Signore, anche se la nebbia cede al
sole che intiepidisce le membra,
e la fiamma divampa a riscaldarle nel
fuoco notturno,
vaneggia la mia mente
qui ove la pietra di Shiva è il nudo
interesse del calcolo,
le mie ginocchia si spezzano ad ogni
gradino,
oh, come andato, andato, all'altra Tua sponda,
oh, come andato, andato, all'altra Tua sponda,
oltrepassato del tutto
e qui rimasto...
(om gate, gate, paragate,
parasamgate bodhi svaha...)
e qui rimasto...
(om gate, gate, paragate,
parasamgate bodhi svaha...)
ma pure così, finché duri questo oggi,
Tu fammi pur essere per (iquesti miei cari) chi mi è caro fino al mio mancamento,
Tu fammi pur essere per (i
e se quand'io entri nel Tuo riposo, alla mia fine /morte, nelle loro età
sopraggiunte,
nel seme di chi
ne è il seme
saranno essi ancora senza
sostentamento,
provvedi per altra mano al loro futuro,
scongiurando ai loro giorni del dolore
l’ora di nuovo della morte del
figlio,
nel tormentio del freddo (, tra le
luminarie della desolazione,)
com'è dolce il ciotolio intanto di
Vimala,
la confidenza tra me e Kailash, nei
nostri bambini nelle loro scuole,
tale Tua luce di lacrime tra le
apprensioni assillanti,
per chi non trova più la Tua Parola che nel disgelo d'amore
per chi non trova più la Tua Parola che nel disgelo d'amore
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