Oggi non hanno richiamato Kailash da Goa, né il suo conoscente della stessa sua casta di barbiere né il proprietario italiano del ristorante per cui costui lavora, per dare un seguito alla proposta di un colloquio per una sua eventuale assunzione come cameriere addetto ai tavoli. Erano spenti i loro cellulari in mattinata, e certo non sarebbero stati riattivati durante l’orario di servizio. Ma era bastato che si riproponesse per l’amico tale possibilità, già ventilatagli a suo tempo, perché egli si fosse sentito già mobilitato, e la famiglia si fosse unita unanime in un vai, via da solo per ritrovarsi da solo a migliaia di chilometri di distanzao, purchè assicurasse loro più rupie in casa con un salario maggiore e più certo più rupie a loro disposizione. Kailash mi ha detto del resto di non poterne più della situazione che in Khajuraho, si è creata in hotel, con il venir meno da un anno delle prenotazioni di turisti stranieri, e per l insipienza del proprietario, incapace di conciliarsi i favori dei capicomitiva dei turisti indiani, del Bengala o del Gujarat, per la sua inamabilità c mancanza di premure e favori verso i cuochi e i conducenti al seguito. Non più di tre, quattro stanze mediamente, Kailash mi dice che ogni giorno sono occupate in hotel, a conferma della sua bad position quanto degli altri hotel locali di Khajuraho, eccettuato il contiguo hotel Surya , dove una nuova comitiva di Bengalesi è di stanza prende alloggio ogni giorno,giusto per in grugnire in una gelosia furente il padrone di Kailash. “ Hare Rama, Hare Krisna,”costui non fa più che ripetere di continuo, a questo o a quello degli inservienti ed addetti anticipando che dall indomani dovrà fare a meno di lui. E solo che qualcuno gli suggerisca di fare altrimenti con chi può procacciargli o propiziargli gruppi di comitivw, “ Il proprietario qui son io e qui decido io” replica in tutta risposta, fosse anche il figlio che così zittisce seccamente, che del resto ha già fatto ritorno in Italia e nel Belgio per riallacciare i suoi affari. E tale e tanta sordità ottusa non fa che esacerbare in Kailash il rifiuto dei modi in cui è stato trattato nei suoi servigi resigli durante tutti questi anni Pronto il padrone a decurtargli un salario inglorioso per ogni minima assenza per ragioni di salute o famigliari, senza riconoscergli nessuno straordinario che possa essergli costata la permanenza in hotel anche quindici ore, a esigere che si faccia anche il suo muratore durante la morte stagione e ad a inveire nei suoi confronti se di rientro alle cinque del mattino lo trovi che pisola assonnato, quando l amico crolla dal sonno perché fino alle due o alle tre di notte è rimasto a vegliare per intercettare il sopraggiungere lungo la strada di fronte di qualche turista tardivo. A kailash che mi chiedeva una mia opinione sul da farsi ho risposto che spettava a lui decidere, l’ultima parola, che non potevo dirgli né di si né di no, giacchè nel primo caso poteva insinuarsi nel mio spingerlo verso Goa la volontà di disimpegnarmi nei suoi confronti, nel secondo il rifiuto che diventi più libero di realizzarsi indipendentemente dal cappio del mio aiuto,ma qualora si decida a partire l’ho rassicurato che l’ aiuterei anche in questo, anche se stavo accusando il colpo infertomi giornata di essere stato derubato anche della mia bicicletta, - solo, gli ho consigliato, di non esporsi ad andare fino a Goa lasciando casa famiglia e un lavoro che gli resta per ora assicurato, per quanto resti precario, solo per un colloquio che sia dall’esito incerto, che chiedesse se poteva sostenerlo da Khajuraho mediante whats app, avrei dato ogni garanzia sul suo conto al proprietario o gestore italiano del ristorante, o comunque esigesse per mettersi in viaggio che il lavoro gli fosse garantito almeno fino ad aprile, quando per il gran caldo subentrante cesserà a Goa la stagione turistica. Di dentro, in un’angoscia ch’era la fragilità del mio residuo senso di esistere, sentivo esposto a ogni frangente il legame che mi unisce al mio amico, nel pensare Kailash avventurato tra ogni sorta d’insidia nel suo valore immenso che lui stesso disconosce , in termini di onestà e dedizione, di fedeltà ai doveri del karma.“ Sono povero in inglese, se devo scrivere le ordinazioni”, lui balbettarmi così, dopo tutti i clienti che ha affrontato alla reception, conducendo il tuk tuk dopo estenuanti attese alle uscite dagli hotels di lusso, trovandosi poi esposto ad ogni sorta di loro insolenza e vanità, senza che riuscisse a risollevarlo più di tanto chi l’avesse trovato fantastico quando si è avvalso di lui come manager del nostro bapuculturaltours., o ne ha accolto l invito a desinare nella nostra casa comune, avvilito e mortificato per quante voltesi si sia esposto a dire la verità su come stanno in india le cose senza essere creduto ai suoi clienti, o si sia e visto preferire gli altri dello staff di casta superiore, che dormono a fondo mentre lui al loro posto vigila insonne, quando c’erano da spartire bocconi o sono stati accresciuti i salari. E Ajay che saprà essere invece del padre per la mamma, per Poorti e Chandu, che ne sarà del padre di Mohammad alla guida del Tuk tuk di Kailash, senza l’ausilio comprensivo del mio amico?. “ Oramai è un vecchio tuk, tuk”, mi diceva l’altro ieri, accusa di continuo rotture mentre il padre di Mohammad non guadagna di fatto più nulla. Ottanta rupie, poco più di un’euro, il suo ricavo in tre giornate. Mohammad si tiene per se quel che guadagna ora come giornalista, cooperando per un’emittente multimediale, grazie ad Hari Ram di ritorno. Poco, ma in conformità con il suo formidabile talento. “ Quando tu vieni ?” il suo appello immancabile, le poche volte che può rispondermi al telefono.
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