martedì 18 aprile 2017

Nel sonno della mia Resurrezione pasquale

Nel sonno della mia Resurrezione pasquale
Si sta rivelando un errore tremendo che abbia fatto disfare l ufficio del Bapucultulturaltours dove tenevo le mie lezioni, e dove non ci recavamo più io o Kailash o i nostri bambini, pur di risparmiare le 2.000 rupie dell’affitto mensile, e poter imporre alle altrui richieste nei miei confronti, di Kailash, Mohammad, dei miei familiari in Italia per assicurare a mia madre ogni conforto nella sua vecchiaia, il limite pesantissimo che così ponevo a me stesso, senza più consentirmi niente di più che il mangiare e il bere , oltre al ricorso ai farmaci sedativi, l uso di internet con la connessione più economica. e disagevole, qualche ebook di tanto in tanto.. 
“ I felt bad, ho provato dispiacere- ha poi detto Kailash, a opera compiuta, “ era veramente così bello…”
Così facendo, sacrificandomi a tal punto per potere imporre agli altri di limitare le richieste che mi avanzano, di notte non sogno Kailash o Mohammad, o i miei piccoli bambini indiani, ma il continuo corpo a corpo in cui mi sbrano con la figura di mia sorella, che in me è colei che esige per mia madre un obolo sempre maggiore, incurante della mia situazione reale, e per mia madre più che l’affetto vale il ritornello mentale “obiit anus abiit onus”, avverto la fonte d’angoscia che mi fece sbiancare, quando lei mi ebbe a dire rallegrandosene che con quel tenore di salute che si ritrova, un medico le ha pronosticato che diventerà senz’altro centenaria.
Nei confronti dei miei ulteriori familiari che ho in Italia, più che la riconoscenza per il loro rispetto delle mie scelte, per quanto di ammirevole fa mia sorella per mia madre, consentendomi la vita pur grama di meravigliosi affetti che qui vivo in India, in me si rinfocola così inestinguibile il risentimento per tutto il disprezzo che hanno ostentato per come figuro socialmente in ciò di cui solo dispongo e per cui non ho ricambio, per l irrinunciabilità che professano di tutto ciò di cui debbo fare a meno e non mi è concesso, auto, viaggi continui, ristoranti, abiti belli, tablet e smartphones, case proprie confortevoli riscaldate d’inverno e climatizzate d’estate .Con loro, di fatto, il ritrovarci a distanza di anni è stato il reinghiottire ciò che avevo in animo e il farmi tremebondo di giustificazioni per non apparire un miserabile che striscia sulla faccia della terra, al cospetto di domande del genere:
“ Ma perché non prendi un altro volo aereo dalla capitale al tuo centro d’arrivo dove vivi? ( tu, sottinteso, che come tutti gli straccioni di questo mondo, i malriusciti colpevoli d’essere senza successo, ti adatti ancora a fare invece 12 ore di sudicio treno ?)
Di Kailash e Mohammad sono riuscito finora a tollerare le pressioni e le sollecitazioni perché a differenza dei miei familiari in Italia la loro situazione è senza scampo senza il mio aiuto, ma se Kailash tutto intende e ha nel cuore, e i suoi bambini si conformano meravigliosamente, nel moderare le richieste di Mohammad ben poco potere dissuasivo ha avuto, quale esempio testimoniale, che lui mi ritrovi sempre e solo in Khajuraho, rinchiusovi nella mia stanza, che egli sappia bene che vi frequento, per lo più con lui, solo i caffè e le locande meno costose, come finora non vi sia entrato una sola volta a visitare i templi su cui pur conduco la mia ricerca, per non pagarne ogni volta il biglietto d’ingresso di 500 rupie, nemmeno facendolo desistere che non mi sia ancora riacquistato il cellulare che mi hanno rubato, e che acceda ad internet con una connessione che non mi consente più nemmeno l’upload d’immagini, o il download dei games di Pokemon che Chandu ieri ha invano tentato seduto sulle mie ginocchia.
Oramai, per gli errori di Kailash che senza interpellarmi si è troppo esposto nei confronti di suo padre, assicurandogli da parte mia un aiuto per cui anche la famiglia di Mohammad viene ora a dipendere da me, nella emergenza continua della sua situazione il ragazzo ricorre a me in tutto e per tutto, soprattutto ora che è rientrato da solo da Kanpur, irretendomi in uno stato delle cose per cui se non accetto quanto richiede, decado dall’essere il suo Dio e finisco per essere chi con i suoi dinieghi può indurlo al suicidio
Così ieri notte, quando gli ho telefonato sul tardi, temendo che si fosse isolato al telefono da ogni contatto in cupi propositi , mi ha anticipato la richiesta per oggi che gli pagassi la bolletta della luce, cui sono certo seguirà quella del pagamento della nuova bombola del gas, della ricarica della sim card di cellulare e smartphone.
Io ho tergiversato, ho differito la risposta, così come mi servo del fatto di non disporre del cellulare per diradare i nostri contatti, poi ho trangugiato una sovradose di ansiolitico e sono entrato nel sonno della mia resurrezione pasquale.


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