lunedì 28 febbraio 2011

gli intenti di Kailash

" Che cosa vuoi che ti invii, Kailash, con il pacco dei miei libri che spedirò in India?
" Un attrezzo per levare la pelle alle patate... solo quello. Vero Vimala?"
La domenica precedente mi aveva telefonato una seconda volta, per dirmi che non se ne sarebbe fatto niente del negozio che sta edificando nel suo villaggio, se per me era un problema inviargli il denaro che occorre. Ho dovuto rassicurarlo che non era perchè sia in difficoltà, che gli avevo chiesto di contribuire vendendo il sesamo che tiene accaparrato nella casa del padre, egli si è di questo commosso ed ha detto, in uno slancio, di essere pronto a dare per me la vita, se qualcuno in India mi recasse torto.
Ma sopravvive tenace la sua avidità speculativa, che gli fa trattenere in banca i depositi sul conto della moglie, facendosi fiduciario di Vimala ch'è analfabeta, sempre che io non lo solleciti ad alleviare il mio sforzo, e mentre si lamenta di ogni rincaro di beni alimentari, trattiene il raccolto di sesamo nei suoi depositi, per profittare del'aumento (esoso) dei prezzi della semente cui così contribuisce, ( "ora il tilli8 il sesamo) costa trentotto rupie il chilo, ma lo cederò solo quando il prezzo sia salito a quarantacinque, not less"),e spera che i dalit siano costretti a comperare con delle loro sementi quanto acquisteranno nel suo negozio, il cui valore di rivendita, nella vicina Chadnagar, risulti di qualche rupia superiore al costo in denaro delle loro compere.

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