lunedì 18 febbraio 2008

Che cosa sia la multuculturalità Scambio di riflessioni con Sonia Calza sul Progetto Alice






















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Mantova, lunedì 11 febbraio 2008
Cara Sonia, ho già provveduto da tempo a inserire le duenewsletters di novembre e di gennaio- in inglese- del Progetto Alice..
Resto in attesa della versione in Italiano della newsletter di gennaio.
Nella mia nuova scuola per me va comunque meglio che nella precedente.
Il mio calvario vi è un pò più spianato.
La mia vita è comunque proiettata oltre l'Italia, verso l'Asia e l'India, verso le persone e le famiglie che vi ho care, presso le quali intendo terminarne il corso.
Purtroppo devo fare esercizio quotidiano di presenza mentale per restare italiano in Italia e riconoscermi come tale.










Del resto nemo propheta in patria.
Non ho mantenuto i contatti con le web designer del sito del Progetto Alce. Eventualmemte tu puoi sollecitarle a restare in contatto con me, se è intenzione di Valentino e dell'Alice Project preservare nel tempo anche il sito in mia gestione, per uniformarlo all' altro.

Mi hai chiesto a suo tempo che cosa ammiro di Valentino( Giacomin) e del Progetto Alice.
Quanto a Valentino ammiro la sua tempra indomabile, il realismo del suo spirito profetico, la generosità del suo relazionarsi. e quanto scrive bene!-, dell'Alice project più i frutti che l'albero , in certi suoi radicamenti del fusto.
Dell' albero non posso condividere il presupposto che la multiculturalità e l' educazione spirituale siano ridotte alla loro meravigliosa e imprescindibile dimensione inter-religiosa e che implichino la adesione ad altre dogmatiche che non siano l'interdipendenza,- la meditazione e lo yoga hanno presupposti metafisici ai quali anch'io individualmente mi assoggetto, ma in una scuola devono poter essere praticati da tutti gli allievi, quali che ne siano le credenze, o gli orientamenti, come metodi e pratiche di concentrazione e di autoconsapevolezza, - al tempo stesso di unione al divino o col divino e nel divino, per chi è credente- senza che debbano implicare l'adesione- non necessaria- a dottrine di pensiero quali l'io creatore.
Ciao. A presto













Odorico






----- Messaggio originale -----
Da: SONIA & THOMAS
A: Odorico Bergamaschi
Inviato: Domenica 17 febbraio 2008, 20:20:44
Oggetto: x Odorico - scambio di riflessioni
ciao Odorico,







temo di aver perso il messaggio che ti stavo scrivendo appena ho ricevuto il tuo.










Volevo dirti grazie per quanto continui a fare; io ho sempre più difficoltà a star dietro alle varie cose e riscontro difficoltà tecniche per i miei limitati mezzi e conoscenze; a volte non riesco neppure ad aprire le pagine del sito, mi limito a scrivere off-line e poi inviare la posta in blocco, quindi non stupirti se talvolta scrivo messaggi non aggiornati!








Le ragazze del pool-Internet hanno lasciato la scuola e adesso si sta occupando della realizzazione tecnica del sito una certa Emanuela di Genova. Poi dovremo riprendere in mano i contenuti e rielaborarli (o forse in parte riscriverli) per il nuovo sito. Penso che ci vorrà ancora molto tempo. Nel frattempo il sito che tu aggiorni rimane il riferimento x tutti, stai tranquillo. Quindi sappi che è fondamentale. Come hai visto, hanno unificato i contenuti in attesa di dare un nuovo formato al tutto. Quando ricevo i manuali del nuovo sistema te li giro. Dicono che è molto semplice, basta fare un po' di pratica.


















Non credo di aver capito bene che cosa non condividi del tutto o in parte dell'impostazione del Progetto Alice, ma, se leggo bene, ti sembra che ci sia una qualche "imposizione" o forzatura sulle credenze, che per gli studenti sia necessario abbracciare delle fedi diverse.

