lunedì 14 dicembre 2015

Il tempio Adinath in Khajuraho. prima stesura completa provvisoria

Nella quiete ombrosa del complesso jain, una fortuna assai minore seguita ad arridere al tempio intestato al primo dei ventiquattro tirthankhara, Adinath, o Rishabanath,  “coloro che ci preparano il guado” oltre il tempo e gli accadimenti dell’oceano di dolore infinito delle reincarnazioni,  rispetto al contiguo più imponente Parshavanath, un disdoro di cui una ragione non ultima,  con la minore appariscenza monumentale,  è l indisponibilità indisponente delle guide ufficiali a volgervi l’attenzione dei turisti che vi catapultano nei rimasugli di tempo oramai serali che a loro riservano,  dopo averli  accattati con i torpedoni di lusso che ve li conducono ancora accaldati dal volo aereo da Delhi. via Varanasi, una volta che solo  nel tardo pomeriggio alfine esso sia  pervenuto a destinazione. Eppure, al chiarore diurno,  basterebbe soffermarvisi con uno sguardo attento,  per  sentirsi permeati da una sua armonia di forme ch’è straordinaria/d’eccezione,  pur nelle sole componenti superstiti del santuario, del vestibolo e della loro sovrastruzione, preceduti da un mandapa postumo d’incongruenze Bundela.
E’ il tempio Adinath di una siffatta bellezza, che non  solo la sua peculiarità jainista induce a svincolarla dai raffronti di lungo corso con il tempio Vishnuita Vamana, risalenti allo stesso gran maggiore Cunningham, in ragione di sembianze architettoniche solo esteriormente similari, quali il settuplice succedersi- sapta-ratha-delle proiezioni verticali  lungo i crinali dei muri e del sikhara,   od  il profilarsi della sua ogiva oblunga senza appigli di sikharikas, o anga-sikharas-,  ma il differenziarsene e l eccellere per la fattura pregevolissima più di pregio delle carenature dell ordito di chatya gavakshas, che ne risalgono la china, e  per l’eleganza superiore dei rilievi sottili e dilungati delle sue proiezioni di squisito tempio sapta-ratha, . che quasi a smentirne la dedica al tirtankhara Adinatha,  conferiscono al tempio una venustà muliebre, confortata dal ricorso onnipresente di immagini statuarie di Yakshi Jainiste e di dilettevoli apsararas, contemperato dalla ingerenza hindu di sole immagini di deità maschili nelle sole effigi propiziatrici dei dikpalas e astavasus, delle otto direzioni cardinali. e di un duplice Kubera annidato con i suoi nidhi tesoriferi  nella soglia d’accesso al santuario.
Sicchè è ad un tempio remoto e incantevole quale quello di Jagat ad Ambika,  nella regione di Udaipur, più che ad ogni altro, di Khajuraho, che ci rimanda l’eleganza dell’armonia superstite del tempio Adinath,  di cui ora ordinatamente avvieremo / procederà seguiteremo il ragguaglio, se  a ritroso di ascendenze che nello stesso Krishna Deva ha il suo mentore, che pure  non diede seguito a se stesso, dopo che ebbe a  lumeggiare come “ the earlier ones ( rajasthani temples) resemble those of Khajuraho more closely than the monuments of any other region.” e “ the early sandara temples of Rajasthan were the precursors of the Lakshmana temple of Kajuraho“.
Che il tempio Adinath sia sapta-ratha,  e che lo sia nei termini della più luminosa e semplice , decantata perfezione architettonica, induce a posporlo nel tempo ai templi di Khajuraho che pur nella loro grandiosità comprimevano la loro concezione formale in un canone ancora pancha-ratha, quali il Laksmana e il Visvanatha , non che all’ibrido jainistico -vishnuita del Parshvanatha, inarticolato in profondità arcane di rilievi e proiezioni  quali gli altri templi statuari di Khajuraho,  al tempio Kandarya  che dell’adeguatamento saptaratha di concezione e di canone è il primo e massimo conseguimento,  e al tempio stesso Vamana  che in tale assunto non trascende la sua grevità allargata /latitudinalmente trasversalmente di richiami remoti e di precorrimenti audaci,  e a presumerlo ad esso posteriore, facendolo risalire al- --- e.c.
Le parti superstiti erano un tempo precedute da portico e mandapa, forse un guhamandapa che traeva luce solo da un traforo di jali come l interno con deambulatorio del Parshvanata, secondo una consuetudine jainista consolidatasi negli attuali  Rajasthan-Gujarat, dove i templi Jainisti  si differenziarono da quelli hindu perché ricusavano anche solo l’alternanza di un guhamandapa  con un mandapa che fosse aperto all’irradiazione solare di finestre balcone.
In loro luogo, sotto un grezzo ammanto calcinato, le arcate e specchiature, sotto una merlatura di coronamento, del mandapa indoislamico appostovi in tempi moderni  a otturazione del guasto.
Il garbagriha ed il vestibolo dell’antarala e sono invece pressoché perfettamente integri,  fino al termine delle loro sovrastruzioni, il pinnacolo del sikhara nelle sue guise latina e l’antefissa del sukanasa ch’è la più splendida di Khajuraho, e tra le più splendide dell’intera India, nella fluenza dal grande kirtimukka centrale della ricaduta nelle fauci dei makara delle ghirlande di campane,.
Raccordano garbagriha e vestibolo l’eminenza delle nicchie della proiezione centrale del bhadra e dell’antarala, queste ultime sormontate da tre edicole  ulteriori lungo i fianchi dell’antefissa vestibolare, e all’altezza della fascia del  terzo ordine di statue, costituto da un corso di guizzanti gandharvas celestiali, il  coronamento di bhadra ed antarala   offerto da  deliziosi balconcini di obliqui kakshasana cui si affacciano devoti dialoganti, un accostamento divenuto di  rito  nell’architettura religiosa in Khajuraho, ricorrendovi nei templi Javari e Vamana , Duladeo eChaturbuja, e Jagadambi, mentre fregia solo il bhadra del tempio Chitragupta, e non ve ne è ancora traccia  nei grandi antecedenti dei più monumentali templi Lakhsmana, Vishvanatha, Kandarya, laddove nel lontano Rajasthan  si può ritrova la duplice miniaturizzazione  nel tempio di Jagat, a sud di Udaipur, o ne appare una sola ricorrenza nel solo antarala nel tempio in Badholi,  serializzata e moltiplicata lungo ogni diagonale nel tetto samvarana del rangmandapa che lo fronteggia,mentre a  distanze meno remote un affollato balconcino lo si rinviene nel solo bhadra del Garhi math in Kadvaha. L’eminenza  così raccordata e suggellata delle nicchie di bhadra e di antarala, a connotazione, nel tempio Adinath, della rilevanza delle  immagini dell Yalshi che offrono alla visualizzazione adorante e meditante dei  devoti jainisti intenti alla pradakshina,  negli altri templi miniori di Khajuraho si fa altresì replica miniaturizzata  delle medesime forme balconate in diversa  grandezza di cui è ridondante la riproposizione miniaturizzata del kakshasana obliquo di finestre balcone  che figurino in scala umana nei diversi transetti e mandapa di altri templi in Khajuraho    che a misura d’uomo appaiono nelle kakshasana dei balconi finestre dei mandapa, come non è più dato sapere se fosse anche nel tempio Adinath.
Risalendolo ora in verticale, sulla piattaforma di una jagati sostitutiva di quella originaria, il cui slancio ascendente è finito perduto, l’adhishthana del basamento, conservatosi più completo di quella del tempio Parshavanata,  presenta la tripartizione invalsa nei templi  Chandella in uno zoccolo, o bitha, un  plinto o pitha,  e un podio, o vedibhanda, al quale nei templi Pratihara precedenti per lo più era riducibile l intero basamento, una tripartizione le cui forgiature  /modanature conclusive sono rimarcate dalla ricorrenza finale o soggiacente, quale madhya banda,  di un corso di rosette,  alternate a rombi nella fascia terminale.
Costituiscono lo zoccolo una bhitta primaria liscia ed il risalto conseguente di una seconda modanatura  di rombi diamantini alternati a pilastrini , rimarcato  in contrasto dalla successione di una scabra jadya-kumbha,  cui si susseguono la madhya bhanda di rosette, già rilevata,  e la conclusione della bhitta in una modanatura arrotondata in merlature  di petali di loto sovrapposti ad una perlinatura. Il plinto ha inizio in una seconda jadya- kumbha, che si fregia di thakarikas superiori  cui fanno da contrappunto le gagarakas soggiacenti della karnika sovrastante,  prima che l’ulteriore madhya banda di rosette preceda  la grasa-pattika di kirtimukkas in cui il plinto si conclude.
Se ne stacca la successione grave di khura , kumbha e kalasa della vedibandha, sovraornamentata nella kumbha da edicole templari  che incastonano rombi di diamanti,  a latere di quella del bhadra che alberga una propria divinità, al riparo di una gronda sotto il frontoncino di un udgama di gavakshas carenati,.
Un kapota decorato tanto di thakarikas quanto di gagarakas precede il ricorso finale di una fascia ulteriore di rombi e rosette, non di meno fregiantesi di gagarakas, che funge da supporto ai piedistalli delle statue ed alle ornamentazioni inferiori delle edicole dei bhadras, con cui cominciano le sopraelevazioni delle sette proiezioni del jangha.
Vi  ricorrono tre ordini di immagini,  due Yakshi nelle due nicchie sottostanti del bhadra centrale, affiancate ciascuna da due ninfe per lato nelle due pratirathas mediane, cui subentrano un dikpala e il suo astavasus superiore  nei Karnas angolari., le immagini in rilievo inframmezzate da vyalas, o sardulas, sovrapposti , nei recessi dei salilantaras, mentre la terza fascia alterna singoli vidyadharas, nelle aggettanze, a loro coppie nelle rientranze, festanti di strumenti musicali, armi o ghirlande, con il solo intermezzo già enfatizzato dei balconcini finestrati popolati di figurine nel terzo ordine dei bhadra , di cui al loro succedersi  una replica  da termine nell’antarala, a seguito analogo di due nicchie di Yakshi.
Tra gli ordini di statue la scansione di una grasa pattika sormontata da una pattika  di rosette, che intervalla il primo ed il secondo corso di statue, una kalasa a guisa di cornice prima del terzo, ch’è sovrastato dall intermezzo ulteriore di un capitello bharani  formato dalla successione di una gagaraka, di un amala scannellata e di  costolature palmiformi, che funge da diaframma rispetto al varandika.
Il varandika consiste a sua volta di due kapotas successive ornamentale da gagarakas e takarikas,  prima che una replica del rilievo di gagarakas e di foglie di palme dia avvio alla successione dei 16 bhumi o piani del sikhara.
Nei karnas angolari, i cui chaitya incastonano nicchie di rombi-diamante., alle costolature di chaitya gavakshas soggiacciono amalakas,  cui si susseguono kapotas con takarikas,  Al termine del mirabile slancio ascendente e convergente, a ben vedere appaiono arridere  un kirtimukka a conclusione di quello dei ratha centrale e mediani, un sikharika piramidale alla sommità di quello dei karnas, composto di due pidhas, chandrika ed amalaka.
Oltre il restringimento del collo, o greva, conclude invece la tensione verso l unità primordiale , ch’è origine e fine di ogni realtà vivente,  il succedersi di amalakas e chandrikas prima del kalasa finale.
Già si sono dette meraviglie,  non  esorbitanti,  dello splendore del sukanasa che invece sovrasta l’antarala, preceduto da sette nicchie di deità statuarie che si visualizzeranno in conclusione della deambulazione esterna ( link)
Tra nicchie diamantine ai lati  e rientranti in unjframe mediano /in una cornice /teca mediana, quelle ai lati sovradeterminate in tempietti edicolari da un  loro sikhara piramidale composto dei ripiani di 4 pidhas, di chandrika e amalaka, una prima serie di circonvoluzioni carenate di chaityas si risolve in inflessioni superiori che si acuiscono intorno ad un ovulo centrale, prima di una chaitya gavaksha grandiosa, trilobata, in cui da un kirtimukka fluiscono ghirlande di campane nelle fauci di due makaras, rispetto ad una centrale tra due steli penduli di fiori di loto. Due vyalas e una fiera leonina superiore,  avventata sul dorso di un elefante a bocca ferocemente spalancata ,   ne sormontano le arcature, che sono affiancate da amalakas  tra chandrikas al pari di quelle sottostanti.
Procedendo ora  come vorrebbe la devozione  nella pradakshina in senso orario,  il suo fianco meridionale nell’antarala ci  espone nella nicchia inferiore l immagine di una prima Yaksi, cui manca il correlato di quella scomparsa dalla nicchia superiore, mentre oltre il balconcino di astanti devoti già conclamato,  altre tre immagini corrispondenti facevano seguito lungo l’antefissa, di cui due sono superstiti.
L’immagine che grandeggia nella nicchia inferiore è indubitabilmente quella di Padmavati, Yakshi o Sashandevi del ventitreesimo e penultimo dei Tirthankaras,  Parshvanath, come vuole che sia il cappuccio di cobra che la sormonta, non che la tartaruga che le fa da veicolo, che rimanda al consorte Dharanendra.
Erano entrambi due serpenti annidati nel ciocco di una  giungla ch’era nei pressi di Benares, ed alla cui altezza Parsva, figlio ancora ragazzo della regina e del re di Benares Vama ed Asvasena, sul dorso di un elefante ed in sieme ai suoi compagni, ebbe la ventura di incontrare il nonno materno, re Mahipala, in cui si era reincarnato il sui antagonista cosmico, di reincarnazione in reincarnazione, che fino ad allora su di lui nel ciclo delle esistenze terrene era prevalso uccidendolo, sin da che erano stati fratelli nelle spoglie del virtuoso Marubhuti e del perfido Kamata.
Il vecchio re,  ritiratosi nella foresta alla morte della moglie che l’aveva sconvolto,  vi era dedito a sacrifici penitenziali, uno più estremo dell’altro, che nulla avevano di ideale, perché più che il distacco e la rinuncia , conseguivano il più spietato rafforzamento dell io, tant’è che gli era bastato avere riconosciuto in Parsva il nipote senza che questi ne avesse avuto ancora il tempo, perché in preda all ira si mettesse a fare a pezzi il grosso ciocco “ Non farlo, gli gridò il nipote, vi sta una coppia di serpenti!” Ma il vecchio non gli diede ascolto è calò sul ciocco il suo fendente, tranciando il corpo che apparve alla vista dei due rettili.
Il ragazzo si afflisse alla vista dei corpi dei due serpenti che si contorcevano negli spasimi della morte, e intonò un inno ai due esseri agonizzanti, che consentì loro di spirare al meglio, non senza avere prima ripreso il nonno, con i più dolci e gentili degli ammonimenti “ Le penitenze che ti infliggi ogni giorno, come quella dei cinque fuochi cui eri intento, ti contaminano anziché purificarti, perché per adempierle uccidi ogni giorni altre vite. Non farlo più, uccidere altri esseri è grave colpa, ed ogni colpa reca le più tremende sofferenze,  E’ come pula separata dal grano, quanto tu fai agendo senza la vera conoscenza”.
Questo atto di compassione verso i due naga tornò a vantaggio di Parva quando intrapresa la grande rinuncia, dovette affrontare in Samvara, o detto altrimenti Meghamalin, una divinità minore in cui era rinato il nonno Mahipala, la manifestazione finale dello spirito a lui antagonista.
La grandiosità radiante assunta da Parsva mediante l’illuminazione della sua ascesi meditativa, era tale che arrestò il corso stesso del carro celeste di Samara, che a questo intese con chi aveva a che fare, e che  gli s’imponeva la resa dei conti. Un sommovimento tellurico investì Parva, che rimase tuttavia imperturbato e assorto nella calma assoluta della sua meditazione .  Al seguitare degli attacchi di Samara, che assunse le sembianze letali del dio della morte,  nel regno sotterraneo che ne era stato sconvolto, non rimasero insensibili Dharadendra e la consorte Padmavati, che memori  di come Parsva avesse propiziato un loro decesso ed un loro transito di sereno splendore,  decisero di venire in suo soccorso: così si posero ai suoi fianchi ergendosi così orribilmente spaventosi  nell’enormità del loro dilatato cappuccio, che  volsero in fuga atterrito la divinità di Samara.
Per avere così consentito, quale sua divinità protettrice, che Parsva pervenisse anche alla Contemplazione Bianca, diradando anche i  desideri ultimi che con il loro attaccamento lo tenevano ancora avvinto alle sofferenze del samara,  Padmavati è qui onorata e riverita, come vuole la tradizione dei Digambara, i vestiti d’aria, cui affilia il tempio, non già per  riceverne a nostra volta protezione e prosperità.
Nella loro trascendenza acquisita, oltre il tempo e lo spazio e le umane vicende, i tirthankara e Yaksa e Yakshi restano estranei alle nostre preghiere, per le quali restano disponibili e si possono invece affaticare gli dei hindu, di rango inferiore per i jain, che nelle vestigia di Indra ed Agni e degli astavasus superiori, troviamo infatti immediatamente contigui nella prima Karna-ratha. Padmavati stessa, in tal senso, confonde i suoi lineamenti qcon quelli di Laxmi, consorte di Vishnu, e Dharadendra, quale signore della Terra, al cuore implorante si fa il serpente cosmico Sesa che la sorregge sulla sua testa, come su di esso è  reclino il sonno di Vishnu alla  consunzione nella Pralaya di ognuno dei mondi che infinitamente si succedono l uno all’altro.
Né può risultarci casuale quanto le vicende di Parsva riecheggino quelle celeberrime di Buddha, o l’attacco di Samvara quello arrecato dal demone Mara a Gautama Sakyamuni,  che se troverà da esso soccorso nella terra,  è ugualmente nelle sette spire di un re-serpente, Mucalinda, che potrà confidare a difesa dello scatenarsi fuori stagione di tuoni e fulmini di un fortunale.
Ma prima di volgerci alle divinità tutelari del tempio nelle sue otto direzioni, come  fedeli jain, più in  alto restano da riesumare le immagini statuarie delle due Yakshi superstiti sovrintendenti, quella superna con un veicolo equino,  recando un vassoio dell’acqua nella sola mano, sinistra, superstite, un attendente maschile alla sua sinistra, quella nella nicchia inferiore armata di vajra e freccia in due delle sue otto braccia , anch’essa con un cavallo quale cavalcatura, in cui per Krishna Deva  era forse riconoscibile Manovega, la yakshi del sesto dei Tirtankara, Pradmapabhu. Può fornire utili ragguagli l immagine della stessa Manovega che si conserva nell’Asi Archaeological Museum di Khajuraho,  che di braccia ne ha quattro, invece che otto, come nel tempio Adinath, ugualmente è  accompagnata dal veicolo di un cavallo, ma vi compare in posa samapada anziché in laliasana ed anche per il minor numero di braccia non può più ostentare che il solo attributo di uno stelo di loto.
Nella karna.ratha, dopo l’apparizione nel recesso delle prime due ninfe-apsaras,  è dunque la volta dei dikpalas volti a est ed a sud est, le divinità vediche Inndra ed Agni con i rispetti astavasus* sovrastanti.
Per quanto è dato intravederne Indra come ogni successivo dikpala appare atteggiato in tribhanga, *mutilato di tutte le braccia ad eccezione di una, ma come per ogni altra divinità guardiana, eccezion fatta per Kubera,   ne è rimasto integro  il veicolo,  nel caso del dio delle piogge celesti l’elefante Airavata.
L’astavasus superiore, come ogni altro di seguito ha un volto bovino, ripete la postura tribhanga del dikpala soggiacente,  ed ha Nandi come proprio seriale veicolo animale.
Agni, dio vedico  del fuoco, barbuto e panciuto, ha salvato il mescolo sacrificale ma si è persa la testa dell’ariete che ne è il veicolo.
Ha inizio quindi nella rientranza seguente la successione ininterrotta di vyalas nei recessi e di apsaras nelle proiezziioni intermedie tra quelle centrali e quelle d’angolo.
Le loro raffigurazioni  solo in alcuni casi sono frontali, per lo più, come di frequente nel kandarya, le deità celestiali si offrono di schiena con la parte superiore del corpo di profilo, originando ardite torsioni  dei loro corpi snelli e slanciati sulle lunghe gambe.  Ne è un celebrato esempio la danzatrice che precede  le yakshi del bhadra centrale meridionale, con la gamba destra e in braccio sinistra piegati in alto. …………
Le fa da complemento l’apsaras che invece nella danza  volge la mano destra intorno al capo mentre tiene quella sinistra sulla coscia.…..
Per lo più esse sono atteggiate secondo consuetudini consolidate,  l’una mentre si aggiusta l’acconciatura mirandosi  in uno specchio, l’altra senza riflettersi in esso un orecchino, o le si vedono intente alle più varie attività di svago o di sollievo, nel gioco della palla, nella lettura di una lettera amorosa, a levarsi se non un cruccio un pruno di spino,  le più ardite a denudarsi magari per evitare l’incedere di uno scorpione, simbolo palese di  sensualità insidiosa. Oppure esse possono recare  un bambino al seno, reggere una lettera e uno stilo per scriverla, un fiore di loto, o altrimenti , secondo raffigurazioni originali, un beauty case, o foglie di betel arrotolate. La parte ovest retrostante ci offrirà invece  immagini originali di apsaras suonatrici,  intente al suono di una vina, o di cimbali, mentre è di repertorio quella ben  estatica di una flautista.
Le prime apsaras ad arriderci , oltre Indra ed Agni,  appaiono abbellire gli occhi -di kajal o con un collirio-, o,  come si è premesso, alla cura della capigliatura osservandosi in uno specchio, le due ulteriori  l’una sovrastante è la mirabile danzatrice slanciata con l’arto destro e la mano sinistra, mentre quella inferiore è l’apsara che si leva il pruno dal piede.
Un tramando jain la identifica in Nilanjana, la danzatrice che nel diciassettesimo capitolo del Mahapuran, di Bhagwath Jinasena Acharya, con la sua scomparsa dalla scena  repentina ed insostituibuile nell incanto della perfezione della sua danza , condusse alla rinuncia e all iniziazione ( Diksha)  della salvezza ( o Moksha) il Tirthankara Adinath.
Nelle nicchie del Bhadra campeggiano due immagini di , entrambe in lalitasana,.  di cui  la preservazione di  vari attributi e del veicolo animale ha condotto  a un’identificazione presunta solo di quella  inferiore,  che secondo Krishna Deva potrebbe effigiare Chamunda quale divinità protettrice del  ventunesimo Tirthankara  Neminath. Il coccodrillo è la sua cavalcatura, mentre i suoi attributi sono il gesto benedicente o varada, la sakti, e una spada nelle mani destre restanti, uno scudo  nella sola mano sinistra scampata alla mutilazione.
Il mudra abhaya, un gada, un vajra nelle sue mani destre  non lesionate, un loto, un’ascia parasu e un trisula in quelle sinistre rimaste illese, il  veicolo leonino integro, non sono invece bastati a consentire finora un’identificazione della Yakshi superiore.
Nell’adhishthana  fa la sua comparizione in una nicchia un Bhairava comunque in lalitasana, e ben panciuto, che usando un bue come cavalcatura, intende recare spavento nei capelli arricciati, e gli occhi strabuzzati,  con un  katvanga il cui  teschio è sovrastato da un uccello ed un serpente, cui fa seguito un frutto quale attributo ulteriore.  
Delle apsaras frontali seguenti la prima in basso è quella che ha riposto una lettera  e  che tiene tra i seni una  mano ad auscultare le palpitazioni del cuore,  affiancata dalla ulteriore danzatrice  che ha una mano intorno al capo mentre l’altra è appoggiata alla coscia. Le due apsaras superiori sono invece le due ninfe che recano la prima un fiore di loto, la seconda tre foglie di betel arrotolate.
Alla svolta della Karna-ratha in direzione sud ovest ed ovest, la più sfavorevole, ci attendono immancabili Yama dio della morte e Nurriti con i propri astasvasus, Contraddistingue Yama un sembiante terribile, panciuto e barbuto e baffuto e con occhi  sporgenti, ma  insieme con il gesto della varada  mudra  il dio non ha preservato che l’attributo di una campana, insieme con il bufalo come cavalcatura. E’ andata meglio nel tempo a Nurriti, che insieme con il cane come suo veicolo non insusuale, *, ha salvaguardato spada, musala*, ed uno stelo di loto spiraliforme, mentre il suo astavasus al pari di quello precedente non reca più che il vaso dell’acqua lustrale.
E’ avvenuto così la svolta alla parete occidentale,  con lo stesso layout statuario della precedente e di quella settentrionale,  in cui la caratterizzano le apsaras musicanti. Le precede, appena dopo Nurriti, sul lato interno, la ninfa con bambino, un gruppo di cui  del fantolino possiamo ammirare il tenero modellato del solo corpo, in un destino che condivide con la madre-
E’ volta  invece verso il  contiguo bhadra l’apsara che tiene nella mano sinistra  premuta contro il ventre uno dei suoi due cimbali, mentre l’altro è nella mano destra sollevata sul capo.
All’atezza del bhadra ci di indubitalmente identificabile c’e solo Ambika nella nicchia dell’adhishtana,. Su di un leone, in lalitasana, con un libro ed uno stelo di loto spiraligforme, la rendono inconfondibile il bambino che reca in braccio e un cespo di mango.
Né il leone che cavalca in  lalitasana, né il libro e lo stelo di loto spiraliforme che reca consentono di identificare la Yakshi  della nicchia inferiore, né tanto meno la pettinatura dhamilla, troppo in voga tra le divinità femminili celestiali dell epoca. Maggior fortuna interpretativa ha arriso invece alla yakshi superiore, che Krishna Deva, in conformità con la tradizione Digambara ritenne potesse identificarsi nella Yakshi Kali del settimo Tirthankara Suparsvanata, per il  suo veicolo animale,. un toro,  e gli attributi che reca in quattro residue  delle otto mani originarie, sakti, vajra, specchio in quelle di destra, pasa e chissà se un pungolo in quelle di sinistra.

Nelle successive proiezioni intermedie sono attestate le due ulteriori apsaras musicanti, l’una  assorta nell’emissione dei suoni di una vina accanto alla presumibile Yakshini Kali, l’altra  nella modulazione delle note di un  flauto accanto al successivo dikpala, Varuna,
E’ esso monco di tutte le braccia, con il veicolo intatto del coccodrillo secondo prammatica, mentre un destino migliore è stato riservato al suo astavasus, che oltre al mudra varada può ancora ostentare parasu-ascia, uni stelo di loto spiraliforme, e il vaso dell’acqua rituale.
E si è cosi giunti alla parete nord, che sull’altra facies della Karna.ratha non può che riservarci in  direzione nord-ovest il dikpala Vayus, con il suo gesto benedicente e il veicolo del cervo, nient’altro più in dotazione.
Tra le apsaras  figurano quella che non può che denudarsi del tutto per  liberarsi del pungolo-passione di uno scorpione , la seconda in basso, prima del bhadra,  cui  corrisponde oltre la sua nicchia quella che reca un beautycase.
Nella nicchia dell?adhishtana fa alfine la sua tardiva comparsa la Yakshi dello stesso Adinath , Chakreshvari,  alias Vaishnavi in contesto vishnuita,  in sella allo stesso veicolo, Garuda, uomo-aquilino, in abhaya mudra e con i più classici attributi vishnuiti, gada, chakra, sankha,   compensando  il suo ritardo  con il raddoppio alla grande della sua  presenza defferita,  nella prima nicchia del bhadra, in cui è ribadita seduta in lalitasana su garuda, ma senza che alcun attributo possa altrimenti più identificarla. Nella nicchia superiore sarebbe invece allocata la Yakshi anantamati del quattordicesimo  tirthankara Ananthanatha, sempre secondo Krishna Deva,  in virtù esclusivamente del suo veicolo identificativo,  un’ oca, poiché il solo attributo che le è rimasto integro è uno scudo, supportato da un resto di freccia.
Oltre le ultime apsaras gli ultimi due dikpalas, davvero ultimi ma non ultimi, visto che presidiano le direzioni più favorevoli del tempio, Kubera  quello settentrionale, Isana quello di nord-est.
L’uno, a dispetto della ricchezza che può dispensare, è senza veicolo e con spezzate finanche le braccia,  l’altro, in tribhanga e varada mudra, attestando la propria natura shivaita almeno nell’attributo superstite del trisul.  Eì  andata meglio al suo astavasus, che insieme con il veicolo animale gli attributi li ha conservati tutti e quattro varada, duplice stelo di loto spiraliforme,  vaso rituale dell’acqua.


