lunedì 6 dicembre 2010
nel suo grido di gioia
L'immagine del mio bambino che mi viene incontro nel suo grido di gioia infranto dalla morte, mi rende insostenibile la realtà della vita che incarno, che seguito a vivere, e che mi resta da vivere, come la morsa di un dovere verso chi è rimasto. La stessa vita buona è una finzione in cui rientro mediante la rimozione per poter sopravvivere, l’amare, asciugando le lacrime di chi nel suo cuore seguita a piangerlo, è il solo conforto e solo il conforto del sollievo di una sequela, la mia fede ardendo della follia di sperare di rivederlo in Dio.
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