domenica 9 aprile 2017

il complesso dei templi di vyas badora

Il complesso dei templi di Vyas Badora, un villaggio nel distretto di Chhatarpur situato 8 km a est di Chandla, e a 53 km a Nord est di Khajuraho, comprende in particolare un duplice tempio dedicato a Shiva e un tempio in onore delle Chausat Yogini. quanto mai inusuale nelle sue forme
Il tempio gemino shivaita, è in granito , ed è composto di due edifici di culto raccordati e pressoché identici, sia in  piano ed elevazione che in ornamentazione fino a in ogni dettaglio, differenziandosi solo nello stato di conservazione.  Tutti e due i templi,  allineati parallelamente, sono costituiti di un portale  d’accesso ciascuno dei quali principale, volto a oriente,  dal corrispettivo mandapa cui esso è d’ingresso,  l uno simile all’altro e dal santuario del garbagriha al quale  la sala dà adito,  preceduto dal vestibolo di un antarala e sormontato dal solo nucleo superstite di un sikhara  che a sua volta  dà adito a un proprio garbagriha Entrambe le salette tra loro  simili dei mandapas sono collegate da una breve galleria . A ciascun  mandapa recano  ulteriormente due entrate laterali che si fronteggiano in profondità,  spezzandone i  fianchi  elevati a balcone in guisa di transetti. (Entrambi i mandapas  precedono  a loro volta  un proprio vestibolo ed il santuario del) Al  rispettivo garbagriha un tempo volgeva un  nandi in adorazione del lingam al suo  interno,  riposto in una nicchia. sulla parete di fondo. Della coppia dei veicoli animali del dio resta ora soltanto un esemplare dilapidato. In elevazione  entrambi i templi  presentano la partizione   nel basamento dell’ adishtana costituto dallo zoccolo del  pitha e dal vedibhanda,   nel sopraelevarsi delle  pareti del jangha lungo le quali si dipartono a guisa di pilastri  5 proiezioni principali  per lato,   delle quali soltanto quella centrale , il badhra, è fregiata di nicchie., delle modanature del varandika e dai due sikharas che sovrastano i rispettivi santuari, di cui rimane il solo nucleo interno .
Il basamento iniziale del bitha o zoccolo  consiste di tre modanature, quella iniziale e quella terminale lisce, mentre quella intermedia è fregiata di rombi floreali diamantini.
Su di esso si stagliano le conformazioni del plinto o pitha, composte di un jadya kumba, un karnika, un kapota ornato di gagarakas e di takarikas con un fregio di rombi.
Quindi si susseguono le modanature del podio o vedibhanda , un kura reticolato a scacchi, secondo il motivo della jalaka, un kumbha con madhya banda e rombi, un kalasa insolitamente fregiato di gararakas sottostanti e di takarikas superiori, sormontato da kapota e pattika.
Una nicchia che conteneva una statua si erge tra la seconda modanatura e il vedibhanda all’altezza della proiezione centrale del badhra di ogni tempio, preludendo alla duplice nicchia che in esso è albergata  nella decorazione stessa dei suoi pilastri badhrakas, che presentano un corso intermedio e lungo lo stipite inferiore di roselline e rombi floreali diamantini.
Tale basamento è di per se già di grande rilevanza perché proietta il tempio oltre il periodo pratihara, in cui solo  nel tempio di  Barwa Sagar  una serie di modanature  soggiacenti al vedibhanda di kura, kumba, kalasa e  kapotika  dà luogo a un pitha vero e proprio, e appare attestata per la prima volta una sorta di karnika.
Lungo le pareti del jangha  si dipartono nelle vestigia di pilastri 5 proiezioni principali per lato, delle quali soltanto quella centrale, il badhra, è fregiata di nicchie, prefigurando una conformazione pancharatha del tempio.
Tali pilastri-rathas,  nel loro elevarsi oltre un kapota tra due recessi, con takarikas e gagarakas e  decorato con roselline e rombi floreali diamantini, da un ulteriore profondo recesso intermedio appaiono divisi in due sezioni, ad entrambe le quali sottostà un kapota che replica quello soggiacente in gagarakas e nell’ornamentazione  di roselline e rombi floreali diamantini,: Tale ornamentazione   è il pregio ed il  fregio, ampliato, di una fascia duplice nella prima sezione, e unica nella seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?. Tali fasce compartiscono a loro volta le due sezioni del pilastro nelle specchiature di rombi diamantini.  Tali rombi  dilatati ,  campiscono  gli stessi badhras,  i loro stipiti ei pilastri badhrakas, ricorrendovi, alternati a roselline,  tra i gathapallavas dei due vasi dell’abbondanza.
Nicchie simili , cui ne succedevano altre ai lati del frontone del sukanasaika, ricorrono nella kapili esterna del vestibolo dell’antarala, secondo una consomiglianza nell’eminenza devozionale tra badhra e antarala, che risale ai templi pratihara e che ritroveremo nei templi Chandella
Un capitello bharani, un kapota ulteriore  con gagarakas e takarikas e un kapota (o pattika )di nuovo a rombi e rosette con gagarakas si susseguono a costuire la varandika e negli upabadhras che affiancano il badhra centrale e nei karnas d’angolo precedono gli sringas di miniature tri-rathas  di sikharas.
All’altezza della base di tali sringas è  quindi la volta della varandika , composta , oltre di due modanature lisce- di pattika(‘?), kapota,_  dal ricorso successivo di più antarapatras  a rombi tra pattikas con jalakas patterns.
Ad un raffronto esterno con altri templi  Chandella edificati in granito,  il tempio shiva di Vias Badora  presenta affinità accentuate con il tempio Rahila di Mahoba,  non solo nella grandiosità della mole nell’elevazione e nel piano, che anche nel tempio Rhaila ha  due ingressi laterali oltre a quello frontale del singolo mandapa dell unico tempio, ma ancor più nella ornamentazione, le cui modulazioni sono identiche  in tutto il decorso del vedhibandha.
Sono particolarmente significative le particolarità insolite ad accomunarli del jalaka pattern  del kura- abitualmente liscio., e dei gagarakas del  kalasa del vedibhanda, che di solito è del tutto disadorno.
Inoltre in ambo i templi i rathas presentano rathas in cui  fregi di rombi e rosette intervallano rombi diamantini più cospicui, benché un recesso non intercorra a sezionarli.
( E una caratteristica che accomuna ambo i templi a quello di Badargaon  nel distretto di Tikamgarh, un tempio di transizione di estremo interesse: simile in piano ai templi Pratihara, giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico dell’ardhmandapa, ma sormontandoli per la elaborazione dell’adhishthana in unno zoccolo e un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika,  e affine ai templi di Vias Badora e di Rahila nelle rathas e nel ricorrenza ornamentale continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas,  e precorre o si assimila già ai templi di Khajuraho nel  suo sikkhara di cui diremo (che non solo raccorda allo slancio ascensionale dei propri lata quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio siringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.)
Segue nel tempi Rahila a dare inizio già alla varandika una chaddya Kutha in luogo del capitello bharani ,  ugualmente con forte rilievo aggettante,   prima di3, 4 Kapotas successive con gagarakas e fregiate di rombi e rosette, come in vias Badora, . La differenza rilevante   che emerge a tale altezza è che per ogni proiezione nel tempio ha inizio il succedersi di una serie di sringas, proprio come nei templi Bumij ritenuti postumi a quelli stessi sandhara di Khajuraho.
Nel tempio shivaita di Baragaon il varandika è quantomai assimilabile a quello del tempio di Vias Badora in quanto in esso un sommario capitello bharani precede due kapotas con gagarakas e takarikas ed il fregio sul profilo di rombie rosette. e precorre o si assimila già ai templi di Khajuraho nel  suo sikkhara di cui diremo Solo che a tal punti a farsi precorritore o emulo retrivo dei templi di khajuraho il sikhara raccorda allo slancio ascensionale dei propri latas quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio siringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.)





