Rieccomi ora di nuovo in Italia, dove ho fatto ritorno più di due settimane or sono .
Spero che frattanto tua mamma abbia tratto benefici dall’intervento alla schiena, e che tu te la stia cavando nella ristorazione. E tuo papà?
Personalmente ho avvertito come te lo stesso clima deprimente rimettendo piede in Italia. La crisi e la sfiducia sono tali, che ogni fervore e slancio, ogni proiettarsi in avanti vi suscita sconcerto e isolamento..
Ho lasciato l’India, di ritorno da Calcutta, in un caldo torrido in cui il mio fisico si ritrovava benissimo.
Tacendo dei giorni sconvolgenti che vi ho vissuto, e dell’epilogo che essi hanno avuto in Italia, per le crisi mentali sconvolgenti che mi affratellano al mio amato amico indiano, vorrei solo dirti del lieto fine, riprendendo gli antefatti come li ho narrati invano a Valentino Giacomin, il co-fondatore delle scuole del Progetto Alice, senza ricevere neanche due righe in risposta.
“Dopo avere trasferito sulla via principale di Khajuraho il negozio di barbiere del mio amico, in un vano ben ridotto ma che assicura introiti ben maggiori , di comune accordo si era deciso di destinare la camera, ch’è rimasta vuota, ad ufficio per le attività che intendo tuttora perseguire in India, secondo i miei interessi conoscitivi e le mie predilezioni mentali. La mia aspirazione è di potervi insediare in futuro un piccolo centro culturale, il Bapu cultural tours, che vorrei finalizzare all’insegnamento della lingua italiana mediante la glottodiddatica, all’organizzazione di itinerari culturali nel circondario di Khajuraho - nel Madhya Pradesh e nella stessa Delhi-, che non rientrano nei circuiti della quasi totalità dei tours operators, a microcineforum, conferenze sul patrimonio artistico, ambientale e folk tribale locale et cetera et cetera. Ma quando tutto era oramai allestito, -il sito web ( www.bapuculturaltours.org ), lavagna bianca, printer, panche, mobilio elegante tratto dalla quotidianità indiana, posters e items interculturalmente allettanti, rivestimento dell' impiantito e ventilatore-, senza che nulla avessi ancora intrapreso, ben sapendo che mi occorreva procedere con i piedi di piombo, per non incorrere in sanzioni od espulsioni,- in assenza di licenze e dei visti necessari,- in contemporanea è puntualmente accaduto che insieme con la richiesta diffusa di poter apprendere l’italiano, e con l’interessamento concreto espressi da una scuola locale e da un tour operator, il cui ufficio è contiguo al mio, la voce è circolata più del dovuto insieme con la prevedibile malevolenza, ed è pervenuta al mio amico l’avvisaglia di lasciar stare tutto, per bocca di un ufficiale di polizia locale, che egli a mia insaputa ha tacitato con una bakseesh.
All' Ambasciata italiana in Delhi, la settimana seguente mi hanno fatto slittare dalla segreteria al centro commerciale e da esso all’istituto culturale, uno smistamento che è la prassi ordinaria del loro disimpegno operativo, come si è dispiaciuta nei miei riguardi Antonia Grande, quale terminale rituale del disbrigo.
L’unica avvertenza precisa che mi è stata manifestata è stata la sollecitazione a non intraprendere niente senza autorizzazioni, insieme con il consiglio di utilizzare il tempo che mi permane da trascorrere in India prima della mia partenza, il 9 maggio, per ottenere lettere di invito da scuole o agenzie”….
Tuttavia, caro Matteo, non ho smesso, nel frattempo, di dare lezioni ai soli bambini del mio amico, perché fossero preparati il più possibile al test di ammissione in una scuola di livello intermedio tra quello infimo dell’istituto di provenienza - dove imparavano solo a ripetere a memoria quello di cui non capivano niente, senza mai usare la loro intelligenza e la logica,-
e quello più elitario delle suore siro-malabarite che non li avevano potuti accogliere nelle loro classi, talmente povero ne era l'inglese, non che la matematica.
Mi sono staccato dal mio impegno, per un bel viaggio a Calcutta, solo nell’imminenza dell’esame di ammissione, - il 25 aprile-, che è andato davvero bene nel complesso: non è avvenuta alcuna retrocessione, il nipote del mio amico è stato ammesso nella classe superiore, mentre il figlio maggiore dovrà ripetere la stessa classe dell’anno scorso. Tik-è anche la bimba.
E quando sono stato di rientro a Kajuraho, su sollecitazione delle insegnanti della scuola in cui i nostri bambini sono stati ammessi, forse mosse a ciò dalle cure amorose che presto ai figli del mio amico, il "principal" mi ha offerto un posto di lavoro come insegnante di italiano, firmando una lettera di assunzione a decorrere dal prossimo 14 luglio, che può valermi- parola del console- un employement visa di un anno, con ingresso multiplo…
Al più presto
Odorico
Nessun commento:
Posta un commento