venerdì 9 dicembre 2011

note politiche

Il cristianesimo è più estremo che il pensiero di sinistra. La Chiesa e l’amore del prossimo in quanto donazione gratuita di un amore più forte che la morte, non possono non essere più universali e radicali di ogni umanitarismo politico.

"Essere di sinistra vuol dire inseguire un progetto che possa far bene all'Africa e all'Asia mentre fa bene a noi; perché un progetto simile deve esistere, altrimenti l'umanità è obbligata a ripetere cicli di errori e di tragedie.
“La Storia siamo noi, nel senso che possiamo influire sul corso degli eventi. Riusciremo a farlo solo se troviamo una narrazione comune che tenga insieme i bisogni e le aspirazioni non di una sola categoria, non di una sola nazione, ma dell'umanità intera” ( Federico Rampini)
Non è difficile individuare in politica ciò che può fare bene in generale, la diminuzione dei costi delle materie prime e dei consumi di acqua e di energie fossili, più colture alimentari e meno biocarburanti…, difficile è che il bene comune diventi senso comune e farlo valere tramite i rapporti di forza, ottenere che si attui attraverso la competizione e la sfida. Qui ed ora, di sicuro, esso richiede che si rafforzi l’unità politica europea sovranazionale, e che l’ avvento dell’unità europea corrisponda innanzitutto ad un’altra intelligenza economica che non il monetarismo imperante.( ch’è l’equivalente della terapia sanitaria del salasso).
E’ comunque esaltante quanto la grande crisi occidentale e insieme le nuove tecnologie, al pari dello squilibrio crescente in India e in Cina, o in Brasile, tra i più alti livelli di sviluppo planetari e gli equilibri ambientali e le aspettative di vita immensamente maggiori che sollecitano e che lasciano miseramente insoddisfatte, rendano possibili e ci inducano a modalità d’accesso ai beni ed a un loro uso, a un riconoscimento di eccellenze e alla valorizzazione di modi di vivere bene, che prescindono dalla proprietà e dalla ricchezza e dai valori e dalle gerarchie di mercato, attualizzando l’”altissima paupertate”delle regole monacali ( si vedano Giorgio Agamben, o Enzo Bianchi), in una economia globale di mercato che non determini società civili di mercato. Ed è questo il grande ruolo di una politica capace di Stewardship, di guidare verso orizzonti lontani ( sempre secondo Federico Rampini in Alla Mia Sinistra).
Altro che leggero cambio degli stili di vita!La ricerca di nuovi stili di vita che ripropone Federico Rampini anche nel suo ultimo bel libro "Alla mia sinistra", in Italia è ad esempio quanto già anima collettivamente coloro che aderiscono al movimento slow food Terra Madre di Carlo Petrini, ed è conforme, ad ulteriore esempio, a quanto persegue l’ecclesialità cattolica interdiocesana, allorchè nel Nord Est cerca di diffondere nuovi sobri stili di vita quali quelli proposti da padre Adriano Sella, o è inerente all’operare di numerosi movimenti buddistici, come il Progetto Essere Pace o il gruppo Terra Nuova, ispirati ai principi del grande monaco vietnamita Thich Nhat Hanh

E’ inevitabile, senza che ciò significhi necessariamente decrescita, che le generazioni successive alla mia perdano tanto più i diritti del Welfare quanto meno si adattano a forme di vita che richiedono meno acquisto di beni e meno consumo di risorse e di energie. L’alibi ricorrente cui ricorrono i ricchi dei paesi emergenti, per non limitare gli sprechi immensi dei loro modi di vita devastanti, è che non capiscono perché debbano farli, se è per sacrificarsi all’egoismo occidentale. Intanto l’Africa sta raddoppiando demograficamente.

Nel costruire così una storia comune, occorre distinguere tra i valori freddi a cui deve limitarsi uno Stato laico, secolare - efficienza, risparmio, rispetto delle regole-, e i valori caldi delle coscienze degli individui sociali. Dubito che i valori freddi possano diventare conformismo civico, se non sono animati nei singoli da valori caldi quali l’ amore del bello, del vero e del bene, l'amore del prossimo o la sacralità della vita e della natura.



D’accordo, per quanto riguarda lo stesso Federico Rampini, ch'egli dovrebbe mostrarsi più consapevole di ciò che sa e che sottoscriverebbe benissimo, che il mondo va avanti anche dove governa o domina la Destra. Una Sinistra ed una Destra tuttora sussistono e devono sussistere ancora, in ragione non di una antitesi, ma di una diversa gerarchia dei valori condivisi,- si auspica. In ogni individuo sono presenti gli spiriti animali della propria categoria o classe di appartenenza, o della propria età generazionale, ed esistono, è vero, gli imprenditori che si sono suicidati perchè hanno dovuto licenziare i propri dipendenti, ma è più facile che siano profittatori, anche bestiali, e che anziché innovare tecnologicamente cerchino di avvantaggiarsi di bassi salari e agevolazioni fiscali, tramite l’assunzione in nero o la delocalizzazione, se non sono indotti a scelte virtuose dalla contrattazione o negoziazione, dalla conflittualità o dalla normative amministrative, statuali e sovranazionali Non illudiamoci. “Nessuno è buono” La contraddizione capitale lavoro magari non esiste, ma non è per pauperismo retrivo che è stato detto “ E più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”.



Da Colui è' stato anche detto che occorre immettere vino nuovo in otri nuovi, ma ciò può verificarsi culturalmente attraverso le rivoluzioni di interi paradigmi, o innovando tradizioni spirituali e di pensiero.. Ma prego, non si ideologizzi la ricerca del nuovo in una voga giovanilistica, sprezzante di ciò che è avanti negli anni e remoto nel tempo.Il parlare ossessivamente di vecchio e di giovane è innanzitutto un sintomo indubbio di un vuoto di idee, smascherato inesorabilmente dalla sua reiterazione verbale. Ma il“ giovanilismo” è altresì inquietante per chi ha più memoria, pderchè la storia del secolo scorso ci insegna che il giovanilismo che identifica il nuovo in termini anagrafici, è la forma che tendono ad assumere i movimenti che si fanno regime, dal futurismo al rampantismo degli emergenti craxiani, di cui il berlusconismio è stata la fase estrema. Si è sofferto e perduto una vita per liberarcene e per liberarne i giovani.
Ma un giovane dice parole verissime, che vanno oltre ciò che può voler dire, se obbietta che c'è una senilità che si appropria di qualcosa che non è suo.Direi di più, le nostre generazioni si sono venute appropriando del futuro dei giovani. E' di natura inter-generazionale il conflitto presente tra garantiti e precari, tra occupati e disoccupati, e non poteva non ingenerare il Big Bang del dissidio dentro il Partito democratico. Ma la contrapposizione pregiudiziale della rottamazione, in forme dialettiche intollerabili- è forse una colpa disonorante che il proprio segretario di partito abbia l’età del proprio padre, o l’ex leader di governo quella della propria avola?-, non poteva che legittimare il deleterio arroccamento del gruppo dirigente da sostituire nella sua rivalsa- con un’arroganza che può ricordare l'orgoglio sprezzante del vecchio PCI, che si scrollava di dosso i dissidenti come fossero i pidocchi di un glorioso cavallo- Occorreva invece che si producesse la differenziazione del partito democratico e del riformismo in una feconda polarizzazione complementare.

Quanto al rifiuto di ogni sviluppo o realtà duale- garantiti e precari, evasori e tartassati dal fisco,- ha un corrispettivo spirituale nell’adualismo che è l’orientamento prevalente nella teologia contemporanea e nella spiritualità indiana.
Nell'esercizio della mistica della politica come inerenza alla vita nella sua pienezza, lo traduco nell’applicazione del principio cristologico- calcedoniano- che non sia separato ciò che è indivisibile e che non sia confuso ciò che va distinto, nel far valere l’ istanza che le polarità siano fecondamente complementari e non oppositivamente distruttive, siano esse capitale e lavoro, Occidente e Oriente, vecchi e giovani, destra e sinistra, (leopoldini e bersaniani, per i miei interlocutori del Big Bang)

Mi pare che sia ovvio, in tutto quanto dico, che fare politica in Occidente è oggi difficile perché occorre fare accettare all’opinione comune l’inevitabilità del nostro impoverimento rispetto ai Paesi emergenti, che i rapporti di forza del colonialismo si sono rovesciati, irreversibilmente Si tratta di puro realismo.
Si guardino anche solo gli indicatori demografici, che preannunciano che la popolazione dell'Africa sta raddoppiando

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