giovedì 15 gennaio 2015

intolleranze sicuritarie


Intolleranze sicuritarie (riscrittura con ampliamenti)
15 gennaio 2015
Stamane, sul far di un giorno ancora nebbioso, come mi sono fatto sull’uscio della mia fredda camera Chandu mi è apparso sgambettare festoso vestito solo d’aria nel gelido cortile, correndo verso Vimala che l’attendeva per un rapido bagno nella catinella di plastica. Come mi sono poi rannicchiato accanto alla coperta in cui si era rinvoltolato presso papà Kailash, ho chiesto al mio amico come mai l’avesse lasciato avventurarsi all’aperto del tutto nudo, ed egli mi ha ricordato, se me lo fossi già scordato dal giorno prima, che era il burki del bimbo perché oggi è Makar samkranti, il giorno che segna la transizione del sole nel segno zodiacale di Makarha Rash, l’equivalente del nostro Capricorno, e dunque, trattandosi al freddo e al gelo di una spogliazione religiosa del piccolo, non c’era di che temere per la sua salute. Poco dopo è apparsa sulla soglia Porti rivestita solo di un asciugamano, dopo che aveva fatto anch’essa il suo bravo burki, nella casa degli zii dove era rimasta a pernottare. Invece ieri sera , mentre stavo per uscire per la mia lezione in ufficio di italiano,nel cortile di casa Chandu mi è apparso alle prese con il fuoco, che avvivava nello scaldino in cui su dei listelli di legno aveva riposto dei fogli di giornale, da cui le fiamme si stavano levando dopo che aveva appiccato l incendio con i fiammiferi che gli erano stati vietati. Il bambino era meraviglioso nel suo volto incantato dal divampare della fiamma, su cui poneva le mani, le accostava, le riuniva veloce ove svettava più alta, consapevole che al moto d’aria delle sue mani si sarebbe ribassata prima di risollevarsi di nuovo, nella sua fascinazione permanendo egli insensibile a ogni mio richiamo o monito. So quanto il fuoco lo esalti, come di Dipavali egli splendesse di gioia roteando girandole, tra le faville sprizzanti nel buio della sera che stava facendosi notte, ma sono oramai settimane che la mia angoscia mi detta di intimare a Kailash di imporsi una buona volta a Poorti ed Ajay, perché smettano di accendere da soli dei fuochi, nella disattenzione della madre e del fratello più grande, da che li ho visti appiccarli non all’aperto ma in stanza, dentro lo scaldino, sollevando fumagioni soffocanti. Ne sono rimasto sconvolto, l’altro sabato, quando al rientro a casa di sera , ho visto il braciere ardere e divampare nella stanza della televisione senza nessuno intorno, mentre Poorti e Chandu giocavano a nascondino sotto le coperte da cui pervenivano le loro risa, il fumo si spandeva acre nel cortile, e nella cucina accanto Vimala ed Ajay erano intenti ai fornelli come se niente stesse accadendo.
La mia reazione collerica mi ha indotto per la prima volta dal mio ritorno in India a riferirmi a Sumit, gridando a Vimala che non poteva intendere e rideva della situazione, che della morte già di un nostro bambino non ho finito di certo di soffrire.
Il giorno seguente mi ha colto in chiesa un nuovo ictus mentale.
Eppure non è che le mie ansie od ossessioni sicuritarie non le tenga sottotono, talmente ricorrono le situazioni contrarianti e sconcertanti, Vimala che distende sul piano di calpestio della cucina le foglie di coriandolo che diventeranno la salsa fredda che avrà macinato, Ajay che sta senza lavarsi per settimane ed è al contempo l'aiutante in cucina di mamma e papà, suscitando il ribrezzo della sorellina Poorti che si rifiuta di portare alla bocca ciò che Ajay ha toccato o manipolato, Kallu che in tutta sincerità mi risponde che ha smesso di filtrare l’acqua che dà da bere ai bambini, ora che non è più estate e che fa freddo, i piccoli che appena la stagione consente vanno scalzi tra ogni sorta di rifiuti ed escremento, e raccolgono per terra solo ciò che portano alla bocca, per il freddo usando i guanti ad ogni evenienza, nell' impossibilità che si cibino di frutta, perché se è guava causa il raffreddore, se sono arance provocano la tosse, tenga io pure per me i miei agrumi in stanza, e non contravvenga dei genitori e del vicinato la sicumera ayurvedica, che ha dalla sua la sola ragione che la frutta, nell’agreste Madhya Pradesh, è solo d’importazione e costa così tanto...
Che il cielo intanto seguiti a mandarcela buona, anche per i miei insufficienti riguardi nel non camminare con le mie calzature sul piano di calpestio in cui i miei cari cucinano e mangiano, non fosse per la nuova pustoletta insorta ad un piede di Kailash, per il suo terrore di ogni iniezione risolutiva.






Prima versione 

Stamane, sul far di un giorno ancora nebbioso, come mi sono fatto sull’uscio della mia fredda camera Chandu mi è apparso sgambettare festoso vestito solo d’aria nel gelido cortile, correndo verso Vimala che l’attendeva per un rapido bagno nella catinella di plastica. Come mi sono poi rannicchiato accanto alla coperta in cui si era rinvoltolato presso papà Kailash, ho chiesto al mio amico come mai l’avesse lasciato avventurarsi all’aperto del tutto nudo, ed egli mi ha ricordato, me lo fossi già scordato dal giorno prima, che era il burki del bimbo perché oggi è Makar samkranti, il giorno che segna la transizione del sole nel segno zodiacale di Makarha Rash, l’equivalente del nostro Capricorno, e dunque, trattandosi al freddo e al gelo di una spogliazione religiosa del piccolo, non c’era di che temere per la sua salute. Poco dopo è apparsa sulla soglia Porti rivestita solo di un asciugamano, dopo che aveva fatto anch’essa il suo bravo burki, nella casa degli zii dove era rimasta a pernottare. Ieri sera , mentre stavo per uscire per la mia lezione in ufficio di italiano,nel cortile di casa Chandu mi è apparso invece alle prese con il fuoco, che stava avvivando nello scaldino in cui su dei listelli di legno aveva riposto dei fogli di giornale, da cui le fiamme si stavano levando dopo che aveva appiccato l incendio con i fiammiferi che gli erano stati vietati. Il bambino era meraviglioso nel suo volto incantato dal divampare della fiamma, su cui poneva le mani, le accostava, le riuniva veloce ove svettava più alta consapevole che al moto d’aria delle sue mani si sarebbe ribassata prima di risollevarsi di nuovo, insensibile a ogni mio richiamo o monito. So quanto il fuoco lo esalti, come di Dipavali splendesse di gioia roteando girandole, tra le faville sprizzanti, ma sono oramai settimane che la mia angoscia mi detta di intimare a Kailash di imporsi una buona volta a Poorti ed Ajay, perché smettano di accendere da soli dei fuochi, nella disattenzione della madre e del fratello più grande, da che li ho visti appiccarli non all’aperto ma in stanza, dentro lo scaldino, sollevando fumagioni soffocanti. Ne sono rimasto sconvolto, l’altro sabato, quando al rientro a casa di sera , ho visto il braciere ardere e divampare nella stanza della televisione senza nessuno intorno, mentre Poorti e Chandu giocavano a nascondino sotto le coperte da cui pervenivano le loro risa, il fumo si spandeva acre nel cortile, e nella cucina accanto Vimala ed Ajay erano intenti ai fornelli come niente stesse accadendo.
La mia reazione collerica mi ha indotto per la prima volta dal mio ritorno in Idia a riferirmi a Sumit, gridando a Vimala che non poteva intendere e rideva della situazione, che della morte già di un nostro bambino non ho finito di certo di soffrire.
Il giorno seguente mi ha colto in chiesa un nuovo ictus mentale. 
Eppure non è che le mie ansie od ossessioni sicuritarie non le tenga sottotono, talmente ricorrono le situazioni contrarianti e sconcertanti, Vimala che distende sul piano di calpestio della cucina le foglie di coriandolo che diventeranno la salsa fredda che avrà macinato, Kallu che in tutta sincerità mi risponde che ha smesso di filtrare l’acqua che dà da bere ai bambini, ora che non è più estate e che fa freddo, l impossibilità che i piccoli si cibinodi frutta, perché se è guava causa il raffreddore, se sono arance provocano la tosse, tenga pure per me i miei agrumi in stanza, e non ne contravvenga la sicumera ayurvedica, che ha dalla sua la sola ragione che la frutta, nell’agreste Madhya Pradesh follemente è solo d’importazione e costa così tanto...
Che il cielo intanto seguiti a mandarcela buona, non fosse per la nuova pustoletta insorta ad un piede di Kailash, per il suo terrore di ogni iniezione risolutiva.

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