sabato 15 aprile 2017

mohammad, di ritorno

Ieri sul tardi è ricomparso nella mia stanza Mohammad reduce da Kanpur, nel nuovo taglio di capelli che lo faceva apparire nella sua bellezza  più uomo e meno ragazzo, fragrante di profumo nella sciarpa che recava sulla diellaba che portava come d’abitudine ogni Venerdì islamico-
Ma non era andato alla moschea per la preghiera del Venerdì, ora che non crede più a Dio, più a nient’altro che all amore per la sua Mouskan, e alla sua amicizia per me,  le ragioni affettive che l’avevano indotto a lasciare in Kanpur la propria famiglia, per ritrovarsi  in Khajuraho da solo nella loro casa, in cerca di un  lavoro per sé e di un  negozio per il padre.
L’aveva ritrovata sporca e tutto il giorno si era dato da fare per pulitla, cucinandosi pomodoro e cipolle di cui nutrirsi con un po’ di chiappati.
Mentre ci recavamo a piedi al Madhur cafe, - sembrava ieri quando mi aveva spiegato che madhur in sanscrito significa dolce, dolce come il canto dell  usignolo, dolce come una voce, dolce coè Chandu per il mio amore, - al telefono ricontattava il cugino desolato, perché anche il secondo figlio che aveva avuto la moglie era appena morto dopo il parto.
Prima che Mohammad lasciasse Khajuraho per Kanpur, era avvenuta anche la morte di un suo vicino di casa, per un’emorragia  esofagea, a causa del suo alcolismo, che  aveva causato la morte già del fratello, ed essendo già scomparsa sua moglie, un amico di Kailash  che ne era il nipote aveva ereditato in sorte i suoi tre figli che si erano aggiunti altri due  del fratello già deceduto,  e si era ritrovato così a provvedere a  cinque piccoli con il suo salario di muratore di appena 300 rupie.al giorno.
Né da Kanpur Mohammad aveva da recarmi liete notizie. La sorella aveva la bocca guastata dalla piorrea, ed il medico curante si era adirato con la madre per quanto aveva trascurato la figlia, che ora avrebbe dovuto essere operata.” Ne avrà almeno per altri due mesi” mi ripeteva Mohammad
Al padre era stata riscontrata una forma di idropisia, di ascite che gli gonfiava il ventre, come gonfie aveva le gambe, e il volto. Sarà di ritorno dal medico tra quindici giorni,  ma intanto ha perso il posto di lavoro che gli era stato riservato in una fabbrica di cooler, essendo parso nocivo per la sua salute, ed il suo posto è stato già occupato da un altro,
Ma la madre lavorava, per 200 rupie al giorno, addetta alla mansione di infilare capi di abbigliamento nei loro involucri, e questa era la notizia consolante che comunque poteva recarmi, a  conforto  di un suo stato d’animo di ritrovata energia e  vitalità, che lo animava dei più asseriti fermi propositi. Sapeva che ora doveva trovarsi un lavoro, che solo così avrebbe potuto recuperare l’anno di scuola che si profila perduto,  mostrarsi responsabile e farsi indipendente , secondo le sue stesse parole, che ero consapevole con quanta cautela dovessi prendere per buone.
Anche Kailash , quando gli avevo detto che stavo domandando tramite messenger di facebook un aiuto al mio giovane amico Rahul per Mohammad, aveva asserito che non c’erano problemi se era la richiesta di un lavoro, come ad altro non avevo pensato,   e non di denaro.
Ma se consideravo a come si e risolto finora ogni sforzo di assicurargliene uno, che lo rendesse indipendente, a come mi è invece avvolta sempre più intorno e all’interno la sua situazione e quella della nostra famiglia,  prendendomi tutta la mia vita futura, a come mi ha  irretito nel destino stesso dell intera famiglia di Mohammad, e non solo del ragazzo, assicurando al padre di sua iniziativa il mio aiuto nel reperire e nell’affittare un negozio, nel dotarlo del banchetto per la frutta e di quanto gli serva,  quando ogni sua attività lavorativa è solo una perdita e non mi reca sollievo nei miei sforzi economici…
Gli ho chiesto perché l’avesse fatto, sordo ad ogni mio invito a non darsi da fare più di tanto, a non intervenire più oltre, a lasciare le cose al loro corso, sapendo bene, come gli avevo detto, e ripetuto, come in India se allunghi un dito ti si prende un braccio, l’intera esistenza , che se avesse provveduto a se stesso e alla sua famiglia come febbrilmente  si stava facendo in quattro per Mohammad suo padre e gli altri suoi familiari, anche solo una volta raccogliendo il mio invito a recarsi in Chhatarpue, chìè in espansione, per perlustrare le occasioni che offriva……
L ho fatto per farti felice, mì ha detto, per non vederti  triste, sapendo  cosa è per te Mohammad.
