lunedì 17 maggio 2010

solo se è amore


Caro Valentino,
sono Odorico.
Ti ringrazio della considerazione in cui tieni il mio blog, se intendi usarlo per i corsi di aggiornamento delle suore che operano nella tua scuola.
Io credo di potere esservi fecondo in quanto posso situarmi, più di altri, dove s'incontrano o confluiscono realmente cristianesimo e sapienza indiana , in ragione di un ascolto reale della vera Parola dei testi del cristianesimo, messa a confronto almeno con le vulgate più attendibili del buddismo e dell'induismo,
Cerco di evitare di abbracciare l'induismo od il buddismo in ragione di una recezione e di un rifiuto di versioni del Cristianesimo che non sono all'altezza della verità della Parola che vi è incarnata, come è accaduto per tanti induisti o buddisti occidentali, pur di grande altezza di ingegno quali Achaan Sumedo, nè voglio permanere ritroso di farmi anche buddista, o hindu, per gli accreditamenti più fantasmatic della sapienza delle fedi orientali. Per farmi intendere meglio, prima che cali per me il silenzio definitivo, secondo me non è incompatibile essere di duplice e triplice fede , perchè Cristo, il Verbo, non si è manifestato solo incarnandosi in Gesù.
Se è vero,- Giovanni, lettera prima, cui farò costante riferimento,- che "Chi confessa che Gesù è il figlio di Dio/ Dio dimora in lui e lui in Dio," secondo la rivelazione e l'umanizzazione del Logos in Gesù di Nazaret, - confessando che lo spirito abita la carne e che anima la polvere sino a farle risorgere a vita eterna,-è altresì vero che è comunque in Dio, - mediante un Cristo sconosciuto a chi crede alla sua manifestazione in Gesù, o a chi è uomo terrestre, e non d'altri mondi,-, chiunque ama l'un l'altro di amore vero- di gratuita donazione reciproca disinteressata- e pratica così la giustizia, poichè
" chiunque pratica la giustizia è nato da Dio",
" e chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio".
Ubi charitas est vera, Deus ibi est.
In tal senso le beatitudini cristiane e l'ottuplice sentiero buddista o i percorsi e le comunioni spirituali delle varie marg e yoga hindu possono adempiersi nella stessa pienezza di vita, non mondana, se non si incorre nei reciproci travisamenti - i principali dei quali mi sembrano che siano, rispetto al buddismo, la credenza che la beatitudine del risveglio che il buddismo consente già in questa vita, sia l'assicurazione, nel raggiungimento del samadhi, di uno stato permanente di non sofferenza indifferente e irresponsabile, la quieta vuota di un adualismo perpetuo, laddove l'alienazione più diffusa nei riguardi del cristianesimo è la credenza che la vita buona sia secondo Gesù Cristo una vita di obbedienza legalistica a dei comandamenti impostici, in ragione dell'attesa interessata di un frutto salvifico, oppure per il timore del castigo divino,- laddove, secondo la Sua Parola, non vale ad essere in Dio il timore che si ha di Lui, " perchè chi teme non è giunto a pienezza d'amore", e la vera obbedienza può avvenire solo per amore, solo se si acquisisce lo stesso "sentire" che fu in Gesù Cristo- Lettera di Paolo ai Filippesi-, amandoci l' un l'altro come Egli ci ha amato, dello stesso Amore che il Padre aveva per lui, in Lui il Padre facendoci dono di se stesso.
Caro Valentino, ma tutto quello che in precedenza ho scritto è vero, se si tiene ben presente ciò che scrisse il grande teologo ortodosso Pavel Florenskij: " Si, la vita è fatta in modo che si può dare qualcosa al mondo solo pagandone poi il fio con sofferenze e persecuzioni. E più il dono è disinteressato, più crudeli sono le persecuzioni, e dure le sofferenze".
Questo volevo scriverti, fintanto che trovo parole, e gioia, nella sofferenza più dolorosa per la sorte del mio amico indiano.
Oggi era sconvolto perchè è stato derubato delle 2.000 rupie che gli occorrevano per i vestiti nuovi dei suoi bambini, nella concomitanza di un marriage party e della puja rituale.
Nemmeno il mio invio riparatore di un quantitativo minimo di euro è bastato a calmargli la mente.
Che cosa ho da darti in cambio, si doleva, se non i miei principi?
Puoi darmi di essermi amico, gli ho ribadito.
Che tu sai, per me è infinitamente (tanto) di più di ciò che per lui vale il mio contante.

