domenica 9 dicembre 2007

Natale 2007












Ho appena telefonato a K. per dirgli quanto mi sia difficile vivere questo Natale lontano da lui, dal calore luminoso dell' inverno indiano, quanto patisca di dovere attendere fino a quest'estate per ritrovarci insieme.






















Ieri rivedevo, come gli sono venuto dicendo, le nostre foto in Rameswaram, in Kanniyakumari, l'immagine di lui che mi precede del suo caro passo fidente , o che mi attende, nella visita dei templi hindu del Tamil , ed uno struggimento dolente ha ravvivato la mia nostalgia dei giorni trascorsi insieme.

























Anche quand'ero triste, sotto la pioggia monsonica che cadeva sulle mie frustrazioni per quanto avrei solo intravisto, o non sarei riuscito a vedere, in Kancheepuram,o in Mamallapuram, sui miei indugi che mi attardavano in ciò che sapevo disinteressarlo, su contrarietà e incomprensioni, sui contrattempi sfinenti, era là, insieme con lui, che la mia vita maturava il frutto della sua felicità, del suo compimento, la ragione per cui la mia esistenza non sta dileguando, irrimediabilmente, solo come la resa dei conti del mio fallimento.
Gli ho dunque telefonato, già stamattina, per vincere la tentazione di fare il visto per l'India ed il biglietto aereo negli ultimi giorni utili.
Gli ho ricordato, ineludibilmente, ch' è per ragioni economiche che rinuncio.
Lo sapeva benissimo, che se non torno in India è perchè non riesco a risparmiare di più, perchè altrimenti i miei accrediti in banca seguiterebbero a diminuire inarrestabilmente, anche se allo staff dell Hotel in cui lavora, e dal quale ero atteso, ha detto che è perchè ho tanto da fare, "I'm busy", che questo Natale non farò ritorno in India.
Gli ho ricordato che devo risparmiare soprattutto per salvaguardare la possibilità di aiutarlo per sempre, per consentirgli di dare, egli , a se stesso ed alla sua famiglia un futuro, fintanto che non sia possibile, come sogniamo insieme, vivere nel suo villaggio in una casa in comune, una volta che io abbia potuto lasciare l'insegnamento.
" With me and my family", ha detto felice di gratitudine, ripetendo il ritornello del sogno conclusivo della mia esistenza. " Living, you, six months in Italy, six months in India"
Ma è bene, che per arrivare a tanto, egli pensi ad un nuovo lavoro con il mio concorso, più che a farsi con il mio aiuto la casa della nostra esistenza comune.
" Una casa è solo un costo, con un altro lavoro tu guadagni di più..."
" Ed io potrò aiutarti,- quando sarò ricco e tu avrai bisogno di me... Ne parlerò con mia moglie, quando sarò di ritorno a casa."
Anche se lei è più la madre dei suoi figli, che la persona che ama , e per quanto la consideri primitiva nel suo analfabetismo, il mio amico con lei discute e confronta ogni scelta, lascia a lei decidere quanto deve tenere, o lasciarle, dei soldi che amministrano insieme
" I fellow you, my friend, I fellow you"
Anche tra noi due, gli ho ribadito che ogni decisione deve essere condivisa.
" O., You are like my Money God..."
"No, Kallu, my friend,- l' ho supplicato,- sono vecchio, prima o poi dovrò lasciarti in questa vita per un'altra, io ti devo aiutare a fare a meno di me...
" Lo so, lo so, capisco che cosa mi vuoi dire".
"Pensaci, ma non preoccuparti K, be happy and peacefull, don't worry, my friend, be quiet in your mind".
Era giunto intanto Adjet, il nostro comune bambino.
Voleva che daddy gli acquistasse una palla per giocare a cricket. Disdegnava di parlare con me, per quanto lo ami.
Sono riuscito a scambiare con lui solo uno stentato namaste, più che altro per l' insistenza di K..
Il piccolo era già uscito con i soldi per la palla del cricket, quando ho chiesto a K. se Adjet poteva dirmi qualcosa in inglese.
"Stasera puoi telefonarmi di nuovo in casa, e ci sarà Puti. Lei ha la mente aperta, " She has open mind, " e con lei potrai parlare di più , anche se è più piccola . Puti parla, parla parla, hindi, english, " also italian"... quando ti dice ciao al telefono...I love papa, mi ripete già, I love papa... Puti già dice molte parole , sempre lei parla, ride, piange, mentre Adjet non dice mai niente, lo sai, ...Adjet ha la mente chiusa , ma lo stesso capisce tutto, non preoccuparti."
Intanto, nel pomeriggio, in attesa di parlare di nuovo al mio amico, si fa ancora più duro restare, rinunciare ad ritrovarci entrambi in Mombay, a Goa, pur essendo entrambi liberi, ancora in salute...
Chissà, se sarò ancora vivo, e se sarò capace comunque di andare , quando potrei cessare di lavorare, che cosa potrà essere successo nel frattempo, ripercorrendo ancora anno dopo anno il calvario interminabile dell' insegnamento .
Ma anche cosi, gli dirò fra poco, anche se non arriveremo a vivere insieme, io e te con la tua famiglia, se morirò nell'attesa che questo si compia , soffrendo quanto soffro, ogni giorno, sprecandomi nella sofferenza vana dell' insegnamento, e vi avrò perso ogni talento e possibilità di valere e di affermarmi, ricchezza e successo, ciò che avremo vissuto volendoci così bene, di lontano, ritrovandoci e lasciandoci a distanze di tempo sempre più interminabili, sarà stato comunque bellissimo, no?
my dear!...
Sapessi, anche così, quanto tu hai dato al tuo Money God!
Prima di te ero senza felicità nel mio respiro, in ogni cosa che facevo.
Qui solo, in casa, dove prima e poi squillerà la tua chiamata, quanto calore, e gioia, ora è invece nel freddo, della grotta, che vi patisco per risparmiare per entrambi.




















































































































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