E l’amico che così si comporta è lo stesso che nella ambigua doppiezza del suo atteggiarsi  inveiva contro Mohammad come un opportunista ladro, alcune sere fa, credendo che quando l avevo appena contattato al cellulare  egli, non io,  avesse sollecitato che  potessi staccare per ritelefonargli a mie spese, il che Kailash fa abitualmente,  le pochissime volte in cui sia lui a telefonarmi dall India e non io dall Italia.
“ Adesso che è rientrato da solo è come un maraja di cui sei il servo…dovrai cero  dargli da mangiare ogni giorno… e quando suo padre rientra,  cercargli il negozio…”
Un’anticipazione dell evolvere degli eventi era stato il porsi del problema dell’autorickshaw , che andasse a prendere Mohammad al suo arrivo di notte da Kanpur alla stazione.esterna di Khajuraho  Defilandomi il più possibile, per evitare attriti,  chiedevo a Mohammad di contattare un conducente che mi conoscesse,  che potessi ripagare il giorno seguente, di passare al cancello di casa se questi avesse voluto essere retribuito prima di averlo riportato a casa. Dovevo in ogni caso affrontare Kailsh perché non chiudesse a chiave il cancello ed egli prima s’imbizzarriva credendo che gli stessi chiedendo di andare a prendere Mohammad alla stazione, dove ha paura a recarsi di notte, e nemmeno andrebbe a prendere suo padre, poi era lui stesso che contattava un autorickshawallah  di sua conoscenza perché fosse all’arrivo del ragazzo per ricondurlo in Manjunagar.
“ Io non so perché sia così, mi diceva l’amico, ma per quel chor e madarchod di Mohammad sto facendo ciò che non ho fatto per il mio Ajay.
E così la vita, e dobbiamo accettare che così sia. Anch’io sto facendo per voi più di quanto non faccia ciò che non faccio per mia madre la mia famiglia in Italia- se solo ripensavo a come mia madre fosse divenuta un obiit anus abiit onus,  a come  fossi sbiancato quando mi aveva detto che il dottore l’aveva rallegrata dicendole che poteva diventare una centenaria,- e tu stesso mi hai detto più volte di avere fatto per me quello che non avresti fatto per tuo padre.”
E ‘ cosi che vanno le cose e che adempiono disegni più grandi delle nostre vedute,  se non diciamo no a ciò che il cuore ci detta, contro ogni sordità e ragionevole resistenza.
Mohammmad, seduto a me d’accanto sulla panchina mi mostrava quanti messaggi fossero già intercorsi tra lui e Mouskan, sotto la dicitura fittizia Low Bactery . Con quelli che si stavano scambiando avrebbero raggiunto tra poco il migliaio.
La coppia di giovani innamorati di Manjunagar di cui mi aveva detto in settimana , che era fuggita per  imporre la propria unione prima che tra un mese e mezzo la ragazza fosse costretta a sposare un uomo che non amava,  si era fermata a Rewa, dove si ritrovava senza denaro. Erano fuggiti con l oro e l’argento che avevano sottratto a una nonna della giovane,  e non aveva avuto il coraggio di commerciarlo.
“ E tu e Mouskan fareste così?- gli chiedevo
“ No. Anche lei è contraria. Prima chiederemo il consenso delle nostre famiglie.
“ E se seguitano ad essere contrarie?
“ Mouskan mi ha detto che allora non vorrà più sposare nessun altro. E anch’io farò così.
Cos’ addio gli Ali del loro Babbà”, i babies di cui sarei stato felice di essere il nonno.
Coisì’ dicendomi Mohammad mi sembrava  più  forte nel porsi rispetto al proprio futuro.
Non era certo il ragazzo che con il ricatto del suo suicidio tentava di impormi di accettare di tutto, come a volte torna a fare Kailash , prospettandomi lo spettro di Bahoriband, della famiglia sterminatavi da un padre sconvolto dai debiti.
Mohammad passava a mostrarmi i video del suo smartphone, mentre i miei occhi infastiditi dal bruciore del sudore Uno in particolare riguardava dei gruppi coreografici che come le danzatrici di certe stampe e dipinti del Rajasthan, o in Orccha,  erano composti a simulare le forme di un animale.
“ A volte mi guardo anche le tue fotografie. Come chi soffre guarda il suo Dio..”
“ Mohammad, gli dicevo grato e trasecolato, se solo immaginassi che pensieri passano per la testa del tuo Dio”
E smentendomi nel mio status divino, gli chiedevo, scherzando, se ora che si ritrovava in casa da solo si fosse proposto fosse stato dell idea di farvi venire Mouskan.
“Glie l ho detto scherzando e lei si è rifiutata. “You have dirty mind- lo aveva  messo a tacere.
Gli ho chiesto se parlassero tra loro di me- Mouskan crede che io sia un  suo buon amico, solo non si spiega perchè io non sia sposato. Mohammad le ha detto di non avermelo mai chiesto e che non intende chiedermelo.
“ Ed io , tu credi che possa avere dirty mind?”
“ You have clean mind “ asseriva Mohammad.
Io lo guardavo di tralice, come per dirgli di fare attenzione comunque al suo Dio.








Nessun commento: