domenica 6 dicembre 2009

Tra noi due

Quando, tramutando la mia amicizia per Kailash nella partecipazione come un membro alla sua famiglia, ho iniziato a concepire che volevo incarnarmi nella realtà indiana, non immaginavo quanto mi sarebbe diventato realmente possibile, ed a che prezzo, che ne sarei diventato partecipe nel suo senso più teologico a imitazione di Cristo, fino a patire come il Padre, nella perdita del Figlio, il sacrificio divino del dolore umano più grande.
Quando ho inteso fare miei i valori e la vita familiare, purificandovi il mio eros in filìa ed agapè fraterna, nell'essere sempre di più solo (puro) amore, solo la mia paura poteva anticiparmene l'olocausto richiesto, la precipitazione nell' abisso di dolore della morte di Sumit.
La Luce del Suo Volto...
Io e Kallu avevamo riposto nella paternità condivisa della sua figliolanza meravigliosa il nostro futuro, il nostro lascito terreno, vi avevamo impegnato ogni cosa, Kailash, benchè in povertà estrema, assicurando la continuazione di ogni vita concepita nel grembo di Vimala, ed in cambio , quale esito della nostra donazione delle nostre vite per dare più vita, abbiamo ricevuto dalle Sue mani con la morte di Sumit la nostra stessa morte.
Nessun ariete si è impigliato tra i rami, a sostituire il sacrificio del nostro piccolo Iddio, così bello e incantevole, al punto che chiedevo la sua benedizione ridente, come se Sumit fosse un avatar di Lord Krishna.
Ora, nella nostra notte, mentre intorno sferza l'incomprensione od il dileggio, meno abbiamo lacrime per piangere più sentiamo dolore, più parliamo di chi ci è rimasto e più evochiamo il vuoto del nostro amore di bambino nel cuore morto delle nostre vite.
Cercavo ieri sera di confortare Kailash alla luce della crescita umana che palesa Adjay, con gli interrogativi e gli atteggiamenti che assume " Tu hai in lui ora un piccolo uomo", gli dicevo, e così gli tramavo lo strazio di chi non lo sarebbe mai diventato, nel suo splendore, il suo ulteriore piccolo uomo.
Anche il mio prossimo viaggio in India, di cui discorriamo ogni volta, gli evoca lo strazio che ieri sera mi veniva dicendo, ricordandomi che" a giorni tu ci sarai in India, ma lui non c' è più.. E quando ti penso ricordo le sue lotte, i suoi giochi, con te, le sue "marna", le sberle che ti dava..."





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