Love
Odorico

--- Mer 12/5/10, valentino o ha scritto:


Da: valentino o
Oggetto: Re: valentino
A: odoricob@yahoo.it
Data: Mercoledì 12 maggio 2010, 22:41


Ciao Odorico. Grazie per la tua generosita'. Ripareremo il tetto e i bambini torneranno a fare yoga e recitare mantra, sperando nella clemenza del prossimo ciclone. I danni avrebbero potuto essere molto piu' seri, vista la potenza del vento. L'insegnante di yoga ha invitato gli studenti a recitare mantra e preghiere per tutta la durata del ciclone. Credo che le preghiere abbiano pacificato il dio della pioggia e del vento che ha risparmiato altre strutture fragili della scuola e, soprattutto, non ha ferito alcun studente.
I bambini delle elementari erano nelle aule piu' a rschio (con tetto di paglia). Se un albero fosse caduto su un'aula, chissa' che cosa sarebbe accaduto.
Insomma, la nostra buona stella continua a proteggerci.
Ho letto il tuo blog. Lo usero' per i prossimi corsi di aggiornamento, ammesso che le suore siano ancora presenti.
Grazie per l'invito a visitare la famigliA del tuo amico. Me l'avevi gia' fatto questo invito, quando mi trovavo in uno stato psicologico non molto, come dire?, equilibrato. Terro' presente anche questa "via di fuga" dal quotidiano e dai problemi...
Grazie e un abbraccio
Valentino

Ps. Se hai tempo, dai un'occhiata ai contenuti del blog nelle nostre pagine web e anche a quelli del nuovo progetto
bodhgayanews.org
Ti segnalo, in particolare, una notizia e un commento, che ti invio...Non e' ancora corretto e, come puoi vedere, alcune didascalie sono incomplete...

domenica 16 maggio 2010

cercando ancora di resistere

"Io sto ora cercando di resistere, e di sopravvivere a tutto, ultimando al meglio il mio lavoro di insegnante- che incubo spettrale sarebbe altrimenti il protrarmi verso un pensionamento che si sta allontanando a seguito dell'euro-crisi- finendo di scrivere il poco che mi resta da scrivere, per liberarmi così di ogni progetto e sentimento di fallimento e successo, e consegnarmi anima e cuore al destino di dolore e di amore che mi lega alla mia famiglia indiana, incenerendomi in monaco e sadhu quando di me essi non abbiano più bisogno alcuno"
dall'ultima mia lettera a Valentino Giacomin e Luigina De Biasi

l'indurimento e la puja ritrovata

Ieri Kailash si è recato a venticinque chilometri di distanza da Khajuraho, per tornare a rendere onore di sabato con la puja al Monkey God, Hanumah, che è il suo Dio personale.
Teme che altrimenti il Dio possa diventare "angry" con lui , irato per il suo indurimento di cuore dopo la perdita del nostro( amore di) bambino.
Io gli ho auspicato il pellegrinaggio, nelle attuali contingenze, perchè la fede possa purificare la sua mente da ciò che può insinuarvi il suicidio atroce che ha commesso l' altro giorno una donna del suo villaggio, da anni costretta a fronteggiare la miseria dei suoi bambini dopo la morte prematura del marito.
La sua fede si era oramai ridotta al solo articolo di angoscia del convincimento nel suo "bad Karma", della inesorabilità della sua povertà, della sua mancanza di successo nelle cose della vita, convinto, anche ora che più che mai soffre di qual è mai la nostra vera sventura, la nostra insanabile desolazione, che il karma negativo si misuri da quanto un uomo è povero, che arricchirsi possa servire ad arricchirsi ancora di più in una futura vita migliore, quasi che nella pena che ci unisce e ci gravita dentro,io stesso debba sconfortarmi innanzitutto per la rovina attuale dell' euro al cambio stesso con la rupia indiana, che per me rende tutto più costoso e difficiltoso, ritarda il mio pensionamento, restringe i margini e le prospettive di vita che posso offrirmi e che posso concedere ad altri.
Eppure Kailash seguita a darsi da fare per ogni margine utile, e lasciato l'hotel senza più clienti, ora che in India fa così caldo , ogni giorno va avanti e indietro dal suo villaggio per dare l acqua alle lenticchie che crescono,
costretto a una peripezia continua dalla penuria dell energia elettrica che serve ad attivare la pompa dell'acqua del pozzo.
"L' energia elettrica viene dall'acqua, mi diceva giorni or sono, riferendosi alla energia di natura idroelettrica cui si fa ricorso nel Madhya Pradesh," qui non è come nel Tamil Nadu, dove usano,ti ricordi, i " big fans" che abbiamo visto lungo la strada per Kanyakumari. E se c'è poca acqua , e poco " Electric power", è difficile con l' energia l'acqua prenderla dai pozzi"
Egli tra l'altro deve attendere che l'energia venga erogata alle ore più calde, è pericoloso altrimenti andare per i campi di sera, e deve essere sul campo quando e come l'elettricità arriva, in conformità o meno con gli orari previsti nei tabellari.
Intanto sono le nostre parole al telefono, che ci scambiamo oramai ogni sera,la nostra indispendsabile acqua di vita, che non possono venir meno nel recargli conforto, nel recarmi non meno conforto se in lui suscito allegria, la stessa che ai miei occhi rianima Sumit, che mi appare sempre più nel vuoto di stanza in stanza.

