domenica 26 marzo 2023
Sullo Stato di Isreale
Credo che l età che ho raggiunto e ciò che si sta perpetrando e perpetuando in Israele e nei territori occupati mi consentano di poter dire e consegnare al fuoco della polemica ciò che è mio irriducibile convincimento storico: ossia che la costruzione dello Stato di Israele, insieme con la partizione di i india e Pakistan sia stato l errore più catastrofico del secondo dopoguerra mondiale. E spero di poterlo finalmente dire senza essere destinato all accusa bolsa e scontata di essere antisemita e di volere la distruzione di Israele alla stregua di Hamas. Non voglio la distruzione di Israele così come non voglio quella del Pakistan, quando condanno la Partizione avvenuta nel 1947 del Subcontinente indiano. Affatto, in alternativa a ciò che fu allora tragicamente diviso c’è pur sempre la ricomposizione di ciò che era e resta inseparabile in una superiore Confederazione unitaria. E con la Partizione e la fondazione dello s Stato di Israele condanno l ideologia che vi soggiace, che è foriera a tutt’oggi di incubi bellici, l ‘idea che si possano rimestare popoli e i loro averi, e affetti e destini, i in nome del ritorno alla casa dei propri padri e antenati o patriarchi d un tempo oramai mitico, a una terra promessa che ripurifichi ispirandosi ai soli propri valori religiosi o ideali rivoluzionari, all arrivo dei nostri di ogni tempo che è quanto fu lo spirito del sionismo, della Lega Musulmana pakistana, come delle pulizie etniche titine o della Kampoucea cambogiana, della sottomissione forzata alla Serbia del Kosovo, culla della sua ortodossia, dell’invasione dell ucraina da parte di Putin, rivendicando il reintegro nella Madre russa della piccola Rus della Kiev di un passato medioevale. E al tempo stesso condanno di ogni immigrazione che come quelle australiane o americane e ora lo stato di Israele comporti deportazione, segregazione, sterminio o apartherd dei nativi.L'imbarbarimento apparentemente senza più vie di scampo dello Stato di Israele è l’ inevitabile contrappasso di un exodus che intese dare una dimora ai superstiti della Shoah togliendola a un altro popolo, che era tra l’altro del tutto estraneo al genocidio perpetrato degli ebrei, nulla ne sapeva lo stesso Mufti di Gerusalemme, in nome delle proprie ragioni superiori decidendone le sorti ogni qualvolta non collimassero con le proprie. L’orrore della tragedia della Shoah non giustifica affatto che il popolo che a essa è scampato o sopravvissuto posa sentirsi superiore al diritto comune e alle leggi della storia umana, che comportano che un popolo che abbia subito un genocidio non debba rifarsi di esso su di un altro, ma come nella ex Jugoslavia, in Cambogia, nel Ruanda Burundi, in India, in Pakistan, nel Bangladesh, debba passare per la dolorosa coesistenza e coabitazione con coloro che furono i propri sterminatori, la sola porta stretta di una possibile riconciliazione almeno delle generazioni che verranno. Tant e che è l ostilità nemica fino all ultimo sangue dei millenials dei campi profughi palestinesi che nulla hanno vissuto del passato delle guerre arabo-israeliane, la condanna a risorgere di ciò che è e rimane lo Stato di Israele
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