lunedì 14 giugno 2021
Ultime dall India
Ieri sera quando ha risposto alla mia videochiamata Mohammad Anas era intento a un nuovo tipo di lavoro nella sua fabbrica di oggetti in plastica . Ora per 12 ore , dalle 8 di sera alle otto del mattino, invece che avvitare spray a flaconi di profumo destinati alla Spagna deve staccare l una dall’altra le guaine di plastica di coltelli. Un lavoro per il quale neanche i guanti servono ad evitargli tagli alle mani. Ma confida tra il 27 e l ultimo giorno di giugno di potersi sposare con Afreen, e di potere poi convivere con lei in un 1 bhk flats in Mumbay dove deve ancora traslocare con la propria famiglia, il che sarà per loro possibile grazie alla caparra di cui gli ho inviato l importo con moneygram. Non si tratterà di certo, come per me, di quattrocento e passa scatoloni di roba da trasferire per le vie di Mumbay invece che nel circondariato di Mantova, un via vai può bastargli. “E una delle più belle cose che abbia mai fatto, ho detto agli agenti all’atto di trasferirgli l’ammontare “ perché con quanto gli verso un ragazzo musulmano potrà sposare la ragazza che ama contro il volere della famiglia di lei”, un atto ancora più bello per il fatto che Anas è ancora nel cuore e nei sensi di entrambi il mio boy friend. E lo è ancor più se considero quant’ egli era di nuovo cupo, come nei tempi suicidali di Khajuraho, quando senza la minima inflessione di che cosa fosse un sorriso, mi ha detto di come il sogno d’amore tra lui e Afreen fosse brutalmente contrastato, soprattutto per l’ opposizione della madre di lei, quando a metà del mese scorso io l ho richiamato di mia iniziativa ed ho trovato finalmente risposta. Come era possibile, mi chiedevo sconcertato, se solo appena poco tempo dopo che l’intera famiglia di Afreen, gente quanto mai abbiente, aveva addirittura propiziato che Anas con la sua poverissima famiglia lasciasse la sua casipola in Khajuraho perché Afreen potesse ritrovarsi insieme con colui che era diventato il sogno della sua vita, da che se ne era invaghita in Kanpur, ancora fanciulla, durante uno dei loro viaggi periodici presso i loro parenti in Lucknow. Come, avevano finanche trovato una casa e un lavoro per il padre e la madre di lui , per lo stesso Anas, ed ora si rivoltavano contro tutto ciò, gettando nella disperazione Anas ed Afreen e lasciando senza più aiuti la famiglia di Anas?Ma era così, di fatto, irreversibilmente, perché la madre di Afreen aveva trovato per lei un altro partito e voleva combinarle il matrimonio con questo suo prescelto. capeggiando in famiglia l’opposizione più spietata a un possibile matrimonio tra Anas ed Afreen. La ragazza, per la cui educazione avevano speso 10 laks, secondo quanto mi confidava ieri Mohammad, consentendole di laurearsi in architettura-, ora tratteneva ogni mese 10.000 delle 12.000 rupie che la giovane guadagnava, e in casa la confinava in cucina e le lasciava solo gli avanzi. Ma del Mohammad più sconsolato lo sconforto sottaceva un suo piano, per il quale senza avanzare alcuna esplicita o implicita richiesta chiedeva tutto il mio aiuto: trasferirsi con la famiglia in un mono locale Bhk che consentisse grazie ad una parete interposta la convivenza in futuro di lui ed Afreen con la propria famiglia, per convolarvi dopo un matrimonio di sorpresa il più presto possibile, che battesse sul tempo i piani della famiglia sul conto di lei. 60.000 rupie quanto richiedeva ilo tutto, 25.000 rupie di caparra e di acconto per il BHK, 15.000 per la celebrazione legale del rito, 20.000 per un minimo di festeggiamento con gli invitati. In realtà Anas aveva già scelto il bhk che poteva fare per lui ed Afreen, doveva soltanto formalizzare l’accordo, una volta che gli fossero pervenute le mie prime 30.000 rupie.” Devo solo concordare tutto con Kailash, gli replicavo come babbà della sua famiglia”. Kailash non aveva alcun bisogno il giorno dopo di essere persuaso , era già dell’ idea come gli dicevo di che si trattasse, solo si raccomandava che Afreen e Mohammad cercassero casa lontano il più possibile dai famigliari di lei, per evitare di occasionare rappresaglie e vendette. Un Mohammad già ravvivato e luminoso di gioia, come le mie pianticine già in via d’estinzione non appena ritrovano l’acqua e la luce del sole, come il dì seguente iniziavo a procedere mi