lunedì 22 marzo 2010

riconciliazione

Ieri, quinta domenica quaresimale C, il respiro universale che spirava nelle Scritture della Messa, era un messaggio di riconciliazione tra l'uomo e Dio, di ogni uomo con ogni altro uomo e con se stessi, in virtù dell'amore di sé, di Dio e del prossimo, che procede a imitazione del dono e del perdono che in Cristo ci ha riconciliati gratuitamente con il Padre. E' un amore fondato sulla sua conoscenza, che ci fa dimorare nel Suo amore e lo fa dimorare in noi, oltre il timore di Dio e della Legge, del giudizio degli uomini e del proprio foro di condanna interiore che non ha misericordia di sé e degli altri: Nel farsi Amore , in nome della sua osservanza della legge l'anima non è più l'impeccabile, che non ha sgarrato, che da Dio e dagli altri esige e pretende, con se stessa, e di se stessa, della volontà di Dio medesimo perennemente insoddisfatta, ma adempie la riconciliazione che ( non giudica e non si giudica con un giudizio di dannazione perenne,) lascia andare il passato non grato e cadere la pietra di condanna dell'adultera. All'ascolto meditativo di tale Parola di pace, in seno alla famiglia del Padre come figlio devoto e non come il fratello maggiore e servo obbediente, indisposto dal vitello ammazzato per il figlio ritrovato, sentivo echeggiare, fuoriuscendo dal solipsismo cristiano, in intimità con alcuni dei semina verbi inculturati nel dhamma, le parole stesse della riflessione buddista dell' Achaan teravada di cui ultimavo le pagine, i modi del cui invito alla consapevolezza della presenza mentale , mi si erano rivelati una strada maestra per distaccarmi da ogni giudicare ed essere giudicato condannando, dal proprio ed altrui giudizio mondano di autosvalutazione, e per potermi ritrovare nella presenza mentale in cui posso individuarmi, secondo l Apocalisse, nel nome secondo il quale soltanto, nella mia particolare capacità di amare, io posso essere a Sua somiglianza, ch'è il nome che di me in Dio, a compimento imperfetto della sua immagine, si viene pronunciando ogni giorno che passa, (- la mia variante unica e individuale del suo essere Amore,)- che ne è il Nome rivelatoci che decliniamo nel nostro, taciuto allora ai nostri padri.
Testi di meditazione tratti dal Messale
Esodo 3, 1-8
Mi diranno " Qual è il suo nome?" E io che cosa risponderò loro?
Dio disse a Mosè" Io sono colui che sono!"
Apocalisse 3, 12
Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della Nuova Gerusalemme che discende dal cielo, da presso il mio Dio, insieme con il mio nome nuovo"
Apocalisse
al vincitore darò la manna nascosta e un pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all infuori di chi lo riceve".

Isaia, 43
"Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia
non ve ne accorgete?

Paolo ai Corinzi 2
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo viene però da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio che riconciliava a sé il mondo in Cristo, noin imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
IN nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio".


Paolo, ai Filippesi
Non ho certo raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezione;ma mi sforzo di correre per conquistarla, perchè anch'io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo. dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi stà di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

E dunque il Pater Noster,:
Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori"
nella remissione di tutto il passato, di ogni pretesa alla permanenza, nostra e altrui, in ragione di ciò che in esso abbiamo accumulato e goduto, di qualsiasi pretesa di un contraccambio di ciò che rilasciamo nel mondo( di avere " diritto a una compensazione per ogni sforzo, quale che ne sia la natura- lavoro, sofferenza o desiderio) per rilanciarci alla meta nel qui e ora, hic et nunc del solo presente, secondo la lezione di Simone weil
" La remissione dei debiti è la rinuncia alla propria personalità. E' rinunciare a tutto ciò che chiamiamo "Io". Senza eccezioni. Sapere che nel cosiddetto " Io" non c'è niente, nessun elemento psicologico, che le circostanze esterne non possano fr sparire. Accettare tutto ciò. Ed essere felici che così sia".

Achaan Sumedo
Il suono del silenzio.

spunto di meditazione filosofica
la kenosis intra-trinitaria secondo Bulgakov, e il mito della creazione auto-sacrificale di sè di Prajapati, la virtù della debolezza intima del Tao.
(

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