Sono giorni di distensione radiosa tra me e Kailash, ora che io ho ritrovato un’esistenza di insegnante più confortante e serena, e Kailash il ritorno ad un lavoro che gli consente il seguito operoso delle sue varie attività: la cura dell'orto e dei campi di sesamo ( tilli), il riscontro del latte che fornisce la bufala in più di quello (oltre a quello) che alimenta il suo neonato bufalino, quanto il bilancio del reddito utile, per esiguo che sia, che si può trarre dal nostro negozio di barbiere, pur se si avvicinano i giorni di Navaratri in cui nessun hindu si taglia i capelli.
Tale accettazione tranquilla del corso dei nostri giorni, di ciò che siamo e possiamo fare per quel che ci offre la realtà in cui viviamo, è la attuale linfa amorosa della nostra felice amicizia, che ne alimenta una letizia ch'è pur sempre intimamente afflitta dal pensiero soggiacente di chi manca al novero delle vite presenti, la cui latenza si addensa in me in una trafittura, ogni volta che passandoli in rassegna parliamo nuovamente dei nostri bambini viventi, di Ajay, e Poorti, e Chandu, del nipote Ashesh che oramai fa parte della famiglia a tutti gli effetti.
Ora Porti, l'impertinente Poorti, è di una maliziosa delizia quando alle mie avances dall'Italia che per conto mio (per me) Kailash le dia almeno un bacio, può rispondere divertita che non deve fare nemmeno lo sforzo di sottrarsi, tanto non sono là,tra loro, nella stanza che li accommuna in mia assenza...
All' inizio della settimana, parlando del negozio per turisti presso l'Eastern group dei templi di Khajuraho, cui l'ha addetto l' hotel Harmony, il sollievo per entrambi che finalmente Kailash abbia potuto riprendere il lavoro, è divenuto spassosa allegria, quando ci siamo messi a parlare di quanto chiede ai turisti per i libri di Kamasutra che aveva venduto in giornata a dei visitatori indiani dei templi Jain...
“Se sono turisti stranieri inizio con il chiedere quattrocento, quattrocentocinquanta rupie, per poi scendere a trecento, duecento, e finendo per accontentarmi di centocinquanta, ma se sono indiani chiedo all'inizio centocinquanta rupie, per poi scendere a ottanta, settantacinque..”
“E qual'è il loro costo per il padrone?
“ Quaranta, quaranticinque, al massimo cinquanta rupie”
“ Ma così you are a cior, sei un ladro..”
“ But, listen, così fanno tutti, in tutti i negozi...”
Quando però mi ha detto della fatica che gli costa la ripresa del lavoro, l'adempimento che di fatto gli ho richiesto, (come di fatto gli ho richiesto che accettasse), ritrovarsi per ore e ore nello stesso spazio ristretto, senza che il sangue possa circolare per il corpo sino agli arti quanto ne avrebbe bisogno, ho sentito serrarmisi il cuore, sapendo che il mio amico deve sottostare ogni giorno a tale costrizione per otto ore, distanziandosi dai suoi bambini, al fine di un guadagno mensile di appena 1500 rupie, nemmeno 30 euro, che senza difficoltà alcuna potrei inviargli in aggiunta a quanto gli dono..
Ad essere per Kailash un vero motivo di ansia è stato in questi giorni piuttosto un sogno notturno, in cui un cobra gigantesco era sorto dal fiume ch'è nei pressi del suo villaggio, per inseguirlo fin sotto casa, dove Kailash al cospetto di una donna che non si agitava, ha iniziato a lanciargli contro pietre, ed il serpente ha mosso al suo attacco mordendolo al piede.
“ Oh, oh, oh, mi sono messo a gridare allora svegliandomi... Anche Vimala è stata risvegliata dalle sue grida d'affanno, ed egli avrebbe voluto telefonarmi, sia pure ad ora tarda, talmente era rimasto turbato, senza più trovare la continuità del sonno.
Si è chiesto se il sogno risalga a un suo errore, a qualche eventuale mancanza che abbia potuto commettere nei confronti di qualche dio. Gli è stato consigliato di recarsi al tempio di Shiva per una puja. Ne ha quietato l'inquietudine la ricorrenza notturna del sogno, il farto che il sogno sia sopraggiunto quando era ancora l'una, sono infatti i sogni sul far dell'alba quelli forieri di presagi, secondo quanto ritiene il senso comune indiano che condivide (mi ha espresso).
Io ho cercato di ricondurre le ragioni del suo sogno a qualche indumento o lenzuolo o coltre attorcigliatasi, che potesse avere originato in lui la visione del serpente, ma così dicendogli tentavo di sopire la mia stessa inquietitudine, al ricordo del sogno di felicità, quasi un anno or sono, che avrebbe dovuto avverarsi al mio ritorno invernale in India, in cui io e Kailash eravamo gioiosi di giocare con il nostro Sumit, il sogno che ha preluso alla sua morte solo dopo qualche settimana.
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