Veramente a me sembra il contrario; piuttosto è il Progetto che si è adattato alle religioni "d'ambiente", sicuramente cercando di andare più a fondo della ritualità esteriore (senza negarla) e delle consuetudini religiose, per riscoprirne l'essenza che è poi universale. Per questo Valentino usa storie, concetti, simboli, meditazioni e pratiche hindu e buddhiste in India per hindu e buddhisti, e storie, concetti, simboli, meditazioni e pratiche cristiane per i cristiani, ad es. in Italia o in Colombia. Anche i cinesi di Taiwan (l'ho letto in un loro articolo pubblicato su Internet) dei suoi corsi hanno apprezzato il rispetto e la valorizzazione della loro tradizione cinese, l'adattamento non solo formale ma la piena "inculturazione" sincera, non strumentale, nella loro cultura, sensibilità e tradizione religiosa.
Molto spesso le persone si fermano alle apparenze e sono condizionate dai propri pregiudizi.










Allo stesso modo, anche i genitori dei bambini di Valentino all'inizio erano diffidenti, forse temevano che occidentali = missionari, che una scuola gestita da persone provenienti da un Paese cristiano avrebbe inquinato la coscienza religiosa dei loro figli. Col tempo hanno apprezzato quanto fanno in realtà, o forse almeno la diffidenza è stata smentita dai fatti.



Conosco un'insegnante delle elementari mia vicina di casa che frequenta il Movimento. Mondiale per la Meditazione cristiana (quello di John Main, Wayne Teasdale, etc...) Esiste un gruppo in zona Vicenza che cerca di portare questa esperienza (di meditazione basata su tecniche cristiane ma con "un occhio" all'Oriente, senza che questo implichi nessun sincretismo e nessun "esotismo" o adesione ad altre fedi) anche nell'ambito dell'insegnamento, ma mi diceva che ogni minimo accenno è visto con estremo sospetto, è censurata la stessa parola "meditazione", come se di per sé fosse già qualcosa di estraneo alla nostra cultura e fede. Devono dire "rilassamento, concentrazione, attenzione al respiro, etc.." . Anche l'esperienza di Valentino e Luigina negli anni '80 è stata vista con sospetto, e allora non c'era ancora quella "fobia della religione" che c'è in questi anni , e la questione forse era meno strumentalizzata politicamente... o forse lo era già, non ho ricordi precisi, ma forse la "questione dell'ora di religione" iniziava a porsi proprio in quegli anni. Finché andavo a scuola io, l'accostamento a tematiche religiose era confinato alla sola ora di religione ed era considerato uno spreco di tempo, un'ora inutile in cui al massimo si faceva casino! Invece alle superiori ho avuto come insegnante un prete molto simpatico e intelligente (fra l'altro era proprio lui che designava gli insegnanti di religione di tutta la diocesi, sai che sono graduatorie gestite dalla Curia e non dal Provveditorato - credo sia ancora così) ,che ha parlato per 4 anni di attualità, politica, costume e psicologia. Interessantissimo. Almeno lo stavamo a sentire e ha detto qualcosa che aveva attinenza con la nostra vita e con il tempo in cui vivevamo e ci ha stimolato a pensare con la nostra testa. Ottima cosa,ma davvero non si potevano chiamare ore di religione e la spiritualità era tabù. Anche all'Università, al dipartimento di indologia abbiamo studiato l'India "vivisezionata": rigorosamente solo letteratura, arte, antropologia/sociologia, storia, geografia economica, religioni&filosofia ma prescindendo totalmente dall'aspetto spirituale, guai a parlarne, non era "scientifico". Un solo bravissimo prof. con dottorato a S. Barbara University di California (allievo di Panikkar) osava sfidare questa censura sistematica. Invece alle lezioni di Storia delle Religioni e Psicologia delle Religioni ho ritrovato un approccio molto più aperto, che prendeva in considerazione anche questi aspetti, senza perdere di scientificità. Ovviamente la pratica personale era esclusa e l'approccio rimaneva "accademico", ma le letture consigliate avvicinavano all'esperienza e si sapeva che il prof. teneva ritiri di meditazione zen e vipassana, quindi chi voleva ...
Mi è piaciuto talmente tanto che ho forzato la mano al mio prof di dipartimento e ho lottato per farmi approvare un piano di tesi interdisciplinare e un tema anomalo per il mio dipartimento ma l'ho spuntata.








