domenica 6 febbraio 2011

transito d'amore

Secondo Paolo, solo l' uomo ch'è Spirito si salva, l'aner pneumatikòs, che è divenuto la stessa mente del Cristo che vive in lui, di cui oramai ha conseguito lo stesso sentire, giacché solo l'uomo spirituale è in grado di comprendere le cose dello Spirito di Dio, mentre l'uomo psichico, che è la mente dell'uomo naturale, animalis homo, è votato a morte come la carne, come tutto ciò che nasce da carne e da sangue, in tutta la sua stessa umana sapienza, poiché proprio per questa stessa umana sapienza l'uomo non accetta le cose dello spirito di Dio.
Ma lo Spirito secondo il cristianesimo, in virtù della cui grazia l' uomo nobile interiore è un uomo spirituale, è forse solo la Noèsis del pensiero greco? E la Noèsis è solo intellezione pura, concettuale, e solo essa in lui può esserne l'obbedienza amorosa salvifica e si eterna, solo come uomini noetici, e solo se uomini noetici, siamo assenso integrale alla sua volontà? E l'Anima, l'Anima che non è la pura intellezione la quale soltanto comprenderebbe le cose di Dio e ad esse assentirebbe, è essatutta quanta e tutto quanto è votato a morte della nostra mente, come immaginazione egoistica nella sua stessa ricerca di una felicità mondana, secondo Pascal, o come l'immaginazione delle passioni umane dell'Etica di Spinoza, o da mortificare con l'io ancora per Simone Weil?
Ma nel transito della morte, se saremo giudicati per amore, e molto per amore sarà perdonato, se quanto di noi vivrà in eterno nel regno dei cieli del Nirvana, e che sarà stato più forte che la morte, è l'amore di cui siamo stati capaci, può essere tale nostro fondo divino, il nostro essere spirituale, solo Noésis intellettiva? O lo Spirito che è amore non porta forse a salvezza, in quanto Spirito, anche la vita immaginativa e la memoria umana, che l'immedesimazione dello Spirito con il logos greco della noesis destina ad essere l'anima impermanente dell uomo psichico di San Paolo, l'amore rendendoci eterni nella nostra stessa immaginazione poiché è grazie ad essa che l'uomo è partecipe attivamente dell'amore divino, e senza imaginatio non può essere amore, nel suo fondo divino? Non è sempre perchè è Amore, più che intellezione pura, che l'uomo spirituale di Paolo non può permanere solo come idea, ma risorge anche come corpo spirituale( relazionale)?
Ma se cosi sia, la mistica che non è una speranza folle perseguire, non sarebbe solo l'identica mistica di ogni religione vera, secondo Simone Weil, di Platone, mastro Eckart o Gotama Buddha, in cui l'umano si fonde con il divino, senza residui d'anima, delle cui rimanenze immaginative avverrebbe ogni purificazione nel transito del bardo, a compimento dell esercizio della morte, anticipato in vita, di un amore che è soltanto distacco dal proprio egoismo, il fare agli altri il male che non si vorrebbe fosse arrecato a sé stessi, un'altra mistica è ricercabile, secondo l'immaginazione attiva, profetica, del Cristo di salvezza per gli incolti di Spinoza, in cui è già vita eterna anche il barzak del nostro mondo immaginale, secondo la mistica sciita di Ibn Arabi, Sohravardhi, Molla Sadrà Shirazi, l'immaginazione nutritiva di un amore che non è soltanto distacco purificatorio, ma l'unione compartecipe della nuzialità con l'Agnello, di chi per Amore sa farsi anch'egli vittima immolata.

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