Si è cosi giunti al versante settentrionale dell’antarala, che conserva ambo le Yakshi delle sue due nicchie. Quella inferiore, di otto braccia in lalitasana e abhayamudra,  è in virtù del pavone che ne è il veicolo che secondo Krishna Deva  può forse corrispondere a Mahamanasi, la yalshi del sedicesimo tirthankara, Santinath, mentre non è dato supporre chi possa mai essere la yakshi superiore, in padmasana su un fiore di loto, mutilata di tutte e quattro le braccia e senza più tracce del suo veicolo animale.
E’  invece la sussistenza delle cavalcature delle divinità che in tutte e tre le nicchie che oltre il balconcino in  miniatura con astanti,  ricorrono sul fianco dell’antefissa riservano tutte le loro Yakshi, ha consentito a Krishna Deva di lumeggiare che quella inferiore possa essere Gauri, quale yakshi dell undicesimo tirtankara, Sryansanatha,  essendo il suo animale il cervo,  che sia Purushadatta, Yakshi del quinto Tirthankara, Sumatinatha, quella mediana in lalitasana, dalle ottuplici braccia, cavalcando ella un elefante, in assenza di qualsiasi altro  dato riconoscitivo , essendo tutte le sue braccia spezzate, mentre resta da  ritenere che sia solo il numero dimidiato di braccia, quattro invece di otto, o il duplice loto che reca al contempo quali unici attributi superstiti,  che hanno consentito a krishna deva di disambiguare forse in Manasi, la Yakshi del quindicesimo Tirthankara, Dharmanatha,  la divinità in tribhanga e varada mudra  della nicchia superiore, in quanto come Gauri si serve di un  cervo quale  suo veicolo effigiato.



Del corredo statuario esterno al tempio restano da  visualizzare al termine della pradakshina solo le sette immagini delle nicchie che sostengono l’antefissa frontale.
Eccettuata Ambika , quarta in ordine provenendo da nord, sono rimaste anonime tutte quante anche per  Krishna  Deva, la prima perché il  sembiante del suo animale è indefinibile se sia un pavone o un’oca, e i suoi attributi o la postura non la differenziano ad esempio dalla presunta Manasi, se non per un vaso dell’acqua che in più non le è andato perduto, la seconda perché  è senza cavalcatura e  marca uno scarto dalla precedente solo per il mudra, l abhaya, e l ultimo degli attributi, un kati in luogo del vaso di acqua lustrale, la terza in quanto , anch’essa senza veicolo,  non differisce dalla precedente che in quanto in luogo del mudra dell’abhaya reca un nilotpala, la seta e la quinta, saltando ora Ambika, perché sono simili tra loro e con la terza negli attributi che recano, invertendo solo l ordine di successione, il nilotpala per ultimo in luogo del kati che ne è il primo, rispetto alla terza icona, la settima perché  solo  il veicolo animale elefantino potrebbe immedesimarla con Purushadatta, Yakshi del Tirthankara Sumatinatha,  alla stregua della seconda Yakshi  del versante settentrionale dell’antefissa, ma per il resto è  pressoché totalmente mutilata.
Ambika, in tribhanga,  è invece ampiamente contraddistinta, recando un cespo di mango, due fiori di loto nelle due mani successive, un pralamba*, e un bambino che ne tiene un dito della mano sinistra inferiore, mentre nella propria mano sinistra tiene un ulteriore frutto di mango.

La conclusione della pradakshina ci dà così accesso all’interno del tempio,  in cui possiamo risalire direttamente alla porta d’accesso al garbagriha.

Sette ne sono le bande laterali o sakas, la prima una patra-lata di volute rampicanti, con un  fregio di fiori  mandara, la seconda e la quarta istoriate di ganas misuri o danzanti, la terza una stambha-saka a guisa di pilastro, in cui in luogo dei tradizionali mithuna si susseguono Yakshi,- fra le quali della seconda sul lato sinistra  si porge all’attenzione il veicolo, un pappagallino rimasto intatto,  la quinta decorata con  srivatsa alternati a rosette, la sesta  di volute nerbute in fuoriuscita  dala bocca di un vyala sottostante,  la settima di nuovo di rosette.
Sullo stambha sakha trova il suo appoggio l’architrave, in cui, all interno di 5 nicchie sormontate da udgamas,  si ripresentano al fedele,  con altre due divinità intermedie,  Chakreshvari al centro, ad Adinath, suo Tirthankara, se non ad ella, essendo il tempio dedicato, Ambika alla sua destra, Padmavati sulla sua sinistra.
Poco resta da dire a tutt’oggi delle raffigurazioni ai lati degli stipiti di Ganga e Yamuna con i loro veicoli animali, il coccodrillo e la tartaruga, rispettivamente,  delle loro attendenti e degli dvaparalas, talmente sono stati distrutti.
Lo sfregio non ebbe a imperversare invece sulla soglia, l’udumbara,  in cui l’aggettanza centrale** di volute di loto è fiancheggiata da attendenti femminili cui si susseguono divinità acquatiche,con una giara su kariumakara. Sotto gli stamba-sakas due nicchie albergano due divinità femminili in padmasana, sotto il seggio di una delle quali  è ravvisabile una tartaruga. Altre due nicchie ulteriori, sotto la settima saka d’ambo gli stipiti, albergano due immagini di Kubera, in abhaya mudra con parasu-ascia,  stelo di loro spiraliforme, non che tre giare contenenti dei tesoretti o nidhi sotto il suo seggio..

Di  alto pregio sono i pilastri ai lati della porta del santuario, -il cui basamento , su di un’upapitha ornamentata di motivi di  rosette e petali di loto,  replica le modanature della vedibhanda, - khura , kumbha ornamentata di udgamas, kalasa, kapota. Essi sono arcaici nelle loro profilature badraka con sovrascolpiti alla base dvarapalas,  poi nelle volute ondulate fluenti dalla bocca di kirtimukkas, prima di un inserto di rombi diamantini, e di gatha-pallavas o vasi dell’abbondanza. Una banda di rosette ed una sezione attica o uchchalaka  con il solo profilo di vasi ulteriori dell’abbondanza concludono i rilievi dei pilastri,  su cui poggiano capitelli bharani in cui i pendentidi gagarakas precedono le scanellature di amalaka e padma lotiforme.
Ancora mensole di bhuta-atlanti , con naga adoranti interposti, prima della grande trabeazione finale, in cui , sotto un pattika di rombi e rosette e un grasa-pattika di kirtimukka, decorre il  fregio degli auspici avuti in sogno dalla madre dell’ultimo dei Tirthankara , Mahavira, prima del suo concepimento, sedici, come vuole la tradizione Digambara, in cui si iscrivono i templi di khajuraho: 1) l’elefante di Indra  Airavata, 2) un toro,3)  un leone rampante, 4) Sri devi o Laxmi, 5) una ghirlanda che racchiude un kirtimukka, 6)  una luna piena con una lepre visibile nel mezzo, 7) un sole nascente che rappresenta Surya al  centro, 8) un paio di pesci, 9) un paio di giare d’oro, 10 un lago di fiori di loto,  11)  un mare agitato,  12) un leone troneggiante ( o trono leonino?), 13)  un vimana, 14) una coppia di Naga in un padiglione( il Nagendra-bhavan) , 15) cumuli di gioielli, e 16)  Agni assiso con le fiamme fuoriuscenti dalle sue spalle. ( *** correggere la lacuna in Krishna  Deva) ( ****Approfondire la lettura simbolica)
Nel santuario, di rilievo il  fiore di loto con quattro schiuse di petali che ornamenta il soffitto, in una cornice riquadra ai cui angoli stanno kirtimukkas.
Moderna è  l immagine di Adinath che si offre alla devozione terminale dei fedeli.













venerdì 11 dicembre 2015

Mohammad e la sua vita di grazia e miseria

Mohammad e la sua vita di grazia e miseria
Mohammad e la sua vita di grazia e miseria
Quando questa sera mi è ricomparso accanto nel Corner Lassi, Mohammad è tornato a splendermi di un volto radioso nei suoi occhi gioiosi, e la sua voce poteva di nuovo modularsi scherzosa, seduto allo stesso tavolo dove ieri nulla che gli dicessi, che gli manifestassi, riusciva ad allentare la fissità nel dolore del suo volto e del suo sguardo, al ritrovarsi a stomaco vuoto, al terzo giorno di inattività del padre come venditore di tè, dopo che in un' intera giornata di lavoro non aveva racimolato che 35 rupie, neanche il guadagno di mezzo euro.
A sua madre in giornata erano rimasti i soldi solo per comperare la farina con cui aveva impastato sei, sette chappati, di cui dei vicini avevano fornito il companatico di alcuni pomodori che aveva insaporito con del sale e della menta. E Mohammad si era schernito di non volerne mangiare, per lasciare il cibo alla sorella e agli altri suoi familiari.
Suo padre aveva farneticato la notte avanti, disperato di averli trascinati in una simile situazione lasciando Kanpur per Khajuraho, dove la casipola che aveva acquistato, ora che era precipitato in miseria non era più in grado di venderla ad un prezzo che gli consentisse di trasferirsi altrove. Ed intanto Mohammad sentiva al contempo di voler restare con me, per dividere insieme il proprio dolore ed avere di che saziarsi, e di dovere tornare accanto a suo padre.
Il ragazzo le settimane avanti mi si era detto fiero di lui, per come prima con l’esercizio di un tuk tuk, aprendo poi un banco di vendita di lassi, un altro di tinteggiatura di abiti, ora quello della vendita di tè , si era arrabattato in tutti i modi per fronteggiare le calamità in cui era incorso in Khajuraho, - per giunta i ladri due volte gli avevano svuotato degli averi in denaro e gioielli l’abitazione, e Mohammad durante la mia ultima permanenza in Italia non aveva avuto modo di lasciare la bicicletta sull’ uscio di casa, stremato dal sonno per un suo stato influenzale, che anche questa gli era stata rubata.
Ancora l’ altro giorno Mohammmad mi aveva esaltato più che ogni altra volta il valore di suo padre, quando durante i giorni dei massacri indoislamici dopo la distruzione della Babur Masjid di Ayodya - la cui edificazione avrebbe profanato il luogo natale del dio Rama ed avrebbe richiesto a sua volta, e a suo tempo, che fosse abbattuto il tempio hindu della natività del dio,- per difendere la sua vita e quella della nonna materna di Mohammad, l uomo che abitualmente è di una mitezza e gentilezza unica, aveva ucciso due rivoltosi hindu che stavano per assassinare entrambi..
“ E’ stato presso**** Già alla stazione di Kanpur cui era arrivato dal villaggio insieme alla nonna,il papà aveva trovato confusione e violenza, gente che sparava ed uccideva, altra che cadeva morta o che già lo era (o che già era era cadavere) lungo le piattaforme dei binari. Aveva allora raccolto una pistola che era finita abbandonata per terra e se l’era messa in tasca. Nessun rickshaw -wallah voleva portarli dove intendevano andare, i conducenti avevano paura anche solo a muoversi Quando quei due uomini li hanno fermati, il papà e la nonna, e hanno chiesto loro in nome, come hanno così saputo che erano islamici hanno puntato la pistola alla tempia di entrambi…. Mio padre a poco a poco, perché non se ne accorgessero, ha allora levato di tasca la pistola che aveva raccolto in stazione… Ma è stato per difendere la propria vita e quella della nonna che l’ha fatto… Da tutto l Uttar Pradesh in quei giorni era accorsa polizia, non si poteva uscire di casa o accendere di notte la luce nelle case”.
“ Mohammad, sono tornato oggi a dirgli nel ritrovarlo rinfrancato, la tua vita è un romanzo di cui sei il protagonista senza poter decidere la trama, con alti e bassi, up, down, up, down, senza fine, che richiede tante lacrime che dovrai seguitare a versare nei suoi bei capitoli”
Già lunedi, come ho visto che per il secondo giorno consecutivo il padre non aveva ripristinato lo spaccio di bevande calde, ho inteso che quando ci fossimo rincontrati non avrei ritrovato Mohammad giocoso e scherzevole come il giorno prima, durante il nostro viaggio pomeridiano in bicicletta sino a Chickenpurah, per accertare lo stato delle strade che vi recano, sulla via di Byathal, il villaggio natale di Kailash., e non solo perché in mattinata aveva accusato uno stato febbrile.
Gli ho allora ripetuto che doveva preoccuparsi solo di studiare e di fare esperienza della vita e del mondo, stando in salute, che questo era ora il suo compito, con il mio aiuto e secondo quanto voleva papà. Ma già al mio rientro in casa, come mi si è concretata mentalmente la situazione del padre e familiare, ho sentito tutta l’ inconsistenza che avevano per Mohammad le mie parole, al cospetto di un genitore il cui lavoro non offre prospettive di guadagno che irrisorie, né altre gli si prospettano restando in Khajuraho, da cui non ha modo di andarsene con la famiglia al seguito, contrastato da ogni sorta di gelosia esclusiva, ( ai lati del suo piccolo banco due avviate locande offrono il suo stesso tè, senza riservargli almeno quella esclusiva, i bramini della casa retrostante lamentano che le sue due panche e quel banco d’appoggio di un fornello siano un covo di perdizione). E come al telefono Mohamad mi ha avvertito che sarebbe venuto in ufficio per la lezione insieme ad Abbas in motocicletta, il ricco suo amico di casta sayyed che di lui si serve soltanto, come di me fa ugualmente, ho trattenuto a stento il mio rigetto di tutto, per essere di nuovo in ufficio con entrambi ed Ajay, e rinnovare le mie celie linguistiche.
Se si poteva seguitare a leggere Il piccolo Principe? Oooeuh, certamente, interagivo interiettivamente, così come avrei detto detto “Aàao”, nella parlata bundela locale , “A’aaa “in Kanpur, adduceva Mohammad… “Strane , certe somiglianze sonore, io qui sono un babbà con tre b, come in Italia sarei un nonno con tre n, - stavamo studiando i nomi delle parentele-, la tatti, qui con tre t, in Italiano è la cacca con tre “c”! Fantastico l' indoeuropeo….”
Così Mohammad mi sembrava si stesse comunque risollevando, dopo che la settimana scorsa la ricaduta antecedente della sua vitalità straripante era avvenuta per l incidente che lungo la strada dissestata verso il villaggio islamico di Manjiurnagar l’aveva coinvolto al rientro a sera tarda da una mia lezione precedente.
L’auto l’aveva investito di fianco, seguitando la sua corsa, ma il peggio era capitato al suo cellulare.
“ It s defected, now”., mi aveva anticipato ricorrendo a quello di un suo amico, mentre rientravo dai templi jain per incontrarlo al Madras cafe.
In realtà Mohammad mi estraeva da una tasca prima la sim card, poi la batteria, per mostrarmi ciò che unicamente ne era rimasto intatto, poi dall’altra un involtino, in cui erano i resti sfasciati del suo cellulare.
Gli era caduto di tasca e l’auto vi era passata sopra…
“ L’avevo acquistato 6-7 anni fa di seconda mano, vedi come lo tenevo bene, la sua memoria conteneva 2763 messaggi, 852 erano vocali, più di 80 le fotografie, in gran parte della mia girl friend …”
Che importava più, che restituendogli ella il sonno e l’appetito, pochi giorni prima , benché solo quindicenne, avesse avuto la forza di rifiutare il pretendente che con la famiglia era venuto da Banda insieme con il padre della ragazza che ne era rientrato, da un viaggio complessivo di affari, per iniziare a combinarne il matrimonio ?
"Allah gave me a very bad life".
“ Mohammad,. gli sorridevo- in Italia si direbbe che per te “ piove sul bagnato”, “ it rains where is ghila “
Solo due settimane prima mi ero dato da fare perché potesse ripararlo, poiché dallo schermo era sparito ogni dato.
Un Mohammad sconsolato ed incantevole più che mai, mi mostrava allora i suoi sandali infradito
“ Vedi, sono ancora quelli che mi comprasti a luglio, quando gli altri si ruppero al ritorno in bicicletta da Byathal. Per poterli portare ancora uso la colla e il fil di ferro"
.Che mi sarebbe costato comperargliene di nuovi, se non che così avrei seguitato a privilegiarlo nelle mie cure rispetto ai figli di Kailash, con una predilezione manifesta che fa lampeggiare nella mente di Kailash una gelosia possessiva che ha i tratti della follia .....................................
“ Mohammad, ma tu sei bello come lo è la tua vita. Hai presente il circo, quelli che vi si esibiscono in giochi difficili e pericolosi? Tu sei un angelo che ogni giorno deve sopravvivere così. Da anni è questa la tua vita , la vita della tua famiglia, ma vi ritrovate ancora qui, e niente è andato perduto. Tu fossi un giorno ricco, guarderesti allora a questi tuoi giorni come ad una gran vita fantastica”.
( da rivedere e correggere)