Ho sempre ritenuto interessantissimo sia lo studio, sia l'approccio alla pratica di altre tradizioni religiose, che non significa assolutamente convertirsi o rinnegare(o) qualcosa d'altro, ma solo cercare di capire le altre culture "dall'interno" e imparare anche da esse, se troviamo qualcosa di buono che si può armonizzare con la nostra. Se questo accostamento e studio serio comportasse una qualche forzatura o conversione, noi del dipartimento di Hindi avremmo dovuto diventare tutti hindu o buddhisti, quelli di cinese taoisti, quelli di Giapponese confuciani e quelli di Arabo musulmani? Che cosa avrebbero dovuto diventare quelli del dipartimento di Religioni Comparate? La cosa più divertente è stata che al corso di Storia del Cristianesimo abbiamo scoperto cose che -da credenti e praticanti cristiani- neppure sospettavamo! Questo ha dimostrato che razza di lacuna lasci l'esclusione di queste tematiche dal curriculum scolastico, a cominciare dalla stessa storia del Cristianesimo se trattata seriamente e non come una specie di surrogato del Catechismo che è gradito da alcuni e non da altri. Non mi risulta che nessuno sia stato traviato, semmai qualcuno ha scoperto cose interessanti da approfondire, o ha deciso che era meglio dedicarsi ad altro. E nessuno studente ha mai rifiutato di frequentare le lezioni di religioni dell'India, della Cina, del Giappone, dell'Iran, o altro, perché "discriminanti" o pericolose per la propria identità. Vista dall'esperienza dell'Università la questione è veramente ridicola. Puoi immaginare uno studente di arabo che si auto-esonera dalle ore di Islamistica perché vuole preservare la propria identità cristiana? Cosa mai potrà capire del mondo arabo se esclude quell'aspetto? Nel piano di studi è considerato un fondamentale. Senza, nessuno ti permetterebbe di laurearti. Ecco, altro che ora inutile e facoltativa! Piuttosto gli studenti di arabo andavano a cercarsi anche altre fonti di conoscenza di quel mondo, comprese le conferenze dei Baha'i che fanno apertamente proselitismo o corsi di danze sufi, senza che questo volesse significare conversione o schizofrenia.
Speravo molto in una riforma della scuola che introducesse lo studio comparato delle religioni (magari in connessione con la filosofia e la storia o altre discipline) come minimo, perché avrebbe dato finalmente un senso alla vecchia e disprezzata (o boicottata) ora di religione. E' vero che qualche insegnante ha la sensibilità per farlo lo stesso, nell'ambito della propria materia di insegnamento (il mio di filosofia lo faceva, pur da ateo convinto, credo) ,ma la stragrande maggioranza non ha né la preparazione, né la sensibilità e l'equilibrio per farlo, oltre ad essere visti con diffidenza. Per i ragazzi di medie e superiori sarebbe utilissimo, specie ora che il contesto scolastico è sempre più multi-culturale, c'è il problema dell'integrazione degli stranieri e la cosiddetta "intercultura" è spesso solo una farsa imposta dalle recenti "mode scolastiche".
In passato ne ho parlato con diverse persone, anche con esponenti di altre religioni. TUTTI ne hanno paura perché nessuno accetta il confronto e permette che sia un "non credente" a parlare della loro fede, temendo la denigrazione o l'irrisione. Secondo me è un falso problema, perché potrebbe succedere anche con la filosofia o con altre discipline, è ovvio che ogni persona ha le proprie opinioni, ma se è preparata ed è intelligente non le presenta come "la verità". Piuttosto, nessuno è disposto a rinunciare al proprio ego, in nome del confronto e della condivisione, ognuno è attaccato all'esclusiva e alla posizione di predominanza culturale. Non sto parlando solo dei cattolici che strumentalizzano la propria religione. Fanno altrettanto anche i fondamentalisti hindu. Negli ultimi anni negli USA ambienti fondamentalisti hindu hanno contestato in blocco e rigettato le interpretazioni dell'induismo fornite da studiosi non.-hindu (non solo americani o occidentali e neppure quelle più datate e occidente-centriche), in quanto non perfettamente conformi alla loro visione di se stessi e della propria tradizone! Va ricordato che anche la loro è un'interpretazione che non esaurisce la totalità dei punti di vista hindu o indiani stessi, ci sono molte altre voci, specie in un mondo eterogeneo e anarchico come quello hindu. Praticamente solo loro pretendono di poter rappresentare il punto di vista hindu e solo il punto di vista hindu sarebbe ammissibile nello studiare e giudicare l'Induismo. Un capolavoro di pluralismo e interculturalità! Questo è esclusivismo ad oltranza. Vedi che il problema non ce l'abbiamo solo noi!
















Questo è uno dei tanti motivi per cui apprezzo quello che Valentino ha ideato e fa da tanti anni. Penso che i bambini educati secondo il suo paradigma e i suoi metodi difficilmente potranno cadere in questa superficialità o in queste forme di estremismo e le forme che ha elaborato per condurli lungo questo percorso fin da piccoli sono estremamente interessanti. Vedo che è una cosa che colpisce molte persone. A volte mi chiedo quanta sofferenza e conflitti interpersonali assurdi si eviterebbero o si potrebbero prevenire o almeno attenuare. Ma allo stesso tempo vedo che gli adulti sono molto rigidi e temono il cambiamento più di qualunque altra cosa, nonostante le conseguenze che hanno davanti agli occhi. Sulla riforma della scuola ho perso le speranze ma nella sensibilità e l'apertura dei singoli spero ancora. Anche per questo apprezzo molto quanto fai e tenti di comunicare.
Quando hai voglia , scrivimi pure. Sono sempre in ritardo nelle risposte ma prima o poi leggo tutto!








a risentirci presto, ciao










Sonia

Mantova lunedì 18 febbraio 2008
Cara Sonia,


ti ringrazio infinitamente del lungo scritto interessantissimo che mi hai riservato. Purtroppo il mio uso lato del termine "dogmatica" ti ha indotto a supposizioni ingiustificate.
Il mio punto di visto è assolutamente affine al tuo. Perseguo anch'io la fecondazione reciproca tra culture e religioni, una spiritualità comune , ad esse soggiacente, e credo nella proficuità stessa di essere uomini di più fedi, come asserisce e testimonia R. Panikkar.
Nelle scuole di Valentino non ho riscontrato nessuna forzatura religiosa, ed ho sempre immaginato che se le avesse fondate in Iran, vi avrei ritrovato i simboli del mazdeismo, dello zoroastrismo, e del cristianesimo armeno, insieme a quelli dell'islam sciita.
La dogmatica a cui mi riferivo non era una teologia, era interna alla filosofia del Progetto Alice, e la identifico nella presupposizione che la riflessione sulla soggettività delle nostre percezioni e idee mentali debba implicare la credenza in un IO creatore, di cui la realtà esterna non sarebbe che la proiezione mentale.
Io auspico ardentemente -se fosse possibile-che la meditazione e le pratiche yoga possano essere imposte come prassi scolastica a tutti gli allievi, ma credo che possano essere legittimamente fatte valere quali delle discipline obbligatorie anche per gli studenti non credenti, o di famiglie non credenti , se ad essi sono offerte in ciò per cui possono essere valide anche per loro, come forme di concentrazione e di autoconsapevolezza, senza che gli allievi siano tenuti a perseguirle nelle loro dimensioni trascendenti.
Credo anch'io che la multiculturalità debba includere la dimensione inter-religiosa, - o essere inclusa nel suo orizzonte-, anzichè presciderne categoricamente, ma la spiritualità deve coesistervi con la molteplicità di tutte le credenze, religiose e non religiose, spirituali, o materialistiche, che orientano la vita umana, in una loro integrazione conoscitiva reciproca quali esperienze di verità, anzichè lasciarle sussistere come una pluralità di monoculture separate, l'una ripugnante all'altra ( secondo le parole di Amartya Sen), compartecipi solo del vano del cortile condominiale in cui ci si rigetta a vicenda la spazzatura dei punti di vista pregiudizievoli specularmente ostili.
E' anche perchè seguito ad essere tarpato in questa mia aspirazione , dovendo affrontare rimostranze, o sollecitazioni dissuasive, che minano la germinazione spirituale, la sola conversione che perseguo all'attività di pensare, che quanto mi hai raccontato in me ha rinfocolato un sobbollimento caustico per gli osteggiamenti o le incomprensioni che vivo .
Anche per questo ho fatto le ore piccole per risponderti, pur di dissipare in te il "tragico equivoco"
Ciao. Odorico "

Le foto sono tratte dall 'album di Alessandro Caputo
View Album


Ciao Odorico,
effettivamente avevo capito un'altra cosa ma non c'era nulla di "tragico da dissipare", credimi. Grazie dell'interessante risposta, adesso mi è più chiaro che cosa intendi., In realtà, mi ero lasciata andare, come ogni tanto mi capita di fare, specie con Valentino, ad una e-chiacchierata, visto che condividiamo delle riflessioni comuni ma non possiamo chiacchierare a voce o di persona. In realtà, procedendo di riflessione in esperienza in aneddoti vari, ho proprio perso il filo e sono uscita dal seminato! Ma non perché volessi difendere il PA da una tua errata interpretazione, era solo un modo di condividere delle riflessioni, visto che tu ci tieni molto e vedo che ti dai da fare in molti modi.
Mi dispiace sentire che ti avrei "rinfocolato le mostruosità che sto subendo sulla mia pelle". Ma cosa succede di così tragico nella nuova scuola? Davvero pensi che cambiando scuola risolverai qualcosa? Per carità, se è così ostile l'ambiente, ti auguro di trovarne uno migliore,ma io non mi farei troppe illusioni, fossi in te. Forse hai delle aspettative troppo elevate. Che la gente sia insensibile, superficiale e opportunista io lo considero ormai la norma e non mi scandalizzo più di tanto, cerco di riderci su anche se è un riso davvero amaro. Ti risparmio i dettagli per non affliggerti oltre. Penso che l'unica cosa che si può fare contro la stupidità e l'arroganza imperanti sia cercare personalmente di andare contro corrente con coerenza, umiltà e ironia. Altrimenti ottieni ancora più opposizione e ci soffri inutilmente.

Ora che ho capito forse qual è il nodo della questione, comunque io la vedo diversamente, provo a spiegarmi. Questo IO autore e creatore di tutte le proiezioni illusorie, catene di pensieri, emozioni, azioni, reazioni, etc... che è il protagonista di tante storie di valentino, etc... non mi pare che sia un postulato filosofico o una specie di dogma che qualcuno dovrebbe accettare per poter applicare il metodo. Semmai è una specie di realizzazione intermedia che viene naturale applicando quel metodo di introspezione e autoanalisi, di attenzionee consapevolezza al proprio mondo interiore, che poi viene a sua volta superata. Nella metodologia di Valentino che conosci anche tu (hai visto anche il primo video dell'esperienza in Italia?) l'accento non è posto sull'idea ma sul fare esperienza, non sul credere per fede ma sul realizzare, sul prendere coscienza; arrivare a capire che le cose non esistono in modo assoluto e di per sé ma sono una proiezione del nostro ego, che alla fine è anch'esso un pensiero che si dissolve quando se ne comprende la natura e rimane solo l'attività del pensare
I buddhisti direbbero che è una spiegazione per bambini del concetto di interconnessione e di vacuità, gli hindu direbbero che è una traduzione dei concetti di advaita e di maya. Ma la sua riflessione è scevra da condizionamenti confessionali e cerca di utilizzare una terminologia più psicologica che religiosa in senso settario, salvo poi valorizzare la condivisione di questi approcci in tutti gli ambiti religiosi nella loro componente spirituale.

Tempo fa Valentino mi aveva mandato dei testi inediti da impaginare per un'eventuale pubblicazione. Mi sembra che due testi in particolare aiutino molto a capire e a chiarire cosa intenda veramente lui. Te li allego. A me sono piaciuti molto e oltretutto sono molto sintetici.
il 1° è la storia del ventilatore, molto bella come immagine. Il 2° , l'Essenza del PA; è poi stato ulteriormente sviluppato da Valentino e pubblicato in un libro recente che forse avrai visto a Sarnath l'ultima volta ma non è in vendita., non è stato stampato in serie ancora Quindi quella che trovi allegata è solo la bozza iniziale. L'incipit è proprio: "Qual e' l'essenza del Progetto Alice?", chiede uno studente.
"Tutto dipende dalla mente!" e poi spiega in che senso.
Fammi sapere poi cosa ne pensi.

Mi interessa molto sapere cosa combini a scuola. E' azzeccatissima la tua metafora del condominio e della spazzatura che ci si butta addosso, ho la medesima sensazione anch'io. Comunque cerchiamo di essere ottimisti. Se tu riesci almeno a tirare fuori i pregiudizi e la rabbia che i ragazzi hanno dentro e spesso scaricano su chi è diverso, non solo da un punto di vista religioso o culturale, è un primo passo importante. Continuo a sentire in TV dei vari episodi di razzismo e bullismo e penso che andrebbero presi molto più seriamente. Sono gesti criminali, altro che solo disagio e ragazzate! Lì da te com'è la situazione?

a risentirci, ciao

sonia




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