Sui criteri cristiani di verità

Sui criteri cristiani di verità
Scambio di vedute tra me e don **



Caro don *.
sono Bergamaschi il professore.

Lei si chiedeva ieri sera, nel corso della lectio divina, come anche un aborigeno australiano, che ignora tutto di Gesù, possa purtuttavia essere partecipe di una volontà divina di salvezza universale. Ora la mia incredula fede è meno incredula se mi anima la convinzione che la realtà di Cristo, nel suo mistero, trascenda lo stesso Gesù, che non si possa identificare solo in Gesù, e si sia rivelata e si riveli anche altrimenti, in questo e in altri mondi ove trovi attuazione l'idea di uomo.

Credo assolutamente che un Cristiano che abbia incontrato Cristo in e attraverso Gesù sia tenuto a credere che ogni altra rivelazione a lui sconosciuta del Cristo debba essere assolutamente conforme alla Sua Parola che si è professata in Gesù, e che non possa contraddirla in nulla, e per nulla, ma anche oggi , insieme con la splendida celebrazione paolina del Dio ignoto allo stesso ateo che lo venera nella sua idea di bene, avevo modo di ritrovare nel Vangelo di Giovanni la proclamazione da parte di Gesù che la Sua Parola consegnata ai Vangeli non esaurisce tutta la verità dello Spirito. “ Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso: quando verrà lui, lo Spirito della Verità, vi guiderà a tutta la verità, perchè non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.
Per dirgliela tutta, caro don *, mi chiedo infine, per sentirmi meno incredulo, nel mio spirito di adesione attraverso la chiesa Cattolica ad una ecclesialità che per me è cosmica,, se la stessa resurrezione di Gesù sia unica perchè è il compimento perfetto di ogni altro accesso spirituale alla vita eterna.

Con gratitudine

Odorico Bergamaschi


Caro Odorico,
i temi che Lei affronta sono davvero abissali e insondabili. Anch’io credo che Gesù e il suo mistero siano più ampi di quanto noi pensiamo e crediamo e abbraccino il cosmo intero. Tuttavia non nel senso di mettere Gesù tra parentesi, quanto piuttosto che la sua centralità e unicità rappresentino il punto di convergenza e il compimento di ogni percorso. Mi pare che su questo siamo in sintonia.
La ringrazio della sua benevola fraternità,
d.*

Caro don *,
solo un seguito, concorde.
Credo che si permanga concordi finchè si eviti come cristofanica "ogni ispirazione che dissolve Gesù", e che ci può indurre a sconfessare " Gesù Cristo venuto nella carne", quasi che l'ascolto stesso della sua Parola fosse la sola pratica pragmatica di un messaggio di regole, e non già l'attinenza al Senso della Sua Parola, il farsi carne del verbo fino a morire per noi, la sua umanizzazione fino alla morte di croce per la nostra theosis, la nostra divinizzazione a stirpe divina nella Gloria del Padre.
Solo in Tal senso, e attraverso tale Senso,l'ascolto della sua Parola si fa criterio di verità di ogni altra verità.
Con una duplice avvertenza: a) di quale rimanga, nel frutto, il criterio per riconoscere i falsi profeti. " Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?" ( Matteo 7, 15-16); b) con l'attinenza larga della sua risposta ai discepoli, quando " Giovanni prese la parola dicendo: " " Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perchè non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose : " Non glielo impedite, perchè chi non è contro di voi, è per voi"( Luca 9, 49-50).
Personalmente nelle discipline spirituali indiane ho trovato un grande aiuto nell incentrarmi, anzichè nella mondanità dell Io, nel Nome che può essere la mia vocazione, la mia espressione unica e irripetibile delle mie capacità di amare a sua immagine e somiglianza.
Con fraternità di piccolo figlio
Odorico