Quando questa sera mi è ricomparso accanto nel Corner Lassi, Mohammad è tornato a splendermi di un volto radioso nei suoi occhi gioiosi, e la sua voce poteva di nuovo modularsi scherzosa, seduto allo stesso tavolo dove ieri nulla che gli dicessi, che gli manifestassi, riusciva ad allentare la fissità nel dolore del suo volto e del suo sguardo, al ritrovarsi a stomaco vuoto, al terzo giorno di inattività del padre come venditore di tè, dopo che in un' intera giornata di lavoro non aveva racimolato che 35 rupie, neanche il guadagno di mezzo euro.
A sua madre in giornata erano rimasti i soldi solo per comperare la farina con cui aveva impastato sei, sette chappati, di cui dei vicini avevano fornito il companatico di alcuni pomodori che aveva insaporito con del sale e della menta. E Mohammad si era schernito di non volerne mangiare, per lasciare il cibo alla sorella e agli altri suoi familiari.
Suo padre aveva farneticato la notte avanti, disperato di averli trascinati in una simile situazione lasciando Kanpur per Khajuraho, dove la casipola che aveva acquistato, ora che era precipitato in miseria non era più in grado di venderla ad un prezzo che gli consentisse di trasferirsi altrove. Ed intanto Mohammad sentiva al contempo di voler restare con me, per dividere insieme il proprio dolore ed avere di che saziarsi, e di dovere tornare  accanto a suo padre.
Il ragazzo le settimane avanti mi si era detto fiero del padre, per come prima con l’esercizio di un tuk tuk, aprendo poi un banco di vendita di lassi, un altro di tinteggiatura di abiti, ora quello della vendita di tè , si era arrabattato in tutti i modi per fronteggiare le calamità in cui era incorso in Khajuraho, - per giunta i ladri due volte gli avevano svuotato degli averi in denaro e gioielli l’abitazione, e Mohammad durante la mia ultima permanenza in Italia non aveva avuto modo di lasciare la bicicletta sull’ uscio di casa, stremato dal sonno per un suo stato influenzale, che anche questa gli era stata rubata.
Ancora l’ altro giorno Mohammmad mi aveva esaltato più che ogni altra volta il valore di suo padre, quando durante i giorni dei massacri indoislamici dopo la distruzione della Babur Masjid di Ayodya - la cui edificazione avrebbe profanato il luogo natale del dio Rama ed avrebbe richiesto a sua volta, e a suo tempo, che fosse abbattuto il tempio hindu della natività del dio,- per difendere la sua vita e quella della nonna materna di Mohammad, l uomo che abitualmente è di una mitezza e gentilezza unica, aveva ucciso due rivoltosi hindu che stavano per assassinare entrambi..
“ E’ stato presso**** Già alla stazione di Kanpur cui era arrivato dal villaggio insieme alla nonna,il papà aveva trovato confusione e violenza, gente che sparava ed uccideva, altra che cadeva morta o che era cadavere lungo le piattaforme dei binari. Aveva allora raccolto una pistola che era finita abbandonata per terra e se l’era messa in tasca. Nessun rickshaw -wallah voleva portarli dove intendevano andare, i conducenti avevano paura anche solo a muoversi Quando quei due uomini li hanno fermati, il papà e la nonna, e hanno chiesto loro in nome, come hanno così saputo che erano islamici hanno puntato la pistola alla tempia di entrambi…. Mio padre a poco a poco, perché non se ne accorgessero, ha allora levato di tasca la pistola che aveva raccolto in stazione… Ma è stato per difendere la propria vita e quella della nonna che l’ha fatto… Da tutto l Uttar Pradesh in quei giorni era accorsa polizia, non si poteva uscire di casa o accendere di notte la luce nelle case”.
“ Mohammad, sono tornato oggi a dirgli nel ritrovarlo rinfrancato, la tua vita è un romanzo di cui sei il protagonista senza poter decidere la trama, con alti e bassi, up, down, up, down, senza fine, che richiede tante lacrime che dovrai seguitare a versare nei suoi bei capitoli”
Già lunedi, come ho visto che per il secondo giorno consecutivo il padre non aveva ripristinato lo spaccio di bevande calde, ho inteso che quando ci fossimo rincontrati non avrei ritrovato Mohammad giocoso e scherzevole come il giorno prima, durante il nostro viaggio pomeridiano in bicicletta sino a Chickenpurah, per accertare lo stato delle strade che vi recano, sulla via di Byathal, il villaggio natale di Kailash., e non solo perché in mattinata aveva accusato uno stato febbrile.
Gli ho allora ripetuto che doveva curarsi solo di studiare e di fare esperienza della vita e del mondo, che questo era ora il suo compito, con il mio aiuto e secondo quanto voleva papà. Ma già al mio rientro in casa, come mi si è concretata mentalmente la situazione del padre e familiare, ho sentito tutta l’ inconsistenza che avevano per Mohammad le mie parole, al cospetto di un genitore il cui lavoro non offre prospettive di guadagno che irrisorie, né altre gli si prospettano restando in Khajuraho, da cui non ha modo di andarsene con la famiglia al seguito, contrastato da ogni sorta di gelosia esclusiva, ( ai lati del suo banco due avviate locande offrono il suo stesso tè, senza riservargli almeno quella esclusiva, i bramini della casa retrostante lamentano che le sue due panche e quel banco d’appoggio di un fornello siano un covo di perdizione). E come al telefono Mohamad mi ha avvertito che sarebbe venuto in ufficio per la lezione insieme ad Abbas in motocicletta, il ricco suo amico di casta sayyed che di lui si serve soltanto, come di me fa ugualmente, ho trattenuto a stento il mio rigetto di tutto, per essere di nuovo in ufficio con entrambi ed Ajay, e rinnovare le mie celie linguistiche.
Se si poteva seguitare a leggere Il piccolo Principe? Oooeuh, certamente, interagivo interiettivamente, così come avrei detto detto “Aàao”, nella parlata bundela locale , “A’aaa “in Kanpur, adduceva Mohammad… “Strane , certe somiglianze sonore, io qui sono un babbà con tre b, come in Italia sarei un nonno con tre n,- stavamo studiando i nomi delle parentele-, la tatti, qui con tre t, in Italiano è la cacca con tre “c”! Fantastico l' indoeuropeo….”
Così Mohammad mi sembrava si stesse comunque risollevando, dopo che la settimana scorsa la ricaduta antecedente della sua vitalità straripante era avvenuta per l incidente che lungo la strada dissestata verso il villaggio islamico di Manjiurnagar l’aveva coinvolto al rientro a sera tarda da una mia lezione precedente.
L’auto l’aveva investito di fianco, seguitando la sua corsa, ma il peggio era capitato al suo cellulare.
“ It s defected, now”., mi aveva anticipato ricorrendo a quello di un suo amico, mentre rientravo dai templi jain per incontrarlo al Madras cafe.
In realtà Mohammad mi estraeva da una tasca prima la sim card, poi la batteria, per mostrarmi ciò che unicamente ne era rimasto intatto, poi dall’altra un involtino, in cui erano i resti sfasciati del suo cellulare.
Gli era caduto di tasca e l’auto vi era passata sopra…
“ L’avevo acquistato 6-7 anni fa di seconda mano, vedi come lo tenevo bene, la sua memoria conteneva 2763 messaggi, 852 erano vocali, più di 80 le fotografie, in gran parte della mia girl friend …”
Che importava più, che restituendogli ella il sonno e l’appetito, pochi giorni prima , benché solo quindicenne, avesse avuto la forza di rifiutare il pretendente che con la famiglia era venuto da Banda insieme con il padre della ragazza che ne era rientrato, da un viaggio complessivo di affari, per iniziare a combinarne il matrimonio ?
"Allah gave me a very bad life".
“ Mohammad,. gli sorridevo- in Italia si direbbe che per te “ piove sul bagnato”, “ it rains where is ghila “
Solo due settimane prima mi ero dato da fare perché potesse ripararlo, poiché dallo schermo era sparito ogni dato.
Un Mohammad sconsolato ed incantevole più che mai, mi mostrava allora i suoi sandali infradito
“ Vedi, sono ancora quelli che mi comprasti a luglio, quando gli altri si ruppero al ritorno in bicicletta da Byathal. Per poterli portare ancora uso la colla e il fil di ferro"
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“ Mohammad, ma tu sei bello come lo è la tua vita. Hai presente il circo, quelli che vi si esibiscono in giochi difficili e pericolosi? Tu sei un angelo che ogni giorno deve sopravvivere così. Da anni è questa la tua vita , la vita della tua famiglia, ma vi ritrovate ancora qui, e niente è andato perduto. Tu fossi un giorno ricco, guarderesti allora a questi tuoi giorni come ad una gran vita fantastica”.
( da rivedere e correggere)

giovedì 10 dicembre 2015

la mia felicità indiana

La mia felicità indiana
La mia felicità indiana ora è lasciare, uscendo di casa, Chandu consenziente, in incantevoli sguardi, a che spegnendo il computer concluda la sua ulteriore visione di pulcini nebulizzati di Chichen invaders o di acrobazie impossibili di Alex Gordon, il nostro omino bambino attenendosi così all impegno assuntosi, con papà Kallu, che se oggi non è andato a scuola per riposare ancora un poco e fare gli ultimi compiti, domani non farà i capricci per esservi in tuk tuk di primo mattino, e allontanarmi di casa con un filo di speranza ulteriore, dopo che sono stato contattato da Delhi perché mi ci rechi per vedere che cosa è possibile fare insieme nel mondo turistico, come lo è che Mohammad al telefono mi abbia detto frattanto che sta ora bene, e che non profitterà più del passaggio in moto che gli offre Abbas, e con cui deve anticipare il rientro, per ridurre la lezione d’italiano al pretesto distratto di un nostro incontro, e poi nel sole che di dicembre splende anche sulle miserie nefaste di Khajuraho, è ritrovare che con il taglio di un ulteriore tronco potato i lavori di asfaltatura delle sue strade procedono verso una fine che nessuna corruzione o gelosia di interessi ulteriore potrà più impedire, come già domenica , dopo la ripianatura dei cumuli e strati di ghiaia che venerdì l’altro avevano reso il percorso un sentiero disastrato, ho scoperto con sollievo che ora è agevolmente percorribile la strada sino a Kundarpurah, - la futura Chickenpurah, per chi ha occhi soprattutto per i suoi allevamenti di polli che ne sovrastano di numero le case, il che faciliterà i nostri contatti con il villaggio natio di Byathal, sovrintendere alle nostre bufale e ai terreni di Kailash che sono ora nelle mani del padre, ed è quindi la mia felicità indiana anche solo trovare per strada un venditore di guava e poterne comperare mezzo chilo al prezzo di sole trenta rupie, per irrobustire di frutta la salute mia e dei nostri bambini, e poi, nel corner Lassi, per non più di cinquanta rupie nutrirmi di uno squisito paratha ripieno di miele e banana, mentre al telefono sgorga tra me e Kailash un’ intesa profonda, su che fare o non fare, spendere e risparmiare, non che su quali vegetali- palak, cucumbers, green dahl, loki- siano propizi per le sue emorroidi, riso compreso, purchè sia quello non brillato che si ritrova nei villaggi, apprendendo che è per accertarne lo stato che l’amico deve essere di rientro a casa, e non può prolungare il suo stazionamento con il tuk tuk di fronte a uno degli hotel cinque stelle, in attesa che finalmente ne esca uno dei turisti che vi alberga, che non sia sotto la sorveglianza speciale di escort e guide ufficiali. Al fondo di tutto, la gioia profonda delle parole in cui con pietate e magnificenza, il riflesso della Benevolenza del tutto è ritrovato.
( testo in via di revisione e correzione)

Nell'imminenza di Diwali

Nell'imminenza di Diwali
Ed eccomi di nuovo nella mia stanza di Khajuraho ove mi ritrovo ancora desto nel fondo della notte, mentre oltre il cortiletto interno il sonno raccoglie in un’unica stanza Kailash e la moglie e i nostri ragazzi. Ajay come sempre accanto alla madre, su dei giacigli stesi sopra il pavimento, Kailash insieme a Poorti e a Chandu ai suoi lati, su uno dei due letti che altrimenti sono raccostati
Chandu è crollato di schianto nel sonno, dopo un’intera giornata di "games" con il tablet che gli ho regalato, di follia giocosa con il suo babbà ritrovato, Con Porti sono bastate poche delicate parole, un bacio sui capelli, come con Ajay un’occhiata sconsolata quando disteso nel letto l’ho visto intento a seguire alla televisione trucide scene di wrestling , . Mohammad , come ama fare, l ho ritrovato nella mia stanza senza che si fosse annunciato, appena vi ho fatto ritorno al mio rientro dal shiva net, in cui ero stato alle prese con tutte le complicanze di una richiesta di un permesso indiano di soggiorno. Sono tornato a baciarlo ad ogni mancato distacco sulle guance del suo bellissimo volto, nel fargli differire il ritorno dal farmacista che ne fascerà di nuovo il bubbone alla caviglia di un’infezione trascorsa, per dirgli di che cosa ho in mente di fare di meraviglioso con lui ed Ajay, la marcia mattutina alla scoperta degli alberi della giungla dell India centrale che compaiano lungo i percorsi che recano ai vicini villaggi. “ Sarà molto bello soprattutto per Ajay, che ama l’agricoltura, ma lo sarà anche per me. Al mondo bisogna conoscere ogni cosa”.
Kailash mi ha invece raggiunto di sorpresa nel call center, mentre al telefono tentavo invano di tranquillizzare l’angoscia apprensiva di mia madre, che mi aveva cercato sul cellulare di Kailash due ore prima, che mi avrebbe raggiunto nuovamente due ore fa, nel cuore della notte, dimentica che le avessi telefonato a lungo solo poco ore prima, di ogni mia vana rassicurazione.
L’amico poi avrebbe assistito ai miei tentativi inutili di effettuare l upload di tutti i documenti richiesti per il permesso di soggiorno., di cui altro era ogni volta il formato o la dimensione richiesta. rispetto a quelli delle fotografie o delle riproduzioni inoltrate.
Prima di lasciarci poc’anzi, mentre già Chandu era sprofondato nel sonno, e Vimala e Ajay e Poorti iniziavano a rannicchiarsi entro le loro coltri, ci siamo detti che cosa occorra comperare domani per Diwali.
“ Patakas! “ mortaretti e petardi aveva chiesto a gran voce Chandu, quando avevo iniziato a parlarne prima che si distendesse e si addormentasse all istante..
Andremo io ed Ajay con lui sul mela ground per comperare le innocue girandole su cui ha convenuto Kailash, con il quale per l indomani avevo già acquistato una statuina in metallo di Laxmi che mancava al sacrario domestico, e che è indispensabile per la puja di domani sera. Per ritrovarci tutti insieme nel celebrarla, Poorti dovrà rinviare a dopo Diwali il suo soggiorno nella località nativa di Byathal, che aveva appena richiesto al padre lacrimevolmente..
Come Laxmi possa felicitare del brillio di una fortuna economica la nostra soglia, al cui limitare ritinteggiato due lumini sono accesi per propiziarne il viatico, come in ogni altra casa dintorno, è davvero la tremula speranza di un sogno del cuore, ora che l’ammontare su cui possiamo contare si erode irreversibilmente,e che ci è dato solo di seguitare il nostro buon operare e ricercare, restando in attesa, mentre ci congediamo intanto da ogni giorno trascorso come da un buon giorno solo che ci sia costato il meno possibile. Nella gioia grande che stamane è subentrata alla ansia e all’assillo , al pensiero che è così perché mi sto donando e non sto trattenendo, confortando Kailash e i suoi cari della mia fedeltà-

domenica 18 ottobre 2015

scrivevo per la Gazzetta di Mantova il 24 agosto 2013

nfelicissimi i tempi di miseria dello spirito, più ancora che delle proprie tasche, in cui non resta da scegliere che tra un grande comunicatore e l’altro, detto altrimenti, per venire al sodo, tra un Berlusconi, un Grillo, od un Matteo Renzi, perchè solo al loro amo abbocca l’elettore liquido e smagato. Chi poi sia in effetti un grande comunicatore, lo rivela benissimo il filosofo drammaturgo cattolico Fabrice Hadjadj: “ E se comunichi in maniera da ottenere un risultato automatico ( la folla si precipita in delirio verso il tuo negozio), allora sei un grande comunicatore, perchè sei riuscito ad abbassare l’uomo a livello della bestia”.
Onore dunque al merito di quegli affabulatori scarsi, perché inceppati dalla loro nobiltà, che sono Romano Prodi e Pier Luigi Bersani, onore dunque al merito dei democratici come il nostro Dimitri Melli, quando nell’assoluto disincanto, e in ragione di ciò che con torsione del proprio orgoglio costa loro dolorosamente riconoscere, accettano l’obbrobrio minore per evitare le calamità più nefaste, ed investono come candidato alla premiership un Matteo Renzi, pur sapendo quale ne sia la profondità o lo spessore, perchè non può candidarsi alla segreteria di un partito democratico e rivelare anticipatamente la sua vera idea d’Italia. Ed allo stesso tempo, ripulsa e sgomento, per chi, come Fabrizio Sgarbossa, segretario di circolo del Pd di Castelbelforte, nella sua accoglienza tronfia e mortificante della dichiarazione di adesione alla leadership di Renzi del sindaco di Pegognaga, in cui si è profuso sulla Gazzetta di Mantova di Venerdì 23 agosto, rivela quale boria vuota, spietata e accecata, possa significare nel suo caso l’essere renziani.
Come per tutti gli avanguardisti, per costui solo quelli della prima ora sono credibili e degni di stima, e solo l’opportunismo può avere motivato gli altri sovraggiunti, se solo in un secondo tempo si sono arresi alle ragioni irresistibili del capo, folgorati sulla via di Firenze dal Gesù di Rignano d’Arno...E buon pro per loro, che comunque finalmente abbiano capito, che possano essere accomodati anch’essi nel comitato elettorale, perché per gli altri, regalando un bel sorriso...
Peccato che quando poi, per incrementare gli adepti, Sgarbossa cerca di dare voce al suo credo nel verbo di Renzi, di dirci a più riprese il perché di tanto suo entusiasmo in colui riposto, di comunicarci quale seduzione su di lui Renzi abbia esercitato fin dalla prima ora, egli faccia l’esaltazione dell’assenza di qualsiasi contenuto, non esprima che l’adesione alla sola formulazione di un format.
Un contenitore in cui “ad maiorem gloriam” dell’uomo solo al comando, possono rientrare tanto Briatore che i partigiani quanto il pensionamento del pregiudicato, sempre che sappiano “metterci la faccia”...
Rivelandoci, Sgarbossa, che come diceva il grande teologo Dietrich Bonhoeffer, dietro ad ogni rimettersi in tutto e per tutto a quello che ne sa un capo, più di noi, c’è la rinuncia alla propria autonomia di giudizio che caratterizza la natura spaventevole e sconfortante di ogni stupidità di massa, quale che sia il quoziente intellettivo dei singoli adepti.


venerdì 16 ottobre 2015

di delitti ed incidenti

Di un secondo omicidio e ancora giovani vittime
“Adesso ho paura anche a sposarmi”, mi diceva Mohammad sgomento, alla notizia del presumibile delitto che l’altro ieri è avvenuto in Khajuraho, dove il custode mussulmano della circuit house vi è stato ritrovato semiarso dal cherosene.
Tra lui e la moglie correvano rapporti orribili, e se non era stato lui ad avere voluto farla finita bruciandosi vivo, poteva essere stata lei ad avergli appiccato il fuoco, tanto più che si era sparsa la voce che se la intendesse con un altro uomo.
Il ragazzo mi ricapitolava il novero delle persone vittime di incidenti stradali e di crimini avvenuti nella “local aerea”in questo mese maledetto di ottobre, cinque per l’esattezza, due morte per omicidio o suicidio e tre per incidenti stradali, in cui erano rimaste ferite altre quattro persone, e nei cui scontri chi in motocicletta vi aveva perso la vita erano dei giovani ragazzi, Così oltre al timore di quel che poteva capitargli mettendosi alla guida di motocicli altrui,in Mohammad erano sopraggiunte le apprensioni di una sua sorte nuziale letale, per fugare le quali ne aveva celiato con la ragazza che lo corteggia.
“ Io non ti sposo, se poi tu mi uccidi” le aveva ripetuto, prima di confidarle che era tutto uno scherzo.
In realtà, visti i toni struggenti di devozione esclusiva che la giovinetta assume con lui, è casomai da temere che sia piuttosto lei a potersi uccidere, se lo scopre capace di un amore più grande di quello che nutre nei suoi riguardi.
Mohammad mi ha successivamente indicato la pagina locale del web che riportava la notizia, in cui avrei ritrovato l immagine del corpo del uomo carbonizzato dalla testa fino all'inguine.
In neanche un anno si tratterebbe del secondo omicidio in Khajuraho , dopo quello del bambino strangolato tra i campi da un ragazzo perché tacesse dei suoi intenti di abusarne sessualmente, e poi scaraventato in fondo a un pozzo nei suoi resti mortali. E gli incidenti stradali recenti causati da scontri tra autovetture e motociclette, fanno seguito a quelli pià terribili che hanno coinvolto autobus, causando la morte di sette passeggeri presso la stazione ferroviaria di Khajuiraho, di oltre cinquanta, che sono bruciati vivi, di cui era sovraccarico un autobus che stava raggiungendo Panna, dopo che l’automezzo è finito schiantato nel letto di un torrente, perché il conducente che già ne aveva perso il controllo non si era deciso a fermarne prima la corsa, seguitando ad obbedire alle minacce del capo che gli aveva intimato di arrivare comunque a destinazione. Solo nella via che reca alla mia abitazione, a seguito dell’uno e dell’altro incidente due erano state le case che avevano aperto le soglie alle onoranze funebri di chi vi abitava e vi aveva perso la vita.

domenica 11 ottobre 2015

Super-babbà

Super.babbà ( già riveduto e corretto)
"Sei come un dio per me”
“ Mohammad….”
“ Un super dio”
“ Mohammad…”
“ Un super-babbà”
“ Ora è meglio…”
Così assurgendomi a iper-sostituto del nonno, nel conforto che potesse parlarmi con tali accenti perchè di certo in me non avvertiva un orco, il ragazzo mi diceva tutta la sua gratitudine dalla sola stanza della sua povera dimora, dove lo confina da una settimana un’infezione intestinale virulenta. Non ha più vomito, le sue evacuazioni non sono più liquide, ma si sente debole e stanco, anche perché in famiglia fanno fatica a procurargli i pochi alimenti di cui può nutrirsi, yogurt, riso, banane, dhal di lenticchie.
L’altro ieri , quando sono ripresi i nostri contatti telefonici, ho malamente avuto di che dire contro suo padre , che si era limitato a consultare un farmacista, senza interpellare Kailash, per ricevere per il suo tramite il mio aiuto. Che mi scusasse, Mohammad, se avevo mancato di riguardo verso il povero suo padre, talmente ero preoccupato per il suo stato di salute.
Ma il meraviglioso ragazzo capiva il genitore, tutta la sua tristezza, nel faticare a reperire o nel non avere mai neanche il minimo per affrontare ora questa, ora quella necessità della sua famiglia,
E non ne voleva al coetaneo Ayay, se per due volte non aveva corrisposto al mio invito ad andarlo a trovare permanendo egli talmente debole, che a muoversi da solo correva il rischio di poter svenire.
“ Io penso positivo” mi ha detto nel trapelare di un sorriso, rifiutandosi di indagare i motivi della condotta di Ajay.
Ed aveva modo di sciogliersi nel ringraziarmi delle mie viste premurose, quando l’ ho sollecitato di fare bollire sempre l’acqua che si beve in casa, l’acqua che sua madre era uscita ad attingere, perché era forse dell’acqua infetta che aveva bevuto la vera causa della sua dissenteria, più che la carne di pollo della festa di nozze del cugino, da cui l’avevo ripreso che la settimana scorso avesse accondisceso a recarne un invitato da Chhatarpur fino a Khajiuraho, in motocicletta alle 4,30 del mattino,
“ Ma non è possibile sempre bollirla”
“ Perché Mohammad?”
“ Perchè molte volte non abbiamo gas per il fornello”
A questo non poteva provvedere Kailash, che confidasse nei vicini per riscaldare l'acqua da bere.se non poteva dispoore del fornello domestico.
Kailash, “ oncle Kailash”, di cui a inizio settimana Mohammad mi aveva confidato le ragioni, che purtroppo so che sussistono, per cui non può confidare senza trepidazione nel suo aiuto, in realtà aveva anche scherzato con lui, quando l’aveva invitato a raggiungerlo una prima volta dal dottor Khare, gli aveva pagato con i soldi che gli avevo inviato la visita e le medicine, avevo provveduto a fornirgli banane, e con il ragazzo era tornato stasera dal dottor Khare che lo ha trovato in via di guarigione.
Ora Mohammad doveva pensare al suo rientro a scuola, in cui Ajay non gli era stato di soccorso, nemmeno avvisando la scuola della sua malattia.
Ed intanto il caro ragazzo, nella cui voce sentivo raccogliersi al telefono la carnalità umorale, lo sollecitavo a leggere in casa i libri di cui vi poteva disporre.
Mi rassicurava che leggeva , e come se leggeva i libri di scuola.
Ed aveva ripreso, gli chiedevo in particolare, quello che presso lui era rimasto nella sua versione in hindi, insieme al volumetto di quella del Piccolo Principe, il Chota Raja Kumari, su Akbar e …più non ricordavo il nome dell’arguto suo interlocutore…no, non Balbil..
“ Quello è il padrone del tuo ufficio… Akbar e Bilbar…”
“ Si, giusto ..“
“ Certo che lo leggo… Apre la mente!”
E il Corano?
Non ne disponeva che una copia in inglese. Ma poteva leggerne le sure mediante il cellulare, così come stava leggendo in tal modo passi della Bibbia, del Ramayana, della Bagavad gita, i Veda, che lo aiutassi a ricordare quali, si, gli Yajurveda.
“ The “ holy books” i libri sacri insegnano le soluzioni di tanti problemi…”
Ma quanto all’ imminente Moharram, cui mi invitava in Kanpur, al mio rientro in India a novembre, non c’era verso di farlo ricredere che potesse allora farmi appurare quanto fetido fosse il sangue che gli invisi sciiti facevano colare dalle ferite dei colpi di cui si affliggevano per il martire Hossein.
Se così era, che così fosse, non era il caso ora di insistere nel ravvederlo, meglio vagheggiare che al mio rientro un nostro ritorno in Kanpur, con Ajay, si allietasse del nostro ritrovarci alla casa madre ristoratrice di un Baba Biryani, pregustandone i bocconcini di pollo nel riso speziato .
Parola di Super-babbà.

mercoledì 7 ottobre 2015

Zero Zero

Zero zero
“E con il tuk tuk today , Kailash?”
“Zero”( ziro alla pronuncia sua blesa)
“Zero kamai? Niente guadagno? No problem Kailash, no problem, my dear…Eh, zero zero , yesterday and today, like the atta”, come la farina bianca di cui in questi giorni ne ha comperato un quintale.
Né ha avuto modo di discorrere con dei turisti. Solo i soliti uomini del posto, chi si è ritrovato intorno dove staziona di fronte al museo.
Erano arrivati turisti stranieri, anche degli italiani con Mistral, ma tutti quanti regolarmente monopolizzati in gruppi su dei pullman. Non mi restava che snocciolargli di nuovo i miei intenti al rientro, tra l’altro di sperimentare con Ajay e Mohammad, insieme a qualche eventuale insegnante volenteroso, brevi camminate , assistite dal tuk tuk, fino ai più vicini piccoli villaggi circostanti, di Chitrai, Bamnora,. Beni Gangi, che fossero di esplorazione della flora e della fauna , della natura geologica e dei coltivi del paesaggio agreste. Ma con il mio conforto, la mia vicinanza e il mio sostegno ogni giorno da cosi lontano, sentivo che l’amico sarebbe rientrato in famiglia senza afflizione, tranquillizzato anche dal fatto che Chandu non accusi più la febbre di stanotte, per cui stamattina è rientrata da scuola su consiglio della maestra,.. Ed io potevo dirmi consolato dalla certezza di avere strappato un altro giorno senza acuirsi di amarezze e dispiaceri, alla sua disperazione di vivere da allora una nostra vita distrutta. Con una mente che non sia sconvolta dalle mie stesse patologie di cui l ho reso infetto.

martedì 6 ottobre 2015

in facebook settembre ottobre 2015


settembre 2015


A una ex allieva Valentina Bordasco

Quelli che sbarcano ricevono euro 2,50 al giorno tanto per iniziare a precisare. Poveri adulti malinvecchiati , piuttosto, che non si rendono conto di che coro di mostri siano diventati per le giovani menti...

Non è possibile un prima e un poi. i fenomeni migratori sono inarrestabili, si può solo contenerli e regolarli. e non sono un'invasione catastrofica, sempre che si sappia fronteggiare lucidamente il fenomeno e non si ceda alla paura che moltiplica l'entità dei profughi e vede solo gli esiti negativi L'africa può essere una risorsa e gli stranieri in Italia pure, visto che producono o contribuiscono a produrre l'8% del reddito nazionale. Occorre anche avere il senso del limite ed essere credibili e seri. I profughi sono per lo più di transito nel nostro paese, tant'è che la Germania deve far fronte a più richiedenti asilo che non noi. nel nostro territorio sono meno del 2%mille, mentre in Libano e Giordania sono quasi la metà della popolazione. Non facciamo come quei senatori romani che gridavano alla rovina del mondo di fronte all'avanzata del cristianesimo ed alle migrazioni barbariche che hanno formato l Europa dei popoli attuale, e che rispetto ai veri barbari poi impararono che quelli presunti possono essere la migliore risorsa. Siamo consapevoli e seri, all'altezza dei grandi tempi che viviamo e dei grandi compiti che ci pongono, coniugando cuore e ragione, mente aperta e avvedutezza assoluta.

L'Austria accoglie i profughi siriani.
La Francia (oltre a continuare a pattugliare il confine di Ventimiglia) pensa di partire a bombardare la Siria.
Il problema non era Assad, come non lo era Ghepardi.
Mi piace · Rispondi · 10 h · Modificato
Il problema è la RUSSIA che protegge Bashar Assad. in Libya l'errore è stato di non portare a termine l intervento militare.. Lo stesso vale per l Iraq, una volta intrapresa e "vinta"una guerra sbagliata-la seconda del golfo.

Sofia Orlandelli No, l'errore è stato ficcare il naso dove non si deve. Mi spiace dirlo ma tutti i paesi da te citati non sono pronti per la democrazia (che non si importa). La Russia questo l'ha capito, e perciò preferisce appoggiare Assad piuttosto che i "ribelli" che non saprebbero gestire un paese.


Odorico Bergamaschi 1)Il tuo ragionamento è un modo come un altro per riaffermare che tali paesi e popoli meritano un trattamento coloniale o da razze inferiori, con alquanto superiority complex. . Forse tra tirannide e democrazia intercorrono altre soluzioni , vedi l Egitto, la Turchia, la Giordania, il Libano. 2) La democrazia appunto non è un modello unico e univoco. E da noi come sta? 3) Che poi Batiuska il piccolo padre Putin ne sia un esemplare racccomandabile, -casomai lo è di demokratura, come Orban,- e che in Siria resti installato come guida morale autorebole per evitare che quegli scapestrati di siriani ne combino delle grosse, beh sarebbe anche da ridere, se la situazione della Siria non dissuadesse da qualsiasi ah ah ah.

quella immagine non l ho postata, a ragion veduta.. Ma l'autore dell'articolo seguita a identificare la totalità dei palestinesi con Hamas e i suoi seguaci, rimuovendo la realtà dei territori dell'Autonomia palestinese fuori di Gaza e .l'espansione coloniale che vi continua, e quel che ingenera di generale e diffuso. Un pò come da noi si fa con i profughi e i clandestini, per cui metonimicamente i casi di criminalità seguitano a screditare tutti.
Mi piace · Rispondi · 31 agosto alle ore 20:18 · Modificato

Sofia Orlandelli Non è vero che chi scrive identifica la totalità dei palestinesi con Hamas, dice proprio "I palestinesi di Hamas", "Si tratta dell'ultimo atto della strategia dei dirigenti palestinesi"; più distinguo di così non so!
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 9:35

Odorico Bergamaschi Ma è come se tutti i palestinesi e gli insorgenti fossero alla stregua di costoro. sorry.
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 9:41
Odorico Bergamaschi


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Odorico Bergamaschi Ho visto il video , letto l'articolo e debbo dirti che purtroppo hai scelto male il tuo cavalo di battaglia. Il fatto è accaduto in Cisgiordania e il militare ha seguitato a terrorizzare a lungo il ragazzo dopo che l'aveva reso innocuo. Così trattenendolo e su di lui infierendo, non solo ha fatto resistenza nei confronti di coloro che a mani nude cercavano di strappargli il ragazzo che egli minacciava o faceva temere che volesse uccidere, ma ha scagliato contro di loro una granata quando glielo è stato sottratto. l'articolista da parte sua vaneggia di una presenza eterna degli ebrei sul suolo di israele-Palestina che disconosce la stessa Bibbia e via discorrendo.
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 8:57 · Modificato

Sofia Orlandelli Ma scusami, ma se un ragazzo in Italia lancia sassi contro i Carabinieri, poi non viene arrestato?? I genitori hanno il diritto di picchiare il Carabiniere per lasciare andare il ragazzo che ha infranto la legge, o forse non dovevano incoraggiarlo a lanciare pietre?
Il soldato in questione ha sbagliato perché non ha gestito bene la situazione (che era una provocazione preparata ad arte, come puoi notare tu stesso dal video), e per questo probabilmente sarà punito, dato che è stata aperta un'inchiesta interna all'esercito.
Ma il punto è un altro, cioè l'uso immorale che fanno parte dei palestinesi dei loro figli, insegnadoli a odiare e spingendoli in situazioni pericolose, sperando di ottenere risonanza mediatica. Questo è lo scandalo.
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 9:45

Odorico Bergamaschi no comment. ho difeso a suo tempo Israele in Libano presso hezbollah e nella ex Siria e me ne avanza, per dovere difendere ancora invece le buone ragioni di chi oppone resistenza a mani nude a un soldato israeliano che minaccia l integrità fisica di un propri figlio
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 9:57 · Modificato

Sofia Orlandelli Minaccia l'integrità fisica? Ma pensarci prima di incoraggiare il proprio figlio a lanciare sassi non sarebbe stato meglio?
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 9:59

Odorico Bergamaschi ma che ne sai di come quei genitori hanno educato quel figlio? etcetera. etcetera.
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 10:04

Sofia Orlandelli Lo so perché ho guardato il video - non l'hanno fermato quando ha cominciato a lanciare i sassi.
Mi piace · Rispondi · 1 settembre alle ore 19:02

Odorico Bergamaschi nel video non trova nessun riscontro quello che asserisci, in ogni caso la non violenza non deve essere una virtù.https://news.vice.com/.../viral-video-of-women-fighting...




Viral Video of Women Fighting Israeli Soldier Spotlights Harsh Treatment...
NEWS.VICE.COM
Mi piace · Rispondi · Rimuovi anteprima · 1 settembre alle ore 21:17

Sofia Orlandelli Non si vede il ragazzo con il braccio ingessato lanciare sassi, ma cosa ci faceva lì in mezzo a una manifestazione che aveva il solo scopo di provocare una reazione dell'esercito israeliano? È questo il punto: come si può solo pensare di discutere con delle persone che mettono volontariamente a rischio l'incolumità dei propri figli?? È un comportamento virtuoso questo?
Mi piace · Rispondi · 3 settembre alle ore 9:51

Odorico Bergamaschi ripeto, la non violenza non dev'essere una virtù. Certo è che una delle forme dell'estrema arroganza della pax israeliana è pretendere la non resistenza dei palestinesi colonizzati , la loro non violenza di fronte a vessazioni di ogni giorno, perchè solo ipoteticamente si vedano riconosciuto il diritto ad avere diritti come cittadini e come uomini, ossia il diritto a una vita umana solo se si è capaci di non odiare il proprio oppressore, che magari se ne compiace dei propri crimini.

riconosciamo il diritto a una vita umana solo se si è capaci di non odiare il proprio oppressore, che magari se ne compiace dei propri crimini?

Odorico Bergamaschi ha risposto io preferisco l'ateismo e islamizzarmi misericordiosamente a un cattolicesimo che giunge a queste forme folli di fobia antislamica! L'afghanistan nel 1970 non era sotto la dominazione dell'occupazione sovietica? L'Iran è il paese che contempla la lapidazione delle adultere ma dove il 60% della popolazione universitaria è femminile. La realtà è un'altra cosa nella sua complessità! E non ho usato i termini doverosi di fronte a simile idea della realtà dell islam. In Iran ho una famiglia amica, vi sono stato più di una volta e mi consento di ricordarti almeno che lo compongono anche ebrei e cristiani armeni e assiri, nonche mazdei etcetera etcetra,. E qui mi interrompo.alcommento di Andrea Ghirotto.
17:07
Scusami ma siccome i valori degli uni magari sono i disvalori degli altri, il senso della realtà dell uno per un altro è una visione ingenua o preconcetta, il cuore di chi difende la propria razza presunta non è il cuore di chi si ibrida emigrando, e l''uso della testa è differentemente inteso da Obama o da Nethanyau nei confronti dell Iran, il tuo discorso mi resta difficile ad intendersi per quest uso che mi sembra reticente dei termini. Ossia se vuoi che intenda sii più esplicito.Grazie del vivo confronto.


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Andrea Ghirotto.
il post è di matrice russa o europeo orientale, credo, ma sec hi è cattolico lo recepisce immaginando che l'islam sia solo cos, ì. di quale rispettosità ed accoglienza puoi venirmi a parlare? oggi di modi di essere cattolici ve ne sono tanti, anche totalmente anticristiani e al loro pontefice, e di una totale disumanità nella loro natura precipuamente identitaria .








una vera buona scuola?

Una vera buona scuola è una scuola dove tutti stanno bene, e si ritrovano bene, il professore non meno dello studente, perchè i bravi insegnanti sono tali in quanto si sentono chiamati a fare ben più che solo il proprio stretto dovere., come non ha capito affatto chi non ci ha capito niente, e li sistema e risistema come pacchi che devono finire a destinazione, dove il superiore di turno o il suo burocratismo deciderà per loro che cosa insegnare e come insegnarlo.




"connessione ..."
L'india è altrettanto meravigliosa quanto mostruosa, interindipendentemente In tal senso dicevo a Gabriella che l India per lei sarebbe rimasta un sogno ancora per poco per le più opposte ragioni.. Condivido assolutamente il suo atteggiamento. Santa Carla Papa. Guai a idealizzare l India per indurre ad amarla o a farsene benefattori.


Odorico Bergamaschi ha commentato lafoto di Gabriella Parra.

"connessione ..."
Vedrai che resterà per te un sogno ancora per poco, ( ma per le più opposte ragioni). A me sono venute e tornano le lacrime a questa immagine, anche perchè il rimpianto dell India me la rende straziante quant'è mortificante ed umiliante per me restare in Italia., per quello che qui non mi posso o non mi voglio consentire, per la gavetta e l'attesa cui devo ancora sottostare inutilmente per valervi e ricevervi qualcosa.


Odorico Bergamaschi ha commentato lafoto di Gabriella Parra.

"connessione ..."
L'immagine precedente, i turbanti e l'aitanza fisica dei fedeli retrostanti fannno supporre che si ritrovi in un contesto sik-


Odorico Bergamaschi ha commentato lafoto di Gabriella Parra.

"connessione ..."
fantastica! Tuo figlio lascia credere che sia stato rapito in estasi dall'india, ma il volto accanto è rassicurante.
Aylan
Sono anni che senza ricevere repliche o commenti pubblico immagini di bambini siriani gassati, sventrati, di padri piangenti con il figlio morto tra le rovine di Aleppo, e qualcuno si dice ancora ferito nella sua indifferenza di normale amministrazione

Duri e insensibili signora Vanda lo si è stati per anni e lei seguita ad esserlo, nel caso in questione, voltando la testa dall altra parte e disinteressandosene con la più bella indifferenza perchè sono figli di quelli la, arabi, curdi, o non si vuole neanche sapere bene chi siano .. Anche a me ricorda un bambino che mi è morto, figlio di chi per lei o chi è come lei è gente di nessuno!!!!!!Signora Vanda!





Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Marlon Mistretta Di Casafioravanti.
Giorgio Santelli, ma era così ieri, l'altro ieri, è stato così per l'Europa estivante ai tempi di Sebrenica. Sono anni che in facebook denuncio al vento ciò che è venuto accadendo in Siria, e chesento il mio grido cadere nel vuoto assoluto, vuoi perchè le rivolte del mondo arabo coinvolgono solo se solo anti-israeliane, vuoi perchè in tempi di varie primarie la politica estera non era in prima pagina e Renzi e renziani non ne facevano neanche menzione. O no?

Odorico Bergamaschi ha risposto al suocommento.



Fin dagli inizi quello della Siria è stato un orrore a cielo aperto, sotto gli occhi di tutti!

dorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Contesi.




11:18E che il cielo me la mandi buona. Ho sentito qualche cara coscienza ebraica reagire con indignazione a un mio post in cui aveva supposto che avessi accostato la situazione degli ebrei nell'Italia delle leggi razziali a quella di clandestini e profughi( e le cose non stavano neanche così, certi italiani d'oggi avevo equiparato ai fascisti di allora per la loro persecutorietà).
ora mi sento motivato a spendermi per farlo anche alla faccia del cinismo di chi crede che ci si perde per gli altri solo perchè non si ha un'idea, stupidi ingenui quali saremmo, di ciò che in cambio possono riservarci.




'errata corrige del mio post precedente chiarisce ahimé a quali inconvenienti vado incontro nella mia attività di scrittore che possono penalizzarne la valorizzazione sociale.
Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
13:33
Ileana, purtroppo non sono un fotografo professionista, non mi consento apparecchi fotografici costosi, e le foto devo comprimerle. Allegati a una e-mail posso trasmetterti gli originali che ti interessano. E' my Bapuculturaltours activity!

Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
in realtà con coloro con cui condivido i miei intenti, sto operando al di fuori del colonialismo e (autocolonialismo) turistico indiano, e di fatto ad esso contro, nè è un indizio il dato che i miei amici indiani sciamano via e si disinteressano di questa pagina, appena illustro altro che Khajuraho e i suoi templi, località in verità disastrata civilmente e umanamente dallo sfruttamento che ne fanno i tour operator esterni come stazione di posta, non avendo le conoscenze e la passione che servono per farne in effetti una capitale culturale del Madhya Pradesh, quando ha tutti i titoli per esserlo ( a saperne, innanzitutto)conoscerli).

Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
grazie a te e a voi tutti che mi seguite in questa mia proposizione di un patrimonio dell India purtroppo non altrimenti visitabile che così. Come vedi il mio interessamento ricade equanime sulla grande cattedrale e sulla pieve o edicola di campagna. Se pensi, poi, che questi templi sono venuto descrivendoli nel dettagli ad uno ad uno...



Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
14:05
Ileana, questa pagina per quanto la curi al meglio è solo una riutilizzazione della mia attività principale, ai cui ti darei libero accesso se i suoi percorsi di lettura non restassero ancora sconnessi ed accidentati quanto le strade del Madhya Pradesh.

Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
non so quanto sia bello e buono e giusto, ma se mi chiedessero a chi credo di somigliare by my indian bapuculturaltours activity mi viene un nome solo: FITZCARRALDO.

Lascio a Dono e Perdono di Enzo Bianchi una mirabile risposta cristiana. Come l'Amatore Sciesa dei miei ricordi risorgimentali io perdono per dire " tiremm innanz".( In realtà gli austriaci si mostrarono così tedeschi che in mancanza del boia anzichè impiccarlo lo fucilarono)-


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Chiara Comotti.
e per chi ha stomaco robusto, cuore grande e mente forte e a perta.


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Chiara Comotti.
un "assaggio"?

Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Chiara Comotti.
degustazione, anticipazione, anticipo, esperienza ( forte), esplorazione, prova, esperimento ( esperimento d'india in Manganeli, ), sperimentazione, esplorazione, ci provo e mi darò da fare per trovare di meglio. discovery in ogni caso evoca piuttosto le imprese astronautiche spaziali. Ho dato un'occhiata a India discovery breve. Buono come itinerario. però gli spostamenti mi sembrano tanti, le soste brevi. In ogni caso alle 9,10 del mattino c'è il treno da Khajuraho a Jhansi, per arrivare a Orchha( 2,30 del pomeriggio). E da Gaya il treno ci mette anche meno di 4 ore per arrivare in Varanasi alla stazione Moghul Saray. Auguri, Buonanotte.
Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Chiara Comotti.
e lo sa un turista che non ha ancora provato l India che cos'è un tuc tuc?


dai, mi riferivo alla locandina che fa riferimento all uso dei tuk tuk senza il debito " calcolo delle presupposizioni"- che si insegnava nella buona scuola d'un tempo- di che può saperne un turista alle prime armi con l India Io le sto dando buoni, buonissimi consigli, non ho con lei il dente avvelenato, avvelenatissimo, che ho esibito per India centrale, India centrale breve, in ragione del modo imperterrito con cui i suoi organizzatori seguitano ad esibire una locandina che nelle sue nefandezze informative è una provocazione insostenibile per chi ha cuore il patrimonio dell India e lo promuove e salvaguarda con la sua attività.



Odorico Bergamaschi ha risposto alcommento di Massimiliano Maci Palvarini.
8:42

Massimiliano Maci Palvarini si è trasferito aRosolina Mare
ai rinunciatari a prospettive remote


A Odorico Bergamaschi piace il suo post.

Odorico Bergamaschi ha risposto alcommento di Massimiliano Maci Palvarini.

Massimiliano Maci Palvarini si è trasferito a Rosolina Mare
E perchè non Milano Marittima, fino al cedimento totale all'acquatico più casereccio ? Imperdonabile!


Odorico Bergamaschi ha condiviso unlink.
11:09

Si muore come schiavi. Tutti sanno, nessuno parla (sindacati e preti inclusi). Di Vittorio Feltri
ilgiornale.it
E' un articolo di grande forza che denuncia con la implacabilità delle cose i limiti nostri o di chi a noi seguitiamo a credere più prossimo nella difesa degli ultimi quando è la nostra povera gente . e nella salvaguardia di chi- anche senza essere un poveraccio- per usura o fallimento, la perdita di un'attività o della propria abitaziioe, finisce in una situazione disperante gravissima....

Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
13:27

Si muore come schiavi. Tutti sanno, nessuno parla (sindacati e preti inclusi). Di Vittorio Feltri
ilgiornale.it
non avevo bisogno di recarmi in Puglia- del resto non posso permettermelo e non me lo consento- per sapere degli extracomunitari di colore morti degli stessi stenti della nostra connazionale e per denunciare il fatto a più riprese nei miei post.. Il fatto è che le miopie che sono alla origine della nostra guerra dei poveri sono due, l'una la sappiamo, e non serve farmela presente, l'altra è quella di chi seguita a non intendere che il razzismo degli italiani è divenuto così viscerale perchè l'ingenerosità e l'ostilità feroce contro i profughi visti come i privilegiati dalle attenzioni di sinistre e sindacati è esasperata dal dato di fondo che siamo attanagliati da una miseria per la quale, chiedo, che preoccupazioni e attenzioni mostra , che cosa fa di reale, chi avanza le proprie credenziali religiose e politiche e sindacali di difensore degli ultimi? Un circolo vizioso in cui il tuo intervento seguita a rientrare a pieno titolo.

Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
13:38
E lo ripeto, è fuorviante vedere la questione come un contrasto tra italiani e stranieri, il conflitto è tra due generazioni culturali, delle quali l una vuole ostacolare e soffocare dell'altra la trasmissione del proprio patrimonio ereditario, come era iscritto fin dagli inizi nella rottamazione, e nei libelli di Renzi, e come Massimo Cacciari ha detto bene nella sua intervista a l Unità di oggi.


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
c'è anche italiano e italiano io non mi reputo uguale a Casamonica e non rubo soldi agli italiani non battendo lo scontrino od evadendo le imposte.
Odorico Bergamaschi ha risposto alcommento di Andrea Ghirotto.
5:00

Funerale di Casamonica, ecco perché il parroco poteva (e doveva) rifiutarsi di celebrare le esequie
lastampa.it
pensare in ogni caso che Dio abbia una sua sola Chiesa quale sua legittima Comunità ed istituzione rappresentativa, la Chiesa, come si dice, e che al di fuori di tale Chiesa Dio non dia ascolto e salvezza e non si attivi come grazia, è pensiero teologico da brividi.

Odorico Bergamaschi ha commentato la sua foto.
13:23

"grazie alle nuove nomine di direttori stranieri dei grandi Musei italiani"
sono quanto mai favorevole alla libera circolazione internazionale delle eccellenze, ma nell'ambito dei beni culturali mi sembra che le eccellenze siano eminentemente nostrane,- che sia stato come far venire vinicoltori o panificatori forestieri nelle nostre aziende-, e che le scelte stesse di richiamare affermati direttori italiani dall'estero più che di puntare a valorizzare chi è interno alle nostre sovrintendenze sia prostrante per i nostri studiosi, ricercatori e funzionari. Insomma credo che sia valso a livello nazionale ciò che sappiamo quanto vale nell'ambito amministrativo locale, l'affidarsi all esterno di grido per operazioni che sono soprattutto di marketing. Inoltre era forse più sensato intervenire prima su vetture e scuderie che scegliere i piloti sensazionali.Ma si sa, così funziona lo stesso calcio-mercato. E che c'è da sperare da in governo-pop quale quello renziano?



Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
Barbara Peron A parte l'esteofilia. Cosa ci fa un etruscologo a Napoli e un esperto di filologia germanica nelle Marche?


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
Condivido appieno la constatazione di Michele Stefanile :
"Se ho capito bene, ora abbiamo un etruscologo a dirigere il Museo di Napoli, e un trentenne con 13 articoli su Eraclea e 1 monografia su Gabii, a dirigere Paestum. Ha ragione Franceschini, abbiamo decisamente voltato pagina"


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
"Se c'è un settore in cui gli italiani non hanno nulla da imparare dall'estero è proprio questo. È stata liquidata tutta una classe sovrintendenziale. È chiaro che tra gli esperti italiani del settore questa scelta è stata avvertita come una sorta di delegittimazione del funzionariato tecnico-scientifico del Mibact. Questo è dispiaciuto: è come se molti non siano stati ritenuti all'altezza”. Paolucci


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
“Mi pare che tutta l'operazione portata avanti da Franceschini denunci un atteggiamento di grande provincialismo esterofilo. L'amministrazione italiana dei beni culturali è di assoluta qualità ed è lì dentro che bisognava selezionare i migliori" Paolucci


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Zaltieri.
si, ma un bel post di benvenuto al signor Assmann, nostro nuovo direttore ?

Odorico Bergamaschi ha condiviso unlink.
13:26

Paolucci sulle nomine dei 20 direttori dei Musei: "provincialismo esterofilo" - Roma - Arte.it
arte.it
“Mi pare che tutta l'operazione portata avanti da Franceschini denunci un atteggiamento di grande provincialismo esterofilo. L'amministrazione italiana dei beni culturali è di assoluta qualità ed è lì dentro che bisognava selezionare i migliori" Paolucci.





Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Simone Ario JR Spagna.
21:24
la croce è il simbolo cristiano , se si vuole, che con il lato oscuro


Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
10:56

Spiacenti, Martina Levato deve avere suo figlio
famigliacristiana.it
ho già scritto in un precedente posti "In ogni caso noi parliamo senza conoscere l'effettivo stato mentale di Martina Levato: ed è ingiusto senza tali cognizioni attaccare a testa bassa i giudici per quanto hanno deciso, in nome di una consanguineità benefica dell'essere madre che indurrebbe naturalmente a volere il bene della propria creatura, che è quanto mai opinabile, quasi che il dato biologico scongiuri che possano passare per la mente della madre naturale e tradursi in atti determinate intenzioni terrificanti. Quando in un essere si vede una limitazione intollerabile della propria libertà, anzichè la sua realizzazione, si può diventare capaci di tutto, ma proprio di tutto"

Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Gabriella Parra.
in ogni caso noi parliamo senza conoscere l'effettivo stato mentale di Martina Levato: ed è ingiusto senza tali cognizioni attaccare a testa bassa i giudici per quanto hanno deciso, in nome di una consanguineità benefica dell'essere madre che indurrebbe naturalmente a volere il bene della propria creatura che è quanto mai opinabile, quasi che il dato biologico scongiuri che possano passare per la mente della madre naturale e tradursi in atti determinate intenzioni terrificanti. Quando in un essere si vede una limitazione intollerabile della propria libertà, anzichè la sua realizzazione, si può diventare o tornare ad essere capaci di tutto, ma proprio di tutto
C’ è libertà quando ti dà piacere quello che ti imponi di fare, per una necessità in cui ti riconosci. Quando vivere è Cristo che vive in noi, per chi è cristiano

dello scrivere francamente credo di dover chiedere scusa solo all uomo naturale di cui sono carne e sangue, per il suo godimento che ad essa e in essa sacrifico, anche ora e più che mai ora che è giunto al suo stadio di vecchio "animale morente" ( nel senso non terminale del "dying animal "del mio caro Yeats, che sente oramai trascorso il più della sua esistenza, e non sa sottrarsi alla necessità assoggettante della scrittura per il poco che gli resta davanti).
semmai della mia pratica della scrittura devo chiedere scusa a Dio medesimo, per avere sacrificato ad essa la pienezza di vita che mi ha concesso, ed agli altri se essa è stata la mia forma prevaricante sulle altre di donazione.. Ossia se essa è stata una mia difesa e un preservativo dalla vita e dall'altro.


Odorico Bergamaschi ha commentato il suo post.
ma tale insegnamento, per riprendere le parole di lacan senza farne un oracolo, è il dono e la promessa di ciò di cui a noi per primi mancano le forze e l intelligenza.


A Odorico Bergamaschi piace il post diFrancesca Zaltieri.

Volley femminile, Italia under 18 vince il mondiale
repubblica.it
Le nostre donne dello sport . Orgoglio nazionale


A Odorico Bergamaschi piace il post diFrancesco Busani.
13:52
La perfezione mi fa schifo, mi repelle.

Tutte quelle donne e quegli uomini che cercano
la perfezione negli stereotipi creati della società
mi fanno venire il vomito.

Fottuti manichini di carne,
senza personalità o amore per se stessi.

Stessi vestiti, stessa musica, stesse espressioni,
stessi cibi, stesse scopate, stesse auto,
stesse vite…e alla fine?

Stessi suicidi neurali di massa.

Perché vivere come un automa
è senza ombra di dubbio un suicidio.

Quando tutti si è uguali, tutti si è nessuno.

La perfezione è un uccellino in gabbia
che vive, mangia, caga e muore
con il solo scopo d’essere ammirato.

Io voglio vivere libero,
spiumato, infreddolito, denutrito ma libero.

- Charles Bukowski.


Odorico Bergamaschi ha risposto alcommento di Francesco Busani.
ho risposto alla tua amica: appunto, cìè un perfezionismo dettato dall anima ed un altro esteriore , che ha valore se esprime il proprio senso di appartenenza e di condivisione del mondo degli altri in ciò che ha di vero, di bello, e di buono, anche nel gusto, e non è conformismo succube per apparire, sul quale Bukowskij ebbe ragione di sparare a zero.


Odorico Bergamaschi ha risposto alcommento di Valentina Bosi.
appunto, cìè un perfezionismo dettato dall anima ed un altro esteriore , che ha valore se esprime il proprio senso di appartenenza e di condivisione del mondo degli altri in ciò che ha di vero, di bello, e di buono, anche nel gusto, e non è conformismo succube per apparire, sul quale Bukowskij ebbe ragione di sparare a zero


Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesco Busani.
13:59
c' e perfezione e perfezione, sorry. oggi ho postato" C’ è libertà quando ti dà piacere quello che ti imponi di fare, per una necessità in cui ti riconosci. Quando vivere è Cristo(che vive in noi), per chi è cristiano". Non ci si può fare nulla quando ci si accetta solo per le proprie opere. sono scarrafune nuje, le nostre creature in cui ci trasmettiamo agli altri, la nostra vocazione e donazione al mondo. se poi ne rifiuta il lascito....


A quando invece che queste mirabilie che non so quanto innalzino la considerazione della fede hindu, i templi Jagat, o di Nagda, di Baroli o di Osiam sempre nel Rajasthan ? A quando l India e gli indiani nella loro realtà difficoltosissima, non solo come esperienza estetica per felicitare di odori e colori e sapori i nostri viaggi di alieni nel loro vissuto reale?









foto di Giuseppina Piva.
Odorico Bergamaschi ha commentato lafoto di Giuseppina Piva.
11:13

Odorico Bergamaschi ha commentato ilpost di Francesca Contesi.
10:42
Bisogna leggere solo le guide culturali serie, e i libri d'autore ( che so, Chatwin, Dalrymple, McFarlane- tutti inglesi, ahimè! quelli che posso citare, traendomene fuori...), e ricorrere solo per le evenienze pratiche estreme alla mistura oramai orrendamente onnipersaviva Lonely Planet -Trip advisor,che Qualcuno di lassù li abbia in gloria! al servizio della trasformazione della globalizzazione in una omogeneizzazione international western style ... e che qui finisca !

A Odorico Bergamaschi piace il post diFrancesca Contesi.
Le guide turistiche, non vanno assolutamente acquistate o studiate, prima di una partenza. Vanno semplicemente lette al ritorno, giusto per contattare l'editore e dirgliene quattro.


poche storie, ahimè, c'è libertà quando ti dà piacere quello che ti imponi di fare, per una necessità in cui ti riconosci. per un cristiano quando vivere è Cristo"" ( che vive in noi)"

 



Odorico Bergamaschi Caro Camminiti, mi sembra un liberalismo un po strano il tuo, che in nome dell'antiimperialismo antiamericano giustifica ogni sorta di regime illiberale che ne sia magari l alleato di ieri e l' antagonista di oggi, la stessa Libia di Gheddafi su cui il punto di vista degli immigrati egiziani e del resto del Maghreb divergeva forse dal tuo, ora la stessa Russia dell'autocrate Putin, con buona pace di Abkazia e dei paesi del Caucaso, degli oppositori democratici e liberali a tali regimi, che forse hanno la benemerenza di essere i difensori discriminanti dei privilegi e della libertà di culto della cristianità d'oriente, magari giustificando il tutto con l immaturità per la libertà dei popoli arabi e di tutte le Russie.
Mi piace · Rispondi · 22 h · Modificato
Franco Caminiti
Franco Caminiti Caro Odorico, tutto ciò che finisce in 'ismo' è negativo, io non parlo di liberismo ma di libertà. E non escludo affatto che dovendo scegliere dove vivere propenderei per l'America. Ciò che mi terrorizza è il terrore interno, quando la polizia ti arresta e ti getta in un lager senza dirti perché. Sappiamo tutti di Solgenitsin e di Sakharov, illustri vittime insieme a milioni di altri. Tutto ciò però non deve impedirmi di vedere anche gli aspetti negativi degli USA, i loro movimenti bellici sullo scacchiere internazionale 'spacciati' per esportazione di democrazia', nei fatti calcoli di interessi di lobbyes. E non posso non evidenziare le tante cose che non mi convincono e che reputo vergognose menzogne: dalle armi di distruzione di massa di Saddam a Bin Laden sepolto in mare. Ti dirò che non credo affatto che un aereo possa esplodere e dissolversi nel nulla, che un altro possa scagliarsi sul pentagono e fare un foro più congeniale a un missile, ed anche sull'11 settembre nutro seri dubbi sull'autenticità di ciò che ci hanno raccontato. Adesso dammi pure del complottista. (Anche qui 'complottismo' identifica in negativo una serie di persone che non credono e cercano un'altra verità, io ne faccio parte pur restando un liberale che ama l'America).
Mi piace · Rispondi · 23 h
Odorico Bergamaschi
Odorico Bergamaschi Egregio Franco, io spero di non finire embedded e di conservare ancora occhi per vedere i crimini e le mostruosità di ogni forma d'imperialismo, di poter seguitare a pensare che il male non abbia una filiazione unica, perchè questo non è pensiero critico , è satanismo teologico-politico applicato alla storia. dubitare di tutto anche dell 11 settembre è un conto, ma pensare che il terrorismo non abbia altra matrice che nel pentagono è un'altra, essere per l intervento russo è una cosa, conferire legittimità di rappresentanza del suo popolo a un massacratore di sunniti dal quale prima dell isis erano in fuga già a milioni un'altra.
Mi piace · Rispondi · 1 · 22 h · Modificato
Franco Caminiti
Franco Caminiti Caro Odorico lei mi attribuisce una posizione che non è la mia: io non dico che il terrorismo ha solo matrice made in USA, assolutamente no. Ho anche detto che l'URSS ha massacrato milioni di russi e privato delle più elementari libertà. Giudicare il passato è molto complicato in questa sede, giudico l'oggi, ebbene è risaputo che gli USA hanno avuto più parte della Russia nei conflitti Iraq, Afghanistan, Libia, ed ora Siria, tutti paesi che non vanno d'accordo con Israele. Faccia 2+2. Che il potere del mondo sia nelle mani delle banche e che i più importanti banchieri siano ebrei non vorrà negarlo. E che gli Stati Uniti sono strettamente legati agli interessi di banchieri, petrolieri e fabbricanti d'armi...Rifaccia 2+2. L'America è la patria di Bob Dylan ma anche dei Bush. E ogni medaglia ha due facce, onestà intellettuale è vederle entrambe con obiettività.
Mi piace · Rispondi · 22 h
Odorico Bergamaschi

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Odorico Bergamaschi
Odorico Bergamaschi non le attribuivo la tesi satanica dell impero del male. Solo che io non faccio 2-+ 2e vedo tutto più complicato, ambivalente e contraddittorio, anche in ragione della riconciliazione in corso tra Usa e Iran che non è certo gradita a Israele e ai suoi banchieri, Ps Se fossi rimasto più lucido avrei potuto imputare ai suoi interlocutori filo russo-nostalgici di riconoscere a Putin il diritto alla stessa politica di cui si sono accusati a torto e a ragione gli Usa, di appoggiarsi a dittatori spietati contro i diritti di libertà dei popoli che tali dittatori massacrano. Così è il destino che sta capitando a chi era di sinistra, magari ritrovandosi similari di strada di Salvini e casa Pound, perchè animati in effetti dalle stesse pulsioni islamofobe, in cui è difficile non cadere se si abbandona l universalismo di cui solo le istituzioni cattoliche restano depositarie autorevoli in Italia. Non posso farci niente se a vedere in Putin il campione antislamico di loro riferimento ho ritrovato innanzitutto i cattolici integralisti fascio.leghisti affiliati a testate anti-immigrazione quali Imola oggi, e nemici giurati di Papa Francesco.
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Franco Caminiti
Franco Caminiti Sono fiero di essere amico di una persona come lei.
Non mi piace più · Rispondi · 1 · 20 h
Odorico Bergamaschi
Odorico Bergamaschi ed io pure sono fiero di esserle amico, con commossa gratitudine.
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