assicurava che il loro monolocale restava distante oltre 20 Km dalla casa di lei.” Ora non sono più quello di prima, sono un altro Mohammad.Prima pensavo solo a prendere, di tutto. Ora ho imparato a dare, Ora capisco che cosa ti unisce a Kailash e alla sua famiglia.” E giorni dopo poteva inviarmi la foto dell’assegno che gli era stato staccato. E si impegnava in ogni modo a restituirmi i miei soldi, , senza che io gliene facessi alcuna richiesta, Cosa quanto mai delicata, giacchè tutto quello che faccio e che do, lo faccio e lo do solo in perdita, ed è contro natura per me chiedere anche la restituzione di un prestito, la retribuzione di ciò che scriva o di una lezione che impartisca E seguita a volermi in Mumbay almeno il prossimo anno, quando è c erto di dare alla luce il suo primogenito Ali, di cui sarei l’Ali babbà che è il nonno del nonno del cuore. Non morire prima , mi supplicava, altrimenti, altrimenti io ti uccido”. Ciò che Mohammad così scherzamdo disconosce è che l eventualità che nel frattempo io muoia non è più associabile solo a un remoto incidente, ma sempre più l’esito prossimo che è inscritto nel deterioramento in atto del mio stato fisico e mentale, che mi disvela ogni accertamento sanitario.. Ciò che invece che amare facezie e un contributo corrente assommava nel frattempo tutte e nove le fatiche di Ercole, era ottenere che Kailash si sottoponesse alla vaccinazione anticovid..Con il diffondersi della seconda ondata pandemica, ed il susseguirsi anche in Khajuraho di chi moriva di covid perché non poteva più inspirare ossigeno, persone ancora giovani come lui, suoi conoscenti,di chi preferiva in tal modo morire in casa piuttosto che essere ricoverato e finire in ospedale, nel terrore se vi moriva di essere cremato lontano dai propri famigliari, Kailash si era confinato nel terrore domiciliare, precludendosi di recarsi al bazar per ogni evenienza. Ad angosciare entrambi era la debilitazione neurologica in cui erta ricaduto, per la quale anzitempo aveva lasciato il lavoro in hotel, dove in tempo di outlock per metà del salario precedente veniva obbligato al doppio del lavoro di prima, era il suo stato di prostrazione che gli causava già di per se difficoltà di respiro, togliendogli energia anche nell uso delle mani. Ogni giorno lo ricontattavo temendo che fosse una delle ultime circostanze in cui potevo vederlo ancora con i lineamenti distesi e con un lucido sguardo, prima che la videochiamata me lo mostrasse oramai contraffatto dall’agonia respiratoria e dal terrore negli occhi della fine imminente. Anche Vimala era come sbarrata in casa, per la morte a causa del covid di alcune vicine di casa e di conoscenti. Lo stato di salute di Kailash evitando debitamente ogni affollamento, e il dato che egli non rientrasse nella fascia di età di chi poteva vaccinarsi precludeva il ricorso al siero. che era quanto valeva ancor più per Vimala ed Ajay, ma certo, senza esporsi a inutili rischi, egli poteva pur sempre contattare l ospedale, chiedere allo stesso dottor Kare come procedere una volta che diventasse anche per lui possibile vaccinarsi, ma la sua inerzia restava totale. Come venivo a sapere che vi era un sito ( www.cov.gov.in ) registrandosi al quale ci si poteva prenotare per la vaccinazione facevo di tutto perché egli vi si accedesse, benché anche su di me gravasse il dubbio che la piattaforma valesse solo per i grandi centri urbani dell India, non già per un villaggio come Khajuraho e l infinita realtà rurale del subcontinente indiano. Invece la registrazione era possibile anche per lui, solo che tutto restava demandato alla realtà locale, che l’affrontasse comunque, insistevo, al che egli veniva a sapere che la vaccinazione non avveniva presso l’ospedale ma in un centro scolastico, dove si recasse una buona volta, dovevo sollecitarlo anche in questo, almeno per vedere come si svolgeva. Sia per la mia prima che per la seconda mia vaccinazione mi ero ricollegato a lui dal centro dove mi e3a praticata, perché vedesse come il tutto avveniva,, la serenità e la soddisfazione con cui la gente stazionava in fila, i sani e salvi che si assicuravano l immunità, l ordine con cui si succedevano le varie fasi, prima in sollecita attesa, poi in tutta la la tranquillità con cui avvenuta l iniezione ci si tratteneva per essere assistiti se insorgevano complicanze. Poteva finanche vedere a me di lato un’anziana signora punjabi con il figlio, per nulla preoccupata dopo l inoculazione.( …) Ma se seguitavo così a rassicurarlo sul mio stato di salute dopo la mia prima e la seconda vaccinazione, come di tutti gli astanti, che al più avvertivo un dolorino superficiale alla spalla, era per le sue continue domande che tornava a rivolgermi a riguardo, in cui riprendeva i timori diffusi in Khajuraho, che dal suo villaggio natale gli aveva trasmesso il padre, sui postumi che accusavano coloro che si erano lasciati vaccinare. Febbri e malori di ogni sorta, mal di testa impressionanti, vomiti e diarree, una destabilizzazione di tutto l organismo. Inutile avvrtirlo, come il dottor Khare, che forse associavano al vaccino un influenza stagionale in corso,in realtà sul timore del covid mentre la situazione in India si veniva stabilkizzando e l’ossigeno poteva essere assicurato a tutti i pazienti, ora era il timore del vaccino che in lui e nella generalità della gente si faceva preponderante, che ne spiegava le tante riserve, alla cui evidenza dovevo arrendermi, per quanto fosse reticente nel palesarmelo. La riprova ne era quando finalmente si recava al centro scolastico in cui due dottoresse erano impegnate nella vaccinazione , e ne tornava postandomi le immagini delle poche persone, non più di tre, o quattro, che vi erano convenute, chiedendomi sibillino “ e tu lo sai perché sono così poche?’”
Oramai avevo cosi esaurito ogni forma lecita di sollecitazion persuasiva, come da che si vaccinavano anche coloro che avevano la su età, tutti gli over 18 inclusi, e che si era appurato che una volta che ci si era registrati sulla piattaforma nazionale bastava presentarsi per essere vaccinati,egli veniva esaurendo le possibilità di mascherare il suo diniego con un differimento. Aveva rinviato al lunedì della settimana successiva il vaccination day, a quando il dottor Kare fosse tornato a visitarlo ed avesse dato il suo assenso. In realtà l’amico si era talmente ripreso che tale convalida era una pura formalità, dato che il dottore aveva assicurato che altrimenti non c’erano motivi perché non si vaccinasse. Nell impasse, la mia decisione cruciale: per non fare più indebite pressioni, lesive della sua inviolabile libertà di scelta, avrei smesso di telefonargli , ben sapendo che ogni contatto ulteriore sarebbe stata un’ulteriore richiesta. Kailash si è sentito perduto come ho mancato anche solo per un giorno di richiamarlo. Ha cercato così di contattarmi insolitamente con sms .
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:06
Are you busy
Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:07
not, I ve to leave you free.
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:08
Thanks
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:09
Are you angry with me
Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:10
not, i m not angry. I ve to respect You.
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:12
Can you call me 5 minutes
Thanks
Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:13
I cannot do
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:14
Thanks
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:14
Can I call you
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:14
Tell me the reason now my mind is very heavy
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:15
Inviato da me 27 Maggio alle ore 20:18
You have to decide by yourself about the vaccination. Don't become worry.
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:20
Thanks
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:20
I go to vaccination for Saturday
Inviato da Kalesh 27 Maggio alle ore 20:20
I already ask by doctor Khare
Kailash arrivava a interpellare Mohammad perché mi intenerisse nei suoi confronti. Sta di fatto, che non sabato, come si era ripromesso, ma già il giorno dopo, Venerdi, è andati a vaccinarsi , my hero.
“Lungo la strada ho incontrato chi mi ha detto che se mi fossi vaccinato una volta sarei scampato solo due anni , se due volte solo un anno. Avevo ancora paura quando ero in coda. Ma quando ho visto come era contento chi era appena stato vaccinato, la paura mi ha subito lasciato”. Avesse rinviato a Lunedì non sarebbe più stato possibile. SI erano infatti già esaurite le scorte.
giovedì 3 giugno 2021
Sui destini della Casa del Mantegna
Rinfocolando la diatriba riaccesasi sui destini della Casa del Mantegna, ritengo che per la sua vetustà ed angustia di spazi l’augusta Casa più che un museo d’arte moderna e contemporanea mantovana sia atta ad ospitare quanto propongono in retrospettiva il prorettore F. Bucci e S. Scansani , ossia un centro studi di raccolta della bibliografia critica e di un “ catalogo generale delle opere del Mantegna (da cercare, ricostruire, vedere, confrontare con un clic) “, eventualmente pur anche illustrativo del fare figurativo e architettonico dell’epoca umanistica, mediante la “ricostruzione interattiva e sensoriale della bottega rinascimentale con la produzione dei colori, la rassegna dei modelli, il senso del disegno”, ( Scansani), il che è in piena sintonia, tra l’altro, con la destinazione a museo architettonico albertiano-rinascimentale del San Sebastiano. Non vi rinvengo invece spazi ed agio sufficiente, comunque sia,per un ‘”Urban Center” quale lo propugna Bucci , che sia un luogo in cui “trovare gli strumenti per conoscere la storia dell’architettura della città e i progetti che disegnano il suo futuro”, del Polo del Politecnico innanzitutto, o per quanto, magari insieme , di moderno e contemporaneo vorrebbe ardentemente che continuasse ad esibire R. Pedrazzoli, nei termini di un’ officina del fare/ricercare nel campo dell’arte attuale. A tali magnifici intenti, che si sposano a meraviglia, si confà piuttosto un edificio che possa essere davvero un centro multifunzionale, quale, e ci risiamo proprio, la vicina Caserma di San Sebastiano, o se escludiamo gli splendidi magazzini del sale,la villa liberty che è sede dell’Arpa su cui ha richiamato l’attenzione il sovrintendente Barucca, l’ex sede dell’ Ispettorato del Lavoro di piazza Virgiliana, del resto in stile più che congruo. E ‘ questo un sito che fu già caldeggiato in tempo ancora utile da M. Tamassia e da G. Sogliani, ma che ahimè nel frattempo ha subito altra destinazione, dopo essere stato inutilmente proposto al Comune di Mantova. All’ uopo si sarebbe magari potuto rilevare ancor prima Palazzo Cavriani con gli affreschi del Bazzani, quando all’ultima asta fu messo pressoché in svendita. Per un Museo di arte moderna e contemporanea che sia laboratorio e cantiere, luogo di incontro e di ricerca, nel confronto di opere e di idee, atélier- “Urban center” ed al contempo spazio espositivo delle raccolte comunali d’arte moderna e contemporanea , Casa del Mantegna che fu già un avamposto di punta e d’avanguardia, si rivelerebbe oggi a tutti gli effetti una ridotta, tanto più in presenza del Polo del Politecnico di Milano e delle sua progettualità da esporre alla cittadinanza. Solo che se così mi limitassi a disquisire , magari con faceti riferimenti a sacher torte e sbrisolone, mi parrebbe di muovermi in un’ aura di cortigianeria reticente, se non omertosa, come se ai tempi del duca Vincenzo stessi al gioco di appuntare gli strali per le sue follie contro il parafulmine del suo gran segretario Chieppio Di grazia, ma la proposta di Sabrina Bottardi che ha suscitato ire e fulmini di Scansani, lor signori credono forse che venga da lei, quale causa prima, per moto proprio? O cascano dal pero se dico che è l’ autocrate stesso in cui si è permutato il Sindaco della città di Mantova, per cui non vi stormisce foglia che egli non voglia, il mandante per niente velato di tale famigerata proposta? Fu lui stesso, del resto, Mattia Palazzi, che in concomitanza con la mostra di Bazzani l’anticipò in diretta nel 2019, suscitando in me quello che può aver provato Fra Cristoforo,alla proposta di don Rodrigo di mettere Lucia sotto la sua protezione. Già era più che evidente che il Sindaco non era un fan del Museo di arte moderna e contemporanea, tantomeno di quello del Risorgimento , per Egli mancando entrambi del necessario appeal turistico , quasi che non dovesse essere preminente la loro funzione civica, educativa e formativa, ma fu allora per me il colmo, che in risposta alle sollecitazioni di Sinistra Italiana, Egli avanzasse l’idea recondita di sistemare il Museo d’arte moderna e contemporanea giusto nella Casa del Mantegna, a tutto detrimento delle prerogative autonome della Provincia, quasi per sfangarsene, o sfecciarsene, degradando o retrocedendo di fatto l’ illustre Casa a sede di disbrigo. Almeno è venuto in mente ai ripropositori di siffatto calpestio reciproco di piedi istituzionale, che potrebbe crearsi un conflitto di orientamento politico amministrativo e culturale tra Comune e Provincia?Bella genialata, davvero, da parte di chi appare convinto di avere anche la Provincia nelle proprie tasche. Il che può spiegare a sufficienza il silenzio della Provincia in merito. Ragion per cui si metta pure il cuore in pace anche Cesare Azzetti, intervenuto a riguardo, che la sua ottima proposta di destinare a Museo di arte contemporanea e moderna mantovana ed a Urban center la Caserma di San Sebastiano non vedrà almeno per un lustro la luce del sole, per le suddette ragioni che non lo consentono affatto.
Piazza 80 fanteria
Signor Direttore
Di bene in meglio Mantova, la nostra nouvelle ville Lumière. Dopo gli Champs Elisées di corso Pradella, in attesa della nostra piccola Versailles del Te avremo tra poco anche la nostra petite Place Vendome in Piazza Ottantesimo Fanteria. Un’ autentica sciccheria, non c’è che dire, non fosse per quelle pianticelle che sembrano stuzzichini arborei di un antipasto, molto di cubettato, niente di cubistico. Del resto che c’era da aspettarsi, quando il committente è lo stesso Signore del Parco degli anelli, sua maestà Palazzi, che di pretenzioso non ci fa certo mancare niente neanche in tempi di pandemia , pur se cosi ci si dimentica di provvedere in tempo ai bisogni più grossolani e più impellenti della cittadinanza, come i cassonetti dell’ immondizia, pardon i city bin! Niente di ombroso e di idrico, nessun piano di appoggio, se non delle sedute senza braccioli e schienale, a comun danno di balordi e invalidi e indesiderati fricchettoni, che a malapena come il sottoscritto possono valersi solo delle gambe e della bici. Sembra che per Egli certi bisogni esistano solo se il soddisfarli gli consente di finire in pagina interna sul Corriere, così precedenza assoluta per i pit stop delle facoltose turiste lattanti, quanto poi alle residenti straniere tra noi, attendano pure lungo i passanti invece che in un’autostazione l’arrivo di un autobus, salgano e scendano pure con bambini e bagagli per i montacarichi umani del nuovo sottopasso della stazione ferroviaria… E dunque , senza immischiarsi nelle umane miserie ed indigenze, quanto ai balordi di piazza Ottantesimo fanteria siano sempre e solo a videosorveglianza e fari allucinanti quali detectors dei beoni che si attentino ad innaffiare la piazza della pipì ch’era già birra o vino sugli scaffali del Carrefour . ma ahimè con riconfermata cilecca dello Sceriffo Rebecchi, -oh, yes - Che quando la natura chiama e resta anche solo un filo di tenebra od un angolino che sfugga ai fari, è oramai assodato che non servono a niente neanche le taser, per cui, dico, o si toglie la licenza al Carrefour, almeno quella di vendere alcolici, o si approntino pissoirs per i pisseurs ( Pisciatoi per i pisciatori). Tertium non datur.Tanto più nella città di Vicolo Pisinpé. E dove corso Pradella e vicoli e vie sono tutti una pisciata impenitente e impunita dei cani di sciur e sciure demo leghiste. A Paris , per restare in tema, ci sono anche nell Ile Saint Louis degli uritrottoirs che sono addirittura fertilizzanti! Lasciando pur stare quelli sessisti del trevigiano a forma di bocca di donna.Considerazioni indulgenti di bassa lega materiale e di poco appeal consensuale? Ora io chiedo, dei 13.500 anziani che vivono in città, quanto pochi credete che siano quelli che sono costretti a rimanere in casa per incontinenza urinaria o uso di farmaci diuretici, perché una città pressoché senza orinatoi pubblici è per loro la via crucis ciottolata di un Calvario? O perché nei pressi dei loro condomini trovano piazzette gremite di carapaci d’auto che sovrastano , se ci sono, anche le panchine all’ ombra e le fontanelle?
Odorico Bergamaschi
famiglie naturali
Di care memorie, vicende d’un tempo,/
Erano serpenti i cordoni d’ormeggio, /
Lingue di fuoco /
Le dichiarazioni d’affetto./
Chi aveva l uno per l'altro più valore di fatto?/
Un calpestio/
Ogni intentata ripresa./
Que reste t.il/
Morta la madre?/
“Potessi di voi liberarmi”, il tuo grida ora ed allora./
Adempiuta ogni obbligazione residua/
Si stornino ripensamenti ed incubi/
Sei tu pur sempre di chi ti ricerca/
Di chi si sente già perduto/
Se non lo richiami ogni giorno,/
Di chi, con le stesse parole di sempre/
“E ti vengo a cercare”/
Puoi ben dirgli nel canto/
“Anche solo per vederti o parlare/
Perché ho bisogno della tua presenza/
Per capire meglio la mia essenza”/
E ‘ li la luce di tutto.
( prima versione 2/3 giugno 2021)
Iscriviti a:
Post (Atom)