lunedì 10 maggio 2010

sapienza cristiana, sapienza orientale

Sapienza cristiana e sapienza indiana in questo s'incontrano: la spiritualità è unione e comunione-yoga- con la Via, la Verità, la Vita: la conoscenza ne è una partecipazione integrale, già in questa vita.
La via, la verità, la vita è in noi stessi la nostra intimità più propria, l'autentico sé o atman, e al contempo in sé ci comprende , quale Logos, Verbo, Dharma,- in un rapporto di immanenza reciproca tra un'infinità interiore e un' infinità esteriore- "il castello" di Teresa d'Avila e della Chandogya,- che manifestano il Brahman - Dio Padre- che è trascendente- l'agricoltore della Vite di cui in Cristo siamo i tralci eppure "tutto in tutti"( Paolo, Corinzi)
"Conosciti in me, conoscimi in te", Tat tvam asi " Questo sei tu".
Tale via, verità e vita, è in noi stessi una consapevolezza originaria, alla cui rivelazione profonda dobbiamo risvegliarci,e di cui, in una sequela ,occorre aumentare in noi la presenza mentale illuminante- lo Spirito quale "interior magister". Tale sequela è uno svuotamento del nostro Ego nei suoi attaccamenti, una rinuncia a ogni " possesso geloso",( lettera di Paolo ai Filippesi), il cui esito è il conseguimento della pace della equidistanza interiore- in cui si decanta la singolarità del nome divino di cui siamo espressione, che è il volto che ci fa assumere la vocazione della nostra capacità di amare a Sua immagine e somiglianza
" Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà"( Luca, 9, 23-24)

In tal senso la kenosi è la verità intradivina che si rivela nelle sapienze orientali.
Ma non resta, forse, quale differenza cristiana,- è la domanda residua- che cosa significhi il dimorare in Dio, in quanto dimorare nel suo amore? Da esso inabitati, per farci come Egli amore, dal momento che siamo comandati ad amarci l'un l'altro come egli ci ha amato, e ci ama,fino alla fine ( Giovanni, 13.34, 15.12, 13.1)- "anzi alla morte di croce"- per amore gratuito del nostro nemico?
O in Prajapati, nella Yagina, non c'è la stessa estasi d'amore dell'Agnello sgozzato fin dalla fondazione del mondo?

domenica 2 maggio 2010

Come le dita di una mano

"Kallu, ti posso dire una cosa importante?"
"Di, ti sto a sentire."
"Kallu, tu devi pensare che ogni tuo bambino ha una differente bellezza"
"Purti, Ajay, Sumit, Chandu..."
"Si, tutti i tuoi bambini"
"Non uno solo?...
"No e te lo dico Kallu, perchè tu stavi facendo lo stesso mio errore, ti ricordi tra Udayapur e Lalitpur..."
"Quando dentro di te tra Purti e Sumit..."
" Si"
" Vuoi dire che sono come le dita di una stessa mano, che se ne tagli una le altre restano importanti?"
Ho confermato, nell imminenza della mia partenza per recarmi a casa di mia madre, da dove gli avrei ritelefonato.
Ma dovevo anticipargli questo pensiero, ad ogni costo, dopo quanto l'hanno fatto soffrire, i giorni scorsi, i raffronti insorti nella sua mente tra Sumit e i bambini rimastigli.
Già domenica scorsa, quando il suo discorso è approdato a Chandu, ha lasciato il cellulare nelle mani di Ajay troppo tempo, perchè non abbia dovuto supporre che fosse andato ad asciugarsi il pianto dopo avere insistito perchè il mio discorso non accennasse alla loro bellezza, talmente era per lui impareggiabile quella di Sumit, benchè Chandu, nel riso, nel giocare , nel muoversi a quattro zampe, lo ricordasse talmente tanto, anticipasse addirittura i tempi della parola, rispetto a Purti e Sumit.
" Sa già dire papa, e "dedi", che vuol dire " dammi""
Per tre volte, dopo le dieci di notte, e ricordava anche a che precisi minuti, quando me ne ha parlato, due giorni dopo mi aveva contattato invano, perchè non dovesse fronteggiare da solo il dolore del ricordo insorto più che mai atroce del nostro bambino che non è più.
" Mi sono ricordato di lui appena morto, che sembrava ancora dormire..." , quindi ha insistito in tutto ciò che rendeva ineguagliabile Sumit, da ogni altro suo bambino.
"Lui non temeva i sadu e gli uomini vecchi, avvicinava ogni animale, " cows, cocks,"
e a Chattarpur, al mercato, toccava ogni merce e si interessava a ogni cosa, mangiava di tutto, "indian e italian foods", anche Chandu non ha il suo corpo così forte... Ti ricordi quando giucava con te a viso aperto..."
Io ricordavo un bambino trepidante quando uscivo con lui, ho remissivamente osservato.
Eppure tra l uno e l altro di tali discorsi, si ride e si scherza tra me e Kailash, come quando non è riuscito a dirmi quale sia il suo mese di nascita, perchè non sa se l asta del "danda", del bastone che l indica, sia a sinistra o a destra "of the cross", della croce del numero dieci.
Ma al contempo, mentre le lenticchie nei suoi discorsi già schiudono " the mounth", la bocca del loro germoglio,il ricordo sempre più vivo del nostro bambino morto è sempre di più in noi una voragine aperta.