domenica 2 maggio 2010

Come le dita di una mano

"Kallu, ti posso dire una cosa importante?"
"Di, ti sto a sentire."
"Kallu, tu devi pensare che ogni tuo bambino ha una differente bellezza"
"Purti, Ajay, Sumit, Chandu..."
"Si, tutti i tuoi bambini"
"Non uno solo?...
"No e te lo dico Kallu, perchè tu stavi facendo lo stesso mio errore, ti ricordi tra Udayapur e Lalitpur..."
"Quando dentro di te tra Purti e Sumit..."
" Si"
" Vuoi dire che sono come le dita di una stessa mano, che se ne tagli una le altre restano importanti?"
Ho confermato, nell imminenza della mia partenza per recarmi a casa di mia madre, da dove gli avrei ritelefonato.
Ma dovevo anticipargli questo pensiero, ad ogni costo, dopo quanto l'hanno fatto soffrire, i giorni scorsi, i raffronti insorti nella sua mente tra Sumit e i bambini rimastigli.
Già domenica scorsa, quando il suo discorso è approdato a Chandu, ha lasciato il cellulare nelle mani di Ajay troppo tempo, perchè non abbia dovuto supporre che fosse andato ad asciugarsi il pianto dopo avere insistito perchè il mio discorso non accennasse alla loro bellezza, talmente era per lui impareggiabile quella di Sumit, benchè Chandu, nel riso, nel giocare , nel muoversi a quattro zampe, lo ricordasse talmente tanto, anticipasse addirittura i tempi della parola, rispetto a Purti e Sumit.
" Sa già dire papa, e "dedi", che vuol dire " dammi""
Per tre volte, dopo le dieci di notte, e ricordava anche a che precisi minuti, quando me ne ha parlato, due giorni dopo mi aveva contattato invano, perchè non dovesse fronteggiare da solo il dolore del ricordo insorto più che mai atroce del nostro bambino che non è più.
" Mi sono ricordato di lui appena morto, che sembrava ancora dormire..." , quindi ha insistito in tutto ciò che rendeva ineguagliabile Sumit, da ogni altro suo bambino.
"Lui non temeva i sadu e gli uomini vecchi, avvicinava ogni animale, " cows, cocks,"
e a Chattarpur, al mercato, toccava ogni merce e si interessava a ogni cosa, mangiava di tutto, "indian e italian foods", anche Chandu non ha il suo corpo così forte... Ti ricordi quando giucava con te a viso aperto..."
Io ricordavo un bambino trepidante quando uscivo con lui, ho remissivamente osservato.
Eppure tra l uno e l altro di tali discorsi, si ride e si scherza tra me e Kailash, come quando non è riuscito a dirmi quale sia il suo mese di nascita, perchè non sa se l asta del "danda", del bastone che l indica, sia a sinistra o a destra "of the cross", della croce del numero dieci.
Ma al contempo, mentre le lenticchie nei suoi discorsi già schiudono " the mounth", la bocca del loro germoglio,il ricordo sempre più vivo del nostro bambino morto è sempre di più in noi una voragine aperta.

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