ad illustrarle tutta quanta la mia casa, il che mi era precluso dal cavo della connessione in rete.
Kailash era smagrito e alacre di una irrequieta allegria, che gli impediva di sostare su qu


alsiasi discorso, fossero il timore che Chandu ha della propria insegnante, che gli impedisce a di accostarsi a lei come gli altri scolari, fosse la demonetazione che angustia tuttora l India dalle cordigliere himalayane fino a Kanya Kumari, per cui ora si succedono arresti su arresti di accaparratori delle nuove banconote, di speculatorii al cambio tra “black money” e “white money”, e bilioni di rupie finiscono al rogo o nelle acque gangetiche o di altri corsi e rivoli dell’India, perché le mazzette in valuta fuori corso dei proventi della corruzione non siano tassati del 200%. Al loro deposito ingiustificato.
Era un amico ben diverso da quello sconsolato dalla nullità dei guadagni del nuovo negozio, che dei clienti di cui restava in vana attesa mi diceva oramai tempo fa che “ sono come la morte. Non sai mai quando arrivano”
L’altro ieri aveva dovuto cimentarsi con la crudeltà di rito dei pochi turisti che si soffermano a scrutare il suo negozietto, solo per demolirne i pregi con la osservazione consueta che è povero di lavori artigianali esposti “ You have less material than the other dealers ”, tornando a ripetergli immancabilmente
“ I have a small shop, la replica di Kailash, but what I have nobody have”-
( “Ho un piccolo negozio, ma quello che ci ho, non l’ha nessun altro").
Ed ora nel pieno della notte mi allerto al tonfo del cuore, domani, al più dopodomani, se il Console non vorrà degnarsi nemmeno di darmi risposta, per il colloquio chiarificatore che gli ho chiesto, già una settimana fa, al fine di ottenere quel tourist visa che potrebbe risistemare ogni cosa.

(Mentre ancora a quest’ora l’oltresenso di tutto quello che faccio muovendomi per la casa e risistemandovi ogni oggetto, resta il riordino di ogni cosa perché tutto sia pronto per una nuova partenza, e non v’è passo che vi compia o attività che qui intraprenda, che non sia l’aggirarmi e il darmi da fare in quella terra d’esilio che mi è divenuta la mia terra di nascita)

Nessun commento: