martedì 14 aprile 2009

triveni sangam


" Ti ricordi, in Allahabad? il Triveni Sangam? Come tre fiumi portano più acqua la mia vita avrà più successo se lavoro nel mio barber shop, nell 'hotel Harmony e in cucina..."
" working hard, hard , hard, now that I m young, again, not older, like you... In this way I've good Karma..."
Così il mio amico ha la forza ancora di trasfigurare in uno sforzo superiore il confluire di più possibilità di rovina nel corso della sua esistenza, di farne defluire ancora avanti le acque che si convogliano e si intorbidano nelle stesse sabbie morte.
Ed io, nel mio amore impotente, mi sento il vortice che gira su se stesso e in se stesso si perde , nello sforzo sempre più vano di disincagliarne la vita.
" Tu sei bravo a dirigere il lavoro degli altri, ma per dirigerlo, sia quello del barbiere, o del cuoco, devi conoscerlo meglio di loro...
" Listen, I know, I know, lo so, lo so, ma se sono manager presso un privato e sbaglio , I go out, il mio boss mi caccia via. Se in India ho lo stesso incarico in un lavoro pubblico, invece, campo tranquillo e arrivo alla pensione..."
E di tanto mio sforzo di imprimere l' ordine di un progetto nella sua esistenza, è rimasto solo il suo impegno a imparare e ad impastare finalmente quel che si può ottenere con sola farina, sale e acqua, nella cucina italiana, prima che con acqua e farina e uova e zucchero e latte, e burro, e ulteriori ingredienti, come si è affrettato a chiedermi, nella sua curiosità divagante e, inconcludente, quanto quella dei suoi bambini più piccoli tra i giochi e le cose di casa.
Ma vedrò, quest'estate, come ha recuperato intanto le mani di barbiere...
" Ti ricordi la prima, e la seconda volta, quando hai avuto paura del sangue che usciva dai tagli, e come non è successo più niente, poi,..."
Ricordavo anche, senza dirglielo, che le volte che il sangue era uscito dai tagli causati dall' impiego sulla mia pelle delle stesse lamette usate per gli uomini locali, e ch'era stato distolto dal mio volto con gli asciugamani intrisi del loro, non era sua la mano che mi aveva insanguinato, non era nel nostro negozio che dei capelli era avvenuto il taglio.
*****
"Atta zero, zero", farina zero zero , K. mi ha appena ricordato che ha presente benissimo, qual'è la varietà che serve per l' italian pori, lo gnocco che preparerà domani.
Domani, immancabilmente...
" Non preoccuparti, anche se sbagli, è solo acqua e farina !..",
" Lo so, lo so, ogni cosa si impara facendo continui errori..."
con la voce infranta, gli ho ricordato che ieri notte sono stato sveglio fino alle due, per imparare anch'io al meglio, sbagliando, a insegnargli gli impasti della farina per i dolci.
"Ah, in the terrace of my house, in the terrace of my hotel"- poco prima si era ugualmente ricordato, ancor meglio di me, che era dove era avvenuto che fosse stato il cognato di suo fratello, non lui, a insanguinarmi tutto, nel terrore della contaminazione, le prime volte che in India mi erano stati tagliati i capellia e mi era stata fatta la barba.
In Khajuraho è afoso il pomeriggio di questi martedì , giorno del monkey God, in cui gli abitanti hindu ricusano di frequentare i negozi, ed è senza clienti il suo negozio di barbiere.
Così ne ha lasciato la vista, dalla strada, per ritirarsi dentro l hotel che lo fronteggia, dove può riposare gli occhi dall irritazione che gli ha provocato il vento caldo, quando ha fatto spola tra l' hotel e la stazione ferroviaria, in attesa del mancato arrivo di qualche possibile cliente.
E Adjay, a che pensa di fare da grande?
Adjay non pensa al suo futuro, a che cosa farà da uomo.. .
Pensa solo a studiare e a ricevere un 'educazione.
Purti dice invece vuole fare chappati...
Purti, Adjay, non hanno il futuro nella loro mente, non pensano che a ciò che stanno facendo, a mangiare, ad andare a giocare, a fare compere al mercato.
Ma Adjay ha accettato, senza fare parola, di venire ad accudire il negozio quando finiranno le scuole, di iniziare a imparare il mestiere di barbiere, a intrattenersi con la gente che vi viene.
Ed io, che al mio amico ho taciuto che non gli parlavo lentamente, nella sofferenza che aveva immediatamente intuito, perchè mi fossi svegliato da poco, o fossi già stanco, che da lui ero nuovamente stato disarmato dal chiedergli se non fosse il caso di farla finita, talmente tanto la sua vita parassita la mia, e la mia amicizia lo distrugge come uomo, sarei uscito a visitare la mia città, in luogo di qualsiasi altra, a vivere quel che restava delle mie mancate vacanze, di un altro giono di sole perduto, per rinfrescare la mente, come mi diceva di fare, tra le solite cose e la solita gente.

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