I templi Chandella così considerati precorrono sussistono al contempo di quelli di Khajuraho e ad essi sopravvivono,  in forme elaborate e scolpite solo geometricamente, corredate di statue solo nelle nicchie dell’antarala e dell’adhishthana al’altezza del badhra,  con una rilevanza assoluta di rombi, rosette, jalaka pattern, e palmette nelle sole trabeazioni, ma architettonicamente spesso più complesse e non meno monumentali, perché, con l’eccezione di quello di Baragaon, per questo più affine, dove si conservano unì’immagine di ganesha e di Chamunda nelle nicchie dell’antarala,  non erano finalizzati come i templi della capitale religiosa a una visualizzazione esterna  di immagini religiose, , il che richiedeva una linearità architettonica nel piano. In essi in piano è già presente un mandapa d’ingresso al  garbagriha, anche in forme gemine . o trigemine – come a  Sijari Makarbai-, quale è presente in precedenza solo in  Badari Patoh, oal contempo  in Notha,  ed in elevazione come non è attestato compiutamente che nel jarai Math, si sviluppa la conquista monumentale di un plinto e di uno zoccolo, che elevano a podio il vedibhanda in cui soltanto consisteva  il basamento dei templi pratihara.
I loro rathas e badhra senza ornamentazioni di statue sopravvivranno come una variante provinciale ai templi di khajuraho nella stessa Ajaigarh, mentre i loro sikharas costituiranno varianti  del semplice latina, o secondo la tipologia bhumi, in Mahoba, o secondo quella invalsa in Khajuraho.

Con una  considerazione finale.  Che agli albori del millennio coesistessero tipologie che si considerano per lo più  successive l una all’altra, o che ci si rifacesse, a tipologie e forme  aspetti costituenti del tempio hindu che ora ritroviamo solo a distanza, assemblandoli e ricreandone una sintesi monumentale superiore,  può sorprendere solo chi ignori o rimuova il dato che il più purtroppo è andato perduto, con la distruzione di tutti i templi di kannauj da parte di Mohammad di gazni,   dove presumibilmente si irradiava e coesisteva ciò che oggi e remoto nello spazio e nel tempio, e di cui templi tra i minori e più sconosciuti serbano gli indizi remoti 

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